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Rubrica di NIA: Previsione Inverno 2014/15 su base ENSO

Con questo articolo della Rubrica di NIA proviamo a discutere su un possibile scenario per questo inverno 2014/15 attraverso l’analisi di una correlazione con l’indice ENSO.

La particolarità di questa previsione si basa sul fatto che tra tutte le oscillazioni oceaniche l’ENSO è quella che più di tutte influenza il clima mondiale (quindi anche europeo) nel breve termine per via della sua oscillazione di breve periodo, risulta però molto difficile poter verificare in modo preciso quanto sia importante questa influenza soprattutto per il continente europeo.

Indubbiamente l’inverno è la stagione in cui tra tutte è possibile vedere una qualche influenza, sovente anche in modo marcato.

Quindi mi limiterò a prendere l’indice oceanico ENSO cercando di classificare gli anni passati così da poter associare a questo inverno qualche stagione passata per ricercare le correlazioni che possono essere spiegate dal fattore comune considerato (ENSO).

Ho preso la serie di reanalisi NOAA che partono dal 1948, ho valutato e classificato le fasi ENSO dei mesi di Ottobre e Novembre che sarebbero poi state associate all’inverno considerato da confrontare con i mesi di Ottobre e Novembre appena passati.

Il fenomeno dell’ENSO è stato classificato in sette diverse modalità:

Nino West Based

Nino East Based

Nino Central Based

Neutral

Nina West Based

Nino East Based

Nino Central Based

Ognuna delle sette modalità successivamente è stata catalogata in base alla magnitudo del fenomeno, Light per i fenomeni deboli e medi, Strong per i fenomeni di forte intensità.

I mesi di Ottobre e Novembre appena passati hanno visto un Nino East Based medio forte tendente a Strong, nel passato si ritrovano 8 casi di Nino East Based, tre Light e cinque Strong.

Per la previsione invernale ho considerato solo i cinque anni con Nino Strong perchè quello attuale stando alle previsioni dovrebbe evolversi in Strong a stagione in corso.

Ecco gli anni considerati:

1969 → Inv 69/70

1972 → Inv 72/73

1982 → Inv 82/83

1997 → Inv 97/98

2006 → Inv 06/07

Anomalie di Geopotenziale a 500hPa per gli inverni considerati

 

Ci sono anomalie abbastanza definite sull’est Europa mentre sono più tendenti al neutro nel mediterraneo

Questa mappa può essere interpretata come un possibile inverno dove sull’est Europa si presentano frequentemente blocchi di alta pressione che permettono ad un corridoio di correnti atlantiche di entrare nel mediterraneo passando da UK e Francia.

Una circolazione del genere, a livello teorico, dovrebbe portare al cosiddetto “atlantico freddo”

Preciso che tale locuzione indica qualcosa che non esiste in realtà, si tratta infatti di incursioni di aria polare marittima come si può notare dalle anomalie negative di geopotenziale al largo dell’Islanda.

In sintesi la mappa vede una forte vorticità in Islanda, segno di forza da parte del ciclone islandese semipermanente, la presenza di blocchi di alta pressione sull’Europa dell’est e di instabilità nel cuore del mediterraneo.

Anomalie di Temperatura a 850hPa

 

Questa mappa non lascia spazio a grosse interpretazioni, siamo di fronte ad una previsione di inverno caldo per quasi tutta Europa.

l’Italia subirà anomalie positive per via della possibile circolazione instabile presente nel mediterraneo che porterà frequenti correnti calde sulla nostra penisola.

Con molta probabilità sarà un inverno mediamente piovoso.

Per chi volesse fare confronti con lo scorso inverno, non credo sarà molto dissimile come tipologia di circolazione ma ci saranno anomalie sia termiche che pluviometriche minori.

Per quanto riguarda la presenza di neve sulle Alpi e sugli Appennini la previsione è difficilissima, perchè tutto si giocherà sulle temperature medie e di quanto saranno più alte della media, preferirei non espormi in una previsione così complicata.

Inverno 2013/14: Anomalie di Geopotenziale a 500hPa

 

Come si può vedere le anomalie presentano delle affinità ma sono anche molto diverse in area mediterranea, questo mi fa supporre, come detto precedentemente, che l’inverno presenterà alla fine anomalie termiche più contenute ma una circolazione che sarà abbastanza simile soprattutto nella presenza di blocchi di alta pressione ad est che bloccheranno la circolazione da quel lato.

Conclusioni

La previsione su base ENSO ci dice che non dobbiamo aspettarci un inverno freddo ne un inverno “diverso”, per tipo di correnti dominanti, dall’ultimo.

Ci saranno anomalie più basse ma sarà sostanzialmente confermato il fatto che spesso inverni caldi arrivano sempre in coppia.

Voglio poi ricordare che questa previsione non si basa su interpretazioni mie, ma solo sulla possibile correlazione con inverni passati che avevano la stessa tipologia di ENSO, negli anni passati ci sono stati inverni che si sono avvicinati molto allo scenario visto in questo modo, altri (per esempio lo scorso inverno) che l’hanno completamente disatteso.

Questo perchè sono tanti i fattori che influenzano gli inverni Europei e a volte qualche fattore prevale sugli altri.

 

FBO

 

 

Toscana : A luglio, pioggia un giorno su tre


Anomalie delle precipitazioni registrate sul territorio italiano -Luglio 2014-

Fonte : CNR

Un luglio così ce lo ricorderemo per anni.  Un mese fresco, in cui è piovuto molto, molto di più di quanto atteso per questo mese estivo.

I dati registrati sui capoluoghi toscani ci dicono che mediamente come quantità di pioggia è piovuto quasi 6 volte tanto, con un surplus di +490% rispetto alla media climatologica 1971-2000. E i giorni piovosi sono ugualmente eccezionali, quasi 4 volte rispetto alla “norma”; cioè è piovuto 12 giorni rispetto ai circa 3 che solitamente ci aspettiamo a luglio. Addirittura, questo luglio ha registrato più giorni di pioggia che un normale mese di novembre,  in cui ci sono circa 10 giorni piovosi.
Incredibile il dato di Livorno, dove è piovuto quasi 15 volte rispetto alla media con 10 giorni di pioggia (ovvero è piovuto un giorno su tre) rispetto ai due previsti normalmente in questo periodo. Seguono Lucca e Pisa, inzuppate da una quantità di pioggia circa 8-9 volte più abbondante della norma.
I valori più contenuti in questo mese eccezionale sono quelli delle città dell’interno: a Firenze è piovuto “solo il doppio”, ad Arezzo e Siena “solo il triplo”.
In 7 capoluoghi (Massa-Carrara, Lucca, Pisa, Livorno, Pistoia, Prato ed Arezzo) questo luglio è il più piovoso dall’inizio di ciascuna serie storica (almeno 80-90 anni).

Il Convegno di Allumiere ‑ edizione 2014

Martedì, 25 Marzo 2014 13:24  | Scritto da Stefano Starace

Guido Guidi, Paolo Sottocorona, Claudio Riccio, Adriano Mazzarella, i ricercatori dell’OPI e del CMT e la nostra Associazione ospiti dell’ormai tradizionale convegno allumierasco, giunto all’edizione 2014. Massiccia la partecipazione del pubblico.

C’è un piccolo borgo, arroccato sulle colline dell’alto Lazio, dove già da diverso tempo si svolge un evento annuale di rilevante importanza nell’ambiente meteo-climatico italiano. Allumiere – questo il nome del paese – ospita infatti un incontro su tematiche meteorologiche, al quale hanno partecipato, nel corso degli anni, diversi esperti del settore, scienziati e professori, con grande successo di pubblico.

Il Prof. Adriano Mazzarella, docente di meteorologia all’Università Federico II di Napoli

Il giorno 22 marzo 2014, presso la sala conferenze del Bar Centrale, si è svolta l’ultima edizione. Alla kermesse sono intervenute personalità di spicco come il Tenente Colonnello Guido Guidi, il previsore Paolo Sottocorona (meteoman del canale televisivo La7),

il Professore Adriano Mazzarella (titolare della cattedra di Meteorologia all’Università Federico II di Napoli), ed i ricercatori Riccardo Valente ed Alessandro Pizzuti.  All’evento è stata chiamata a partecipare anche la nostra Associazione, rappresentata dai Soci fondatori Flavio Vecchi e Paolo Leoni, già redattori del nostro portale meteo, i quali hanno presentato il nostro progetto con un intervento specifico. Il convegno ha avuto come moderatore l’ideatore stesso di questa fortunata serie di appuntamenti: Antonio Marino, grande appassionato di meteorologia che da anni si prodiga con dedizione, abnegazione e competenza per la riuscita della manifestazione.

La giornata ha visto una grande presenza di pubblico (70 intervenuti), con la sala occupata ai limiti della capienza, e si è aperta con un inatteso, quanto gradito, fuori-programma: il luogotenente dell’AM Claudio Riccio ha infatti presentato al pubblico una mini-mostra di strumenti meteorologici analogici, piuttosto datati ma ancora in uso presso alcune stazioni ufficiali. È stato interessante entrare nei complessi meccanismi meccanici del “pluviografo”, così come è stato curioso scoprire che i radiosondaggi vengono effettuati con palloni che, prima di esplodere intorno ai 30.000 metri di altitudine, si gonfiano a dismisura, raggiungendo talvolta dimensioni tali da poter essere confusi con oggetti volanti non identificati (UFO).

Dopo questa anteprima il convegno è entrato nel vivo con l’intervento del Prof. Mazzarella, il quale ha presentato un proprio studio sulla correlazione tra la NAO e la lunghezza del giorno. Lo studio, portato a termine secondo un approccio “olistico”, ha dimostrato la correlazione tra l’attività solare e il pattern circolatorio su scala emisferica, ponendo molti dubbi sulla tesi che vede l’uomo come unico responsabile dei cambiamenti climatici dell’ultimo secolo e del cosiddetto “global warming”.

Il previsore de La7 Paolo Sottocorona e il Luogotenente AM Claudio Riccio, alle prese con la mostra di strumentazioni analogiche

Dopo il professore è stato il turno dell’Associazione Meteoreport.net, la quale ha scelto la multimedialità per comunicare il proprio obiettivo. Dapprima quindi è stato proiettato un video, realizzato per l’occasione dal nostro caporedattore Emanuele Latini e dal nostro collaboratore Angelo De Nardis, riguardante la mission dell’Associazione.

L’intervento di Paolo Leoni e Flavio Vecchi per conto della nostra Associazione

In séguito sono intervenuti i redattori del portale meteoreport.net per approfondire le tematiche trattate. Paolo Leoni ha messo in evidenza il grande incremento della quantità, ma anche il calo di “qualità” nell’informazione meteorologica a séguito dell’avvento del web, anche a causa del proliferare di molti siti commerciali e dell’abuso delle previsioni meteorologiche automatizzate sulla cui attendibilità l’utente è scarsamente informato. Flavio Vecchi invece ha descritto il funzionamento del nostro sito web ed ha nuovamente posto l’accento sul nostro obiettivo, ovvero fornire agli utenti un’informazione meteorologica corretta ed accurata, senza scadere nel sensazionalismo e con l’obiettivo di contribuire, per quanto possibile e nel nostro piccolo, allo sviluppo di una “coscienza meteorologica” nei cittadini.

Il tema dell’attendibilità delle previsioni meteorologiche a lunga scadenza è stato poi affrontato dal Colonnello Guido Guidi, che ha catturato l’attenzione dei presenti illustrando le nuove tecniche previsionali a scadenza mensile in uso presso l’Aeronautica Militare, grazie alle quali l’attendibilità è di molto migliorata. Siamo rimasti positivamente sorpresi di scoprire quanto la nostra Aeronautica Militare sia all’avanguardia nel settore, poiché indici e grandezze illustrate dal Colonnello Guidi, come MJO, Stratwarming ed ENSO, difficilmente fino a qualche anno fa erano tenute in considerazione, se non tra gli appassionati che popolavano i forum del web.

L’intervento finale dei ricercatori Alessandro Pizzuti e Riccardo Valente

Anche l’intervento successivo ha riguardato la previsione  a lunga scadenza: infatti i ricercatori Riccardo Valente e Alessandro Pizzuti hanno esposto all’uditorio i risultati del loro recente studio sulla correlazione tra il pattern circolatorio del mese di ottobre e l’indice AO del trimestre invernale. Lo studio ha colpito notevolmente tutti i presenti per la sua coerenza ed è risultato talmente interessante da aver catturato l’attenzione del Prof. Cohen, esperto assoluto nella materia, che a breve volerà dagli Stati Uniti per incontrarsi con i ricercatori con l’obiettivo di valutare possibili collaborazioni!

Dopo ben quattro ore di interventi ci si sarebbe aspettato da parte del pubblico, non costituito interamente da esperti del settore, ma anche da appassionati a vario titolo, un calo di attenzione, e invece gli argomenti trattati sono risultati così interessanti da dare il via ad una lunga serie di domande alle quali i relatori hanno risposto in maniera esaustiva, impreziosendo ulteriormente il già ricco bottino culturale ed informativo della giornata. Su tutte, vogliamo citare la domanda finale, posta da nostro caporedattore Emanuele Latini a Guido Guidi e a Paolo Sottocorona: c’è speranza di vedere nuovamente riproposta sulla rete Rai in prima serata una trasmissione di informazione meteorologica, che faccia anche e soprattutto didattica, che spieghi il perché di un certo tipo di tempo, che illustri alla gente comune come rapportarsi alle condizioni atmosferiche? Un programma della durata massima di 6-7 minuti, alla stregua di come accadeva negli Anni Ottanta per il noto programma “Che tempo fa” dei vari Edmondo Bernacca, Andrea Baroni e Guido Caroselli; nulla di più… La risposta, purtroppo, non è stata molto incoraggiante: le logiche di mercato e la miopia di una certa classe dirigente continua a non ritenere l’informazione e la formazione meteorologica un elemento càrdine della vita delle persone. Meglio sapere se ci sarà il sole per andare al mare la domenica piuttosto che spiegare alla gente i rischi di un temporale o la “normalità” di un nubifragio nel mese d’agosto. In tale contesto operativo i più penalizzati, oltre ai cittadini, sono proprio gli addetti ai lavori, i meteorologi e i previsori, di fatto impossibilitati ad esprimersi come una certa deontologia professionale imporrebbe loro. In questo senso abbiamo respirato una diffusa e condivisa aria di rassegnazione, specie da parte del previsore Paolo Sottocorona, che si è detto poco speranzoso per il futuro, pur condividendo la necessità di operare in tal senso. Questo non può che costituire per noi di Meteoreport uno stimolo in più per migliorare il nostro servizio informativo.

Dopo il convegno, tutti i partecipanti si sono fermati a cena presso il Bar Centrale dove è stato egregiamente allestito un banchetto a base di pietanze tipiche del posto che ha soddisfatto appieno i commensali. Degna conclusione di una splendida giornata all’insegna della cultura meteorologica.

 Fonte : http://www.meteoreport.net/approfondimenti/3574-ass20140325.html

Rubrica Meteo-climatica Gennaio

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa le prossime stagioni primaverile ed estiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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La prima parte dell’inverno – riepilogo

L’inverno 2013-2014 è stato preannunciato a fine novembre da una breve ma importante irruzione fredda da est. E’ iniziato e proseguito con un’alternanza di alte pressioni di origine subtropicale, dunque miti e asciutte, e passaggi di perturbazioni atlantiche, quindi miti e umidi. E’ finora mancato qualsiasi apporto di aria fredda artica (da nord quindi) e di aria fredda continentale (da nordest), in grado di produrre episodi di chiaro stampo invernale con gelo e cadute di neve anche in pianura. In compenso, i ripetuti passaggi di perturbazioni atlantiche stanno apportando notevoli quantitativi di neve sulle Alpi. Ciò garantisce una scorta preziosa per le nostre sorgenti ed anche per i nostri ghiacciai, tanto da far sperare in un loro recupero se la prossima stagione estiva sarà clemente.

L’inverno è stato finora latitante non solo in Italia, ma più in generale in Europa: dalla Spagna alla Russia ai Balcani, fino a pochi giorni fa si sono registrate temperature miti da record per il periodo. Tuttavia, da alcuni giorni il grande freddo si è affacciato all’estremo nord (Scandinavia) ed est (Russia, specie nel nordest).

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L’inverno 2013-2014 – Seconda parte

I prossimi giorni

Dopo un’alternanza tra alte pressioni e perturbazioni atlantiche, comunque in un contesto mite, il tempo dei prossimi giorni promette di continuare a proporci ingressi perturbati atlantici, al più nord atlantici, quindi umidi e mai troppo freddi.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di giovedì 23 Gennaio, relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

SLP

Nell’immagine si nota bene l’ingresso perturbato nord atlantico (in alto a sinistra) sull’Europa nord- occidentale, in parte diretto anche verso il Mediterraneo e l’Italia, ostacolato dall’Anticiclone delle Azzorre (in basso a sinistra) e da un’alta pressione fredda (in alto a destra) di matrice russo-scandinava. I due anticicloni, al momento, non sembrano in grado di impedire al Vortice Polare (rappresentato dalle perturbazioni atlantiche) di dettare ancora legge su buona parte dell’Europa: nei prossimi giorni il tempo europeo e italiano sarà caratterizzato da un’alternanza tra passaggi perturbati e temporanee pause. Finora il Nord Italia ha visto più freddo e più piogge, mentre il Centro-Sud ha spesso goduto di condizioni più asciutte e miti, spesso primaverili. Nei prossimi giorni sembra vi sarà un certo riequilibrio, con maggiori precipitazioni e temperature più basse al Centro ed al Sud.

Nel lungo termine (7 giorni ed oltre) si intravvede una maggiore spinta fredda: L’Anticiclone delle Azzorre probabilmente accennerà a spingersi verso nord/nordest ed a richiamare così aria più fredda verso l’Europa ed il Mediterraneo. Invece, l’Alta pressione fredda presente tra Russia e Scandinavia resterà dov’è e poi sarà respinta verso est dalla forza della spinta nord atlantica (Vortice Polare). Entrambi i principali modelli di previsione, GFS ed ECMWF, confermano in sostanza questo quadro, pur con alcune differenze circa l’entità e la modalità degli ingressi perturbati atlantici.

Ciò potrebbe condurre ad ingressi di perturbazioni artico-atlantiche, con precipitazioni sotto forma di rovesci e nevicate anche a bassa quota al Centro ed al Sud, mentre il Nord risulterebbe più al riparo dalle precipitazioni grazie alla protezione offerta dalle Alpi.

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Possibile evoluzione successiva (Fine Gennaio e prima parte di Febbraio)

Entrambi i principali modelli, GFS ed ECMWF, ed i loro ensemble (GENS ed ECMWF Ensemble) prospettano una certa ingerenza di aria più fredda di origine artico/continentale verso la fine di Gennaio. Tuttavia, data la distanza temporale (dai 6-7 giorni in poi) rimane un’eventualità ancora da confermare.

Attualmente, le previsioni stratosferiche circa il comportamento del Vortice Polare Stratosferico (VPS) nei prossimi dieci giorni almeno non evidenziano alcun evento in grado di destabilizzarlo. Il Vortice Polare appare ruotato in direzione Atlantico Settentrionale-Stretto di Bering e compatto alle quote superiori (fino a 10hpa), più allungato e bilobato alle quote inferiori (da 30 a 100hpa). Non si evidenzia comunque alcun elemento in grado di modificare sostanzialmente l’assetto attuale e condurre verso l’Europa masse di aria decisamente più fredda, almeno non in modo consistente e duraturo. Le stesse previsioni lasciano comunque aperta la possibilità di un maggiore ingresso in Europa di aria artica da nord, come già accennato.

Ricordiamo che condizione necessaria (ma non sufficiente) affinché si verifichi un’ondata di freddo (aria gelida continentale da nordest, cioè dalla Russia e/o dalla Siberia) verso l’Europa e verso l’Italia è almeno una delle due seguenti:

  1. che un riscaldamento stratosferico (stratwarming) indebolisca e destabilizzi il Vortice Polare Stratosferico, consentendo alle alte pressioni di estendersi verso nord, incunearsi nel Vortice stesso e “richiamare” aria fredda verso sud;
  2. che l’Anticiclone russo-siberiano (detto anche Orso) acquisti una forza tale da respingere il Vortice Polare verso nord, costringendolo ad assumere una forma ellittica, e da estendersi verso ovest, verso la Russia e l’Europa centro-occidentale.

Attualmente in termini di prospettiva di lungo periodo (prossimi 10 giorni),

  1. non è previsto alcuno stratwarming in grado di destabilizzare il Vortice Polare;
  2. l’Anticiclone russo-siberiano appare latitante, anche sulla Russia europea, e non sembra in grado di spingersi verso ovest nei prossimi giorni.

Si ricorda ancora una volta che in questo inverno la combinazione QBO (positiva)-ciclo solare (nel complesso debole, nonostante qualche temporanea accelerazione) risulta sfavorevole ad un inverno freddo e nevoso in quanto inibisce forti stratwarming sopra l’Artico.

Per concludere, si ritiene che i futuri apporti di aria fredda non risulteranno, a consuntivo, di entità rilevante e di durata apprezzabile, pur essendo abbastanza probabili.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

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Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i valori del mese di Dicembre, quelli più recenti disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori di Novembre.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (-0,093) -0,312
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,11) -0,41
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,16) valore di dicembre non ancora disponibile
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+12,4) +12,6
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+9,7) +10
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): risulta tuttora estremamente debole, in zona 6. Verso fine mese potrebbe intensificarsi e spostarsi in zona 7, divenendo quindi un elemento a favore di ondate di freddo in Europa.

 

Commento indici

1. l’ENSO ormai da oltre un anno (autunno 2012) si mostra sostanzialmente neutro. Da allora si sono alternati episodi di debole Nina e debole Nino, ma solo in alcuni comparti del Pacifico equatoriale, a periodi di quasi perfetta neutralità (assenza di anomalie di temperatura). Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano il proseguimento di condizioni di sostanziale neutralità ancora per qualche mese, per poi (forse) passare a condizioni di Nino debole tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Tuttavia, l’attuale dispersione dei membri previsionali consiglia una certa prudenza. Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

 

SST Subsurface

 

Rispetto ai mesi precedenti (ma ormai da un anno) le anomalie positive e negative si rafforzano e si indeboliscono alternativamente. Perdura pertanto l’equilibrio tra anomalie di segno opposto: nessuna delle due è finora riuscita a prevalere sull’altra chiaramente ed in modo durevole. Attualmente si osserva un equilibrio quasi perfetto: siamo in presenza di una rilevante anomalia negativa ad est e di una tenace e diffusa anomalia positiva ad ovest. In sostanza, la rilevazione conferma al momento le previsioni NOAA circa il prolungamento delle attuali condizioni di neutralità su tutto l’Oceano Pacifico equatoriale. Tuttavia, a differenza di quanto prospettato dalle previsioni per la prossima primavera, non si intravvede per ora alcuna tendenza ad una maggiore diffusione delle anomalie positive.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano da lungo tempo un’alternanza di deboli anomalie di segno opposto. Anche nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra un’analoga alternanza, sebbene disposta a fasce lungo i paralleli.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

SST

 

Colpisce la presenza di una vasta anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini. Il Mediterraneo al momento non appare sede di anomalie di rilievo.

2. La PDO è tornata negativa da molti mesi ormai, dopo una brevissima escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno e si ritiene sia tuttora responsabile della perdurante neutralità. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO si conferma in territorio positivo, pur in calo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 continua a crescere, dopo un temporaneo calo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

5. La QBO50 è anch’essa in continua crescita. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015.

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Considerazioni finali di natura climatica

La prolungata fase neutra dell’ENSO ha ben pochi precedenti negli ultimi 60 anni.

Volendo anticipare le prospettive per le prossime stagioni primaverile ed estiva, pur sapendo che l’ENSO è solo uno dei fattori in gioco, si possono citare analogie con il 2005, anche se nella primavera vi fu un brevissimo episodio di Nino debole, incastonato in un lungo periodo di sostanziale neutralità:

  • la primavera iniziò piuttosto fredda, con ripetute irruzioni di aria gelida continentale nella prima metà di marzo; proseguì molto più mite nella seconda metà del mese; ad aprile non vi furono particolari contrasti e il mese fu lievemente fresco; maggio fu invece più estivo al Sud, più fresco al Nord ma con diversi contrasti caldo-fresco;
  • la stagione estiva fu abbastanza calda ma senza troppi eccessi di natura africana.

Volendo andare più indietro, si può citare l’ormai lontano 1986, più simile alla stagione attuale in termini teleconnettivi (lunga ed ininterrotta neutralità ENSO, QBO positiva in inverno):

  • la primavera iniziò senza particolari contrasti, con un marzo normale, un po’ più mite nella prima metà, più fresco nella seconda; aprile fu piuttosto fresco al Nord, ben più mite, a tratti estivo, al Sud; maggio fu termicamente nella norma nella prima metà, più estivo, specie al Sud, nella seconda metà;
  • l’estate fu piuttosto calda al Sud ma sempre meno risalendo la nostra Penisola, fino ad un’estate normale al Nord.

FabioDue

 

 

 

Indici meteo-climatici di Novembre-Dicembre e prospettive meteo-climatiche invernali

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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L’autunno – riepilogo

L’autunno italiano, ma anche europeo, è stato caratterizzato da una certa prevalenza di alte pressioni, specie nell’area mediterranea, con presenza di vaste anomalie positive di temperatura. Ottobre, da questo punto di vista, tranne una piccola parentesi fredda, è risultato particolarmente asciutto e mite, al Sud persino caldo. Novembre è invece risultato più instabile e dinamico, tra caldo e freddo, pur essendo alla fine complessivamente mite.

 

Gli indici: i valori del mese precedente

Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente (Ottobre)

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (0,094) -0,093
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,87) valore di dicembre non ancora disponibile
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,37) +0,16
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+11,7) +12,4
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+8,7) +9,7
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): risulta tuttora estremamente debole, tra le zone 3 e 4, l’intensità è prevista ancora molto debole almeno fino a fine mese, pertanto non appare al momento significativo.

 

Commento indici

1. l’ENSO ormai da molti mesi si mostra sostanzialmente neutro. La debole Nina prima presente nel comparto est (zone 1+2, a ridosso delle coste del Sudamerica), ha ormai lasciato il posto ad una lieve positività (Nino). Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano un Nino molto debole appunto nel comparto est oceanico, mentre altrove si prolungherebbero ulteriormente e almeno fino a Marzo 2014 sostanziali condizioni di neutralità. Come noto, le anomalie sottosuperficiali di temperatura possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO, indipendentemente dalle previsioni del NOAA, pur da prendere seriamente in considerazione. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

Immagine subsurface

Rispetto ai mesi precedenti (ma ormai da un anno) le anomalie positive e negative si rafforzano e si indeboliscono alternativamente. Perdura pertanto l’equilibrio tra anomalie di segno opposto, senza che nessuna delle due prevalga sull’altra chiaramente ed in modo durevole. Attualmente si osserva un equilibrio quasi perfetto. In sostanza, la rilevazione conferma al momento le previsioni NOAA circa il prolungamento delle attuali condizioni di neutralità su tutto l’Oceano Pacifico equatoriale, tranne che nel settore est, dove invece prevalgono anomalie negative, mentre le previsioni NOAA intravvedono l’affermazione di anomalie positive.

Le anomalie superficiali ENSO mostrano da lungo tempo un’alternanza di deboli anomalie di segno opposto. In Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, predominano anomalie positive.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/index.html

 

Immagine SST

 

Non è in sostanza più presente l’anomalia negativa in Oceano Atlantico, tra il Nordamerica e l’Europa, rilevata nel mese scorso. Per il resto, non si notano rilevanti cambiamenti, specie nell’Emisfero Settentrionale. Si osserva come il Mediterraneo occidentale si sia decisamente raffreddato, mentre quello orientale presenti ancora acque relativamente tiepide.

2. La PDO è tornata negativa da alcuni mesi ormai, dopo una brevissima escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO si conferma in territorio positivo, pur in calo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 ha ripreso a crescere, dopo un temporaneo calo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

5. La QBO50 è ormai nettamente positiva ed in continua crescita. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015.

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L’inverno 2013-2014 – Prima parte

I prossimi giorni

L’autunno ci ha finora riservato una prevalenza di figure anticicloniche, alternate ad alcuni temporanei ma localmente anche molto intensi episodi di maltempo. Questi si sono accentuati nel mese di novembre, quando alle consuete perturbazioni atlantiche si è per alcuni giorni sostituito un flusso freddo di origine artica. Dicembre però ha visto nuovamente il ritorno di una potente figura di alta pressione, sul Mediterraneo e in generale sull’Europa meridionale, specie in Italia e nei paesi limitrofi. Prima si è trattato di una figura “a omega”, con perno sull’Europa occidentale, poi si è distesa sui paralleli. Il freddo è perciò rimasto confinato molto più a nord e ad est, dove ha portato una notevole ondata di freddo e di neve, che ha investito gran parte del Medio Oriente e si è spinta fino in Egitto.

Abbiamo assistito e stiamo assistendo a bel tempo in montagna e lungo le coste, con temperature miti. Invece nelle pianure, specie in Pianura Padana, si sono verificate e si stanno manifestando tuttora frequenti nebbie ed estese gelate, con formazioni di ghiaccio che, la notte ed al primo mattino, possono risultare insidiose per la circolazione automobilistica.

Ora si tratta di capire che cosa potrà accadere nei prossimi giorni e magari anche nelle prossime settimane.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le prime ore del mattino di giovedì 19 dicembre e relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

Immagine SLP 1

Nell’immagine, si nota bene la contrapposizione tra un Vortice Polare (a sinistra in altro) che cerca di conquistare l’Europa occidentale e insinuarsi nel Mediterraneo e un’alta pressione (in basso, distesa dall’Atlantico fino al Mar Nero ed oltre, attraverso il Mediterraneo) che resiste e peraltro si alimenta della stessa forza del Vortice Polare.

Per quanto si può dire al momento, sembra che il Vortice Polare riesca lentamente a scendere di latitudine, verso le Alpi ed il Mediterraneo, ma senza conquistarli: invierà una prima piccola “onda” perturbata in settimana, in grado di portare qualche pioggia sull’Italia e un po’ di neve sui nostri monti, tuttavia senza freddo. Insomma, si tratterebbe di una parentesi autunnale in ritardo. Poi, probabilmente, l’alta pressione avrà nuovamente il sopravvento, almeno fin verso il 24.

Bisogna però anche rimarcare il fatto che l’evoluzione citata è quella prevista dal modello americano GFS e dal modello LAM; ECMWF (Reading), modello europeo, finora propende per una maggiore resistenza dell’alta pressione e quindi per una ulteriore prosecuzione delle condizioni attuali.

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Possibile evoluzione successiva (Fine anno e inizio Gennaio)

La via di uscita da un’alta pressione così tenace sembra comunque essere quella di un progressivo avvicinamento delle perturbazioni atlantiche, che probabilmente riusciranno ad indebolire e poi a demolire “muro” di alta pressione, almeno per qualche giorno.

Attualmente, AO e NAO promettono di restare positivi, anche nettamente, almeno fino alla fine dell’anno, pur con la consueta tendenza ad una maggiore dispersione dei membri previsionali e sebbene l’AO mostri un certo calo medio proprio alla fine dell’anno.

Immagine AO

Immagine NAO

Questo andamento positivo dipende dal fatto che le alte pressioni sono tutte o quasi a latitudini più basse (ad esempio sul Mediterraneo, AO) e non hanno tendenza a proiettarsi verso nord (NAO) per favorire discese fredde verso sud.

Naturalmente, non dimentichiamoci mai del fatto che AO e NAO non sono indici predittivi, ovvero non anticipano tendenze, ma solo descrittivi, quindi sintetizzano quanto il modello di previsione GFS già prospetta in dettaglio.

Insomma, per ora non sembrano esserci prospettive concrete di un avvio della stagione invernale consono alla sua reputazione.

E poi, all’inizio dell’anno nuovo, che cosa succederà? Arriverà l’inverno, quello vero? Oppure l’anticiclone prevarrà nuovamente?

Attualmente, le previsioni stratosferiche indicano che il Vortice Polare è in fase di raffreddamento e rafforzamento, ovvero sta diventando più compatto. Ciò inibisce qualsiasi possibilità di discese fredde verso l’Europa.

Attualmente, condizione necessaria (ma non sufficiente) affinché si verifichi un’ondata di freddo verso l’Italia è almeno una delle due seguenti:

  1. un riscaldamento stratosferico (stratwarming) indebolisca e destabilizzi il Vortice Polare, consentendo alle alte pressioni di estendersi verso nord e “richiamare” aria fredda verso sud;
  2. l’Anticiclone russo-siberiano (detto anche Orso) acquisti una forza tale da respingere il Vortice Polare verso nord, costringendolo ad assumere una forma ellittica, e da estendersi verso ovest, verso la Russia e l’Europa centro-occidentale.

Attualmente in termini di prospettiva di lungo periodo (prossimi 10 giorni),

  1. come detto, il Vortice Polare è in fase di rafforzamento e non è in vista alcuno stratwarming;
  2. l’Anticiclone russo-siberiano appare latitante; buona parte della Siberia è e sarà nei prossimi giorni preda di depressioni artiche e il grosso delle alte pressioni staziona e stazionerà più a sud.

Infine, si ricorda ancora una volta che in questo inverno la combinazione QBO (positiva)-ciclo solare (fiacco) risulta sfavorevole ad un inverno freddo e nevoso. E’ però possibile (anche se non molto probabile) che la QBO cambi segno a quote superiori a 50hpa a febbraio, consentendo così lo “sblocco” della situazione.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

FabioDue