Archivio mensile:Settembre 2010

La Rubrica di NIA: L’Estate 2007 al Centro Italia – Parte 3

C’eravamo lasciati con il mese di Luglio dopo che l’Italia aveva bollito per tutto il mese Agosto si apprestava a segnare nuovamente temperature elevatissime e quelle zone che ancora non avevano visto i +40°C non sapevano che anche loro ne sarebbero stati vittima.

Nei primi giorni del mese andava esaurendosi l’ondata di caldo che era iniziata negli ultimi giorni di Luglio, però tutta la prima decade fu teatro di giornate molto calde anche senza una vera e propria ondata di calore, ecco infatti le carte più calde

Queste alcune massime registrate nei primi 10 giorni di Agosto

Arezzo: +35.4°C _ Ancona: +32.1°C _ Frontone: +32.8°C _ Grosseto: +32.2°C _ Latina: +32.6°C _ Perugia: +33.0°C _ Rieti: +34.0°C _ Roma: +33.1°C _ Viterbo: +32.1°C _ Pisa: +31.0°C _ Firenze: +34.2°C _ Frosinone: +33.4°C _ Pescara: +34.4°C _ Ascoli Piceno: +33.2°C _ Fano: +33.3°C

Ovviamente neanche il tempo di avere 3-4 giorni freschi che subito una nuova ondata di calore si riprende il dominio del mediterraneo

Ecco le temperature registrate

Arezzo: +35.0°C _ Ancona: +34.9°C _ Frontone: +32.4°C _ Grosseto: +32.0°C _ Latina: +33.6°C _ Perugia: +34.0°C _ Rieti: +34.0°C _ Roma: +34.2°C _ Viterbo: +33.0°C _ Firenze: +33.0°C _ Frosinone: +34.2°C _ Pescara: +33.5°C _ Ascoli Piceno: +35.5°C _ Urbino: +32.2°C _ Fano: +32.0°C

Una nuova fase instabile chiude questa ondata di caldo, ormai l’Estate sembra chiusa e di certo nessuno si aspetta l’ultima fiammata africana prima dell’Autunno da record, probabilmente la più calda di tutta l’Estate per il Centro.

Nell’ultima decade infatti la saccatura che aveva coinvolto l’Italia scende verso la spagna facendo avanzare una lingua di fuoco che dapprima colpisce il sud e poi piano piano di espande fino a prendere tutta l’Italia, le temperature infatti aumentano gradualmente fino al botto finale.

Decisamente l’ondata di caldo più intensa per il Centro Italia di tutta la stagione, ecco le temperature mostruose

Arezzo: +35.4°C _ Ancona: +36.1°C _ Frontone: +33.8°C _ Grosseto: +37.0°C _ Latina: +42.4°C _ Perugia: +36.0°C _ Rieti: +37.0°C _ Roma: +40.5°C _ Viterbo: +36.9°C _ Pisa: +34.6°C _ Firenze: +35.1°C _ Frosinone: +41.4°C _ Pescara: +45.0°C _ Fano: +37.4°C _ Ascoli Piceno: +40.1°C

Come vedete sono state raggiunti nuovamente i +40°C e tranne Pescara, le altre città ancora non gli avevano raggiunti, infatti nel 2007 ogni versante del Centro Italia raggiunse tali valori nell’arco della stagione

Questi sono stati altri +40°C raggiunti nelle Marche:

Servigliano: +42.4°C

Lornano: +40.4°C

Si conclude così l’Estate del 2007, a Settembre infatti una potente irruzione fredda toglie ogni possibile dubbio sul prolungamento dell’Estate

FABIO

DATI SPERIMENTALI SMENTISCONO L’EFFETTO-SERRA (ANTROPICO E NON)

Una delle affermazioni più comuni – anche tra chi non crede che la co2 umana influisca nei cambiamenti climatici – e che si possono ascoltare tra chi si occupa di clima, è quella secondo cui l’atmosfera ed i suoi gas (azoto, ossigeno, vapore acqueo, co2, ozono, ecc.) “riscaldano” la Terra di 33°C, come una sorta di enorme “coperta” gassosa.

Questo sarebbe appunto l’effetto-serra, o l’”effetto-atmosfera” (per chi rifiuta l’ipotesi del riscaldamento antropico).

Come nasce quel numero, 33°C?

Semplicemente applicando la legge di Kirchhoff e la costante di Stephan-Boltzmann sul calore emesso dai corpi irradiati.

Poiché si era osservato che la Terra emette nello spazio una radiazione media di 235 W/m2, ma tale radiazione corrisponde ad un corpo irradiato a –19° C (circa), dal momento che invece la Terra ha una superficie che in media è di + 15°C, allora se ne è dedotto che è l’atmosfera e i suoi gas a dare un contributo di circa 33° C (arrotondati) per passare da – 19°C a + 15°C

Da questo numero, 33°C, sono nate poi tutte le speculazioni sul contributo della co2 e degli altri gas-serra, e sulla presunta pericolosità degli aumenti dei livelli di co2, e la tanto temuta crescita di 5°-6°C delle temperature terrestri nei prossimi decenni.

Ma questo numero e questo calcolo sono errati, come si può dimostrare sperimentalmente.

Di conseguenza cadono tutte le ipotesi che vi possa essere un contributo della co2 e degli altri gas atmosferici alle variazioni delle temperature terrestri.

Nella realtà l’effetto-serra atmosferico non esiste, proprio perché la trasmissione del calore sulla superficie terrestre avviene per il riscaldamento del suolo terrestre e degli oceani, e per il 99% per le reazioni geotermiche (conduzione e convezione) che si verificano in seguito con gli strati e i materiali sottostanti alla superficie terrestre riscaldata (e ciò non viene mai considerato dai “climatologi”!), e solo per l’1% per irradiazione.

Ecco che allora l’analisi del comportamento della co2 diventa assolutamente irrilevante, poiché le temperature terrestri, e dei pianeti del sistema solare, sono gestite dalle tipiche reazioni e dai classici principi della termodinamica (tra cui il 2°), e sono le reazioni geotermiche dei suoli e degli oceani a dominare e ad innescare poi i movimenti delle masse d’aria atmosferiche (convezione) e le dinamiche climatiche (venti, piogge, nevi, ecc.).

Il punto è che TUTTI gli esperimenti compiuti, da oltre un secolo a questa parte, ed anche le rilevazioni delle sonde spaziali sui pianeti del sistema solare, confermano questo postulato di base (inesistenza effetto serra), ed è per questo che le varie teorie dell’effetto serra compaiono solo nei testi dei tanti “climatologi” alla moda, negli ultimi 20 anni, ma nessun testo autorevole di fisica termodinamica li riporta.

Quindi non è vero che l’atmosfera “scalda” la Terra di 33°C, perché quel calcolo si basa – come noto – su un’errata applicazione della legge di Kirchhoff: W/m2 = σT4

che in realtà si applica solo sulle superfici piane, ma è inapplicabile ai corpi solidi reali, e non può misurare la loro reale capacità di trattenere e restituire calore.

In particolare, vorrei elencare i segg. dati sperimentali che – da oltre un secolo – smentiscono inoppugnabilmente l’effetto serra atmosferico:

1) Eperimento delle serre i Wood nel 1909:

Questo test demolì più di un secolo fa l’effetto serra, poiché dimostrò che due serre uguali, una col soffitto in vetro (che assorbe più radiazione IR) e l’altra col soffitto in salgemma (neutro ai raggi IR) raggiungono le medesime temperature. In precedenza Arrhenius credeva che il vetro delle serre potesse trattenere ed amplificare i raggi infrarossi (IR) ricevuti, ma Wood dimostrò che entrambe le serre raggiungevano 55°C, e quindi il riscaldamento delle serre è dovuto unicamente al fatto che nelle serre viene bloccato il raffreddamento convettivo da parte delle masse d’aria all’esterno. Pertanto è scorretto ritenere (per analogie con le serre) che i gas atmosferici in quota possano influire sui processi termodinamici sulla superficie della Terra.

2) Errata applicazione della legge di Kirchoff nel calcolo delle temperature lunari e reali valori poi rilevati

La Luna non ha atmosfera, né “gas serra”. Eppure in base alle equazioni “corpo nero” di Kirchhoff comunemente usate dai climatologi, avrebbe dovuto essere più “fredda”, e invece risultò più “calda” di 40° C. Questo perché l’applicazione della legge di Kirchhoff non era in grado di calcolare il calore assorbito e poi restituito effettivamente dal suolo lunare.

3) Insussistenza di una relazione quantificabile tra irradiazione solare e variazione delle temperature atmosferiche

Analizziamo Venere – Terra – Giove (la cui atmosfera non contiene nemmeno gas serra, perché è composta da idrogeno ed elio) – Saturno – Urano – Nettuno.

La Terra e Venere ricevono rispettivamente 1368 W/m2 e 2614 W/m2 di irradiazione solare media, ma nella fascia atmosferica tra 0.1 e 1 bar (livello del mare) hanno aumenti di temperatura di 100° C (Venere) e di 68° C (Terra).

http://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/planetfact.html

Giove, Saturno, Urano e Nettuno, ricevono rispettivamente dal Sole appena 50.5 W/m2, 14.9 W/m2, 3,71 W/m2 e 1,51 W/m2 di radiazione, eppure nella fascia atmosferica tra 0.1 e 1 bar evidenziano aumenti di temperatura di ben 53°C, 50°C, 23°C, 17°C rispettivamente.

Quindi non c’è alcun rapporto immediatamente quantificabile o esprimibile in una legge fisico-matematica tra irradiazione solare ricevuta da un pianeta e livello di innalzamento termico atmosferico!

Con ogni probabilità sono le masse dei pianeti, la loro densità (quanto meno un pianeta è denso tanto più sembra trasmettere calore alla superficie), la pressione e gravitazione ad incidere sulle variazioni di temperatura nella rilevazione delle temperature nelle atmosfere dei pianeti del sistema solare:

http://www.ilovemycarbondioxide.com/pdf/Rethinking_the_greenhouse_effect.pdf

Anche qui si dimostra che sono i suoli (e sulla Terra anche gli oceani) e la loro capacità di immagazzinare e restituire calore (conduzione e poi convezione) ad essere determinanti nel ciclo termico di un pianeta, i gas atmosferici sono irrilevanti.

Tutto ciò è stato sintetizzato nel lavoro di un fisico e biologo (raro background) messicano, il prof. Nasif Nahle:

http://biocab.org/Induced_Emission.html

L’importanza del lavoro del prof. Nahle consiste nell’avere teoricamente e sperimentalmente studiato l’impatto delle radiazioni solari sulle superfici terrestri (terreni, oceani) ed in particolare negli strati al di sotto della superficie, nel sottosuolo e nelle acque profonde.Applicando i principi della termodinamica, il prof. Nahle è giunto alla conclusione che l’effetto serra non ha alcun reale fondamento, in quanto il calore proveniente dalle radiazioni solari viene immagazzinato durante il giorno negli strati del sottosuolo e nelle acque oceaniche, per risalire poi di notte per conduzione termica verso la superficie, verso gli strati più freddi (in conformità col 2° principio della termodinamica) e riscaldare poi ulteriormente per convezione l’atmosfera, ascendendo verso lo spazio.

Il prof. Nahle applica la seg. formula, per calcolare i flussi di calore tra le superfici (sia oceaniche che terrestri):

FSH=- ρ (Cp) (CH) (v (z)) [T (z) – T (0)]  in cui tra i parametri vi è la densità dell’aria, la velocità dei venti, la temperatura superficiale ed in quota, ecc.

Ma per concludere credo vi sia un’importante osservazione da esprimere.Ciascuno è liberissimo di credere o non credere ad un’ipotesi scientifica, se la ritiene più o meno convincente.

Tuttavia, per gli stessi principi fondamentali del metodo scientifico, così come espressi da Galileo fino a Popper, chi contesta un’ipotesi scientifica, deve però indicare i dati sperimentali in base ai quali non la ritiene fondata, o che la falsificano.E allora, non vi è dubbio che – da oltre un secolo – l’ipotesi teorica che l’atmosfera terrestre e i suoi gas “riscaldino” la Terra di 33° C, a somiglianza di una serra, è sempre stata smentita sperimentalmente e falsificata, da Wood a inizi del ‘900 fino ai dati rilevati dalle moderne sonde spaziali su tutti i pianeti.

Può anche darsi che al momento non esista ancora una teoria scientifica completa in grado di spiegare tutti i fenomeni climatici, ma vi siano solo spiegazioni incomplete.

Ma quel che sembra chiaro è che la teoria dell’effetto serra non sta in piedi, e non a caso non si trova mai nei testi avanzati di fisica e termodinamica, ma solo in quelli dei “climatologi” alla moda che imperversano ovunque da una ventina d’anni a questa parte.

BY IlikeCO2

I CICLI DEL CARBONIO 3) ASPETTI MARINI

Il mare contiene in soluzione 50 volte piú carbonio che la CO2 dell´aria: 40.000 PgC e 750 PgC, rispettivamente (1PgC = 1 Petagrammo Carbonio = 1.000.000 di tonnellate di Carbonio). Tra la superficie del mare e l´aria esiste, in entrambi i sensi, un continuo scambio di CO2. In alcune epoche il mare si comporta come una fonte di CO2 atmosferico e in altre come serbatoio.
L´abbondanza di carbonio nel serbatoio oceanico si spiega, in parte, per l´alta solubilitá della CO2 e per la sua facilitá di reagire  chimicamente con l´acqua. Infatti il diossido di carbonio disciolto si combina con l´acqua di mare formando acido carbonico (H2CO3), che immediatamente si dissocia in ioni di bicarbonato (HCO3) e di carbonato (CO32-). Quasi tutto il carbonio disciolto é nella forma di questi due ioni: circa l´85% in forma di bicarbonato e circa 15% in forma di carbonato, e solo lo 0,5% di tutto il carbonio inorganico disciolto é nella forma di CO2 gassoso, e la concentrazione di acido carbonico H2CO3 é ancora minore.
L´unione di tutto il carbonio dei soluti (CO2 ,HCO3 e CO32-) si suole rappresentare con l´acronimo DIC (dissolved inorganic carbon), per distinguerlo dal carbonio organico DOC contenuto nella biomassa marina (dissolved organic carbon). Reazioni nel doppio senso stabiliscono e mantengono un equilibrio tra loro e che dipendono dalla temperatura, salinitá e alcalinitá dell`acqua.
L´interscambio di CO2 tra mare e atmosfera dipende direttamente della piccola frazione di carbonio presente sulla superficie del mare in forma di CO2. La sua pressione nella superficie dell´acqua (pCO2) si mantiene in equilibrio con la sua pressione parziale nella atmosfera, esistendo un continuo flusso molecolare aria-mare/mare-aria, che regola e fa variare le concentrazioni di carbonio in entrambi i serbatoi. Se per qualche motivo, diminuisce la pressione pCO2 dell´acqua, si produce un passaggio netto di molecole di CO2 dell´aria verso il mare. Cosí l´oceano assorbe CO2 dell´aria e aumenta la pCO2 dell´acqua di nuovo e viceversa.
La pressione della CO2 nell´acqua (pCO2) dipende direttamente della sua concentrazione e inversamente della sua solubilitá. Per esempio, quando l´acqua si raffredda, la solublitá della CO2 aumenta, perché i gas sono piú solubili in acqua fredda che calda, con questo diminuisce la pCO2 nell´acqua. Si produce uno squilibrio tra le pressioni pCO2 della superficie dell´acqua e l´aria a contatto con questa, e allora l´acqua assorbe piú CO2 aumentando la sua concentrazione. Come conseguenza, diminuisce la concentrazione di CO2 nell´aria. Il processo inverso succede quando l´acqua si riscalda. Pertanto, in principio, nelle epoche di raffreddamento delle acque, l´oceano assorbe CO2 dall´aria e fa diminuire la sua concentrazione nell´atmosfera, e al contrario, nelle epoche in cui le acque si riscaldano, l´oceano rilascia CO2 e aumenta la concentrazione di CO2 nell´atmosfera.
Nei processi di interscambio tra mare e aria é importante tenere conto delle correnti termoaline, che fanno sí che in alcune regioni le correnti marine, che portano con sè CO2 disciolto, affondano e in altre zone affiorano. Attualmente in alcune regioni ad alte latitudini, mari nordici e del Labrador e mari costieri antartici, l´acqua fredda superficiale, ricca di CO2, affonda portando con sé il carbonio che con le correnti profonde oceaniche, si sparge in tutti gli oceani. In altre zone l´acqua marina profonda affiora in superficie e riscaldandosi  si sovrasatura ,  rilasciando la CO2 nell´aria. Le zone  piú importanti di ventilazione si trovano nelle zone tropicali del Pacifico e nei mari del Sud . Si produce anche affioramento di CO2 nelle zone litorali del margine orientale degli anticicloni subtropicali, nelle aree di correnti fredde, come quelle delle correnti della California e Canarie al Nord e di Humboldt e Benguela, nell´emisfero Sud.
Pertanto l´affondamento (downwelling) e l´affioramento (upwelling) dell´acqua provocato da queste correnti termoaline, cui i flussi globali di carbonio sono molto importanti e differenti, da circa 25 e 28 PgC/anno rispettivamente, contribuiscono al riciclaggio della CO2 tra i mari e l´aria. La sua alterazione modifica i flussi di interscambio e altera la concentrazione di CO2 nell´atmosfera. Se l´intensitá della ventilazione rallenta, le acque oceaniche profonde non rilasciano la CO2 di cui sono caricate nel pompaggio biologico e, di conseguenza, la concentrazione di CO2 diminuisce nell´atmosfera. Al contrario, se il circuito termoalino si intensifica, la ventilazione oceanica aumenta e la concentrazione di CO2 nell´atmosfera aumenta anch´essa.
SAND-RIO

La Rubrica di NIA: L’Estate 2007 al Centro Italia – Parte 2

C’eravamo lasciati con il caldo quasi record di fine Giugno, ma Luglio avrebbe detto la sua, eccome se l’avrebbe fatto

–          Luglio

Già il giorno 2 e 3, per via del garbino il lato adriatico comincia a bollire con temperature sopra i +35°C quassi ovunque, ma il grosso arriva solo a fine decade, quando tutto il centro viene investito dalla prima ondata di caldo di Luglio

Le temperature salgono con una facilità estrema

Ancona: +35.5°C _ Frontone: +33.0°C _ Perugia: +34.0°C _ Rieti: +33.0°C _ Arezzo: +33.8°C _ Firenze: +33.5°C _ Frosinone: +32.6°C _ Pescara: +36.4°C _ Viterbo: +31.3°C _ Fano: +38.9°C _ Urbino: +32.2°C _ Ascoli Piceno: +35.3°C

A metà mese le temperature cominciano a salire inesorabilmente, una potentissima ondata di calore investe l’Italia

5 giorni di autentico fuoco, le carte sono spaventose e non lasciano spazio ad interpretazioni, sono un record storico, ecco i picchi raggiunti alla fine di questi 5 giorni

Ancona: +38.7°C _ Frontone: +39.4°C _ Grosseto: +34.6°C _ Latina: +37.0°C _ Perugia: +38.0°C _ Rieti: +38.0°C _ Roma: +36.5°C _ Pisa: +34.0°C _ Arezzo: +40.0°C _ Firenze: +38.6°C _ Frosinone: +38.4°C _ Pescara: +38.4°C _ Viterbo: +36.5°C _ Ascoli Piceno: +39.2°C _ Urbino: +37.1°C _ Fano: +35.6°C

Ecco che spuntano i primi +40°C anche al Centro, ecco gli altri +40 registrati in quei giorni nella rete regionale delle Marche, l’unica disponibile per il 2007

Pergola: +40.0°C

Lornano: +41.8°C

Fabriano: +40.0°C

Fossombrone: +42.1°C

Voi direte, dopo questa il mese chiude con le massime che piano piano scendono, e invece no, l’inferno non è ancora finito, infatti dopo 2 giorni di tregua una saccatura finisce in spagna e spinge termiche ancora più calde verso l’Italia

Le temperature tornano a bollire

Ancona: +38.2°C _ Frontone: +36.0°C _ Perugia: +37.0°C _ Roma: +37.0°C _ Arezzo: +37.2°C _ Firenze: +36.0°C _ Frosinone: +38.2°C _ Pescara: +44.0°C _ Viterbo: +36.9°C _ Ascoli Piceno: +38.7°C _ Urbino: +36.1°C _ Fano: +40.2°C

Anche in questa occasione vengono superati i +40°C, vediamo altre stazioni

Jesi: +40.0°C

Fossombrone: +41.4°C

Ma non è finita, no, come in un film senza fine anche gli ultimi giorni di Luglio regalano un’ondata di calore degna di superare nuovamente i +40°C in alcune zone d’Italia

Queste le temperature

Ancona: +34.7°C _ Frontone: +35.4°C _ Grosseto: +34.4°C _ Latina: +35.8°C _ Perugia: +36.0°C _ Roma: +35.0°C _ Arezzo: +37.2°C _ Firenze: +40.0°C _ Frosinone: +37.4°C _ Pescara: +36.5°C _ Viterbo: +35.5°C _ Ascoli Piceno: +35.9°C _ Urbino: +34.4°C _ Fano: +35.8°C

I +40°C vengono nuovamente superati anche a Fossombrone con una massima di +40.1°C

Si conclude così un Luglio di puro fuoco

FABIO

Il flusso dell’acqua bagnata

No, il calore estivo non mi ha dato alla testa .

R. Feinmann

Ho solo ripreso il titolo di un bel capitolo de "La fisica di Feinmann" dove il "Nobelist Physicist, teacher, storyteller and bongo player" spiegava ai suoi alunni la differenza tra le equazioni che governano i fluidi ideali e quelli "reali".

Volevo parlare e tediarvi un attimo sui motivi profondi per cui, in certi campi, risulta difficile e talvolta impossibile fare previsioni deterministiche sui comportamenti di un sistema fisico. Ma andiamo con ordine e facciamo un pò di filosofia. Normalmente in Fisica e nelle Scianze Naturali si procede con il cosiddetto Metodo Galileiano .

Si osserva e misura un fenomeno, quindi si elabora un modello matematico che lo descriva .

Si usa il modello per eseguire delle previsioni e si eseguono nuove misure.

Se le misure confermano "entro ragionevoli limiti" le previsioni il modello e' accettato e se ne cerca una giustificazione teorica , altrimenti lo si butta via senza rimpianto …

Ma "cosa sono" i modelli? Be, diciamo che c'e' un po' di tutto. Un po' di tutto di quello che i "matematici teorici" sono riusciti a concepire . Però , per le previsioni "deterministiche" si puo' dire che va ancora per la maggiore un sistema ideato verso la fine del '600 – inizi '700  (parlo di Newton e di Leibnitz);  le equazioni differenziali.

Si tratta di "oggetti"  che contengono delle variabili insieme alle "derivate" delle variabili stesse (la derivata e' una funzione che dice quanto velocemente cambia il valore della variabile). Probabilmente senza saperlo ne avete incontrate parecchie nel vostro currculum scolastico.

Ad esempio la classica legge del moto F=m*a … e' un'equazione differenziale : infatti l'accelerazione (a) e' la derivata seconda dello spazio rispetto al tempo  e… Se vogliamo ricavare la traiettoria di un oggetto, dobbiamo risolverla. Pero' qui le cose si complicano . Si, perchè non e' detto che una equazione differenziale sia facilmente risolubile.

Anzi, in generale, la soluzione "algebrica" non esiste

J.L.Lagrange
J.L.Lagrange

Un esempio storico molto bello e' il "problema a tre corpi", dove la forza F e' la forza di gravità . Non esiste la soluzione generale. Facendo i conti si possono vedere molte cose (e.s. l'esistenza dei "punti di Lagrange", dal nome del matematico torinese che li calcolo' per primo ). I calcoli dovevano essere fatti a mano risolvendo, per ogni caso particolare, delle "equazioni alle differenze" che, dopo un certo numero di iterazioni, danno il risultato cercato . Ad esempio, si voleva  sapere dove si sarebbe trovata la Luna da qui a qualche mese?  Bene, si prendevano le posizioni e le velocità "oggi" di tutti i pianeti e del Sole, si calcolavano le interazioni e quindi le nuove velocita', quindi le nuove posizioni, e via cosi' di un passettino alla volta. Ovviamente il "passettino" deve essere tale da non far variare in modo significativo le forze reciproche.

Con l'avvento dei calcolatori elettronici il problema del "calcolo numerico" sembrerebbe risolto. Infatti si riescono a calcolare le traiettorie delle sonde spaziali con una precisione "quasi miracolosa".

Pero' non sempre e' vero…

Studiando la teoria delle equazioni differenziali (e' stato tanti anni fa… non me ne vogliano i precisi se sarò un pò grossolano) si trova che ne esistono di due "tipi" : quelle stabili e quelle instabili. Nel primo caso piccole variazioni delle condizioni iniziali (es. le posizioni dei pianeti) portano variazioni "proporzionalmente piccole" del risultato. Nel secondo caso condizioni iniziali leggermente differenti portano a risultati finali MOLTO DIVERSI. (per chi volesse approfondire … stabilità equazioni differenziali )

Un altro esempio del primo gruppo di fenomeni : una corda di chiatarra. Se la pizzichiamo nel centro o se la pizzichiamo ad un estremo la nota emessa (dopo un certo tempo) sara' sempre la stessa… anche se le "condizioni iniziali" (Il pizzico) erano decisamente differenti (per chi volesse approfondire Corda_vibrante )

E arriviamo dunque all'acqua "bagnata"….

Il Feinmann, nella lezione precedente aveva illustrato le equazioni, molto belle, STABILI  ed eleganti, che governano il moto dei fluidi, nel caso semplificato di incomprimibilità ed assenza di viscosità e aveva chiamato un tale ipotetico elemento "acqua asciutta", in quanto senza viscosità non sarebbe mai rimasta "attaccata" a nulla…

Introducendo la viscosità e la comprimibilità le equazioni mutano profondamente e diventano poco eleganti e "asimmetriche".

Ma soprattuto perdono la stabilità.

L'introduzione della viscosità permette la nascita dei vortici, che sono in gran parte moti caotici e "imprevedibili". Da cui il detto "il battito delle ali di una farfalla puo' generare un uragano" …

Il che non e' proprio corretto… L'interpretazione da darsi e' che non si e' in grado di inserire il numero adatto di "condizioni iniziali" con la dovuta precisione in un modello previsionale che usi unicamente le equazioni che descrivono la dinamica dei fluidi.

E' un problema intrinseco del modello: non potrà mai farcela, da solo! Infatti per le previsioni meteo ormai non si utilizzano piu' solamente le analisi alle differenze ma sistemi misti che utilizzano l'analisi statistica ed altre diavolerie… Non e' pulito , non e' "matematicamente elegante " ,Ma funziona e, per dirla con il Feinmann, "la natura e' fatta così e noi non possiamo farci niente – R.F."

Luca Nitopi