Archivio mensile:Agosto 2010

Quanto fastidio danno questi conteggi che non rispecchiano la realtà e la continuità col passato!

(Un-email-articolo sfogo di un nostro assiduo lettore)

Già Simon, proprio così, è uno scandalo non possono continuare a contare anche le plage e io non mi stancherò mai di dirlo, ma di macchie serie come la 1024 non se ne sono più viste e si d’accordo il flusso solare balla ma io continuo a vedere macchie da post massimo e questi signori mi chiedo come faranno quando, tra qualche mese, al massimo un anno, non  potranno arrampicarsi sugli specchi sparando numeri che non stanno nè in cielo nè in terra, perché in questi ultimi giorni il nostro caro Sole 100 anni fa sarebbe stato blank ma forse anche solo 10 anni fa.

Ma io so perché sparano questi numeri: il Sole deve essere vivo e bello pimpante troppi interessi economici in gioco e la sicurezza mondiale prima di tutto ma noi cari amici e caro Simon non possiamo farci proprio niente, questa è la scienza di oggi, esistono tecnologie pulite ma il dio denaro, vedi petrolio, non verrà mai sostituito perché i grandi capitali che girano impediscono ogni possibilità di un cambio.

Ma veniamo al nostro amico Sole che con il suo minimo ci porterà grandi soddisfazioni alla faccia di tutti questi centri che dovrebbero mantenere una certa qual continuità col passato ma invece se ne fregano e mi chiedo cosa faranno o cosa diranno quando il nostro clima comincerà la discesa delle temperature e vedi cosa succede nell’emisfero sud quest’anno con la massima estensione glaciale degli ultimi non si sa quanti anni.

Ma la cosa ancor più preoccupante sarà quando anche l’emisfero nord comincerà la sua discesa e a questo proposito, io seguo sempre i nostri modelli meteo ma negli ultimi giorni sto notando come la fascia polare e sub polare si stia raffreddando a una velocità incredibile e a questo punto vi voglio dire una cosa che mi ha lasciato veramente perplesso e cioè che la temperatura della zona groenlandese potrebbe passare da una  -4

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ad una -12 nel giro di 10 giorni

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ma è un po’ tutta l’area polare a raffreddarsi molto in fretta insomma il gelo arriverà anche sul nostro emisfero e molto in fretta perché non so se ci avete fatto caso ma tutta l’area nord emisferica e mi riferisco a Canada Russia Siberia e anche il nord Europa presto verranno raggiunte da una +4 cosa che non so quanto sia normale ma il mio pensiero è che presto arriverà il freddo anche da noi e sembra che quest’anno il nostro amico vortice polare si presenterà molto disturbato forse anche più dello scorso anno.

Ma se questa è la tendenza anche dei prossimi anni anche il nostro emisfero subirà gli stessi effetti di quello australe, i ghiacci riprenderanno ad aumentare esponenzialmente recuperando tutto il gap dell’ultimo quarto di secolo e una volta riassorbiti tutti gli effetti dell’industrializzazione, dell’urbanizzazione selvaggia e delle isole di calore nonché le anomalie delle terre emerse e degli oceani del nord il gelo quello serio arriverà anche da noi.

Poi un’altra mano ci verrà data sicuramente dalla Nina che diverrà più presente e persistente poi le grandi oscillazioni oceaniche che vireranno al negativo e il tutto unito alla bassa attività solare acuirà gli effetti in una reazione a catena che nessuno fermerà gli amanti del caldo i serristi e i grandi enti che prevedono l’arrostimento del pianeta dovranno ricredersi e mi chiedo cosa si inventeranno per spiegare tutto quel freddo che arriverà.

Noi saremo qui consapevoli a osservare tutto ciò che la natura avrà da offrirci con la coscienza a posto e di aver almeno provato ad informare la gente di ciò realmente sarà del nostro futuro.

Un saluto e avanti così

Andrew

LA CONOSCENZA BASE DEL SOLE 7) LA CORONA SOLARE.

La cromosfera si fonde gradualmente con la corona, lo strato piú esterno e piú rarefatto della atmosfera solare. La corona é l´alone di luce bianca che appare attorno al Sole nelle occasioni delle eclissi totali, perché anche se ha una brillantezza equivalente a quello della luna piena, lei resta oscurata quando la fotosfera é visibile. In questo esteso strato atmosferico possiamo distinguere la corona interna che si estende fino a circa 2 raggi solari oltre il bordo solare, e la corona esterna che si estende oltre la prima.

Immagine della corona solare durante l´eclisse solare totale dell´11 luglio 1991.

Lo studio della radiazione emessa dalla corona in tutte le specie delle radiazioni elettromagnetiche, permette di mostrare che la sua temperatura é molto piú elevata della cromosfera: é dell´ordine del milione di gradi. La temperatura passa brutalmente da 20 mila a 500 mila Kelvins in una zona di tansizione il cui spessore é inferiore ai 1000 Km e culmina con 1,5 milioni di gradi K nella corona interna e si mantiene nel milione di gradi nella corona esterna. Questa temperatura elevata é responsabile dell’ estensione della corona fino ad una decina di raggi solari e ha origine dallo stesso processo fisico che riscalda la cromosfera: trasporto di energia per correnti elettriche indotte da campi magnetici variabili.

Nel Sole la temperatura scende dal centro fino alla cromosfera dove arriva ai 4300°; dopo comincia a salire, prima lentamente nella parte alta della cromosfera, dopo brutalmente passando dai 10.000 a 1 milione di gradi K in meno di 1 000 Km, in una stratta zona di transizione. Si assiste simultaneamente ad una brusca caduta della densitá. Nella corona la densitá diminuisce molto lentamente e la temperatura si mantiene praticamente costante.

La densitá del gas solare, che nella fotosfera dimuiva con l´altitudine, nella corona diminuisce lentamente. Conseguentemente la densitá media che é attorno ai 108 atomi/cm3 a una distanza di 4 raggi solari oltre il bordo.
Come é facile indovinare le differenze di brillantezza delle diverse strutture osservate nella corona, densitá e temperatura presentano grandi deviazioni in relazione ai loro valori medi. Cosí, nelle condensazioni coronali, osservate come regioni piú brillanti in tutti le gamme d´onda, la densitá puó arrivare a 1010 atomi/cm3 e la temperatura ultrapassare i 3 milioni di Kelvin.

Questa immagine dei gas a 1.500.000°C della fina atmosfera solare esterna (corona) é stata ottenuta il 13 marzo 1996 dal Extreme Ultraviolet Imaging Telescope a bordo della nave spaziale dell´Osservatorio SOHO. (Fonte: ESA/NASA)

Questa enorme temperatura, assieme alla densitá molto debole, spiega le strane proprietá della corona. La corona ha circa la stessa composizione chimica della fotosfera, peró gli atomi si trovano fortemente ionizzati. A misura che la temperatura si alza nella zona di transizione, questi atomi perdono progressivamente i propri elettroni, diventando molti di loro ridotti al nucleo come é il caso dell´idrogeno e dell´elio.

Dovuto alle alte temperature gli atomi perdono progressivamente i suoi elettroni.

La corona, lungi dall´essere un involucro sferico omogeneo, contiene un gran numero di strutture caratteristiche, molto variate. Le strutture piú spettacolari sono i grandi getti di gas, che presentano una base a forma di bolla arrotondata, che dopo si stringono in una estesa porta in direzione a 3 o 4 raggi solari, per dopo allungarsi sotto forma di una coda radiale fino ad una dozzina di raggi solari. Nella coda, la materia coronale si allontana dal Sole con una velocitá di espansione supersonica. Altre proiezioni di massa, piú modeste, posseggono appena la base a forma di bolla che culmina a 2 o 3 raggi solari. Queste eiezioni di gas chiamate anche FLARES, le prime e PROMINEZE le seconde, hanno un tempo di vita distinta: alcuni mesi nel caso delle prominenze e alcune settimane nel caso dei flares. Queste eiezioni avvengono quando una quantitá significativa di plasma piú freddo o gas ionizzato scappa dai campi magnetici solari deboli, normalmente chiusi e confinati e sono espulsi verso lo spazio interplanetario o eliosfera. Eruzioni di questo genere possono produrre gravi problemi nell´ambiente piú prossimi alla Terra, colpendo le telecomunicazioni, sistemi di navigazione e anche i sistemi di distribuzione elettrica. Quando osservate contro il disco solare, le prominenze appaioni come macchie piú scure, passandosi a chiamare FILAMENTI.

I Flares solari sono esplosioni tremende nella superfecie del Sole. In pochi minuti, il materiale é riscaldato fino a vari milioni di gradi e si liberano di tanta energia come miliardi di megatoni di TNT. Avvengono vicino alle macchie solari, normalmente lungo la linea che separa aree opposte del campo magnetico.

Altre strutture caratteristiche, le piume, sembrano uscire radialmente dalle regioni polari e disegnare le linee di forza di una barra magnetizzata. Di fatto, getti e piume riproducono molto fedelmente la configurazione del campo magnetico coronale.

Questa immagine fatta dalla stazione spaziale Skylab mostra una delle piú spettacolari eruzioni solari mai registrate e che allontandosi dal Sole propulsionata dalle forze magnetiche si estende fino ad oltre 588 000 km dalla superfície solare.

Tale come la corona esterna, la corona interna appare alla stessa maniera molto etorogenea. Il campo magnetico riesce, a sua volta, sorreggere per lunghi periodi il gas, dando origine ad archi che si alzano fino a 100.000 Km sopra i bordi.

Le immagini della corona del Sole nello estremo ultravioletto indicano che la maggior parte del riscaldamento della corona avviene nella bassa corona ad appena 16000 km di altezza, nelle basi degli archi coronali e no lungo tutto l´arco magnetico. Questa immagine mostra degli agglomerati di archi coronali caldi con dimensione di 60 o piú raggi terrestri.

In generale, l´evoluzione delle forme coronali segue lo sviluppo dei campi magnetici attraverso il ciclo solare ed é associata alla attivitá solare. Le immagini, principalmente quelle a raggi X, rivelano anche la presenza di cavitá oscure da dove non esce nessuna luce e a cui si dá il nome di BUCHI CORONALI (CH). In queste si distinguono vari punti brillanti (circa un centinaio) isolati, il cui tempo di vita é di alcune ore.

Questa immagine del SOHO, artificialmente colorita, ci mostra un buco coronale, la zona scura della superficie del Sole. Normalmente i buchi coronali stanno situati nelle regioni polari, ma questi, uno dei maggiori mai incontrato si estende dal Polo Sud fino a parte dell´emisfero Nord.

Dalla corona esce il vento solare, un flusso continuo di particelle emesse a partire dalla corona a velocitá supersóniche. Queste particelle attraversano tutto il sistema solare in tutte le direzioni arrivando fino agli spazi interstellari. È possibile non solo osservare la emissione di questo vento dal Sole, ma anche il suo effetto in tutto il sistema solare, dovuto alla maniera di come interagisce con i pianeti, comete e asteroidi.

SAND-RIO

NON SI PUO’ ANDARE AVANTI COSI’!!!

Clicca qui per vedere l’immagine ingrandita:

http://www.ct.astro.it/sun/draw.jpg

L’osservatorio solare di Catania è un centro ultra-moderno che ormai da anni collabora col Sidc per la formulazione dell’International Sunspot Number (RI).

Più volte il centro Catanese è stato oggetto delle cronache di NIA ma anche di tanti altri siti sparsi nel mondo che come noi si occupano da vicino di questo minimo solare. Al momento Catania rappresenta di certo uno degli osservatori mondiali più all’avanguardia, capace di segnalare regioni e macchie che tutti o la stragrande maggioranza degli altri osservatori mondiali non riescono a scorgere.

La prima volta che l’ormai celebre osservatorio catanese è salito agli onori della cronaca, è stato nel corso del mese di agosto 2008, quando tutti i principali centri adibiti all’osservazione delle macchie solari avevano sentenziato un mese completamente spotless, tutti appunto tranne il centro siciliano che riuscì a scorgere una timida regione con all’interno un flebile pore.

Da allora, le cose sono andate solo peggiorando!

Numerosi osservatori dilettanti che quotidianamente scrutano i cieli alla ricerca delle macchie fantasma segnalate da Catania, rimangono delusi, le macchie catanesi restano e resteranno visibili solo ai potenti telescopi siculi e ai loro bravissimi tecnici.

Come più volte ribadito qui su NIA, nutro enorme rispetto per coloro che lavorano nel centro di Catania, sono gli unici che da quando seguo questo ciclo solare, sono sempre rimasti coerenti con se stessi, ed anche quando cambia il nome del tecnico osservatore, il risultato è il medesimo! Ovviamente stimo e rispetto il loro lavoro, pur non condividendolo, e dato che in Italia c’è ancora libertà di espressione, trovo giusto rimarcarlo, onde evitare malintesi.

Quindi come più volte affermato, ritengo che chi stia sbagliando in tutta questa storia, sono i signori del Sidc, proprio coloro che dovrebbero garantirci la continuità col passato (quante volte avrò ripetuto questa frase!), non possono più permettersi di avere tra le loro fila osservatori che usano metodiche e strumenti di conteggio non compatibili con quelli di un tempo, perchè altrimenti lo si dica prima che è giusto contare le macchie solari con i telescopi più potenti che abbiamo a disposizione oggi per andare incontro ai progressi ma che al contempo della continuità col passato, non ce ne frega più nulla!

Perchè cari signori del Sidc, come si dice dalle mie parti, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca!

Se ammettono questo, io smetterò di rompergli le scatole con questi articoli e mi metterò l’anima in pace!

Ma purtroppo questi signori non lo diranno mai, e sapete perchè?

Perchè evidentemente a loro va bene così!

A loro va bene che 300 e passa anni di conteggi e minuziose ricostruzioni delle macchie solari, vengano tutto ad un tratto buttati nel bidone!

Non ho altre spiegazioni, perchè nonostante le numerose segnalazioni e critiche che hanno ricevuto soprattutto in questi ultimi anni, le cose non sono cambiate di una virgola, ma anzi con l’avanzare del ciclo 24, sono addirittura andate peggiorando!

Perchè io da questa immagine, un SN di 62 non lo vedo:

http://sohowww.nascom.nasa.gov//data/REPROCESSING/Completed/2010/mdiigr/20100816/20100816_1143_mdiigr_1024.jpg

A parte il fatto che nell’area cerchiata con il punto interrogativo a fianco non vi sono macchie, mentre Catania ne mostra una miriade, le altre rispettivamente contengono,come vi accorgerete cliccando sul link sopra, un pore la regione nel sud emisfero, 3 quella nel nord che sta per girare il lato visibile e 4 macchiette quella sempre nel nord emisfero, l’unica contabile anche col nia’s count!

E che SN ci mette il Sidc oggi?

38! (per la cronaca il Noaa mette 39, ed i valori del sidc sono di norma sempre 1/3 più bassi di quelli americani)

http://sidc.oma.be/html/SWAPP/dailyreport/2010/meu228

Voi capite che così, non si può proprio più andare avanti!

Il numero giusto che avrebbero dato durante il minimo di dalton sarebbe stato 9…come abbiamo messo noi col Nia’s count:

http://daltonsminima.altervista.org/?page_id=8780

E tutto ciò è ampiamente confermato dall’immenso e lodevole lavoro che sta facendo da mesi il nostro Pablito, il quale ogni giorno guarda il cielo con un telescopio di uguale potenza a quelli che si usavano 100 anni fa, e le uniche macchie che riesce a vedere sono le stesse che contiamo noi tramite il sistema di Luca Nitopi che ha permesso il Nia’s count!

A tal proposito, lo stesso Pablito sta preparando un pezzo che spiega le differenze tecniche tra gli osservatori moderni Catania style e quelli di una volta…da non pedere, soon su NIA!

In conclusione quindi, come avevamo già immaginato, più si andrà avanti verso il massimo del ciclo 24, e più queste disparità tra conteggi moderni e passati tenderanno ad aumentare. Fintanto che il Sidc avrà tra le sue file certi osservatori moderni, ogni raffronto coi minimi importanti non avrà più senso di esistere. E’ probabile che assisteremo ad un minimo di portata eccezionale senza quasi accorgercene, se non da questo ciclo, dal prossimo.

Ho fondato NIA proprio per portare avanti questa lotta, e credo di aver fatto appassionare e sensibilizzare tanta gente. Ma mi accorgo che coloro che dovevano essere sensibilizzati per primi, e cioè gli enti preposti di Sidc e Noaa, continuano a far le orecchie da mercante!

Questa non è più scienza, ed io me ne tiro fuori!

W NIA, W il NIA’s COUNT!

Simon

Gli autunni di nina in Europa (parte 1- nina debole)

In questo articolo non parleremo della situazione che ci interesserà nei prossimi mesi, ma cominceremo ad addentrarci nell’argomento “nina” analizzando quello che accade in Europa nei periodi di nina debole.

Andiamo di mese in mese…

Settembre:

 

La media è alquanto chiara: un forte anticiclone scandinavo e frequenti infiltrazioni fredde in area mediterranea con conseguente inizio ben spinto dell’autunno.

 

Ottobre:


 

Nel mese di ottobre si presentano, al contrario, indici AO e NAO notevolmente positivi con conseguente forte depressione d’Islanda e HP ben distesi sull’Europa.

 

Novembre:


Si presenta come un mese perfetto per i pluviofili soprattutto del nord Italia, infatti vi è una grande tendenza ad affondi artico marittimi verso la penisola iberica che interessano talvolta anche l’Italia.

 

Dicembre:


 

Dicembre, primo mese invernale, inizia la classica influenza della nina debole che permette inverni caratterizzati da AO e NAO -, come infatti potrete notare c’è una certa somiglianza con le anomalie di questo inverno, mentre sono praticamente l’opposto delle anomalie del mese di ottobre in anni di nina debole.

 

A conti fatti gli autunni di nina debole risultano generalmente in media termica e più piovosi del normale su tutta la nostra penisola.

Aprendo una piccola parentesi sugli inverni successivi… ecco le anomalie di geopotenziale nel periodo dicembre, gennaio, febbraio:


 

Inverno caratterizzato da AO e NAO sostanzialmente negative con frequenti ondate fredde di matrice continentale e infiltrazioni basso atlantiche.

Dopo questa parte sugli autunni di nina debole, ci sarà la seconda che parlerà della situazione attuale, ovvero gli eventi di nina moderata/forte.

MIKI03

Stavolta non è un fuoco di paglia…Ma…(+ Nowcasting Ferragostiano)

Anche se ora il sole sembra riessersi dato una calmata (attualmente infatti è contabile solo l’AR 1093 col Nia’s count e col Layman), il flusso solare non riesce più a scendere in maniera consistente!

Questo scatto in avanti del flusso era già avvenuto durante la primavera del 2009, quando da un mese all’altro i valori di tale indice passarono dall’essere sotto i 70 a costantemente sopra.

Ora abbiamo passato la soglia dei 70 e sembra che siamo in quella degli 80, al di là della presenza o meno di macchie.

Mentre scrivo l’articolo infatti, il solar flux aggisutato alle ore 17 di ieri registra ancora un altino 86 (arrotondato), anche se come abbiamo già detto è rimasta praticamente solo la 1093 tra l’altro in fase di netta decadenza!

Come gi accaduto la scorsa primavera quindi, il sole ha dato una sterzata e stavolta non sembra essere il solito fuoco di paglia come durante i mesi di gennaio-febbraio e marzo scorsi.

Daltronde era quello che doveva succedere, il sole prima o poi avrebbe dato un’accelerata, ed in futuro me ne aspetto altre, anche più consistenti, perchè la strada verso il massimo solare è ormai avviata come è naturale che sia.

Ma in ballo, nel percorerre questa strada che ci separa dal massimo, ci sono molte riflessioni da fare.

Ormai tutti conoscete cosa penso riguardo questo ciclo 24, anche chi magari non è tanto esperto, seguendo NIA in questi ultimi mesi, si sarà reso conto che di cose strane ne stanno accadendo!

Innanzitutto, la diversità tra un emisfero e l’altro per quanto riguarda il numero di regioni attive e la loro latitudine:

emisfero nord che appare molto più attivo di quello sud e capace già di produrre macchie solari a latitudini vicine o addirittura sotto i 10°!

Inoltre il magnetismo visibile al magnetogramma di tali AR appare con un vettore trail loco paralello all’equatore, ennesimo segno di un ciclo che di strada ne ha fatta più di quanto noaa e nasa vogliono farci credere.

Infine e non da ultimo, abbiamo assistito alla formazione di regioni attive capaci di fare il giro dell’astro con amcchie al proprio interno per 2-3 volte, ed ora nel’emisfero sud sta per riapparire nel alto visibile un’AR che si accinge a compiere addirittura il suo quarto giro di sole:

Trattasi nello specifico della vecchia AR 1089, già 1084 e 1078 come si può vedere nell’apposita pagina del Layman, pagina che in molti non considerano tanto, ma che sta divenendo un vero e proprio archivio di tutte le regioni segnalate dal noaa del ciclo 24:

http://daltonsminima.altervista.org/?page_id=5100

Cosa mi aspetto nel futuro?

Il dado mi sembra tratto!

Possibile massimo per l’emisfero nord entro i primi mesi del 2011 seguito a distanza di un anno circa da quello dell’emisfero sud.

Sull’intensità del ciclo non mi pronuncio, i conteggi moderni sono troppo alterati e quindi non obbiettivi, questo è un minimo che merita un metodo di conteggio alternativo e più idoneo al raffronto coi minimi importanti della storia…e noi pare proprio che l’abbiamo trovato…manco a farlo apposta, il NIA’sount stima i suoi SN giornalieri e quindi m,ensili con un fattore di correzione pari a circa lo 0.6 rispetto i dati del Sidc, sicuramente quindi un metodo di conteggio molto più lineare e corente col passato!

Simon