Archivio mensile:Maggio 2010

Spero che vi piaccia la nuova grafica! NOWCASTING SOLARE!

La regione 1072 è in fase di lenta decadenza, anche se per qualche giorno ancora ce la dovremo tenere.

Non sono presenti altre AR attive, solo plage.

Anche il Behind appare abbastanza tranquillo.

Attività solare ancora a livelli minimi, ed i giorni passano!

La media del Solar flux continua ad essere inferiore a quella già bassa di aprile, confermando il trend in discesa!

L’afelio si avvicina, Stay tuned…

Simon

I cicli di Milankovich e la precessione degli equinozi (parte 1)

Milutin Milankovitch fu un astrofísico serbo, professore di meccanica nella Universitá di Belgrado, che dedicó la sua carriera a sviluppare una teoría matematica del clima. Nel 1941 pubblicó le sue conclusioni piú importanti: i cambiamenti nella distribuzione stagionale della insolazione, dovuti a fattori astronómici, sono i responsabili della espansione e ritirata dei grandi ghiacciai del Pleistoceno. Le teoríe di Milankovitch, che erano state suggerite dallo scozzese James Croll nel 1864, furono trascurate e rinacquero con forza solo nella decade del 1980, quando si provó che esistevano relazioni tra le periodicitá trovate e i cicli glaciali e interglaciali del quaternario.
Dovuto alle influenze gravitazionali degli altri pianeti del sistema solare, durante i millenni si modificano ciclicamente diversi parametri astronomici del movimento della Terra, come:
a) la relazione del momento degli equinozi e dei solstizi rispetto al momento di maggior o minor distanza della Terra dal Sole (precessione degli equinozi). b) la forma leggermente ellittica della orbita terrestre (eccentricitá dell´orbita) C) l´inclinazione dell´asse di rotazione della Terra (obliquitá dell´asse). Combinando i tre cicli di variazione si producono variazioni complesse nella quantitá di radiazione solare intercettata alle varie latitudini e in ciascuna stagione dell´anno.
Attenzione che la teoria di Milankovich tralascia le variazioni di radiazioni solari dovute ai minimi dei cicli e ancor di piú ai profondi minimi solari.
La teoria di Milankovitch assume che l’energia solare incidente sulla Terra nel suo insieme e per un anno intero è sempre la stessa (tranne per le modifiche di eccentricità, dove è consentito un leggero cambiamento.) La variazione rilevante sta nella diversa distribuzione di energia in ogni stagione e in ogni emisfero, in quanto cambiano nel corso degli anni, le caratteristiche dell’orbita. È anche interessante notare che ciascuno dei cicli di Milankovitch può produrre effetti climatici diversi per ogni latitudine.

Nella figura sopra vediamo i cicli di Milankovich, e le variazioni negli ultimi 500.000 anni.

LA PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI

La Terra descrive una orbita leggermente ellittica attorno al Sole (nella figura si é molto esagerato la eccentricitá della ellisse). Il Sole non si trova al centro dell´ellisse ma occupa uno dei due fuochi.

Nella figura la traslazione della Terra attorno al Sole attualmente.

Oggi, durante il solstizio d’inverno nell’emisfero boreale (22 dicembre), la Terra è più vicina al punto della sua orbita più vicino al sole, perielio, che è il 3 gennaio. La distanza al sole in questi giorni è il più corto dell’anno, circa 147 milioni di chilometri, e per questa ragione la Terra nel suo insieme in questi giorni ottiene il massimo calore.
Per contro, per il solstizio d’estate nell’emisfero nord (21 giugno), la Terra è vicina al punto della sua orbita più lontano dal Sole, l’afelio, che raggiunge il 4 luglio. La distanza dal Sole è la più lunga dell’anno, 152 milioni km, ovvero circa 5 milioni in più rispetto al perielio e la terra in quei giorni un riceve un 3,5% in meno di energia solare (in alcuni periodi glaciali le differenze di distanza sono aumentate a 15 milioni di km).
Nel corso dei millenni stanno cambiando le date del perielio e afelio. 11.000 anni fa il perielio si verificava a giugno e l´afelio a dicembre. Il contrario di adesso.
Succede che in un ciclo di 23.000 anni l´asse di rotazione della Terra descrive una figura conica su una linea perpendicolare al piano dell´eclittica. Cosí 11.000 anni fa l´asse terrestre non puntava verso la Stella Polare ma verso la Stella Vega.
Questo lento movimento é causato dal fatto che la Terra non é perfettamente sferica ma é un poco schiacciata ai poli e piú larga nell´equatore. Inoltre, la stessa eclittica ha anche lei una leggera rotazione, causati dai cambiamenti graviatazionali esercitati sulla Terra dagli altri pianeti, che contribuisce anche a cambiare la posizione dei solstizi e degli equinozi.

Nella figura il movimento di precessione.

ECCENTRICITÀ DELL`ORBITA

L´orbita terrestre attrno al Sole non é perfettamente circolare, ma elleittica, ma la sua eccentricitá é variabile con due periodi primari di 100.000 e 400.000 anni.
Si é soliti determinare la forza della eccentricitá con il paramemtro “e”, che mette a confronto le due longitudini focali “x” e “y” (distanza della Terra dal Sole in afelio e nel perielio respettivamente) mediante la equazione e= (x2-y2 )1/2 / x . Se l´orbita fosse circolare le longitudini focali sarebbero uguali e cioé “e” sarebbe uguale a 0. Ma l´orbita varia da quasi circolare (e=0,005) fino ad essere piú marcatamente ellittica (e=0,060). Attualmente il valore di “e” è di 0,018 (Berger & Loutre, 2002).


Nella figura le differenze di eccentricitá dell´orbita terrestre attorno al Sole.

Queste variazioni di eccentricitá causano una differente irradiazione solare. Oggi la differenza tra perielio ed afelio é del 3,5% (perielio 146 milioni di Km e afelio 151 milioni di Km) Questa differenza di insolazione aumenta quando l´eccentricitá é maggiore e diminuisce quando é minore. Nei periodi di eccentricitá massima la differenza di irradiazione solare nell´atmosfera tra perielio e afelio arriva ad un valore del 30%!
L´aumento della eccentricitá provoca un incremente del contrasto inverno-estate in un emisfero e la riduzione di questo contrasto nell´altro emisfero.
Per esempio, se in un emisfero l´estate coincide con il perielio e l´inverno con l´afelio e l´eccentricitá é alta, la radiazione solare estiva sará molto intensa e la radiazione solare invernale molto debole. Al contrario nell´altro emisfero i contrasti stagionali saranno molti attenuati giá che l´estate coinciderá con l´afelio e l´inverno col perielio.

INCLINAZIONE DELL`ASSE TERRESTRE

Per finire, l`inclinazione dell´asse terrestre varia con una periodicità di 41.000 anni. Quando il valore é alto, la differenza di insolazione stagionale é grande e viceversa se l´angolo fosse 0 non ci sarebbero stagioni.
Attualmente il valore é di 23,4º e durante gli ultimi 2 milioni di anni é variato tra un massimo di 24,5º e un mínimo de 21,5º.

Nella figura la variazione di inclinazione dell´asse di rotazione terrestre.
Per alcuni ricercatori, la Terra durante il Pleistocene tende ad uno stato glaciale, che é rotto nelle occasioni di deglaciazioni. L´obliquitá é piú determinante della precessione e della eccentricitá e in queste rotture di equilibrio (Huybers, 2005). I cicli glaciali durante la prima metá del Pleistocene hanno seguito chiaramente questa periodicitá, di circa 40.000 anni, con il disgelo della Groenlandia e della costa antartica orientale. Poi nell´ultimo milione di anni, l´aumento del freddo nei margini dell´antartico orientale sarebbe piú difficile, come avviene attualmente, per cui l´effetto della obliquitá sarebbe piú offuscato e prevalerebbero i cicli di 100.000 anni por lo que el efecto de la oblicuidad quedaría más difuminado y prevalecerían los ciclos de unos 100.000 in cui appare con maggiore chiarezza l´influenza delle altre varianti orbitali, la precessione e la eccentricitá (Raymo, 2006).

Nella seconda parte vedremo quali sono le conseguenze climatiche sulla Terra dei cicli di Milankovich e delle 3 variabili: precessione, eccentricitá e obliquitá.

SAND-RIO

L’anatomia delle macchie solari

Gli scienziati stanno ancora studiando il Sole per cercare di svelare i suoi misteri e oggi essi dispongono di strumenti incomparabilmente piú potenti e precisi di quelli del tempo di Galileo, ma giá nei secoli passati si potevano osservare le macchie con abbastanza precisione anche se certamente i telescopi di allora non avevano la risoluzione che hanno i moderni apparecchi.

Galileo e gli altri potevano osservare il Sole solo con la luce visibile e non gli ultravioletti, gli infrarossi, i raggi X e i raggi gamma, ma pur con tutti questi strumenti ancora oggi il mistero delle macchie solari, della loro formazione e della loro morte non é ancora completamente svelato.

Cerchiamo allora di fare una “anatomia” ad una macchia solare.

La macchia solare é costituta da 2 parti: l´ombra e la penombra, la differenza é dovuta alla diversa temperatura:
la temperatura dell’ombra delle macchie solari oscilla fra 4000 e 5200 K, mentre la temperatura della penombra è di circa 5500 K.

Immagine di una grande sunspot.

pur nella loro diversitá di grandezze possiamo affermare che una sunspot é mediamente grande come il pianeta Terra anche se a noi appare piccolissima.

Per capire l´anatomia di una macchia dobbiamo fare un piccolo passo indietro e vedere rapidamente come é fatto il Sole e come funziona. Gli scienziati pensano che il Sole sia fatto di vari strati, la zona centrale in cui avviene la fusione é chiamata ‘core’ da questa fusione viene prodotta ed emessa l´energia che si dirige verso la zona di convenzione e da qui i flussi di gas caldo “plasma” trasportano l´energia verso la superficie del Sole o fotosfera. Sono stato estremamente sintetico e semplicistico, ma il succo é questo e per eventuali approfondimenti ci sono molti articoli su questo blog.

Questo movimento é all´incirca quello che avviene con una pentola che bolle. I flussi plasmatici che si muovono verso l´esterno rilasciano il loro calore e poi riprecipitano verso l´interno per essere riscaldati di nuovo.

Questo movimento circolare della zona di convenzione forma il pattern granulare che possiamo osservare sulla superficie all´esterno delle macchie solari.

Ogni granulo é un flusso separato di plasma.

Inoltre il Sole, come la Terra e altri pianeti, produce un campo magnetico. Sinteticamente diciamo che la “zuppa” calda del plasma contiene molti elettroni e protoni e il plasma spostandosi verso la superficie provoca il magnetismo, come un filo collegato ad una batteria che in questo caso é la parte centrale del Sole dove avviene la fusione, questo movimento meccanico genera i campi magnetici e di conseguena le macchie solari.

Le regioni dove ci sono macchie solari hanno un forte campo magnetico, e le linee di campo sono talmente potenti da provocare a volte dei loop, proprio come avviene con gli schizzi di salsa di pomodoro quando bolle!!
I forti campi magnetici che escono dalle macchie solari tendono a rallentare il ciclo delle celle di convezione perché impediscono al gas di ridiscendere una volta raffreddatosi in superficie; le macchie sono infatti regioni più calme rispetto alla turbolenta fotosfera e da esse fuoriesce molta meno energia che non dai granuli della fotosfera. Il contrario avviene nelle facole, zone leggermente più calde e più energetiche di quelle circostanti, sovente associate a grandi gruppi di macchie, forse proprio perché il cammino dell’energia, ostacolato dalla presenza delle macchie, deve avere modo di liberarsi.

Una immagine di un loop solare

Per capire una macchia solare immaginiamo una bolla che si forma proprio nella pentola con la nostra salsa. Per esistere, la bolla che si forma deve avere una pressione interna uguale alla pressione esterna attorno alla bolla. Sulla superficie del Sole si ha solo la pressione del gas che dipende dalla temperatura, mentre all´interno della macchia solare si ha la pressione del gas e la pressione del campo magnetico che si combinano tra loro. Quindi per esistere una macchia solare é necessario l´equilibrio e cioé che la pressione magnetica all´interno delle macchie solari deve essere inferiore alla pressione del gas circostante.

All´interno delle macchie solari: All´esterno delle macchie:

P (gas) + P( magnetico) = P (gas)

E dato che le macchie solari sono scure significa che sono piú fredde della zona circostante e che questo raffreddamento é dovuto alla presenza proprio della pressione magnetica!
Gli studiosi del Sole classificano le macchie in base alla loro classe magnetica, e cosí abbiamo:
ALPHA Regione unipolare;
BETA Regione bipolare;
GAMMA Regione complessa;
DELTA esistono ombre di polarità opposta entro una penombra in gruppi di tipo BETA e GAMMA.
Una RA con un Mag Type GAMMA o ancor meglio DELTA sara` sicuramente potenziale produttrice di brillamenti e tempeste magnetiche, o protuberanze solari molto vaste oppure ancora di potenti burst coronali.

Un´altra classificazione delle macchie é la “Classificazione di Zurigo:

A singola macchia isolata senza penombra, chiamata anche “poro”.Deve essere contata sia come macchia che come gruppo.
B gruppo di due o più macchie ma in nessuna di esse si nota penombra.
C gruppo di macchie in cui una è principale ed è circondata da una zona di penombra.
D gruppo di macchie in cui due almeno sono circondate da penombra.
E gruppo di macchie simile a D ma molto più complesso, con molte macchie e complicate conformazioni.
F gruppo di macchie notevole e vasto con zone complesse e frastagliate, che può superare una estensione di 15° in longitudine
H residuo di un gruppo E o F in via di estinzione, di solito si nota una grossa macchia circondata da due tre piccole macchie

Da questo diagramma a farfalla (a proposito il diagramma fu inventato nel 1904 da Maunder) possiamo notare come rarissimamente le macchie compaiono sopra i 40° Nord e Sud e nella zona equatoriale inferiore ai 5°, ed inoltre vediamo come il massimo delle macchie e quindi il massimo del ciclo solare appare attorno ai 18° 13° Nord e Sud di latitudine altri dicono che il massimo si ha quando le macchie solari si trovano tra i 20° e i 10°, ma la sostanza cambia poco, perché questo significa che le macchie del ciclo 24 si stanno presentando alla latitudine suddetta e che quindi ci possiamo trovare vicino al suo massimo… io lo posso dire ma gli astrofisici non lo possono dire perché ció significherebbe che ci troviamo in prossimitá di un grande minimo solare e… bye bye AGW !!!

A questo proposito mostriamo il diagramma a farfalla attualizzato del ciclo 24 e da questo diagramma si vede come esistono due massimi solari uno per l´emisfero Nord e uno per il Sud., che in questo grafico di Catania sono segnati dai rettangolini neri. Inoltre osserviamo come nel ciclo 24 mancano quasi totalmente, fino ad adesso, le macchie con latitudine entrei 30° e i 40° Nord e Sud. È come se il ciclo abbia saltato tutta una fase iniziale e si trovo giá ben avanti verso il suo massimo.

SAND-RIO

Il Sole, la nostra amata stella, e il profondo minimo in cui è caduto : Riflessioni……

L’argomento attanaglia la comunità scientifica e non solo, ed anche i semplici appassionati di tutto il mondo si stanno domandando se il minimo in corso sfocerà in super minimo o no e se questo influenzerà in qualche modo il nostro futuro climatico.

Partiamo con ordine: il Sole è la stella del nostro sistema solare e nella sua categoria stellare è classificata come una nana gialla, ha un’età che si stima essere di 4.5 miliardi si anni e si pensa che ne vivrà altrettanti prima di iniziare il suo processo di deterioramento che la porterà a essere una gigante rossa e poi una nana bianca ma questo non prima di miliardi di anni.

La nostra stella ha un’attività ciclica che di norma dura tra i 9 e i tredici anni chiamato ciclo si Schwabe, in onore dell’astronomo tedesco che lo scoprì nella prima metà dell’800 e da allora i cicli solari si sono sempre susseguiti regolari nel corso degli anni e molto probabilmente anche prima, ma nessuno lo sa con esattezza in quanto è solo dal 1600 che si studiano le macchie solari con l’avvento del telescopio inventato da Galileo Galilei.

http://i579.photobucket.com/albums/ss235/Flavio_scolari/c14nujs1.jpg

Il grafico che vi propongo riflette approssimativamente l’attività solare degli ultimi diecimila anni e si vede molto bene come l’attività solare normalmente sia molto più bassa di quella che abbiamo avuto nell’ultimo secolo, tant’è che possiamo tranquillamente affermare che il maximum moderno è stato il periodo con la maggior attività solare almeno degli ultimi 8000 anni.

Bene questo periodo, di massimo solare moderno, di fatto potrebbe essere concluso proprio con questo ciclo 24 e ora vi spiego il perché: in questi ultimi anni, molti astronomi e fisici solari, hanno condotto studi sull’attività del Sole e seppur con teorie diverse, sono arrivati tutti alla stessa conclusione e cioè che l’attività solare dovrebbe andare scemando fino a forse, sparire del tutto nei prossimi anni e ora ve le riassumo molto brevemente.

Ho solamente collegato le varie teorie e quel che ne è venuto fuori mi fa pensare che questo ciclo 24 sarà il ciclo di svolta verso un minimo solare molto intenso e duraturo.

La prima teoria che mi è molto piaciuta e che ha fatto scattare in me la passione per l’argomento è stata quella di David Archibald con la sua teoria dell’Ap index che potete trovare qui:

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/02/14/david-archibald-tramite-lap-index-prevede-un-ciclo-24-molto-debolemassimo-di-30-ssn/

Molti non la considerano più ma secondo me Archibald fino ad ora è stato colui che più vicino è andato a quello che ad oggi è il ciclo 24 e forse anche quelli della Nasa continuano a correggere i loro forecast proprio grazie alle sue previsioni.

http://www.wpsmeteo.com/index.php

Se andate sulla voce Sole, troverete molte cose interessanti soprattutto un articolo dove pare proprio che la Nasa abbia fatto proprie le previsioni di Archibald e secondo me è vero che l’ente per eccellenza americano brancola nel buio, e si capisce anche perché non si sbilancino più di tanto sul futuro della nostra stella e lo stesso Archibald sembra stia studiando ora, il possibile affermarsi di nuovo super grande minimo in stile Maunder e ne seguiremo l’evolversi.

La seconda teoria affascinante è quella di Timo Niroma che purtroppo non è più con noi per poter aiutarci a capirne qualcosa di più di questo minimo a cui andiamo incontro e qui potete leggere le sue parole e i suoi studi:

http://daltonsminima.wordpress.com/2008/10/09/la-teoria-di-timo-niroma/

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/04/09/timo-niroma-interviene-sul-forum-di-solar-cycle-24-stiamo-andando-dritti-verso-un-nuovo-minimo-di-maunder-dalton/

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/01/23/ancora-timo-niroma-probabile-minimo-di-dalton/

Manca ancora un po’ di tempo per capire se aveva ragione anche lui però una cosa è sicura più si avvicina questo allineamento tra pianeti e il perielio di Giove e più l’attività solare è andata scemando dopo un breve sussulto tra gennaio febbraio e Marzo gli spotless day’s sono nuovamente in aumento tant’è che nell’ultimo mese e mezzo nonostante conteggi un po’ sospetti rispetto a quanto forse avrebbero visto solo cent’anni fa abbiamo collezionato più di venti giorni spotless coincidenze? Mah.. ? Fatto sta che i giorni spotless sono tornati e in grande stile con serie spotless che hanno superato anche i 10 giorni consecutivi.

Infine ci sono le teorie di Livingstone e Penn che sostengono che la forza magnetica delle macchie solari sia in costante calo dal ’90 e se questo calo continuerà anche nei prossimi anni entro il 2015 le macchie solari potrebbero sparire del tutto.

Io ho fatto uno più uno, ho collegato le cose e sono giunto alla conclusione che questo ciclo solare possa considerarsi abortito perché i nostri scienziati lo hanno previsto con documentazioni più che valide e la cosa non sarebbe così eccezionale perché è già successo tra i cicli 4 e 5 all’inizio del minimo Dalton.

Con questo vi saluto e vi aspetto per il prossimo articolo che tratterà più nel dettaglio le possibili conseguenze di questo minimo solare sul clima

Andrew

Un geologo dichiara che ci aspettano 20 – 30 anni di raffreddamento globale

Questa é la sintesi di un approfondito studio che il geologo americano Don Easterbrook ha presentato all´ultima conferenza internazionale sui cambiamenti climatici svoltasi a Chicago e che si é conclusa dopo 3 giorni di approfondite discussioni, il 16 maggio.
Il Dr. Easterbrook è professore emerito alla Western Washington University, ed è autore di otto libri e 150 pubblicazioni.

Numerosi periodi di riscaldamento bruschi e di breve durata ed episodi di raffreddamento, molto più intensi si sono verificati durante l’ultima era glaciale e nei 10.000 anni che seguirono, nessuno dei quali potrebbe essere stata causata dalle variazioni di CO2 atmosferica. I documenti geologici evidenziano queste fluttuazioni climatiche improvvise, e mostrano un modello costante nei decenni, secoli e millenni.

Si sono verificati dieci importanti, intensi e improvvisi periodi di cambiamento climatico negli ultimi 15.000 anni e altri 60 piccoli cambiamenti climatici sono avvenuti negli ultimi 5000 anni. L’intensità e la subitaneità di queste fluttuazioni climatiche è stupefacente. Più volte, le temperature salivano e scendevano di 9-15° C in un secolo o anche meno.

Il drammatico scioglimento dei ghiacci continentali in Nord America, Europa e Asia che ha avuto inizio 15.000 anni fa è stata interrotta da un raffreddamento improvviso 12,8 mila anni fa, lo Younger Dryas che durò circa 1300 anni e terminò all´improvviso con un intenso riscaldamento 11.500 anni fa.
Negli ultimi 700 anni, la Terra sta uscendo dalla Piccola Era Glaciale e in generale vi é un periodo di riscaldamento con alternanza di periodi caldi e freddi.
Il periodo caldo medioevale e la Piccola Era Glaciale sono stati entrambi provate con consolidate e documentate ricerche geologiche e storiche. La GeoRef (Istituto Geologico Americano) lista 485 documenti sul periodo caldo medioevale e sulla Piccola Età Glaciale, e piú di 1.900 articoli pubblicati sui due periodi. Così, quando Mann nel 1998 sosteneva che nessun evento era accaduto e che il clima non era cambiato in 1000 anni (il famigerato grafico mazza da hockey), i geologi non hanno preso sul serio il suo studio. Il periodo caldo medioevale e la Little Ice Age sono sicuramente avvenuti e il ‘Bastone da hockey’ di Mann è una emerita sciocchezza, non suffragata da alcuna prova credibile.

Le linee verticali blu nella parte inferiore del grafico mostrano gli intervalli di tempo tra un periodo caldo e un periodo freddo. L’intervallo di tempo medio è di 27 anni, lo stesso degli intervalli tra le variazioni delle temperature calde e fredde dell’Oceano Pacifico (PDO).


Questo ci porta a credere che siamo entrati in una fase di raffreddamento nel corso del 1999 come indicato dalla NASA.

http://sealevel.jpl.nasa.gov/images/l2-main-content-top.gif

L’Oceano Pacifico ha due modalità, una modalità caldo e una modalitá fredda ed ognuno ha un ciclo di 25 – 30 anni. Le fluttuazioni dei ghiacci sono guidati dai cambiamenti climatici, che sono guidati da temperature superficiali dell’oceano (DOP).

Vi è quindi una correlazione diretta tra la modalità DOP e la temperatura globale.

Nel 1999, la DOP passa dal suo modo caldo al suo modo freddo. I cambiamenti della DOP suggeriscono questo:
1.La DOP è un modello ciclico regolare con una alternanza dei modi caldo e freddo ogni 25-30 anni
2. La DOP è accuratamente abbinata alle fasi calde e fredde del cambiamento climatico globale nell’ultimo secolo e può essere utilizzato come strumento di previsione.
3. L’ultimo cambio della DOP dal caldo al freddo é avvenuto nel 1999.
4. Ogni volta che la DOP è cambiata da una modalità all’altra, é rimasta in quella modalità per 25-30 anni.
5. Con la DOP in modo freddo per altri diversi decenni, ci si può aspettare un altro decennio di raffreddamento.

Tre sono gli scenari possibili:
(1) raffreddamento globale simile a quello del raffreddamento globale del 1945-1977,
(2) raffreddamento globale simile al periodo di raffreddamento 1880-1915,
(3) raffreddamento globale simile a quello del minimo di Dalton dal 1790 al 1820.

Una quarta possibilità è che noi possiamo essere vicini a un altro minimo di Maunder e a un altra Little Ice Age. Il tempo ci dirà quale curva è corretta.

Che il riscaldamento globale è finito, almeno per qualche decennio, potrebbe sembrare un sollievo. Tuttavia, la cattiva notizia è che il raffreddamento globale è ancora più dannoso per gli esseri umani che il riscaldamento globale.
Concludendo, numerosi periodi di riscaldamento di breve durata ed episodi di raffreddamento molto più intensi si sono verificati durante l’ultima era glaciale, nessuno dei quali potrebbe essere stata causata dalle variazioni di CO2 atmosferica. . .

I cambiamenti climatici come mostra la geologia registrano un andamento regolare del riscaldamento e del raffreddamento che si alternano con un periodo di 25-30 anni negli ultimi 500 anni.
Vi é una forte correlazione tra le variazioni solari, la DOP, l´avanzare e il ritirarsi dei ghiacci, e questa correlazione ci permette di progettare un modello climatico globale coerente per il futuro.
E il modello ci dice che dobbiamo aspettarci un raffreddamento globale per i prossimi 2-3 decenni che sarà molto più dannoso per l´umanitá di quanto sarebbe stato il riscaldamento globale.

Ho cercato di ridurre al massimo l´estensione dell´articolo, spero sia comprensibile lo stesso.

SAND-RIO