INVERNO 2012: ANNO NUOVO ROBA NUOVA

Un saluto a voi, Popolo di NIA.
Ci troviamo qui in questa occasione per analizzare la situazione meteorologica attuale e quella futura. Onde evitare incomprensioni cercherò di adottare un impostazione più semplice possibile, evitando di perdermi in tecnicismi che risulterebbero solo che controproducenti. Ovviamente per eventuali dubbi rimando alla discussione, nel corso della quale cercherò di sopperire a vostre eventuali perplessità.
In questi giorni vi sarà capitato di sentirne di tutti i coloro. Dai più ottimisti che per qualche sentito dire o per qualche run modellistico sballato hanno gridato alle “grandi manovre del generale inverno” ai più pessimisti che, prima ancora dell’esordio, hanno sancito la fine dell’inverno. Il mio obbiettivo è quello di fare un po’ di ordine in questo polverone, nonchè di analizzare la situazione meteorologica futura insieme a voi.
Certamente l’inverno in corso non ha mai dato grandi garanzie. La ragione principale risiede in un quadro tele-connettivo di partenza a dir poco pessimo. La QBO positiva in concomitanza di un sole che, seppur in procinto di massimo, rimane ancora tentennante è la ragione principale di un inverno fino ad oggi bruttino. La Nina moderata-forte e per di più central fornisce poi il marchio di garanzie per l’inverno “gran toppata”.
Come ho avuto modo di spiegare svariate volte, la QBO positiva in concomitanza della bassa attività solare porta ad un Vortice Polare Stratosferico (VPS) completamente bloccato, a causa del blocco semi-totale della “Brewer Dabson Circulation” che, a livello stratosferico, costituisce una vera e propria corrente meridiana emisferica in grado di connettere le regioni equatoriali con quelle polari. In poche parole, quando la BDC è molto debole, il VPS si presenta molto forte e freddo nonchè interessato da venti zonali stratosferici molto intensi. Di conseguenza l’intera struttura del Vortice Polare (VP) risulta molto compatta, con pochissime occasioni per scambi meridiani di rilievo (Europa spazzata dal flusso mite zonale di matrice oceanica). In un simile contesto infatti, le onde planetarie ampie, la cui propagazione è presupposto fondamentale per le discese dell’aria fredda dalle alte alle medio-basse latitudini, entra in forte crisi. In altre parole, a causa delle elevate velocità zonali stratosferiche, i flussi di calore di matrice tropicale che dalla troposfera penetrano sino alla stratosfera polare grazie alla propagazione delle onde di Rossby, risultano fortemente divergenti.
Una simile situazione è notevolmente aggravata dalla Nina moderata/forte di natura central. I forti alisei, connessi alla circolazione di Walker, che spirano costantemente al suolo negli anni interessati dal fenomeno della Nina, inibiscono fortemente lo sviluppo della convenzione profonda su gran parte del Pacifico che, essendo l’oceano più grande del Pianeta, risulta essere cruciale per ciò che concerne i disturbi ai danni del VP. La riduzione dell’aria interessata dalla convenzione profonda ha 2 effetti:
1) ulteriore riduzione della forza della BDC che molto dipende dall’attività convettiva Pacifica ed in particolare dalle quantità di vapor acqueo che, attraverso la tropopausa, penetrano nella stratosfera equatoriale;
2) riduzione dei flussi di calore che dalla troposfera penetrano nella stratosfera polare per mezzo dello “sfondamento” in strato delle onde di Rossby. Detta in termini “scherzosi”, il calore derivante dalla convenzione tropicale costituisce un carburante per la formazione delle onde ampie e lunghe in grado di sfondare in stratosfera.
La situazione sin qui descritta è “fotografata” da alcune immagini chiave. Anzi tutto vi riporto un’immagine, immortalata dal satellite OMI-AURA, rappresentante il quantitativo di ozono presente nella stratosfera polare ad inizio dicembre. A tal proposito ricordo che, il trasporto di ozono dalle latitudini equatoriali (dove si origina) a quelle polari è legato all’intensità della BDC. Pertanto la quantità di ozono nell’ambito del VPS costituisce un ottimo indice per misurare la forza della BDC.

Potrete facilmente notare il Buco di ozono proprio sopra il Polo Nord.
In secondo luogo riporto l’immagine tratta da ECMWF in merito ai vettori dell’EP-FLUX. In due parole ricordo che tali vettori rappresentano le quantità di flussi di calore e di momento che dalla troposfera penetrano nella stratosfera polare. Pertanto i vettori più lunghi e verticali indicano una buona propagazione dei flussi di calore dalla tropo alla strato (buona propagazione d’onda).

Noterete che fino a metà dicembre (cerchio rosso) i flussi sono risultati completamente divergenti, sintomo di un VPS in grandissima forma. Proprio in questo periodo sono state raggiunte nella stratosfera polare temperature molto basse, quasi da record. Nella seconda metà del mese qualcosa è invece cambiato in quanto per la prima volta i flussi di calore sono riusciti a penetrare in parte in stratosfera (cerchio verde). Tale forcing, iniziato come detto verso la metà del mese ed imputabile in gran parte all’azione incessante della wave 1 (onda pacifica), porterà nei prossimi giorni al primo minor warming della stagione.
Come ho più volte sottolineato nei commenti rilasciati nella sezione meteo, tale disturbo non è per nulla associato ad una spinta dinamica della wave 1 (elevazione hp delle aleutine), bensì ad una particolare dislocazione del medio basso VPS che ha consentito al vortice semipermanente aleutinico di assumere una posizione particolarmente favorevole. Nello specifico, l’incessante azione dinamica indotta dalla tropo-wave 3 (onda asiatica) ha portato il Vortice Polare in bassa stratosfera, ad assumere una configurazione fortemente ellitticizzata con asse maggiore favorevole (canada-siberia orientale). Detta dislocazione ellittica ha consentito al VPS stesso di “pescare aria” proprio laddove si trovano di fatto le uniche evidenti fonti di calore nel Pacifico in regime di Nina like (SSTA+ nel Pacifico occidentale).

Tale dinamica è ben percepibile anche dalla carta a 500hpa (con la quale avrete sicuramente una maggiore famigliarità). A tal proposito la freccia rossa rappresenta la spinta esercitata dalla wave 3 con conseguente ellitticizzazione del VP (l’asse dell’ellisse è evidenziato dalla freccia arancione).
La suddetta dinamica ha consentito, come detto, discreti afflussi di calore ad opera della wava 1 ed il conseguente primo discreto riscaldamento stratosferico della stagione, come ben rilevabile dalla seguente carta a 10 hpa:

Come già più volte ribadito, l’imminente minor warming (peraltro debole) non avrà grosse ripercussioni in troposfera. L’effetto principale sarà di produrre una rotazione d’asse del Vortice Polare con ridistribuzione delle vorticità principali. In particolare, la traslazione del warming dalla Siberia orientale al Canada produrrà uno spostamento delle vorticità principali del VP verso il comparto euro-atlantico.


La figura mostra lo spostamento del warming sul canada con conseguente migrazione dei centri di vorticità verso il comparto europeo.

In questa fase di migrazione delle masse artiche si assisterà ad una debole ripresa della wave 2 (onda atlantica), con l’hp delle Azzorre che sarà facilitato a guadagnare provvisoriamente terreno verso latitudini più elevate. Detta ondulazione potrà produrre verso fine anno una rapida e debole incursione artica sin verso il mediterraneo, i cui risvolti non sembrano ancora essere del tutto inquadrati dai modelli.
Nella fase successiva (inizio nuovo anno), l’avvenuta transizione delle masse artiche sul comparto euro-russo ad opera del desplacement stratosferico, comporterà un inevitabile rafforzamento del getto polare sull’Europa, con conseguente incremento delle velocità zonali. In questa fase sarà pertanto molto probabile un ingerenza dell’hp oceanico sul nostro paese che verrà pertanto interessato da bel tempo e temperature molto miti per il periodo, soprattutto di giorno (infatti la forte inversione termica garantirebbe comunque temperature basse di notte, soprattutto nelle zone interne ed in Pianura Padana). La persistenza dell’anticiclone sull’Italia non dovrebbe comunque essere molto duratura. Infatti, la propagazione del warming anche alle quote inferiori, produrrebbe un ulteriore abbassamento del getto polare proprio sull’Europa occidentale, favorendo l’ingresso sul nostro paese di brevi fronti atlantici/nord atlantici. Dovrebbe trattarsi comunque di ondulazione di modesta entità, non in grado di apportare grossi scossoni.
Intanto, per via della mutata collocazione del VPS si dovrebbe assistere all’interruzione degli afflussi di calore provenienti dalla wave 1 ed il warming alle quote stratosferiche superiori dovrebbe essere progressivamente riassorbito. Pertanto si dovrebbe materializzare una sorta di azzeramento barico con la fine dei disturbi apportati dalla precedente situazione di forcing.
Sin qui la previsione dovrebbe avere buone possibilità di riuscita. Per il dopo si possono fare solo delle ipotesi qualitative senza grossi riscontri soprattutto a livello temporale. Tuttavia proverò a tracciare una linea di tendenza sulla base di alcune considerazioni.
Anzi tutto è da annoverare l’imminente passaggio della QBO a 50 hpa in territorio negativo, passaggio comprovato dai forecast ECMWF sull’andamento dei venti zonali:

Da tale carta si evince chiaramente come tra 10 giorni, alla quota di 50 hpa e sull’equatore (cerchio rosso) la QBO sarà già su valori neutrali.
Il passaggio della QBO in negativo in questa fase stagionale non potrà avere grandi scossoni in quanto il conseguente rafforzamento della BDC, non avrà effetti nell’ambito della stratosfera polare nell’immediato. Infatti le particelle d’aria che si muovono dall’equatore ai poli per mezzo della BDC impiegano dai 3 ai 4 mesi per arrivare sul polo. Pertanto la stratosfera continuerà ad essere bloccata dall’alto. Tuttavia ci sono altri effetti indotti dal passaggio della QBO negativa che, in questo contesto, potrebbero comunque risultare interessanti.
In primo luogo, quando il regime dei venti tropicale è orientale (QBO-), gli easterlies tropicali tendono a restringere la larghezza della planetary wave-guide nella bassa stratosfera extratropicale, favorendone una maggiore ampiezza d’onda ed una minore velocità di fase. In secondo luogo, la QBO- è in grado di apportare un incremento dell’attività convettiva nell’area pacifica, in particolar modo nelle zone già interessate dalla convenzione profonda (Pacifico occidentale in regime di Nina like). Tale fenomeno è per di più esasperato dalla bassa attività solare.
Per tali ragioni mi aspetto che il prossimo forcing troposferico ai danni della stratosfera polare possa essere più incisivo di quello precedente e pertanto essere quello buono che ormai da molto stiamo aspettando.
La dinamica del disturbo potrebbe tra l’altro essere abbastanza simile a quella che ha prodotto il primo warming della stagione, a causa della riattivazione della wave 3 (onda asiatica). Infatti, la wave 3 riceve calore (energia) dal getto atlantico che, come sopra detto, è previsto in forte intensificazione a partire dalla prossima settimana. Nello specifico, l’intenso getto atlantico, non appena oltrepassa il continente europeo, tende a rallentare per ragioni termodinamiche, accumulando in questa zona molto calore (euroasia).
La spinta indotta dalla riattivazione della tropowave 3 indurrebbe una nuova ellitticcizzazione del VP, con conseguente ripresa dei flussi di calore ad opera della wave 1 (EP-FLUX di nuovo convergente). In questa fase, per quanto anzi detto, le quantità di energia e di calore potrebbero risultare molto più ingenti. Il calore sviluppato in strato dalla nuova propagazione potrebbe per di più essere esaltato dalle forti velocità zonali che mediamente interessano la bassa stratosfera da molto tempo. In poche parole ritengo che ci siano buone possibilità di poter assistere ad uno stratwarming di tutto rispetto, che potrebbe avere risvolti in troposfera anche notevoli.
Per quanto concerne le tempistiche, si dovrebbe andare abbastanza per le lunghe. Diciamo che a cavallo della fine della prima decade di gennaio si potrebbe avere la prima riattivazione della wave 3. Detta attivazione potrebbe favorire, insieme alla dislocazione ellitticcizata del VP, il rallentamento del getto sull’Europa, con ripresa della wave 2 atlantica (conformazione del VP ad omega). Ciò potrebbe causare una prima discesa artica proprio sul continente europeo. Da questo momento in avanti ripartirebbero i flussi convergenti in strato con inizio del nuovo disturbo stratosferico, il quale potrebbe durare svariati giorni. Nella terza decade del mese arriverebbe a maturazione lo stratwarming, con i risvolti in troposfera che si inizierebbero ad avere alla fine di gennaio/inizio febbraio.
Ribadisco ancora una volta che si tratta di una linea di tendenza, soprattutto per ciò che riguarda le tempistiche. Pertanto le variazioni potrebbero essere notevolissime. D’altronde i forecast stratosferici ancora non iniziano ad inquadrare alcuna situazione favorevole. La stagione come si sa non è di quelle buone ed in questi ci si “attacca” anche ai più piccoli indizi favorevoli. E poi come si dice, la speranza è sempre l’ultima a morire.

INTEGRAZIONE:

Da questa immagine tratta da ECMWF ENSEMBLE di questa mattina si vede che i modelli cominciano ad inquadrare la dinamica descritta al termine dell’articolo. In particolar modo si evince chiaramente la spinta indotta dalla tropo-wave 3 con conseguente disposizione ad omega del VP. Questa particolare configurazione potrebbe portare, al termine della prima decade di gennaio (forse più tardi), ad una prima incursione artica sul nostro paese, la cui traiettoria ed i conseguenti risvolti sarebbero ovviamente tutti da valutare. La cosa importante, che sembra tra l’altro trovare riscontro in diverse emissioni modellistiche odierne, è che il VP sembra essere portato nuovamente ad ellitticcizzarsi, con conseguente ripresa dei flussi di calore convergenti in stratosfera ad opera della wave 1 pacifica. Questo è un presupposto fondamentale in vista dello stratwarming di fine mese da me ipotizzato.

Riccardo

60 pensieri su “INVERNO 2012: ANNO NUOVO ROBA NUOVA

  1. Crudele ma giusta la frenata finale 🙂 , dopo averci fatto sognare…..scherzi a parte, la situazione era e resta quella descritta nell’articolo sulle previsioni meteo dicembre-febbraio, pubblicato all’inizio di questo mese.

    Come peraltro ribadisci anche tu, prima di cambiare previsioni così nette, occorre qualcosa di grosso, che ancora non si intravvede.

    E’ giusto e doveroso scrutare nel futuro alla ricerca di indizi pro o contro eventi che diano una svolta a questo inverno. Ma occorre che prima siano inquadrati dalle previsioni, almeno 7 giorni prima, poi cominciamo a parlarne sul serio.

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  2. Come in tutti gli altri miei articoli, lo scopo è anzi tutto quello di fare didattica e di farvi masticare un pò delle dinamiche atmosferiche….ovviamente, per rendere la cosa più interessante mi sbilancio nel tracciare possibili linee di tendenza con tutti i pro e i contro del caso….la speranza è sempre quella di poter intraprendere con voi una discussione bella nonchè costruttiva, anche per il sottoscritto….
    Detto questo, proprio ieri sera, appena ultimato di scrivere il pezzo, mi sono accorto che il deterministico reading ha tracciato una previsione molto simile a quella da me proposta, ma anticipando di molto i tempi….già nella prima settimana di gennaio si intravede la rimonta della wave 3 con la discesa artica sull’Europa per allentamento del getto….questo farebbe partire i disturbi in strato come detto nell’articolo….
    tale dinamica trova conferma anche nell’aggiornamento mattutino odierno…..
    gfs resta invece più distante….personalmente ritengo che queste dinamiche siano fattibili e che qualcosa di molto bello potrebbe caderci in testa, ma credo si andrà più sulle lunghe rispetto a quanto proposto da ECMWF…..

    FabioDue :
    Crudele ma giusta la frenata finale , dopo averci fatto sognare…..scherzi a parte, la situazione era e resta quella descritta nell’articolo sulle previsioni meteo dicembre-febbraio, pubblicato all’inizio di questo mese.
    Come peraltro ribadisci anche tu, prima di cambiare previsioni così nette, occorre qualcosa di grosso, che ancora non si intravvede.
    E’ giusto e doveroso scrutare nel futuro alla ricerca di indizi pro o contro eventi che diano una svolta a questo inverno. Ma occorre che prima siano inquadrati dalle previsioni, almeno 7 giorni prima, poi cominciamo a parlarne sul serio.

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  3. Grazie Riccardo dell’articolo!!
    Mi sembra scritto bene e facile da seguire, soprattutto da gente come me che di meterelogia non ha studiato più di tanto.

    Ciao
    Fano

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  4. Sempre interessanti e molto didattici gli articoli dell’ottimo Riccardo.
    Volevo chiederti se vedi possibilità di un inverno tardivo come vedo io, anche molto crudo in alcuni frangenti, dovuto al passaggio della QBO in fase negativa a breve, con l’interazione di bassa attività solare, che anche se siamo giunti all’ipotetico massimo o quasi, continua ad avere un AP index e un solar wind molto bassi.
    Inoltre la nina non dovrebbe essere più molto forzante, come lo è stato nei mesi precedenti.

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  5. @ enzor
    Anzitutto ti ringrazio come sempre per la tua partecipazione e per i complimenti (lo stesso vale per fano)…
    riguardo alla tua domanda, penso che trovi ampiamente risposta nella seconda metà dell’articolo….purtroppo il passaggio della QBO a 50 hpa in fase negativa è avvento molto tardi….se lo avesse fatto prima (ottobre novembre) la seconda parte dell’inverno sarebbe risultata formidabile….però, come detto nell’articolo, il passaggio a negativo potrebbe comunque sortire effetti di interesse….ovviamente, soprattutto a questo punto della stagione, può succedere di tutto….quello che ritengo possibile è che a cavallo della seconda metà del mese di gennaio (forse anche prima) possa presentarsi un discreto cambio circolatorio, con alcune discese artiche (prevalentemente di matrice marittima) che potrebbero farci visita….per la fine del mese, soprattutto inizio febbraio, vedo la possibilità di movimenti assai interessanti….quindi in grandi linee e volendo sbilanciarmi, credo che la seconda metà dell’inverno possa regalarci qualche soddisfazione in più…..

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  6. mi unisco anch’io ai complimenti per l’ottimo articolo di riccardo che palesa una preparazione e una conoscenza della meteo veramente notevole! io sinceramente non mi aspetto nulla da questo inverno e mi accontento di vedere “sfebbrarsi” il pianeta con la nina e la pdo negativa…anche perchè alla fine potremmo raccogliere delgi ottimi frutti nei prox inverni…

    vorrei chiedere se nel caso la nina rafforzasse ulteriormente anche il tanto agognato cambio della qbo sarebbe inutile?

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  7. @ artax
    Un ulteriore rafforzamento della Nina creerebbe sicuramente disagi “all’operato della QBO”, soprattutto in questo frangente in cui saranno decisivi i forcing di natura troposferica….
    comunque vedo improbabile un rafforzamento significativo della Nina, soprattutto in ragione del fatto che il diverso pattern circolatorio ai tropici indotto proprio dalla QBO negativa, aiuterà nella riduzione delle anomalie negative (principalmente disturbando la circolazione di walker)….

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  8. @Riccardo
    Condivido il tuo spirito e il taglio comunque sempre scientifico dei tuoi articoli, unito alla lucidità del filo del ragionamento, che non viene mai meno. E ribadisco l’importanza di scrutare oltre le nebbie, per percepire quei “segnali deboli” che in meteorologia, così come in altre scienze, possono preannunciare eventi fuori dal comune anche a distanza di molto tempo.

    Ciò nonostante, resto sempre prudente e scettico, forse anche per un difetto di comprensione delle dinamiche atmosferiche: finchè non vedo comparire uno forte stratwarming sulle carte a 7 giorni, non ci credo 🙂

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  9. @ Fabio Due
    E’ certo che la prudenza è presupposto fondamentale ed è anche vero che non esisterebbe alcuna previsione se tutti si limitassero a proferire parola solo quando il fatto è già che bello inquadrato….
    ripeto un concetto fondamentale: quando scrivo questo tipo di articoli, la previsione di meccaniche future è un pretesto per spiegare l’esistenza di queste meccaniche….ad esempio nell’articolo cito più volte la tropo-wave 3 perchè ritengo che possa fare voce in capitolo nei tempi a seguire, ma con l’occasione ho potuto spiegare che la wave 3 è un onda prettamente troposferica non in grado di apportare quantità di calore in stratosfera….
    poi sono molti di voi che prendono la cosa troppo di petto, e ci rimangono male quando poi la previsione si dimostra errata (scagliandosi talvolta contro il previsore che ovviamente non centra nulla)….e questo è un problema che si riscontra un pò da per tutto nei vari siti meteo italiani…..

    P.S.
    Per far si che si arrivi ad un forte stratwarming si devono verificare prima diverse dinamiche….ed è quello che ho cercato di fare io nella seconda parte dell’articolo….
    ti basti pensare che, in caso di Major Warming, dall’avvio dei disturbi, indotti sempre dalla wave 1, trascorrono mediamente 20 giorni prima che si arrivi alla maturazione completa del fenomeno di warming….a sua volta poi c’è bisogno di ulteriore tempo prima che gli effetti si ripercuotano in troposfera….è per questo che ritengo che se qualcosa di interessante arriverà, lo farà probabilmente ad inizio febbraio….presupposto iniziale è quello dunque di inquadrare le situazioni che per prime possono portare all’inizio dei disturbi….

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  10. @ Fabio Due
    E poi nessuno ha parlato di fenomeni fuori dal comune, ma soltanto di dinamiche normali che, nonostante siano affette da margine di errore molto elevato, possono comunque verificarsi….

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  11. AVVISO:
    Riporto un immagine alla fine dell’articolo tratta dal run ECMWF ENSEMBLE di questa mattina che ritengo molto significativa per farvi comprendere la dinamica di cui ho parlato…..

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  12. Grazie Riccardo per la tua disponibilità e la tua esauriente risposta.
    Più o meno penso tu abbia risposto positivamente alla mia domanda, anche se, come hai scritto tu nell’articolo, ci vogliono all’incirca 3/4 mesi perchè la QBO- inizi a dare i suoi frutti facendo affluire ozono dalle zone tropicali al polo.
    A questo punto credo che ci potrebbero essere i presupposti per una buona occasione tardiva, direi anche marzo, quando ci potrebbero essere possibilità di stratwarming o di un finalwarming, che ci consentirebbero di poter vedere buone occasioni per ondate di aria fredda da est-nord/est, con possibilità di nevicate anche al piano al nord e sulle adriatiche in primis.
    Per rendere l’idea, direi tipo marzo 2005.
    Cosa ne pensi?
    Chiaramente chi si è fatto un’idea, può dire la sua. 🙂

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  13. Per Nintendo: si ho letto l’emil e ho visto la differenza tra i conteggi miei e tuoi…effettivamente, mi ero già accorto che novembre mi aveva chiuso troppo basso rispetto ad ottobre! che ti devo dire, seguirò cn più precisione i tuoi consigli…. 😉

    simon

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  14. @ enzor
    Parlare di marzo ora è davvero prematuro, comunque in linea di massima posso dirti che potresti aver ragione….però come già ti ho detto prima, bisogna concentrare l’attenzione su disturbi di origine troposferica, in quanto la stratosfera dall’alto continuerà ad essere bloccata (4 mesi a partire da ora sono tanti)….

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  15. @ Simon
    Ti ringrazio….
    intanto ECMWF conferma ancora l’impianto di base, pur riducendo l’ampiezza dell’onda asiatica e di conseguenza la wave 2 atlantica….conferma a pieno però la nuova dislocazione ellittica con asse favorevole del VP (cosa come già detto importante per l’evoluzione nel lunghissimo termine)….

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  16. Buongiorno ragazzi….
    Il nuovo disturbo in area pacifica di cui parlo comincia a far capolino…..
    http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/stratosphere/strat_a_f/gif_files/gfs_t10_nh_f240.gif

    E’ancora poca roba, siamo solo all’inizio…la strada da fare è ancora molta e, come ben specificato nell’articolo, gennaio rischia altamente di essere compromesso (salvo la sortita artica di metà mese che ritengo probabile)….

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