Archivio mensile:Luglio 2011

Come le dinamiche elettromagnetiche del nostro sistema solare interagiscono con il campo magnetico terrestre

– Due preliminari analisi che confermano la stretta correlazione –

In quest’ultimi due anni si è scritto e sentito molto parlare delle presunte variazioni alla configurazione o assetto elettromagnetico del nostro pianeta. Partiamo quindi col riportare alcune ricerche ed analisi scientifiche, riconosciute dalle organizzazioni ufficiali che ricostruiscono le passate posizioni dei poli magnetici del nostro pianeta e che fanno da apri pista a delle importanti correlazioni elettromagnetiche solari che a conclusione dell’articolo esporrò.

Iniziamo quindi a parlare dello spostamento dei poli magnetici.

http://www.ngdc.noaa.gov/geomag/GeomagneticPoles.shtml

Specifichiamo che l’ultima misurazione ufficiale dei due poli risale al 2007 e che le ‘attuali posizioni e le precedenti vengono calcolate utilizzando due modelli, il GUFM (ricavato dall’analisi di vari documenti storici dal 1590 al 1980) e l’IGRF dal 1981 al 2010. L’attuale modello utilizzato il WMM posiziona il polo nord magnetico a 84,97 ° N e 132,35 ° Ovest mentre il polo sud magnetico a 64,42 ° S e 137,34 °. Quindi, attraverso una semplice ricostruzione grafica, utilizzando le banche dati disponibili ai seguenti indirizzi web :

Polo Nord, http://www.ngdc.noaa.gov/geomag/data/poles/NP.xy

Polo Sud, http://www.ngdc.noaa.gov/geomag/data/poles/SP.xy

è possibile visualizzare lo spostamento dei poli negli ultimi quattro secoli. Una prima analisi veloce, della immagine sotto riportata, evidenzia subito un rapido spostamento di posizione che sta coinvolgendo il polo nord magnetico. Dinamica che non sembra emergere analizzando il polo sud. Riporto una mia analisi grafica del polo nord magnetico, che evidenzia l’eccezionale spostamento che si sta verificando in questi anni.

Spostamento longitudine “Polo nord magnetico” a partire dal 1590

http://wdc.kugi.kyoto-u.ac.jp/poles/polesexp.html

I recenti calcoli a fine 2010 indicano che il polo nord magnetico si sta spostando verso nord-ovest con una cadenza pari circa a 55km. annui.

http://news.nationalgeographic.com/news/2009/12/091224-north-pole-magnetic-russia-earth-core.html

Viceversa, in questa news del National Geographic si riferisce che lo spostamento ad inizio secolo era di soli circa 15km. annui.

Passiamo invece ad osservare, in questa animazione costruita dal centro di studi del geomagnetismo di Kyoto, come l’intensità totale del campo magnetico terrestre, dal 1600 ad oggi, stia progressivamente diminuendo!

http://wdc.kugi.kyoto-u.ac.jp/igrf/anime/index.html


Ipotizzare un deciso indebolimento e/o un delicato assetto elettromagnetico del nostro pianeta, in questo periodo storico, non è un ipotesi a mio parere da scartare, infatti , nel dicembre del 2008 la Nasa pubblica un’interessante ricerca, nella quale si è scopre attraverso la missione spaziale “Themis”, che la nostra magnetosfera non è cosi solida e compatta come lo si pensasse. Le sonde infatti hanno rilevato dei veri e propri “buchi” di una dimensione di ben 10 volte superiore a quello che si pensasse.

http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2008/16dec_giantbreach/


Potrei proseguire la trattazione riportando ulteriori articoli e/o ricerche,non avvalorate o avvalorate dalla comunità scientifica , come l’anomalia magnetica nel sud atlantico che continuano a parlarci di particolari configurazioni elettromagnetiche sul nostro pianeta.

http://it.wikipedia.org/wiki/Anomalia_del_Sud_Atlantico

In sintesi, resta comunque l’interrogativo principale. Qual è “l’origine” o “causa” di queste particolari dinamiche ?

E siamo proprio sicuri, che usare il termine “causa” sia quello più appropriato ? A conclusione articolo riporterò un mio personale punto di vista. Proseguendo nella trattazione, prima d’esporre le due recenti ricerche elaborate dai due ottimi ricercatori di confine, che sono Rog Tallbloke e Mischa Vukcevic riportiamo alcune definizioni di base riprese da wikipedia sul campo magnetico terrestre:

http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_geomagnetico

Il campo geomagnetico è un fenomeno naturale presente sul pianeta Terra. Esso è assimilabile al campo generato da un dipolo elettrico con poli non coincidenti con quelli geografici e non statici, e con asse inclinato di 11,3° rispetto all’asse di rotazione terrestre. Le ipotesi sulle origini di questo campo sono numerose, ma oggi le teorie sono orientate verso un modello analogo a quello di una dinamo ad autoeccitazione.

….

……..

Il campo magnetico terrestre è soggetto a continue variazioni direzionali e di intensità di origine interna o esterna. Le variazioni a lungo periodo (5-10 anni), dette “variazioni secolari”, sono dovute a cambiamenti nelle sorgenti profonde e sono riconosciute dai dati degli osservatori magnetici e dei record archeologici e geologici (paleomagnetismo).
Le variazioni a breve periodo (da pochi minuti fino a 5 anni) sono di origine esterna.
Una terza categoria è quella delle variazioni a periodo molto lungo, legate al ciclo solare di 11 anni.
Le “variazioni secolari” sono a loro volta divise in un contributo dovuto al campo dipolare ed uno al campo non dipolare (probabilmente correnti elettriche al passaggio nucleo-mantello come evidenziato dalle indagini di tomografia magnetica).

Si parla quindi di tre categorie di variazione magnetica, di natura esterna ed interna da valutare in relazione alla durata o il periodo. Ed il Sole, il centro di massa del sistema solare, argomenti dei quali parliamo quotidianamente che ruolo e quale percentuale ricoprono in queste variazioni ? Procediamo quindi nel esporre le due analisi grafiche sviluppate dai i due ottimi ricercatori citati in precedenza.

North magnetic pole position shifts di Rog Tallbloke http://tallbloke.wordpress.com/2009/12/11/north-pole-position-shifts/

Nel grafico sotto riportato , realizzato dal ricercatore inglese Rog Tallbloke si evidenzia una stretta relazione fra il tasso di cambiamento della declinazione del polo nord magnetico osservato Lerwick, Eskdalemuir e Greenwich-Abinger-Hartland in Gran Bretagna ( curve di spessore fine ),

http://www.geomag.bgs.ac.uk/education/earthmag.html

la lunghezza del giorno sulla Terra “LOD” “lenght of the day” in millisecondi (curva di colore celeste) e lo spostamento del centro di massa del sistema solare (curva di colore verde).

Nello specifico, la curva verde rappresenta la distanza fra il centro di massa e il piano equatoriale solare, si considera il solo spostamento in verticale (asse “z”). La traccia sopra riportata è stata realizzata utilizzando la risorsa disponibile in rete al seguente indirizzo : http://ssd.jpl.nasa.gov/horizons.cgi JPL’s HORIZONS system

I dati sono stati mediati ogni 24 anni per ridurre l’oscillazione d’ampiezza causata dall’interazione orbitale fra Giove e Saturno. Aggiungo un’ulteriore analisi grafica, nella quale è stata introdotta un’ulteriore curva di colore rosso che rappresenta la variazione della temperatura globale “HADcruV3” http://www.cru.uea.ac.uk/cru/data/temperature/


Sarebbe interessante, sviluppare, ampliare, questa ricerca andando a ritroso nel tempo, verificando se in contemporanea a questi veri e propri salti o incrementi repentini della curva verde si registrano in fase con i minimi solari, maunder, sporer o wolf.

Riportiamo adesso traduzione del lavoro effettuato da Mischa Vukcevic.

SOLAR-EARTH magnetic link di Mischa Vuckevic http://www.vukcevic.talktalk.net/SSN-dBz.htm

Il ricercatore di nazionalità serba sostiene che da più tempo esiste un collegamento fra l’attività magnetica solare e il campo magnetico terrestre. Nell’analisi grafica sotto riportata mischa presenta un primo lavoro verso la dimostrazione definitiva di questa correlazione. Si osservi, come la variazione del “Bz” ,curva di colore rosso, segue fedelmente (tranne in rari casi) l’attività solare (il SSN, sunspot number), curva di colore celeste. Di particolare interesse è il “flop” geomagnetico che dal 1970 si sta registrando nella baia di Hudson che coincide proprio con il cambio di direzione visibile nei grafici di Tallbloke. Questa correlazione presenta tuttavia un ritardo di 34anni nei confronti dell’attività solare, non ancora spiegabile.

Viceversa, nel immagine sotto riportata, la variazione del polo magnetico in Siberia risponde con una correlazione positiva e senza nessun ritardo alla variazione dell’attività solare.

Ecco un’interessante opinione, espressa dal Dr.Leif Svalgaard in merito a questa spledida elaborazione grafica realizzata da Vuckevic : http://wattsupwiththat.com/2011/06/08/huge-auroral-display-tonight-and-tomorrow/#comment-678155

So there is a solar cycle variation of the external current that is comparable to the secular variation. “

Fermiamoci qui. Credo che di aver riportato sufficienti ricerche ed analisi scientifiche per poter esporre delle mie personali e preliminari conclusioni. Primo, l’assetto elettromagnetico solare interagisce costantemente con l’assetto EM terrestre. Secondo, questa rapida riconfigurazione magnetica terrestre sembra che stia accelerando le sue dinamiche proprio in quest’ultimo decennio, in contemporanea al passato ciclo solare SC23 e nell’attuale ed anomalo SC24.

Non vorrei essere ripetitivo e ossessivo, ma se da più mesi, me ne esco affermando che tutto è INTERCONNESSO su più livelli, con la logica dinamica temporale di ogni fenomeno terrestre o solare osservato. Spesso sul blog ci esponiamo ricostruendo una dinamica climatica e/o solare con termini di CAUSA ed EFFETTO. Ma pensateci bene, è veramente corretto, dopo aver riscoperto in questi anni una moltitudine di relazioni astronomiche fra cielo e terra, attribuire a questi fenomeni naturali una CAUSA ? Mi domando e la causa stessa da cosa è generata, abbiamo una nuova causa ? Parliamo ultimamente di pioggie straordinarie causate da distubi al vortice polare causati dal minimo solari causati da una particolare configurazione planetaria e cicli astronomici …e allora dove si trova il bandolo della matassa ?

Forse qui…

Io per quel che ho compreso delle dinamiche che ci circondano, boccerei in toto questa visione, frutto di una mentalità, società moderna nel quale il giudicare o il dare una colpa e di quotidiano pensare. Definirei viceversa quel che sta “la fuori” come un CONTINUO ed ARMONIOSO scambio di energie che può partire da un’ elettrone, per finire in una galassia.

Mia personale e sentita conclusione .

E’ forse arrivato il momento, nel prossimo articolo, di parlare di Geometria sacra, frattali, numeri irrazionali e altro…

Michele

Cosa fa il GW nel luogo più arido della terra? semplice, fa nevicare!

Parliamo della grandissima irruzione antartica che il Sud-America ha subito in questi ultimi giorni e lo facciamo portando una notizia che difficilmente leggerete da altre parti o sentirete in televisione.

Infatti, il Deserto dell’Atacama, conosciuto come il luogo più arido della terra ha visto probabilmente il fenomeno precipitativo più intenso degli ultimi 500 anni e lo ha visto sotto forma di neve.

Questo luogo è considerato dagli scienziati della NASA come il luogo sulla terra più simile alla possibile conformazione di Marte

Questa è un’immagine satellitare che mostra il deserto dell’Atacama

qui trovate il link della notizia, citata anche su WUWT

http://www.ndtv.com/article/world/32-inches-of-snowfall-over-driest-place-on-earth-117463

http://www.ndtv.com/video/player/news/heavy-snow-at-worlds-driest-place/204524

http://wattsupwiththat.com/2011/07/07/driest-place-on-earth-atacama-desert-in-chile-buried-under-feet-of-snow/

http://it.video.yahoo.com/notizie-1300256/meteo-24684580/neve-nel-deserto-di-atacama-25880191.html#crsl=%252Fnotizie-1300256%252Fmeteo-24684580%252Fneve-nel-deserto-di-atacama-25880191.html

Il Deserto dell’Atacama nei punti più aridi ha una media precipitativa annua di 1mm (regione di Antofagasta), questa media è calcolata su anni recenti, perchè pare che studi geologici abbiamo confermato che dal 1570 al 1971 in molte zone del deserto non sia caduta neanche una goccia di pioggia.

Questo è dovuto alla particolare conformazione del territorio che chiude il deserto in una sorta di accerchiamento, impedendo molto spesso all’umidità di poter entrare, solo le zone costiere ricevono in parte l’umidità del mare, m anche le zone più piovose faticano a raggiungere i 50mm di media annua come precipitazione.

Inoltre alle spalle del deserto c’è la cordigliera delle Ande con picchi fino a 6800m e nessuna di queste montagne presenta dei ghiacciai, questo dimostra come le precipitazioni siano una rarità in questa zona.

http://en.wikipedia.org/wiki/Atacama_Desert

L’articolo dice che era da 20 anni che non nevicava in quella zona, zona evidentemente più favorita rispetto al resto del deserto, e che gli accumuli registrati raggiungono gli 80cm in alcune zone.

Inoltre l’articolo cita una temperatura di -8.5°C registrata a Santiago che se confermata sarebbe il record Assoluto della capitale Cilena (infatti il record del 1976 è di -6.8°C, la temperatura però non sono riuscito a confermarla)

Ma non è solo il Sud America ad aver visto una potente irruzione Antartica, anche in Nuova Zelanda e in Australia si sta vivendo una fase molto fredda.

http://www.abc.net.au/news/stories/2011/06/30/3257573.htm

http://www.weatherzone.com.au/news/perth-facing-its-longest-cold-spell-in-25-years/17971

http://www.acohotselles.info/climate/current/month/nt/summary.shtml

Questa l’anomalia delle temperature minime in Australia nello scorso Giugno, su media 61-90

FABIO

Nowcasting Solare

Davvvero esigue le macchie presenti nel sole in questi giorni, come il livello di attività solare in generale (X-ray, solar wind e K-index)…solar flux sempre sotto a 90!

In questi primi 10 giorni di luglio, il nostro sole è tornato a dormire sogni profondi con la media mensile del solar flux ferma ad 88.77!

Da quando disponiamo dei dati del flusso solare (1947), una cosa del genere non era mai successa!

Riporto qui il Giorgio penssiero, davvero interessante (peccato che non abbia mai voluto finora scrivere un articolo!):

“Fino a quando i livelli di attivita’ solare mensili non scenderanno al di sotto di quelli dei corrispondenti mesi del 2010 per almeno 3 mesi consecutivi,non possiamo essere certi che il max sia gia’ passato.Per ora siamo sempre sopra al 2010 anche se l’attivita’ e’ bassa.In particolare saranno da monitorare i mesi di settembre ottobre e novembre 2011 che sono quelli attinenti all’allineamento terra-giove e confrontarli con quelli di agosto settembre e ottobre 2010.Se nel 2011 saranno piu’ bassi il max probabilmente e’ passato.Se piu’ alti probabilmente ci sara’ un solar max del ciclo 24 ad aprile 2012,quando terra e giove saranno in opposizione.”

Eh si, le influenze planetarie sembrerebbero davvero fare il loro sporco lavoro…

Buona domenica, Simon

Ghiacci Marini Antartici – Situazione Giugno 2011

Estensione:

Anomalia Concentrazione:

Area:

Trend Anomalia Estensione:

Curiosità:

Rispetto a 10 anni fa abbiamo 0.1milioni di kmq di estensione in meno e 0.1 in meno di area.

Rispetto a 20 anni fa abbiamo 0.3milioni di kmq di estensione in più e 0.5 in più di area.

Rispetto a 30 anni fa abbiamo 0.1milioni di kmq di estensione in meno e 0.3 in più di area.

FABIO

Siamo vicini al massimo del ciclo 24, ma l´attivitá solare si mantiene bassa

Mentre le tempeste solari hanno attirato l´attenzione nei mesi di marzo ed aprile, a seguito di forti espulsioni di massa coronale, l’attività della stella non sembra puntare in futuro a un aumento delle tempeste. La causa può essere la diminuzione del vento solare e il ridotto  campo magnetico della stella, ma il meccanismo è ancora sconosciuto.

la misurazione globale di pressione del vento solare registrate dalla sonda spaziale Ulisse, fino al 2008. Verde, l’ampiezza del vento solare tra il 1992 e il 1998 e in azzurro, valori tra il 2004 e il 2008.

Le misurazioni solari sono iniziate ormai da più di 50 anni, e gli scienziati solari  hanno rilevato che la pressione media del vento solare è diminuita di oltre il 20% a partire dalla metà degli anni ’90, ma curiosamente questo indebolimento non è stato accompagnato da una riduzione della velocità che é stata ridotta di  solo il 3%.

Secondo i dati raccolti dalla sonda interplanetaria Ulisse tra il 2004 e il 2008, la riduzione della pressione del vento solare è principalmente dovuta alla diminuzione della temperatura e della densità del flusso. Secondo i dati, il vento solare è del 13% più fresco e del 20%  meno denso.

Nella visione di Arik Posner, scienziato della NASA legato al programma Ulisse, questo allentamento è una tendenza a lungo termine, una costante diminuzione della pressione che è iniziata nel 1990.  “E ‘difficile dire se questo è un evento raro”, ha detto Posner. “Stiamo  monitorando il vento solare da meno di 60 anni. Durante questo periodo, è la prima volta che questo fenomeno è stato osservato. Se questo è stato così per secoli o millenni, nessuno lo sa, perché non abbiamo dei dati che risalgono a tanto,” ha spiegato il ricercatore .

Conseguenze
L’indebolimento del vento solare può avere ripercussioni in tutto il sistema solare.

Sopra il diagramma mostra l’entità dell´ eliosfera e il suo meccanismo di protezione contro i raggi cosmici.

L´eliosfera è una sorta di bolla magnetica generata dal sole e gonfiata a proporzioni colossali per l’azione del vento solare. Tutti i pianeti del sistema, da Mercurio a Nettuno sono dentro questa bolla.

Particelle ad alta energia provenienti da buchi neri e supernove vengono gettati in direzione del sistema solare, ma la maggior parte vengono deviati dal campo magnetico della eliosfera, che avvolge il sistema.  Così, l’eliosfera agisce come uno scudo gigante dai raggi cosmici provenienti dallo spazio esterno.

L’indebolimento del vento solare “gonfia” meno l’eliosfera, il che significa meno protezione contro i raggi cosmici.

In effetti, i dati raccolti da Ulisse hanno mostrato che la media del campo magnetico solare si è indebolita di circa il 30% dal 1990, mentre la quantità di particelle ad alta energia (giga-elettron-volt) attorno la Terra sono aumentati di  circa il 20 % nel medesimo periodo.

Questa quantitá extra di  particelle  non rappresenta una minaccia per le persone sulla Terra, dato che  la nostra magnetosfera agisce come uno scudo.  Tuttavia, quantità maggiori di particelle possono avere conseguenze sulle attività svolte al di fuori della Terra, come le passeggiate spaziali degli astronauti e missioni robotiche su altri pianeti, che sarebbero soggetti ad una dose di radiazioni superiore.

In aggiunta, ci sono studi  che collegano i flussi dei raggi cosmici con l’aumento della copertura nuvolosa e dei cambiamenti climatici sulla Terra.

Le cause di indebolimento del vento solare, il calo del magnetismo e le sue conseguenze sulla Terra sono ancora sconosciute, ma i ricercatori sono abbastanza fiduciosi che con la nuova generazione di osservatori solari nello spazio, queste domande avranno una risposta.


SAND-RIO