Indici meteo-climatici del mese di Agosto 2012 e prospettive meteo-climatiche

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3,  peraltro già riportato nel forum Meteo.

 

Gli indici: i valori del mese

ENSO (El Niño Southern Oscillation, ad oggi Niño): +0,579 (indice MEI)

PDO (Pacific Decadal Oscillation): -1,93

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,474

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -27,94

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -9,76

MJO (Madden-Julian Oscillation): non riportata per il semestre caldo, in quanto di dubbia interpretazione. A tale proposito, si rimanda a specifici articoli di approfondimento.

 

Commento indici Agosto

– il Nino (ENSO) ad agosto (ma anche a settembre) ha mostrato un brusco stop ed anzi un arretramento anche in zona 3.4, mentre in zona 1+2 risulta pressoché assente, dunque prossimo alla neutralità.

– La PDO permane nettamente negativa, come da comportamento ciclico (è divenuta negativa qualche anno addietro e resterà tale per diversi anni); attualmente è in fase di rafforzamento e sta confermando il suo ruolo “moderatore” nei confronti dell’evento di Nino in corso. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma e si rafforza in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) a fronte di un suo cambio di segno.

– La QBO30 è in ulteriore calo e fa segnare il nuovo minimo di questa fase negativa, avvicinandosi ai propri minimi storici.

– La QBO50 è anch’essa calata ulteriormente e fa segnare il nuovo minimo di questa fase, anche se non ancora vicino ai minimi storici (ben al di sotto di -10); pertanto è possibile diminuisca nuovamente a settembre.

In base alle osservazioni ENSO NOAA è presente un Nino debole o assente nel comparto est, come detto, e dal mese di agosto anche in quello centro/ovest. Le previsioni NOAA confermano la debolezza del presente evento di Nino, prospettando anzi che sia ormai giunto al suo massimo e sia destinato a declinare gradualmente nei prossimi mesi.

Per quanto riguarda le anomalie sottosuperficiali di temperatura, il grafico al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif,

 

da giugno ad oggi si è verificato un netto indebolimento delle anomalie positive in tutto il comparto oceanico. Inoltre, a settembre è comparsa, per la prima volta dopo il passaggio da Nina a Nino, una consistente anomalia negativa nel settore centrale. Sembra proprio l’annuncio del prossimo declino del Nino e del possibile avvio di una nuova Nina.

Per quanto riguarda, invece, le anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico, attualmente al largo delle coste occidentali europee e nordafricane vi sono prevalenti anomalie positive. Permane ancora una debole anomalia negativa nel settore centrale dell’oceano, pur se nettamente indebolita rispetto all’estate. La sua persistenza ha favorito affondi depressionari atlantici e quindi risposte calde sul Mediterraneo. Il suo indebolimento sembra ora aprire la strada definitivamente alle perturbazioni atlantiche verso l’Europa Occidentale e mediterranea. Per dovere di cronaca, tuttavia, un recentissimo aggiornamento la rileva nuovamente rafforzata.

http://www.osdpd.noaa.gov/data/sst/anomaly/2012/anomnight.9.20.2012.gif

 

 

Ad integrazione del comportamento delle anomalie oceaniche di temperatura, si segnala un netto sopramedia dell’ITCZ nel settore
centrale africano http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.jpg, nella seconda decade di settembre. Ciò può ancora favorire qualche incursione di aria calda africana, specie nella porzione meridionale del Mediterraneo e specie sotto forma di prefrontali, dunque richiami che precedono una perturbazione atlantica.

 

Infine il Sole, dopo aver raggiunto un nuovo massimo all’inizio di luglio, ha manifestato un’altalena di attività non degna di particolare nota. C’è da chiedersi se e come questi ripetuti “stop and go” abbiano effetti sul clima anche a breve termine (settimane, mesi).

 

 

Considerazioni sull’autunno-inverno 2012/2013: Nino, QBO e ciclo solare

La prima considerazione riguarda la stagione autunnale: la presenza di un Nino davvero debole, dunque non in grado di interferire in modo significativo con il clima europeo, depone a favore di una stagione autunnale “classica” almeno in termini di piovosità, Naturalmente, la distribuzione delle precipitazioni dipende anche da altri fattori (es. blocchi anticiclonici, anche temporanei, in grado di frenare l’avanzata delle perturbazioni o di deviarle). Dunque, non tragga in inganno l’avvio tardo-estivo del trimestre autunnale, ancora condizionato dalle dinamiche della stagione appena conclusa.

Per quanto concerne le prospettive invernali, in abbinamento alla debolezza del ciclo solare, è sempre più interessante il comportamento della QBO a 50mb, riprendendo un tema già accennato in discussioni precedenti. Anche se ci troviamo ancora all’inizio dell’autunno, si ricorda che l’accoppiata QBO / ciclo solare ha storicamente segnato il carattere delle stagioni invernali, come da studi ben riportati in un articolo presente nell’archivio di NIA (http://daltonsminima.altervista.org/?p=13547 ): QBO negativa e ciclo solare debole (es. nei pressi del minimo), oppure QBO positiva e ciclo solare forte (es. nei pressi del massimo) hanno storicamente favorito inverni freddi. Attualmente la QBO, come detto, è negativa e, in base alla sua serie storica, non sembra aver ancora raggiunto il suo valore minimo.
Inoltre, storicamente, ha impiegato di solito 4-5 mesi prima di tornare in territorio positivo. Dunque, è molto probabile che resti negativa almeno fino a dicembre-gennaio. Anzi, tutte le volte in cui l’avvio della fase negativa della QBO è stato graduale come in questo caso, il periodo negativo si è protratto per oltre 12 mesi. Poiché la QBO a 50mb è divenuta negativa a febbraio 2012, è ragionevole supporre che essa possa permanere negativa almeno fino all’avvio della prossima primavera. Come noto, QBO50 negativa e ciclo solare decisamente sottotono potrebbero rendere quantomeno “movimentata” l’ultima parte dell’autunno ed il prossimo inverno, con frequenti incursioni fredde. L’ultimo inverno con un’accoppiata QBO negativa e ciclo solare debole è il 2005-2006. Invece, qualora il Sole mostrasse invece un’accelerazione della propria attività, il risultato sarebbe probabilmente opposto, ovvero assisteremmo ad un “non inverno”. Data la distanza temporale dall’avvio della stagione fredda, questa non si può nemmeno considerare una prospettiva meteo di lungo periodo, quanto piuttosto una constatazione di carattere storico/statistico. Ma la correlazione assai elevata tra ben precise combinazioni QBO/ciclo solare ed il carattere degli inverni corrispondenti, la rende comunque degna di nota.

aaaaa

Prospettive meteo-climatiche – autunno

Attualmente, come si diceva, il tempo europeo è ancora in parte influenzato da dinamiche tardo-estive, sebbene si intravveda chiaramente l’avvento della nuova stagione. E’ presente un anticiclone continentale sull’Europa orientale e soprattutto sul Mediterraneo centro-orientale, supportato da una componente calda africana. Contemporaneamente, ad ovest, il cedimento dell’alta pressione azzorriana ora consente un deciso ingresso sull’Europa Occidentale da parte delle perturbazioni atlantiche, anche se non ancora in modo franco sul Mediterraneo.

Le indicazioni di massima dei principali modelli per le prossime 2-3 settimane disegnano un quadro ormai improntato ad una maggiore dinamicità rispetto al trimestre estivo. Le perturbazioni atlantiche si impossesseranno delle coste occidentali europee ma, almeno in una prima fase, faticheranno ad avanzare verso sud ed anche verso est. In questo periodo, l’Italia si troverà al confine tra le depressioni atlantiche ed una fascia anticiclonica con perno sul succitato anticiclone continentale. Dunque le regioni settentrionali vedranno più precipitazioni, localmente anche abbondanti ad ovest (non si possono purtroppo escludere locali nubifragi), mentre al Sud prevarrà il bel tempo, con temperature ancora estive o quasi. In seguito, è probabile una graduale traslazione delle depressioni verso est e verso sud, con interessamento anche delle regioni meridionali. Nel lungo termine, è possibile che qualche nuova spinta meridiana (verso nord) ci porti un assaggio di autunno inoltrato; i principali modelli in effetti intravvedono qualcosa, anche se non in modo chiaro. Ma questo dipenderà molto dal comportamento dell’Anticiclone delle Azzorre, al momento poco propenso a spingersi verso nord.

Insomma, il passaggio all’autunno “vero” per la nostra Penisola sarà progressivo e graduale, sebbene non necessariamente “indolore”, specie dal punto di vista precipitativo. Come si diceva, nel lungo termine, non si può escludere però qualche “sberla” fredda tardo-autunnale

FabioDue

27 pensieri su “Indici meteo-climatici del mese di Agosto 2012 e prospettive meteo-climatiche

  1. In merito all’inverno 2005-2006, ricordo che la stagione fu nel complesso mite fino al 20-25 novembre. Poi, abbastanza bruscamente, virò verso il freddo e la neve e si mantenne tale (almeno al Nord) fino alla fine di gennaio, quando culminò con una abbondante nevicata, l’ultima di una serie: a Milano caddero circa 40cm di neve, poco più a nord anche di più (es. a Lugano ne caddero almeno 60cm).

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  2. Come sempre i tuoi articoli sono densi di contenuti ma facili e piacevoli da leggere….complimenti Fabio….

    2 sintetiche annotazioni:

    1) per quanto concerne le anomalie atlantiche, anche se volevo parlare di questo nel mio prossimo pezzo, subiranno un netto calo…in particolare mi riferisco alla zona compresa più o meno tra il golfo del Messico e l’Europa occidentale….e questo per causa del regime NAO- che si profila all’orizzonte (adesso risentiremo qualche marpione ritirar fuori la barzelletta della CDG)…..

    2)Le anomalie positive nei prossimi giorni tenderanno a riprendersi, soprattutto nelle zone centro.occidentali del Pacifico…e questo grazie alla ripresa forte dell’attività convettiva nel pacifico, che causerà, tra le altre cose, le anomalie negative in atlantico di cui parlavo prima (ma ora vi sto davvero dicendo troppo)…..

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  3. @Riccardo
    troppo buono 🙂
    mi aspetto e anzi prego te e tutti i lettori affinchè facciate anche osservazioni critiche, segnalando aspetti non chiari o trattari in modo poco approfondito o troppo approfondito, compresi errori ed omissioni.

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  4. @Riccardo

    per tornare alle tue osservazioni,

    1) dunque dici che prossimamente ci troveremo con consistenti anomalie negative in Atlantico, più o meno alle nostre latitudini? Se così fosse, ciò condurrebbe l’Anticiclone delle Azzorre “fuori sede”, cioè sull’Europa centro-occidentale, o addirittura propenso a frequenti elevazioni verso nord, o sbaglio? Intendo, che cosa possiamo attenderci? Un lungo periodo di “secche anticicloniche” sul Mediterraneo e sull’Italia, oppure un’alta pressione posizionata spesso sui meridiani con frequenti discese fredde da nord?

    2) dici che prossimamente il Nino si riprenderà, almeno in zona 3.4 e 4? Come lo vedi un Nino, pur debole, maggiormente “west based”, dopo essere stato all’inizio soprattutto “east based”? intendo, come lo vedi in prospettiva autunnale e magari anche invernale?

    Troppe domande, vero? 🙂

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  5. secondo me il vero enigma qui è il sole, queste accellerate degli ultimi giorni sono preoccupanti, credo che questo inverno il sole farà grandi manovre.

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  6. No, sono solo 2, anche se non facili….
    ti rispondo per punti….
    1)se ricordi da giorni sto dicendo che mi aspetto un cambiamento radicale della circolazione….la causa principale risiede nella ripresa “feroce” dell’attività convettiva in sede Pacifica, dopo un lungo periodo di stop:

    tale circostanza favorirà una situazione che per capirci è totalmente opposta rispeto a quella vissuta lo scorso ottobre….in particolare assisteremo ad un VP molto più disturbato e soprattutto all’istaurarsi di un pattern NAO-….le conseguenze dirette vedranno un rallentamento del getto e l’affermazione di anomalie negative in atlantico….valutare poi le vicissitudini in sede mediterranea non è cosa facile, anzi….in linea di massima mi aspetto la possibilità di vedere qualche discesa fredda da nord-est, anche pesante visto il periodo, ed una porta atlantica ancora chiusa (anche se, vista una zonalità più spiccata a latitudini più basse forse qualche infliltrazione umida da ovest non è da escludere)….infatti, visto il pattern NAO- si assisterà ad una propensione a situazioni di blocco a causa della formazione di una cella altopressria a latitudini più elevate (nei pressi dell’isalnda)….però bisogna chiarire che non siamo a dicembre, ed il pattern NAO- di questi tempi non è detto che sia cosa buona per l’Italia…infatti bisognerà vedere come sarà la situazione in pieno Atlantico e dove si collocheranno i minimi pressori al di sotto della cella di altapressione posizionata a nord….si sa che in questi frangenti l’azzorriano è molto debole, ed il rischio di sprofondamenti di basse pressione in pieno atlantico è alto….quindi c’è la possibilità di vedere l’italia al centro della risalita altopressoria con le discese artiche spostate troppo ad est…

    2)un Nino debole ovest based sare buonissima cosa in vista dell’inverno…però ancora troppo presto, vista anche la fatica che stanno facendo i forecast ad inquadrare la situazione…..

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  7. so che sono OT e che c’è il resoconto dei ghiacci ancora in prima pagina.
    ma volevo cmq avvisare che nei prossimi giorni c’è la seria possibilità che l’antartide registri la più ampia estensione da quando la misurano i satelliti
    battendo il record del 2007

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  8. Fabio che dirti rubrica curata, semplice e chiara.
    La stai portando avanti, a mio modesto parere, nel modo migliore….BRAVO!!!!
    Credo che questo inverno sarà molto importante per capire bene le dinamiche ed i comportamenti con QBO – / ciclo solare.

    Fabio cercherò, con l’archivio del CML, di confrontare le temperature medie di Settembre 2005 e 2012 per vedere, visto la concomitanza QBO-/minimo solare come adesso, se ci sono delle similitudini nelle medie delle tre decadi.

    @Fabiodue @Riccardo
    Perchè non fate un bell’articolo insieme su come sarà l’inverno prossiomo????
    So che non è facile ma con le vostre conoscenze può venire un articolo a dir poco spettacolare.

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  9. @Fabio Nintendo
    dunque un minimo storico dei ghiacci artici e subito dopo un massimo storico dei ghiacci antartici…….questa i climatologi ce la devono spiegare, altro che AGW (ovvero riscaldamento globale di origine antropica)…….

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  10. @Riccardo

    1) ok, grazie Riccardo; come hai ben illustrato, le dinamiche meteo su scala continentale o emisferica non comportano necessariamente che il tipo di tempo in un settore limitato come l’Italia sia stabilito con certezza, anzi spesso possono verificarsi situazioni molto diverse tra loro, persino opposte…..

    2) sì, vero, il forecast NOAA per definizione fa fatica, anche se mi pare sia tra il meglio in circolazione. Certo, l’andamento delle anomalie sottosuperficiali in questi ultimi mesi è davvero eloquente. Ma se dici che probabilmente il Nino sarà soggetto ad un prossimo “colpo di reni”, ti credo…… 🙂

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  11. Per quel poco che ne so di climatologia penso che inverni gelidi e nevosi in Italia dipendono dall anticiclone russo se si sposta-espande verso ovest verso la Scandinavia , per quello che si conosce ,coda puo’favorire questo??

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  12. @gianni

    Provo a spiegarla, poi magari Riccardo integra e corregge.

    L’anticiclone russo-siberiano (detto anche Orso) è una figura di alta pressione di origine termica, cioè è tanto più forte quanto più la Siberia si raffredda, durante l’autunno e la prima parte dell’inverno. Affinchè ciò accada, occorre ad esempio che le correnti atlantiche, miti e in grado di ostacolare il raffreddamento, non giungano fino in Siberia. Perchè ciò si verifichi, occorre qualche blocco anticiclonico alle medie-alte latitudini che impedisca alle perturbazioni atlantiche di superare la Russia, ad esempio un anticiclone europeo/scandinavo.

    In sintesi, occorre che il vortice polare stratosferico sia così disturbato da impedire di fatto che la direzione prevalente delle correnti alle medie-alte latitudini sia da ovest verso est.
    Accadrà questo autunno/inverno? Vedremo…..

    Però non basta che l’anticiclone esista e sia forte. Occorre anche che sia indotto a muoversi verso l’Europa occidentale: perchè ciò accada, occorre che le condizioni che ne hanno favorito la formazione (i blocchi anticiclonici, indotti dai disturbi del VPS) si mantengano anche dopo: ad esempio, se l’anticiclone delle Azzorre si eleva verso nordest, a bloccare le perturbazioni atlantiche e a protendersi verso quello russo-siberiano, è più probabile si verifichi qualcosa di simile a quello che abbiamo visto alla fine di gennaio.

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  13. la presenza dell’antiticlone termico siberiano non è assolutamente prerogativa di freddo in Italia
    e vale anche il contrario, non è affatto vero che gli inverni più freddi o gli episodi più freddi siano stati generati da movimenti dinamici creati dell’anticiclone siberiano

    basta guardare un inverno come il 62/63 o il gennaio 85

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  14. @Fabio Nintendo
    Vero, non tutte le ondate gelide invernali del XX secolo sono dovute all’Orso russo. Però sappiamo che il “polo del freddo” nell’Emisfero Nord si trova in Siberia, non nell’Artico.

    E poi il 1962-63 ed il gelido gennaio 1985 sono due grosse eccezioni, a quanto mi risulta. Ad esempio, le due ondate di gelo “gemelle” del 1956 e del 2012 sono dovute essenzialmente all’Orso russo.

    Non voglio certo fare la contabilità delle ondate di freddo grosse, medie e piccole per stabilire chi vince tra Artico e Siberia, tuttavia sbaglio o la più intensa e durevole ondata di freddo del XX secolo si è verificata nell’inverno del 1929?
    Comunque, tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio del 1929 l’anticiclone russo-siberiano si protende verso l’Europa occidentale, in modo simile a quello che abbiamo visto lo scorso inverno, ma con isoterme più basse. Sul suo bordo meridionale un nucleo gelido, -25 gradi ad 850Hpa, sui Balcani sta per invadere il Nord Italia. E lo invaderà, portando un’ondata di gelo micidiale al Nord fino all’Adriatico centrale.

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  15. Quindi se come penso che in questo sito siamo tutti amanti del gelo e della neve non ci resta che sperare che da fine novembre ci sia l azzorr sbilanciato verso nord-nordest e che si unisca a un alta russa da 1060-1070 hpa ( ponte di weikoof ) per almeno due mesi
    @FabioDue

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  16. @gianni
    questo accadeva durante la PEG.
    Io più modestamente al massimo mi aspetterei che l’Orso intervenisse a gennaio e febbraio, dopo essersi rafforzato per bene grazie a qualche solido blocco anticiclonico, di quelli che citavo prima.

    ma lo vedremo, è presto, l’attività solare potrebbe anche vanificare tutto.

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