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Interessante scoperta riguardo un ipotetico sotto-ciclo di attività solare della durata di 7.2 mesi

Partiamo innanzi tutto con un breve riassunto del NIA’s Count, visto che un aggiornamento su di esso era da un po’ che non si vedeva.

Prima di tutto segnalo che la pagina è finalmente aggiornata al mese di Maggio con i conteggi ufficiali e validati.

 

perchè partiamo dal NIA’s Count? che c’entra con l’articolo? ci arriviamo, non vi preoccupato, sto solo ripercorrendo quello che ho fatto io per accorgermi di questa strana “coincidenza” nella attività solare.

All’inizio mettiamo subito il grafico riassuntivo, del confronto tra NIA’s ed RI, a partire da Dicembre 2008, ricordandovi che i conteggi NIA’s precedenti al Luglio 2009 non sono ancora quelli ufficiali e validati, così come quelli del SIDC successivi a Dicembre 2011.

 

Si nota un definito rapporto di forza tra i 2 indici, magari non è immediata la cosa, ma l’inserimento del dato “Differenza” non è ovviamente casuale, infatti a partire dal mese di Aprile 2010, tranne rare occasioni, il rapporto tra NIA’s e RI è sempre stato di 1:2

ed ecco il grafico con il rapporto tra i 2 indici

Il rapporto è perfettamente di 1:2

Per verificare quindi quale dei 2 conteggi fosse più sensibile alle variazioni di SF, che tra tutti gli indici in nostro possesso è quello che meglio ci mostra la reale attività solare, ho calcolato i tassi di incremento per tutti e 3 gli indici, standardizzando il tutto per permettere un confronto ho calcolato il quadrato degli scarti degli incrementi del NIA’s e dell’RI rispetto a quelli del SF

gli scarti sono poi stati ricorretti considerando come più importanti quelli relativi alla fase più attiva del sole (cioè i mesi con SF più elevato) e meno importanti quelli relativi alla fase di minimo solare ancora intenso.

So che la spiegazione dovrebbe essere più approfondita, se qualcuno avesse voglia di maggiori informazioni chiedete nei commenti, l’articolo preferisco tenerlo il più leggero possibile.

Trovati gli scarti per entrambi ho quindi calcolato la cumulata, sommandoli uno ad uno per vedere quale delle 2 curve avesse valori maggiori.

Si può vedere come all’inizio le 2 curve fossero uguali per poi quella blu del NIA’s salire leggermente, sempre restando su valori molto bassi, siamo sotto i 5 punti e ricordo che il grafico è una cumulata, quindi i valori sono via via sommati tra di loro.

Verso la 2° parte del 2011 le 2 curve salgono rapidamente, segno di scarti maggiori e con l’inizio del 2012 il NIA’s SN diventa più affidabile dell’RI del SIDC.

ecco il Grafico

ed è proprio andando a calcolare questi scarti che mi sono accorto di una cosa alquanto particolare, ovvero che ci fosse una ciclicità nell’andamento dei tassi di crescita standardizzati che avevo calcolato, infatti ho preso i 3 indici calcolandone la media in modo che potesse sintetizzare l’attività solare ed ecco cosa mi trovo:

C’è una chiara e forte ciclicità che, tralasciando i mesi iniziali dove le variazioni di attività solare erano minime perchè ci trovavano in un minimo molto intenso, notiamo che ogni 7.2 mesi (con intervallo 6-8 mesi) si ripresenta un minimo o un massimo di tasso di crescita.

Ovvero abbiamo 3-4 mesi di attività solare in crescita seguiti da 3-4 mesi di attività solare in decrescita.

vi segno ora i minimi e i massimi rilevati dalla media centrata che ho calcolato, dato appunto che si tratta di una media centrata (per la precisione di una a 3 periodi) è il mese successivo a quello con il valore più basso della media ad essere un minimo o un massimo

Febbraio 2009 —> minimo

Giugno 2009 —> massimo

Settembre 2009 —-> minimo

Gennaio 2010 —> massimo

Maggio 2010 —> minimo

Settembre 2010 —> massimo

Dicembre 2010 —> minimo

Marzo 2011 —> massimo

Giugno 2011 —> minimo

Ottobre 2011 —> massimo

Febbraio 2012 —> minimo

?? Giugno 2012 ?? —> massimo

la mia previsione è quindi che l’attività solare in questo mese sarà maggiore di quella del maggio appena passato, ma che nei prossimi mesi, fino (indicativamente) a Settembre 2012 l’attività solare tornerà a calare o ad essere inferiore di quella di Giugno

Ovviamente se ciò non dovesse avverarsi significa che siamo di fronte ad una incredibile coincidenza, valuteremo a Settembre, intanto però Michele sta già cercando alcune possibili cause che possano aver portare questo fenomeno

Fabio Nintendo

Relazioni matematiche tra SN e F10.7 flux

In un recente articolo postato da ice si parlava delle differenze tra il SN fornito da SIDC e quello ottenuto utilizzando il metodo di NIA. Le discrepanze sono visibili a colpo d’occhio, ovviamente. Quello che mi sono chiesto è se era possibile, in qualche modo, riuscire a stabilire oggettivamente la maggior validità di un metodo di conteggio rispetto ad un altro. Sono partito da questa idea: il SN dovrebbe essere un valore che sta a rappresentare l’effettiva attività solare del momento in cui si compie la misurazione del SN stesso. D’altra parte, anche i valori del SF sono, come tutti sappiamo, un indice dell’intensità di attività solare. Ora, il SF è un valore misurabile, è cioè oggettivo come una misura di temperatura, di peso eccetera. Il SN è invece una interpretazione dell’attività del sole, e diversi osservatori forniscono differenti interpretazioni, secondo le loro regole.

Il criterio che ho seguito per testare la validità di diversi conteggi (NIA, SIDC e NOAA) è il seguente: un buon conteggio deve essere una reale immagine dell’attività solare del momento, conseguentemente deve essere in relazione lineare (ovviamente con margine di errore) con il solar flux.. Ho quindi creato una tabella che raccogliesse i SN dei diversi conteggi e il SF a partire da gennaio 2009, e poi ci ho lavorato un po’:

La colonna kSF indica una lista di valori che sono ottenuti moltiplicando per un certo fattore costante (k) il SF e sottraendo al risultato un fattore fisso (i). Per ricavare k ed i ho proceduto per tentativi costruendo una funzione lineare che interpolasse bene i primi punti di ogni grafico dei conteggi. Questa colonna, in breve, è una previsione teorica del SN a partire dal SF, secondo una relazione matematica lineare. Le colonne degli errori sono date dal valore assoluto della differenza tra kSF e SN fornito dal conteggio preso in esame, e servono a verificare se il conteggio soddisfa la relazione lineare costruita o meno in un dato punto del grafico.

Siccome un immagine spesso vale più di mille parole (specie per i discorsi un po’ incasinati), ecco due grafici:

In rosso è rappresentato il SN previsto dal modello basato sul SF, gli altri colori indicano i SN effettivi forniti dai conteggi. Penso sia già abbastanza eloquente, ma andiamo più in là: il grafico che segue ha molto da dire:

Questo è il grafico delle differenze tra SN previsto e SN effettivo dei conteggi. Per i primi punti tutti i grafici indicano che i conteggi soddisfano la relazione matematica. Ma solo il NIA’s count rimane sempre sotto un errore di 5 punti e, soprattutto, non tende a crescere (linea di interpolazione piatta, quella blu).

Tutto sto macello per dire che???

per dire che il numero di macchie fornito dal metodo di conteggio di NIA è in relazione lineare con il solar flux, e precisamente, dopo tutta questa carta buttata via, possiamo dire che:

NIA’s SN = (SF x 0,9265) – 62,52

(ATTENZIONE! – FORMULA EMPIRICA – NESSUNA VALIDITA’ SCIENTIFICA – UTILIZZARE CON CAUTELA)

Cosa ce ne facciamo?

Non ne ho idea, che domande! 😀 Però mi è sembrata interessante come osservazione. Penso che sia una buona indicazione del fatto che il conteggio utilizzato da NIA è veramente un indice affidabile dell’attività solare.

Andrea

(e che gli venga un’accidente a quelli del NOAA, che non mi fanno entrare negli archivi dei SN mensili e me li sono dovuti fare come media dei giornalieri… Scusate eventuali errori nei valori)



Il ciclo 24 a confronto con gli altri: minimo e primo anno

Premessa

L’articolo seguente non ha certo la pretesa di trarre conclusioni definitive circa il comportamento futuro del ciclo solare in corso.

Si limita a confrontare l’andamento degli smoothed sunspot number (SSN), riportati in una serie di grafici, compresi tra 1 anno prima del minimo ed 1 anno dopo il minimo, per tutti i cicli dal 1798 ad oggi, cioè dal Minimo di Dalton fino ai giorni nostri. Le motivazioni di questa scelta risiedono nel fatto che l’ultimo SSN disponibile risale a dicembre 2009, esattamente 1 anno dopo il minimo tra i cicli 23 e 24 e nel fatto che 1 anno dopo il minimo la ripresa, nei cicli cosiddetti “normali” risulta piuttosto evidente.

E’ senz’altro ben più che limitarsi a confrontare i soli valori di picco, ma non basta certo a tratteggiare un intero ciclo. E’ come se, per confrontare un certo numero di viaggi, della durata di svariati anni, sovrapponessimo il primo e l’ultimo anno di ciascuno di essi. Ci dice qualcosa, ma non tutto. E’ un po’ più di un gioco con i numeri, ma meno di un’analisi scientificamente completa e rigorosa.

A seguire, è riportata qualche considerazione tratta dall’analisi dei grafici, cercando di trarre qualche conclusione che possa aiutare a capire che tipo di ciclo (24) stiamo osservando. I grafici presentano la medesima scala, per un più agevole confronto. Inoltre, alcune linee sono tratteggiate per evitare di confonderle con le altre.

Infine, i dati sono tratti dall’archivio SIDC (www.sidc.be), ente ufficiale di misurazione dei sunspot number.

I cicli

Come accennato, i cicli (o meglio, le transizioni di ciclo) oggetto dell’esame sono i seguenti:


Inoltre, il grafico seguente (fig. 1) rappresenta l’intensità dei massimi relativi al ciclo che segue il minimo, nella speranza che i ragionamenti sul minimo possano in qualche modo aiutare a capire qualcosa di più sul massimo. Il massimo del ciclo 24 è naturalmente una stima, l’ultima emessa dalla NASA (Hathaway).

Di seguito, si cerca di analizzare il minimo appena trascorso, confrontandolo con i minimi compresi tra il 1798 (inizio del Minimo di Dalton, come accennato prima) ed il ciclo precedente quello attuale.

Analisi


(fig. 2)

Esaminando il grafico precedente (fig.2), appare subito evidente come nessun ciclo, dal 15-16 in poi regga il confronto con la transizione 23-24 e con il nascente ciclo 24: i cicli sono nettamente più intensi, sia in “discesa” (1 anno prima, SSN ben oltre 10), sia come valore minimo (dal doppio fino a 6-7 volte il SSN del dicembre 2008) che in “salita” (1 anno dopo, SSN oltre 10 e in qualche caso oltre 20) e persino come pendenza. Inoltre, come si nota dal Grafico precedente relativo ai massimi, con l’eccezione del primo, gli SSN dei rispettivi massimi sono risultati superiori a 100, in qualche caso anche largamente. Si tratta, come noto, dei cicli dell’ormai noto “Grande Massimo” dell’epoca moderna, cioè il periodo, grosso modo compreso tra gli anni ’30 ed i primi anni del XXI secolo, in cui i cicli sono risultati i più intensi da quando si calcola il sunspot number e, stando a recenti ricerche, i più intensi degli ultimi 8000 anni.


(fig. 3)

Andando più a ritroso nel tempo (fig. 3), s’incontrano due cicli corrispondenti alla porzione finale del cosiddetto “Minimo di Damon”. Essi furono caratterizzati da lunghi minimi (lo si nota già dal fatto che il valore minimo del SSN si è mantenuto immutato per più di un mese) e da massimi non particolarmente intensi. Confrontando i valori dei SSN, si nota come, nella fase di “discesa” ed al momento del minimo, i valori furono paragonabili a quelli della transizione 23-24 (risultano persino un poco inferiori, tuttavia occorre considerare che già allora le macchie molto piccole non venivano sempre conteggiate, come dimostrato tempo addietro proprio su NIA). Poi, però, in fase di “salita”, gli SSN risultano superiori, nel caso della 13-14 anche piuttosto nettamente e comunque ben presto anche per nel caso della 12-13. Dunque, con tutte le cautele del caso, sembrerebbe che l’approccio al minimo di tali transizioni di ciclo sia stato “morbido” più o meno come quello della 23-24. Poi però sono ripartiti con più “brio” rispetto al nostro.
Dobbiamo per questo pensare che i cicli 14 e 15 abbiano raggiunto un SSN massimo superiore a quello che raggiungerà il ciclo 24, oppure è una conclusione troppo azzardata?


(fig. 4)

Scorrendo ancora più a ritroso la lista delle transizioni di ciclo (fig.4), s’incontrano quelle comprese tra 7-8 e 12-13. Esse riguardano i due cicli che seguirono il Minimo di Dalton (1798-1823) ed il cosiddetto “Minimo di Damon” (1850-1913), ad esclusione dei due cicli finali, già esaminati.
Il confronto con la transizione 23-24 consente di osservare come sia il SSN in “discesa”, sia quello del minimo che quello in “salita” risultino più elevati, in qualche caso nettamente, in qualche altro meno. A tale proposito occorre ricordare che ormai ci troviamo nel mezzo del XIX secolo ed è ormai largamente accettato il fatto che il sunspot number, e dunque il SSN, sia sottostimato (anche in modo sensibile, ad esempio si pensi a quanto ci ha fatto notare il SIDC nella recente risposta alla nostra lettera) rispetto a quello che si sarebbe ricavato disponendo dei mezzi di osservazione moderni. Infatti, i SN ed SSN precedenti il 1844 sono unanimemente ritenuti un po’ meno affidabili, per questa ragione, di quelli seguenti (in realtà, per il SIDC, già prima del 1885 l’approssimazione e dunque la sottostima cresce).


(fig. 5)

Si giunge infine al confronto con il noto “Minimo di Dalton”, caratterizzato da due cicli (e tre transizioni) deboli, intervallati da lunghi e profondi minimi (fig.5). In questo caso, pur considerando le approssimazioni già citate in termini di sottostima dei SSN, si nota che la transizione 5-6 appare più profonda della 23-24 attorno al minimo ed in “salita”, ma non in “discesa”. Mentre invece, la transizione precedente, la 4-5, è paragonabile alla 23-24, anzi i SSN in “discesa” ed in “salita” possono essere considerati senz’altro nettamente superiori a quelli della transizione 23-24 in quanto sottostimati, come già detto. Invece la 6-7 ha un SSN del minimo inferiore, insieme alla sua porzione centrale, mentre gli SSN dei primi mesi in “discesa” e degli ultimi in “salita” possono essere ritenuti superiori a quelli della 23-24, in considerazione della sopraccitata sottostima. Pertanto, la 6-7 è caratterizzata da un minimo più profondo ma da un approccio al minimo più “brusco” e ad una ripartenza più “briosa” rispetto alla 23-24.

Conclusioni

Già, che cosa si può concludere?
Si premette che già è difficile stimare ora il massimo del ciclo 24 disponendo di ben altri dati e strumenti che non due anni di SSN, figuriamoci utilizzando solo queste informazioni!
Peraltro, David Hathaway lo scrive chiaramente in uno degli articoli pubblicati sul sito della NASA: per stimare con ragionevole attendibilità il valore di un massimo, occorre attendere che il minimo sia trascorso da almeno 2-3 anni; nel nostro caso ciò non avverrà prima dell’inizio del 2011.

Tuttavia, si può subito osservare che,
• solo la transizione di ciclo 5-6 risulta essere sistematicamente inferiore alla 23-24, anche se molto probabilmente la differenza tra le due, come già detto, risulta sovrastimata;
• solo le transizioni 5-6 e 6-7, cioè appartenenti al Minimo di Dalton, presentano un minimo ed una parte centrale nettamente inferiori a quella della 23-24;
• solo la transizione 14-15 presenta un approccio al minimo paragonabile (lievemente inferiore) a quello della 23-24;
• solo il ciclo 6, dopo la transizione 5-6, appare caratterizzato, un anno dopo il minimo, da una ripartenza chiaramente più debole di quella del ciclo 24, nonostante la sottostima del SSN;
• infine, sebbene ciò abbia ad oggi un valore ancora piuttosto relativo, solo i due cicli del minimo di Dalton hanno un SSN (finale) massimo inferiore a quello (stimato) per il ciclo 24.

Quindi, in sintesi, la ripartenza del ciclo 24 risulta ad oggi essere in ritardo rispetto a quella di tutti i cicli novecenteschi ed ottocenteschi, ad eccezione del ciclo 6, quello centrale del Minimo di Dalton. In molti casi il ritardo appare davvero notevole, specie se si considera che i SSN sono sempre più sottostimati man mano che si procede a ritroso nel tempo.
Per verificare se ciò risulterà ancora confermato in futuro, ci aggiorniamo a Gennaio 2011, per esaminare ì SSN del primo anno e mezzo dopo il minimo e confermare o correggere le conclusioni tratte finora.

A voi la parola, per osservazioni e, naturalmente, obiezioni e critiche!

FabioDue

Aspettare prima di trarre conclusioni, ma fino a quando?

Qui su NIA è una delle frasi preferite, sicuramente quella che in questi 2 anni abbiamo detto più volte.

Ma su una cosa non abbiamo mai chiarito, fino a quando dovremo aspettare?

Bisogna subito dire che se noi non abbiamo mai detto un limite è perchè esso non c’è, dipende tutto da come si comporterà il sole nei prossimi mesi, sappiamo bene come anche gli esperti si sono ritrovati a posticipare sempre più l’inizio del Ciclo 24, noi quindi ci siamo adattati spostando in avanti il termine ipotetico del periodo di attesa.

Il Ciclo 24 è partito parecchi mesi fa e ci aveva dato l’impressione di poter chiudere la questione minimo e di analizzare la risalita verso il massimo, terminando quindi le attese per la ripartenza, visto che essa, spesso lineare e costante non crea un interessamento di tipo evolutivo ma solo di tipo quantitativo.

Come invece ben sappiamo ci troviamo ancora in una fase di stallo, il SF dopo aver superato gli 80 è andato calando per un bel po’ di tempo e ancora adesso ci troviamo sotto gli 80, valore che da sempre qui su NIA avevamo definito come segno di attività solare non più bassa, e la risalita ci pare ben lontana da poter essere definita, ci tocca quindi aspettare ancora e come tutti neanche noi sappiamo fino a quando.

Proprio per questi motivi ho deciso di scrivere qualche riga su questa questione, da fuori potrebbe sembrare quasi una presa in giro e non lo è di certo, ovviamo tutti i dubbi e chiariamo il concetto:

Il Minimo solare tutt’ora non può dirsi concluso al 100%, abbiamo definito la patenza del Ciclo 24 ( e quindi fine del minimo ) con il superamento continuo del SF del valore di 80, aggiungendoci poi un aumento di tale valore continuo.

La fase di risalita è quella più breve in un ciclo solare, dura intorno ai 4 anni, ma può durare anche meno, per questo quindi rappresenta una crescita costante e continuativa dell’attività solare, non rappresentando motivo di interesse, se non quando ci si ritrova alla fine del suo percorso e si deve analizzare quale sarà l’intensità del massimo, sarà allora che partirà il nuovo “periodo di attesa”

Bisogna però dire che questo Ciclo 24 ha tutta l’aria di essere un ciclo debole e molto particolare, la sua risalita potrebbe quindi essere atipica e mostrare continuamente periodi di discesa anche in questa fase, arrivando quindi ipoteticamente ad unire le 2 “fasi di attesa” rendendole praticamente infinite.

A noi tocca, e sembra uno scherzo detto adesso, solo aspettare, perchè sarà solo il Sole a decidere quando finirà l’attesa.

FABIO

Il Sole dice Damon! ma anche Dalton!

Qualche giorno fa mi sono ritrovato a cercare qualche statistica per piazzare questi primi mesi del Ciclo 24 rispetto ai cicli passati.

Ho deciso così di in assenza di dati particolari di lunga durata di concentrarmi particolarmente su 2 diversi aspetti, gli RI mensili e i giorni spotless.

Per prima cosa ho deciso di determinare il tempo di confronto, sappiamo che con questo Maggio sono ben 17 i mesi passati dalla conclusione del minimo nel Dicembre 2008, per fare cifra tonda ho così preso 15 mesi per fare un confronto ( per il prossimo aspettiamo quindi di averne almeno 18, cioè 1 anno e mezzo )

Mi sono messo a calcolare i giorni spotless registrati nei primi 15 mesi di ogni ciclo a partire ovviamente solo dal 10°, in quanto prima non abbiamo dati certi dei giorni spotless ( a dire il vero non lo sarebbero neanche per gli RI )

Ed ecco qui i dati:

Ciclo 24: 269 ( con il Layman’s sarebbero circa 350 )

Ciclo 23: 153

Ciclo 22: 68

Ciclo 21: 76

Ciclo 20: 90

Ciclo 19: 190

Ciclo 18: 122

Ciclo 17: 235

Ciclo 16: 147

Ciclo 15: 251 ( subito dopo il minimo del 1913 per intenderci )

Ciclo 14: 236

Ciclo 13: 151

Ciclo 12: 235

Ciclo 11: 179

Ciclo 10: 297

Ed ecco subito che il Ciclo 10 è l’unico che abbia toccato un valore di giorni spotless superiore ( sappiamo che nei mesi di Aprile e Maggio questo ciclo ha però aumentato i proprio giorni spotless ) e considerando i valori teorici del Layman’s Count questo ciclo 24 avrebbe avuto anche più giorni spotless del ciclo 10 che sarebbe comunque l’unico simile a questo.

Ora voi direte, che particolarità ha il Ciclo 10? Come suggerisce il titolo, il Ciclo iniziato nel Gennaio del 1856 è stato il primo del Minimo di Damon, ne avevamo già parlato tempo fa di assonanze proprio con questo periodo e qui abbiamo un altro dato che conferma quello da noi già più volte detto.

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/10/06/minimo-di-damon-e-minimo-di-eddy-a-confronto-prima-parte/

Va detto quindi che per ora questo è il 2° Ciclo che nei suoi primi 15 mesi registra più giorni spotless, di certo questa statistica non tiene conto del Minimo di Dalton, ma non si può certo dire che sia normale il Ciclo 24, dividiamo in 3 parti questa statistica, per data di inizio del ciclo

Media giorni spotless primi 15 mesi dei Cicli iniziati tra il 1851 e il 1900: 216

Tra il 1901 e il 1950: 198

Tra il 1951 e il 2000: 115

( Media Minimo di Damon: 225 )

Il trend in diminuzione rende ancora più eccezionale questo Ciclo 24

Analizziamo adesso invece l’RI medio dei primi 15 Mesi, ecco i dati ( ommetterò la parola Ciclo ):

24: 5.60

23: 11.44

22: 27.21

21: 19.11

20: 15.43

19: 12.46

18: 15.08

17: 7.23

16: 14.78

15: 6.77

14: 8.97

13: 15.31

12: 9.50

11: 15.31

10: 5.21

9: 13.37

8: 13.39

7: 5.13

6: 2.06

5: 6.30

4: 21.88

3: 11.57

2: 22.89

1: 9.76

Per prima cosa va detto che i conteggi anche se sappiamo essere più alti del dovuto su una media di 15 mesi con un valore così basso assumono una rilevanza quasi nulla e quindi trascurabile.

A colpo d’occhio notiamo che sono 3 i cicli ch più si avvicinano al 24, uno l’abbiamo già incontrato ed è proprio il Ciclo 10, gli altri 2 fanno parte del Minimo di Dalton e sono il 7 ( ultimo dei 3 ) e il 5 ( primo dei 3 )

Ancora una volta abbiamo una situazione quasi identica al Minimo di Damon, che però stavolta si rispecchia anche con la situazione di inizio Minimo di Dalton.

Il ciclo 24 si mostra sempre più eccezionale di quanto ce lo vogliano far credere, analizziamo quindi per periodi:

1751-1800: 14.48

1801-1850: 8.49

1851-1900: 11.33

1901-1950: 10.57

1951-2000: 17.13

( Media Minimo di Dalton: 4.50 )

( Media Minimo di Damon: 10.18 )

C’è più variabilità in mezzo per via dei 2 minimi che non coincidono ovviamente con i periodi di 50 anni scelto, ma si nota come rispetto agli ultimi 50 anni questo Ciclo 24 non ha proprio niente a che fare.

Guardiamo ora qualche dato del SF, sappiamo che il confronto vale solo per gli ultimi 50 anni dato che non abbiamo una serie temporale così lunga, se poi contiamo che abbiamo già asserito la totale diversità da questo Minimo con quelli degli ultimi 50 anni il confronto lascia il tempo che trova, ma lo facciamo lo stesso.

( tutti i confronti sono fatti con i dati del Solar Flux Aggiustato )

Ciclo 19: 75.95

Ciclo 20: 76.64

Ciclo 21: 79.84

Ciclo 22: 83.42

Ciclo 23: 73.71

Ciclo 24: 72.59

La differenza messa così può sembrare poca, ma se condieriamo che il record del valore più basso ( aggiustato ) del SF è di circa 65, le differenza con il 2° valore ( ciclo 23 ) diventano di circa il 15% in più

Altro dato interessante sono i mesi che ci sono voluti per passare da un valore di 80 ( che decreta l’uscita dalla fase profonda del minimo ) a 100 ( che decreta l’inizio definitivo della fase ascendente ).

Ciclo 19: 6 mesi

Ciclo 20: 5 mesi

Ciclo 21: 5 mesi

Ciclo 22: 10 mesi

Ciclo 23: 8 mesi

Per una media quindi di circa 7 mesi per passare da 80 a 100, per ora in questo ciclo 24 compreso il mese di maggio siamo al 4° mese dopo aver superato gli 80, vediamo che succederà per l’estate

C’è da considerare però che io ho preso per fare il confronto il passaggio definitivo tra 80 e 100, mi spiego meglio:

nel Minimo tra il ciclo 21 e 22 in 2 occasioni è stata superata la soglia degli 80, nel Febbraio 1986 e nell’Ottobre 1986, senza però avere un trend al rialzo visto che nei mesi successivi i valori tornarono anche sotto i 70, per partire definitivamente solo nell’Aprile 1987, dopo quella data infatti non si sono registrati valori sotto i 70

altro esempio è quello del 1977, nel Febbraio il SF superò gli 80, per poi però scendere sotto nei 2 mesi successivi e divenire definitivo solo nel Maggio dello stesso anno.

È quindi possibile che la risalita verso valori di SF vicini ai 100 sia più lunga di quanto si possa pensare e che se si considera il fatto che la risalita potrebbe più lenta di quella dei cicli dell’ultimo cinquantennio allora potremmo anche pensare che ci vogliano come minimo altri 10/12 mesi prima di poter superare i 100.

FABIO