Archivio mensile:Gennaio 2014

Il Dott. Nicola Scafetta cita un articolo di un nostro utente, in una sua nuova carta scientifica

Nicola, mi ha comunicato via mail, l’uscita di un suo nuovo lavoro. Documento, nel quale inserisce fra i riferimenti scientifici, una ricerca realizzata da un nostro vecchio utente, Andrea Battistini dell’osservatorio Bendandi di Faenza. Articolo di riferimento :

http://daltonsminima.altervista.org/?p=8669

La citazione a termine lavoro :

Battistini

La specifica citazione, ripresa dalla carta :

Battistini (2011) ha osservato che il ciclo solare di 11 anni  modello proposto da Bendandi (1931) basato sulla configurazione di Venere-TerraGiove è leggermente fuori fase sia con
il cicli di macchie solari # 2-4 precede il minimo di Dalton e con i cicli delle macchie solari # 22-24

 

La carta : La sincronizzazione della complessa struttura planetaria del sistema solare

Active Cavity Radiometer Irradiance Monitor (ACRIM) Lab, Coronado, CA 92118, USA
Duke University, Durham, NC 27708, USA
Correspondence to: N. Scafetta

Riassunto

La sincronizzazione della complessa struttura  planetaria del sistema solare, che da Pitagora di Samo (570-495 AC), è conosciuta come la musica delle sfere, è brevemente passata in rassegna dal Rinascimento fino alla ricerca contemporanea . Il modello eliocentrico di Copernico dal 1543, ha suggerito che i pianeti del nostro sistema solare formano una sorta di sistema tra loro ordinato e quasi- sincronizzato . Dal 1596-1619 Keplero formulò relazioni matematiche preliminari di commensurabili approssimate tra i pianeti, che sono stati successivamente riformulati nella regola di Titius – Bode (1766-1772), che ha predetto con successo la posizione orbitale di Cerere e Urano. In seguito alla scoperta del ciclo di undici anni delle macchie solari, nel 1859 Wolf ha suggerito che la variabilità solare osservata potrebbe essere  sincronizzata circa con i movimenti orbitali di Venere, Terra, Giove e Saturno . La ricerca moderna ha inoltre confermato che ( 1 ) i periodi planetari possono essere approssimativamente dedotti da un semplice sistema di frequenze di risonanza, (2 ) il sistema solare oscilla con uno specifico set di frequenze gravitazionali, e molti di loro ( ad esempio, nel range tra 3 anni e 100 anni ) possono essere approssimativamente costruiti come armoniche di un periodo di riferimento di circa 178,38 anni , e (3 ) le registrazioni solari e climatiche sono inoltre caratterizzate da armoniche planetarie dal mensile per i tempi millenari . Questa breve rassegna si conclude con l’accento sul contributo della ricerca dell’autore sulle evidenze empiriche e la modellazione fisica sia di variabilità solare e di clima sulla base di armoniche astronomiche. La conclusione generale è che il sistema solare funziona come un risonatore caratterizzato da una struttura planetaria armonica specifica che sincronizza anche l’attività del Sole e il clima della Terra .

Il modello numero speciale della variabilità solare, la loro origine planetaria e gli impatti terrestri ( Mörner et al. , 2013) sviluppa ulteriormente le idee circa l’interazione planetaria – Solare – Terrestre, con il contributo personale di 10 autori .

Come spiegato in precedenza, la carta è parte di un numero speciale, su argomenti correlati. Se siete interessati potete visitare il sito web del numero speciale, in cui tutte le carte sono ad accesso aperto.

http://www.pattern-recogn-phys.net/special_issue2.html

Dalla carta :

Figura 8

Figura 8. Confronto tra gli ultimi cicli di macchie solari # 19-24 (nero) e i cicli di macchie solari # 1-5 (rosso), immediatamente precedenti il minimo di Dalton (1790-1830). Un nuovo minimo solare di Dalton-like è probabile che si avvicini e questo, potrebbe durare fino al 2045. Il ritardo temporale di 211 anni corrisponde approssimativamente ad un ciclo solare Suessde Vries, che corrisponde approssimativamente al periodo di 210 anni, battimenti tra i 60 anni di GioveSaturno (fig. 2c e 4a) e i 84 anni del ciclo orbitale di Urano. Scafetta (2012b).

Dalle conclusioni :

Così , le gravitazionali e le elettromagnetiche forze planetarie, dovrebbero modulare sia l’attività solare e direttamente o indirettamente , le proprietà elettromagnetiche dell’eliosfera . Il clima può rispondere sia alle oscillazioni di luminosità solare e alle oscillazioni elettromagnetiche dell’eliosfera e le varie sincronizzare tra loro. Le oscillazioni elettromagnetiche dell’eliosfera e l’interplanetario campo elettrico possono così influenzare direttamente la Terra e il sistema “cloud”, attraverso la modulazione dei raggi cosmici e il vento solare, causando oscillazioni del albedo terrestre, che potrebbero essere sufficientemente grandi (circa 1-3 % ), per provocare le osservate oscillazioni climatiche ( ad esempio , Mörner , 2013 ; Scafetta , 2012a , 2013b ; Svensmark , 2007; Tinsley , 2008; Voiculescu et al. , 2013).
Tuttavia, anche se le regole e le equazioni proposte non sono perfette , i risultati di questo studio supportano l’idea che il sistema solare è altamente organizzato in una qualche forma e struttura di risonanza sincronizzata e complessa. Tuttavia, questo stato è dinamico ed è continuamente turbato dalla variabilità caotica. La ricerca futura dovrebbe indagare i pianeti, il Sole e i meccanismi di accoppiamento spazio – clima, al fine di sviluppare una più avanzata ed efficiente proposta analitica dei modelli solari e climatici semi – empirici . Un armonico insieme costituito delle armoniche planetarie elencati nella fig . 4, più i battimenti armonici generati dalla sincronizzazione solare ( ad esempio , Scafetta , 2012b ) più le armoniche deducibili dalle soli – lunari maree (ad esempio , Wang et al. , 2012) costituisce forse il gruppo costituente armonico che è necessario per lo sviluppo avanzato dei modeli del clima armonici semi-empirici basati astronomicamente.

Come Pitagora, Tolomeo, Keplero e molte altre civiltà hanno ipotizzato fin dall’antichità previsioni, solari e climatiche proiezioni basate sulle oscillazioni astronomiche appaiono fisicamente possibili. Avanzando, questa ricerca scientifica, potrebbe dare grande beneficio dell’umanità.

 

Fonte : http://www.pattern-recogn-phys.net/2/1/2014/prp-2-1-2014.pdf

Michele

Rubrica Sole Dicembre 2013

Introduzione e riepilogo

Durante la sua progressione verso il massimo solare, il ciclo 24 ha da subito manifestato un’intensità notevolmente inferiore a quella che gli esperti avevano pronosticato al termine del ciclo 23: http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2006/21dec_cycle24/ . Fino alla fine del mese di Settembre 2013, vista l’evoluzione degli ultimi due anni, dopo il picco dell’autunno 2011, sembrava in verità molto improbabile che questo ciclo potesse prendere un diverso andamento rispetto a quello fatto vedere fino a quel momento. In definitiva il Sole era in una fase di “stallo”: pur con naturali oscillazioni in alto ed in basso dei vari indici di attività, nel periodo in questione il solar flux (il miglior indicatore dell’attività solare finora noto) non ha mostrato in media alcun trend particolare, né crescente né decrescente. Lo si nota chiaramente dalla prima immagine successiva.

L’attuale fase di forte spinta lascia ritenere che siamo in presenza del secondo massimo del ciclo 24: se l’attività del sole dovesse continuare nei prossimi mesi sui ritmi tenuti nell’ultimo trimestre, potrebbe anche trattarsi del massimo assoluto. Probabilmente le influenze planetarie, come a suo tempo debitamente descritto in un articolo del nostro Michele, hanno avuto un peso non indifferente nelle dinamiche di questa ripresa dell’attività solare. Resta però da capire quanto tale fase durerà e quando e come inizierà la fase di declino post-massimo.

In sintesi, il mese di Dicembre appena trascorso, ha mantenuto un livello di attività secondo solo al mese di Novembre 2011, ed in linea con i due mesi che lo hanno preceduto. Come conseguenza, il Sunspot Number ed in particolare il Solar flux si sono mantenuti su valori paragonabili a quelli più elevati raggiunti fino ad ora in questo ciclo 24. Si tratta di valori ancora bassi se paragonati ad un massimo solare dei cicli compresi tra il 19 ed il 23, anche perché le macchie sono state finora meno estese ed attive.

In ogni caso, l’attività del trimestre Ottobre-Dicembre è paragonabile a quella dell’autunno 2011. Si può quindi legittimamente ritenere si tratti del secondo massimo del Ciclo 24.

Questa fiammata dell’attività potrebbe essere messa in relazione all’eventuale secondo picco di attività pronosticato anche dalla NASA http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2013/01mar_twinpeaks/.

Siamo giunti al traguardo dei 5 anni (60 mesi) dal minimo del dicembre 2008 e dobbiamo comunque constatare che, fatti salvi brevi periodi di più intensa attività,

  • il solar flux non ha finora raggiunto quota 200, nemmeno come valore di picco giornaliero (ndr: tale limite è però stato superato all’inizio di Gennaio e sarà citato nella prossima rubrica); tale soglia fu ampiamente superata più volte dai cinque cicli precedenti, almeno come valore giornaliero ma spesso anche in termini di media mensile.
  • anche il sunspot number risulta decisamente inferiore e analogo a quello dei cicli di fine Ottocento-inizio Novecento; ricordiamo però che i calcoli attuali sono molto rigorosi e tengono conto anche della macchia più piccola. Pertanto i valori del passato sono molto probabilmente sottostimati: perlomeno del 5% per i cicli di fine Ottocento/inizio Novecento, fino al 20% ed oltre in precedenza (ad esempio durante il Minimo di Dalton).

Il grafico seguente evidenzia la citata assenza di trend del solar flux e i valori complessivamente “depressi” di questo massimo in tono minore. In evidenza anche l’attuale picco di attività:

Solen Info

  Il sunspot number

Come già accennato in precedenza, dopo il massimo registrato a Febbraio 2012 con 66,9, nel successivo mese di Marzo, per la prima volta dal minimo, la progressione del SSN (Smoothed Sunspot Number, media mobile su 13 mesi; fonte SIDC) si è interrotta ed invertita, continuando a calare sensibilmente nei mesi seguenti. Attualmente questo indice (assieme anche al Solar Flux), grazie all’attuale nuova fase di spinta del sole, è tornato in una fase di nuova e stavolta più decisa crescita, che promette di regalarci un nuovo massimo del ciclo, se Gennaio e Febbraio manterranno l’attuale progressione.

Ad onor di cronaca va rimarcato che il conteggio del NIA’s, fermo restando quanto sopra detto, risulta essere leggermente difforme rispetto a quelli ufficiali del sunspot number SIDC, in quanto il mese del massimo relativo cade a Marzo 2012 anziché Febbraio. Come già accennato, in questa fase, grazie a valori del SN decisamente più elevati dovuti alla più consistente “spinta” degli ultimi tre mesi, stiamo assistendo ad una nuova fase di crescita di questo indice, dopo il sostanziale stallo del più recente passato, sia per il SIDC che per il “nostro” conteggio (alcuni dati sono ancora da verificare). Inoltre, la curva della media “smoothed”, con le dovute proporzioni, sembra ricalcare l’andamento di quello che per la Scienza ufficiale è e rimane l’unico conteggio valido, ovvero quello del SIDC.

Vediamo in dettaglio cosa ci ha riservato questo Dicembre 2013: Smoothed sunspot area

Questo grafico, basato sulle medie mensili delle aree del disco solare coperte da sunspot (in rosso la smoothed) è abbastanza eloquente: l’attuale ciclo 24 per ora non riesce a tenere nemmeno il passo dei deboli cicli di fine ‘800 – primi ‘900.

In dettaglio, Dicembre è stato caratterizzato dal livello di attività più elevato degli ultimi 24 mesi ,ovviamente superiore alla media dei valori di questo ciclo, con valori che risultano essere secondi solo al picco del mese di novembre 2011. Il sunspot number ha registrato sensibile aumento rispetto a Novembre passando da 77,6 a 90,3. Come evidenziato dal grafico sottostante, l’attuale decisa seconda impennata di attività conferma la nostra convinzione che ci troviamo nel massimo del ciclo, con tutta probabilità, in una fase anche abbastanza avanzata.

SN Nia e Sidc Il valore del NIA’s di ottobre (42,8), novembre (38,8) sono stimati-provvisori ed al momento in attesa di validazione mentre è già definitivo il dato di dicembre 2013 che con 58,4 stabilisce il massimo relativo di questo indice.

Nel grafico è ben evidente il raggiungimento del massimo a primavera e l’iniziale declino delle curve del SSN ed il sostanziale stallo e l’ultima nuova  e più decisa tendenza al rialzo dell’indice in oggetto.

Solar flux

Il Solar Flux a Dicembre ha fatto registrare una lievissima flessione del suo valore medio rispetto a quanto fatto nel mese di Novembre, benché anche stavolta, come accaduto nel mese scorso, caratterizzato da una costante presenza di valori compresi tra 130 e 170 e senza mai scendere al di sotto della soglia dei 110, come invece “normalmente” accaduto nei mesi che hanno preceduto l’attuale picco di attività.

In virtù di quanto sopra esposto, così come per il mese scorso, non mostrando pieno accordo con l’andamento dell’SN (in vistoso aumento per questo mese), il valore medio mensile del solar flux (aggiustato), è leggermente sceso, fino a segnare un 143,49 dopo il 145,55 di Novembre. Pur facendo segnare la terza “miglior prestazione” di questo ciclo, tali valori restano comunque sempre al di sotto di quelli definiti “normali” per un sole in condizioni di massimo e comunque anche in questo caso inferiori al 150,23 di Novembre 2011, massimo di questo ciclo.Il solar flux testimonia in modo eloquente le difficoltà che il ciclo 24 ha incontrato nella sua progressione. Dal grafico seguente risulta ancor più evidente la netta suddivisione dell’attività solare in due distinte fasi, spinta e riposo, la prima con valori relativamente elevati, la seconda con detti indici più vicini a valori da minimo che da massimo.

Confronto Solar Flux 

 In termini generali, il grafico conferma la peculiarità del ciclo 24, rispetto a quelli immediatamente precedenti. E’ un ciclo “pigro”, con le “marce lunghe” e, come accennato in precedenza, è l’unico degli ultimi 6 cicli (dal ciclo 19, cioè da quando si misura il solar flux) che non sia ancora riuscito a raggiungere la soglia (di picco) di 200, ampiamente superata da tutti quelli precedenti. Inoltre, si nota chiaramente una tendenza alla stasi,  manifestatasi dall’autunno 2012 in poi, dopo un trend fino ad allora costantemente improntato al rialzo. Come già rimarcato, rimane da valutare la consistenza e la durata dell’attuale nuova impennata dei valori: a primavera 2014 potremmo sbilanciarci in modo più sostanziale in merito.

Più in dettaglio, nell’ultimo mese il valore medio del flusso “aggiustato” (ore 20) è stato pari a 143,49 (contro 145,55 di Ottobre) mentre la “forbice” tra il valore minimo e quello massimo è rimasta compresa tra 118,7 (ore 20 del 25/12) e 170,8 (ore 22 del 10/12); valori comunque piuttosto modesti per un massimo. Nell’ultima decade (dal 21 al 31 compresi), ancora una volta in concomitanza con il periodo del mese più “fiacco” di questo indice , la media è stata pari a 130,50 (valori delle ore 20), a testimonianza di un livello quantomeno accettabile se paragonato a quanto fatto vedere fino ad ora.

Altri diagrammi: butterfly e inversione magnetica

Il cosiddetto “butterfly diagram”, per quanto ancora incompleto nella rappresentazione del ciclo 24, è eloquente: http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/bfly.gif Butterfly

Il ciclo 24 risulta paragonabile ai cicli più deboli, perlomeno dal 1880 in poi, in termini di numerosità delle macchie, in rapporto alla loro estensione (in sostanza la colorazione del grafico “a farfalla”). Risulta addirittura inferiore a tutti i cicli rappresentati, in termini di estensione delle macchie (grafico in basso).

Per quanto concerne lo stato di avanzamento dell’inversione dei poli solari l’ultimo dato disponibile (23 Dicembre) su http://wso.stanford.edu/Polar.html evidenzia un valore “filtrato” per l’Emisfero Nord pari a +9, in deciso e netto calo rispetto a quanto emerso nelle precedenti uscite della Rubrica e che risultava essere stazionario ormai da diversi mesi. L’Emisfero Sud, invece, dopo il cambio di polarità avvenuto tra luglio ed agosto 2013 mostra una decisa progressione e fa segnare un valore di -15. Dunque entrambi gli emisferi hanno invertito la polarità. In base al comportamento dei cicli precedenti, ci si attende trascorra ancora un anno circa prima dell’avvio di un evidente ed inesorabile declino del ciclo 24. Durante tale anno saranno possibili ancora picchi isolati, come si è verificato nel corso dei cicli precedenti. Rimane da monitorare il perdurante stallo (e l’eventuale regressione) dei valori dell’emisfero nord, valutando al contempo anche l’altro emisfero qualora si dovesse ricreare la stessa situazione anche per quest’ultimo.

Può essere utile anche visionare il seguente grafico relativo all’andamento dall’inizio del ciclo 24 fino ad ora:

 Aggiornamento WSO

In dettaglio, l’andamento degli ultimi 24 mesi dove è più evidente lo stallo e la leggera tendenza al calo dei valori dell’emisfero nord:

Dettaglio aggiornamento WSO

Per una più immediata comprensione dello stato di avanzamento del fenomeno, si vedano inoltre i seguenti grafici, tratti dal sito di Leif Svalgaard: http://www.leif.org/research/WSO-Polar-Fields-since-2003.pngWSO polar fields

 andamento dei due emisferi dal 2003 e http://www.leif.org/research/Solar-Polar-Fields-1966-now.pngN - S polar fields

andamento complessivo dal 1966. Per ulteriori informazioni in merito, si veda anche l’articolo http://solar-b.nao.ac.jp/news/120419PressRelease/index_e.shtml.

Le ultime immagini “Stereo Behind” al momento, sembrerebbero prospettare una breve pausa dell’attività: sono presenti diverse regioni attive soprattutto nell’Emisfero Sud;  quelle già visibili dalla Terra stanno producendo perlopiù macchie discretamente coalescenti, di una certa dimensione ed anche relativamente numerose. Si conferma la forte riduzione di attività dell’Emisfero Nord, con pochissime AR e macchie visibili. Tutto ciò lascia pensare, come peraltro ci si attende, che il ciclo possa durare più dei “canonici” 11 anni: ad esempio David Archibald sostiene, in base ad uno studio delle emissioni coronali, che il ciclo 24 possa durare addirittura il 40% in più dei soliti 11 anni, cioè ben 17 anni, insomma fino al 2025!

Per i dettagli, si veda l’articolo al link seguente http://wattsupwiththat.com/2013/03/05/how-long-to-the-2425-solar-minimum/Intanto, la previsione NASA  http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/ssn_predict_l.gifci dice che il massimo sarebbe…….proprio adesso e anzi, ormai ci avvieremmo al suo termine! Dunque, se corretta (cioè se non di dovesse verificare un secondo massimo dopo quello del Novembre 2011), i primi chiari segnali di declino dovrebbero essere imminenti.

 Sunspot number per emisfero e conclusioni

Questo ciclo 24 è sicuramente una grande occasione per il mondo scientifico in quanto ci offre la possibilità di studiare “in diretta” situazioni che fino ad ora avevamo potuto solamente immaginare o “ricostruire” attraverso simulazioni, dati proxy e modelli matematici: molto probabilmente, e non siamo solo noi a dirlo, ci troveremo ad affrontare un periodo (forse anche relativamente “lungo”) di attività solare molto più bassa rispetto a quella a cui, in qualche modo, eravamo abituati.

Che questo ciclo fosse lontano da quella presupposta “normalità” di cui abbiamo più volte parlato ne avevamo sentore già da prima che il profondo ultimo minimo solare terminasse. La parvenza di “normalità” dell’autunno 2011, quando la progressione era parsa netta e, per la prima volta dal minimo, continua per qualche mese consecutivo aveva dato l’illusione che il ciclo 24 potesse essere solo un poco più debole di altri precedenti ma comunque “normale”. Gennaio 2012 ed in particolare Febbraio hanno fatto segnare un crollo difficilmente pronosticabile che ha di fatto minato l’ipotesi di un proseguimento “normale”, anche se contraddistinto da un debolezza di fondo. Il più recente massimo di Luglio 2012 e il picco di Gennaio  e Aprile/Maggio 2013, pur inaspettati, hanno avuto il carattere di episodi isolati, come e più di quello di Novembre 2011 e dunque non hanno modificato il quadro complessivo. Da Agosto a Novembre abbiamo assistito a mesi interlocutori, senza “acuti”, pur con la novità del netto calo del SSN. I mesi di Dicembre 2012 ed il Febbraio 2013 potrebbero aver dato il “colpo di grazia” a questo ciclo. Ciò avvalora ancor di più la possibilità che i due massimi trascorsi possano essere quelli assoluti del ciclo. Certo, è possibile vi sia un altro massimo nei prossimi mesi, specie dopo la recente accelerazione dell’attività, al limite fin verso l’inizio del 2015 (ma solo come picco isolato), come indicato nelle ultime previsioni NASA. Dopo l’inversione è entrata in netta decadenza la fase di maggiore spinta relativa proprio nell’emisfero Nord che, dopo l’inversione di polarità, sta mostrando come previsto un fisiologico calo (il massimo fu raggiunto a settembre 2011, con un SSN emisferico di 41,29). Invece l’emisfero Sud, dopo un periodo di sostanziale stabilità ha ripreso la sua rampa di ascesa verso un nuovo massimo relativo, “sorpassando”, per effetto degli ultimi mesi di maggiore attività, il livello di attività dell’emisfero nord: attualmente abbiamo un nuovo massimo provvisorio con un valore pari a 35,87, tendente ad aumentare ancora. Anche in questo caso però, stante l’inversione di polarità in corso e forse già conclusa, ci si attende presto un declino di attività.

SC24 progres

Che cosa ci riserverà il ciclo nei prossimi mesi? E’ piu che possibile un secondo massimo, eventualmente anche assoluto; poi ci si attendono i primi chiari segnali di declino.

Vi lasciamo con un grafico che evidenzia l’andamento dell’attività solare in base al SSN: in blu la curva relativa al sole nel suo complesso, in rosso ed in verde lo stesso indice preso in considerazione rispettivamente per emisfero Nord e Sud. Si nota chiaramente il declino dell’emisfero Nord e la sostanziale stabilità di quello Sud. SSN tot +N+S

 Restate sintonizzati per i prossimi aggiornamenti!

 Apuano 70 e FabioDue

Magnetica ice age

Introduzione

In settimana, stavo discutendo via facebook, con un nostro caro utente, di vecchia data il buon Luigi Lucato. Luigi è persona estremamenete preparata su varie tematiche culturali, fra le quali, la storia climatica del nostro pianeta. In particolare i cicli e sotto cicli che la nostra madre Terra ha passato e che quasi sicuramente rivivrà. Brevemente, fatto sta, che mentre cercavamo di portare a termine traduzione di un documento scientifico russo, riguardante le strette relazioni esistenti fra dinamiche elettromagnetiche e geologia sul nostro pianeta, Luigi, fra un messeggio e l’altro, mi lancia questa interessante affermazione :

 Mex Luigi

Passano alcune ore e mentre effettuavo alcune ricerche in rete, trovo questo interessante documento scientifico, che a mio parere si ricollega molto bene all’importante interrogativo lanciato da Luigi.

Il titolo della carta recita :

Variazioni di attività magnetica solare nel corso degli ultimi 200 000 anni: c’è una connessione Sole-Clima ?

 

Mukul Sharma Dipartimento di Scienze della Terra, Dartmouth College, Hanover, NH 03755, USA

Un articolo pubblicato su Earth and Planetary Science Letters, rileva,  che l’attività solare è stata fortemente correlata con i cambiamenti climatici negli ultimi 200 mila anni. Il documento ricostruisce la forza del campo geomagnetico solare mediante la delega dell’isotopo 10Be derivato dai raggi cosmici, che è inversamente correlato, all’attività solare. La ricostruzione in Figura 2 mostra che l’attività solare alla fine della registrazione, vicino ad oggi, si trova al più alto livello, degli ultimi 200 mila anni e l’intensità del campo magnetico terrestre è circa 3 volte superiore rispetto a quella dell’era glaciale, di ~ 180.000 anni fa.

 Figura n°2

 Asse orizzontale, migliaia di anni prima del presente. Asse verticale, l’attività geomagnetica solare è inversamente proporzionale ai galattici raggi cosmici sulla superficie terrestre, e quindi inversamente proporzionale alla produzione cosmogenica di isotopi di 10Be.

La Figura 4 mostra la forte correlazione tra l’attività solare [tracce in grigio e nero] e le registrazioni del cambiamento climatico [d18O in rosso], negli ultimi 200 mila anni. Secondo l’autore, la delega della temperatura marina δ18O e la modulazione solare sono fortemente correlati, su una scala cronologica di 100 mila anni. Si propone quindi, che le variazioni dell’attività solare, controllano i cicli glaciali-interglaciali 100 mila anni.

 Figura n°4

La figura 4,mostra la forte correlazione tra attività solare [grigio e nero] e la delega del cambiamento climatico [d18O in rosso] negli ultimi 200 mila anni. Secondo l’autore, “La delega marina δ18O e la modulazione solare, sono fortemente correlati su una scala cronologica di 100 mila anni. Proponiamo quindi, che le variazioni dell’attività solare, controllano i cicli glaciali-interglaciali di 100 mila anni.”

Così, la carta, sembra risolvere il mistero di ciò che provoca le ere glaciali e i cicli glaciali-interglaciali, problematica che è rimasta irrisolta a causa del cosiddetto problema dei 100,000 anni di utilizzo dei cicli di Milankovitch, per spiegare le ere glaciali.

 http://en.wikipedia.org/wiki/100,000-year_problem

Cioè, le ere glaciali e cicli interglaciali sono causati principalmente dalle variazioni dell’attività solare, piuttosto che dai cambiamenti di insolazione sugli emisferi nord e sud, come descritto da cicli di Milankovitch.

La produzione di 10Be nell’atmosfera terrestre dipende dal flusso dei raggi cosmici galattici che, a sua volta, è influenzata dall’attività magnetica superficie solare e dalla forza dipolo geomagnetico. Utilizzando le variazioni stimate del tasso di produzione di 10Be e l’intensità del campo magnetico terrestre, le variazioni dell’attività solare sono così calcolati per gli ultimi 200 ka. L’autore propone che le variazioni dell’attività solare controllano i cicli di 100ka glaciali-interglaciali. Tuttavia, le variazioni dei tassi di produzione, possono essere stati sotto-approssimati, nell’intervallo di tempo che va da 115ka e 125ka e questo può aver distorto i risultati. Futuri test e ipotesi, sono discussi.

Secondo l’autore, l’intensità del campo magnetico terrestre sembra essere variato da un fattore di tre negli ultimi 200.000 anni, attraverso tre escursioni, quando l’intensità è diventata meno della metà del valore attuale.

Ci sono forti correlazioni tra l’attività magnetica superficie solare e clima in tempi diversi, che vanno da giorni attraverso i secoli. Considerando che queste osservazioni hanno evidenziato una relazione causale tra l’attività solare e il cambiamento climatico, i dettagli del meccanismi fisici devono ancora essere elaborati. In sintesi, è evidente che mentre ci sono forti correlazioni tra attività solare e il clima in tempi diversi, l’autore aggiunge inoltre che tuttavia è necessario lavorare più a lungo, verso la ricerca dei meccanismi che cambiano attività solare, in primo luogo e che spiegano il legame fisico tra magnetismo solare e clima.

L’attività solare nel lungo termine e la temperatura della superficie terrestre sembrano essere direttamente correlati.

Le variazioni dell’attività solare possono controllare i cicli glaciali-interglaciali di 100 mila anni fornendo una più tangibile astronomica forzatura, rispetto alle variazioni stimate di irraggiamento solare [cicli di Milankovitch] oppure rispetto ai tassi di accrescimento dei raggi cosmici ?

 

Fonti :

http://www.dartmouth.edu/~news/releases/2002/june/060602.html

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0012821X02005162

http://hockeyschtick.blogspot.com.au/2013/12/paper-finds-solar-activity-explains.html

 

Michele

Due appunti solari di viaggio : Tempesta geomagnetica in arrivo e flusso solare ….

Il detto recita che una rondine non fa primavera. Credo però che le vicende solari, registrate in quest’ultime ore, non rientrino proprio in questo caso, cari utenti di Nia. L’aggiornamento della situazione solare sarà veloce , ma si rende necessario e doveroso, primo perchè erano diversi mesi che la nostra stella non accelerava così decisamente, secondo perchè c’è un mezzo mistero. A termine articolo ne parleremo.

Primo, è chiaro e non ci piove sopra, la linea planetaria composta da Giove-Terra e Venere (già dettagliatamente descritta nei passati articoli) sta letteralmnete esaltando le manifestazioni elettromagnetiche della grande regione solare Ar 1944.

Infatti, poche ore fa, proprio questa grande macchia solare, ha generato un poderoso brillamento solare (flare) di categoria X1.2, con associata una esplosione di massa coronale o onda di plasma, che sicuramente, nei prossimi giorni, incrementerà radicalmente il campo magnetico interplanetario (IMF). L’incremento dei protoni nel settore eliosferico dove presente il nostro pianeta, è in ulteriore rialzo, dopo il passato brillamento solare, registrato nella giornata del 6 Gennaio.

La prima proiezione (dinamica dell’onda), predice un chiaro impatto con il nostro pianeta per la giornata di Giovedì 9 Gennaio.

Secondo, ore 22:20 UTC del 7 Gennaio, per quanto riguarda il flusso solare, non ci sono aggiornamenti, o più precisamente l’ultimo valore pubblicato da l’istituto canadese risale al 5 Gennaio ore 22:00 UTC. Qualcuno conosce il motivo per cui non viene più riportato ? Ci sono problemi tecnici ? Doveva capitare proprio in questo momento ?

Io dico, che sarà sicuramente un complotto per nascondere qualcosa ! 🙂  Va tanto di moda.

Link : http://www.spaceweather.gc.ca/solarflux/sx-4-eng.php

Michele

Befana-breaking news : SC24 – registrato il valore più alto del flusso solare corretto !

Notizia di poche ore fa, il gruppo di macchie solari che si sta posizionando fronte Terra (Ar1943 – Ar1944), ha fatto registrare alle ore 22:00 UTC del 4 Gennaio 2013, il valore più alto del flusso solare, da quando è iniziato, a cavallo fra il 2009 e il 2010 questo ciclo solare 24.

SF corretto a 211.1

http://www.spaceweather.gc.ca/solarflux/sx-4-eng.php

Record valore Flusso Solare corretto SC24

Immagine auto-aggiornata HMI Intensitygram, trasmessa a Terra dal Solar DynamicsObservatory (SDO) – NASA

Buona fine settimana & naturalmente buona befana !

🙂

Michele