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La Rubrica di NIA – Ghiacci Artici ed Antartici, situazione generale con Record che non sentirete in TV

Dopo una lunga assenza di aggiornamenti sulla situazione dei ghiacci artici mi sembrava giusto dare qualche informazione per il mese di Settembre che fa da spartiacque per le due stagioni artiche ed antartiche.

Si registra infatti in questo mese il minimo stagionale al polo nord ed il massimo stagionale al polo sud, di questi due fenomeni ne abbiamo parlato spesso su questo blog, ma è inutile ripetere che nei media nazionali ed internazionali ci siano informazioni solo su uno di tali fenomeni, come se l’altro non contasse nulla.

Capirete ovviamente il perchè di tutto questo.

Artico

Partiamo dall’artico parlando dei primi mesi di questo 2013.

Nel mese di Marzo è stato registrato il massimo stagionale, in linea con quello degli ultimi 10 anni ma ovviamente sotto-media rispetto alla trentennale 1981-2010.

Nel corso dei mesi di fusione primaverili ed estivi si è potuto osservare come questa fosse decisamente migliore degli ultimi due disastrosi anni, soprattutto con quello del 2012.

Nei mesi di Giugno e Luglio avevamo un bilancio attivo di 0.6milioni di kmq rispetto ai suddetti anni, la fusione ha poi continuato su livelli assolutamente differenti da quelli del 2012 per chiudere con un’estensione minima nel mese di settembre di 5.3milioni di kmq, seconda solo a quella del 2009 se guardiamo gli anni post 2007.

La speranza è che questo trend possa rimanere positivo e che non sia un caso isolato come si è poi verificato nel 2009 prima citato.

 

Il grafico qui sotto rappresenta le anomalie annue dell’estensione nel mese di settembre (minimo stagionale) dove si possono notare gli ultimi anni tutti molto negativi con il valore del 2012 molto distante da quello del 2013.

 

 

Antartico

Arriviamo infine a parlare del polo meno conosciuto dell’universo visto che le poche informazioni che circolano sono spesso false o alterate rispetto alla realtà.

Diciamo subito che i ghiacci marini antartici subiscono una variazione annua molto più accentuata rispetto a quelli artici, durante il periodo invernale crescono del 500% dal minimo stagionale fino al mese di Settembre.

Il minimo si ha nel mese di Febbraio e nonostante in media si registri un valore di “soli” 3milioni di kmq anche questa misura presenta notevole variabilità annua.

Nel 2013 il valore minimo registrato è stato il 3° più alto dal 1979 (anno di inizio delle misurazioni), con una misura di 3.8milioni di kmq, dietro agli anni 2008 e 2003 entrambi a 3.9milioni, anche qui è praticamente inutile sottolineare come il trend risulti essere in crescita, ma dati i valori irrisori è ovvio ricordare che si tratta di un trend assolutamente non rilevante sia dal punto di vista statistico che fisico.

Chiaramente partire da un minimo “alto” non significa poi avere di conseguenza un massimo “alto”, ma in questo 2013 l’Antartide ha voluto ovviamente stupire e smentire i soliti detrattori, infatti dopo aver mantenuto un ritmo di congelamento durante il periodo invernale superiore alla norma ha poi deciso di stracciare il vecchio record di massima estensione, registrato solamente nell’anno precedente, ovvero nel 2012.

Se l’anno scorso la scusa della mancata diffusione globale di tale notizia era imputabile a quella ben più importante riguardo il record negativo dell’artico fa invece stupire il totale ed assoluto silenzio che si è avuto questa estate, soprattutto perchè scarseggiavano anche le notizie sull’artico (insolitamente in salute “buona” rispetto alle previsioni) e ciò è solamente spiegabile dal fatto che tale notizia comporterebbe una perdita di consenso pubblico da parte dell’IPCC.

Fa inorridire il fatto che all’IPCC preferiscano agire sul consenso mediatico per avvalorare le loro tesi piuttosto che trovare finalmente una spiegazione a tutti quei fenomeni contrari alle loro previsioni catastrofiste riguardo all’irreversibile AGW.

 

Il grafico qui sotto rappresenta le anomalie annue dell’estensione nel mese di settembre (massimo stagionale) dove si può notare come il nuovo record registrato questo inverno sia stato assolutamente incredibile, si nota anche il trend positivo.

 

Infine alcuni dati riguardo al computo totale dei ghiacci marini (somma di quelli Artici ed Antartici) – i dati sono espressi in milioni di kmq

Gen13: 19.6 (media 19.7)

Feb13: 18.5 (media 18.4)

Mar13: 20.3 (media 19.9) – migliore estensione dal 2003

Apr13: 22.5 (media 22.3)

Mag13: 24.6 (media 24.2)

Giu13: 26.2 (media 25.8) – migliore estensione dal 2003

Lug13: 25.6 (media 26.1)

Ago13: 25.0 (media 25.3) – migliore estensione dal 2001

Set13: 25.1 (media 25.3)

 

Come si può ben vedere non si tratta di valori catastrofici come vogliono farci credere, anzi, molti mesi sono stati sopra-media

FBO

 

 

Indici meteo-climatici di Settembre-Ottobre e prospettive meteo-climatiche autunnali

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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La prima parte dell’autunno – riepilogo

Nella precedente rubrica, pubblicata all’inizio di settembre, si provò a tracciare il carattere generale della stagione autunnale, in base a quattro precedenti storici. Ora è possibile verificare il comportamento dell’ormai trascorso mese di settembre e di metà di quello di ottobre, rispetto ai quattro precedenti.

In sintesi, settembre 2013 è stato abbastanza caldo ed asciutto (anticiclonico) nella prima e nella terza decade, più fresco ed instabile nella seconda. Ad una prima analisi assomiglia maggiormente al settembre 2004 (precedente 1), pur con qualche differenza. Ciò non deve stupire in quanto si tratta di un mese di transizione tra estate ed autunno, specie negli ultimi 15 anni, caratterizzato in parte da dinamiche ancora estive, che quest’anno hanno mostrato una evidente similitudine con l’estate 2004.

La prima metà di ottobre è risultata nel complesso instabile e fresca, specie al Nord. Al momento non si riconosce alcuna similitudine significativa rispetto ai comportamenti dei quattro precedenti storici suddetti, almeno non nelle tempistiche degli eventi. Tuttavia, ottobre 2004 fu molto condizionato da un tenace anticiclone di matrice subtropicale, simile a quello che ci sta attualmente interessando. Anche allora, come adesso, la via di uscita fu l’avvicinamento di depressioni atlantiche che progressivamente indebolirono l’anticiclone.

Ciò lascia supporre che le dinamiche meteorologiche attuali presentino ancora similitudini con il 2004, ma se ne stanno progressivamente discostando. In particolare, l’irruzione artica verificatasi tra 10 ed 11 ottobre al Nord non ha precedenti almeno negli ultimi 30 anni, per precocità ed intensità del freddo, per la quota e la quantità della neve caduta sull’arco alpino. Sul resto dell’Europa Occidentale è andata anche peggio. Per dettagli, si vedano i seguenti articoli:

http://www.meteogiornale.it/notizia/29580-1-neve-a-quote-basse-ottobre-evento-molto-raro

http://www.meteogiornale.it/notizia/29579-1-freddo-o-caldo-effetti-assalto-artico-ultima-settimana

Solo un cenno alla intensa ondata di gelo precoce che ha investito l’Europa Orientale, fino alle porte dell’Italia tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Se avesse investito anche il nostro Paese, sarebbero stati battuti tutti i record di freddo fino a chissà quanti decenni addietro. Anche questa ondata di gelo ha pochi precedenti storici noti, addirittura risalenti fino all’autunno 1929.

Dunque, volgendo lo sguardo all’intera Europa, gli ultimi giorni di settembre e la prima metà di ottobre hanno mostrato un volto davvero inconsueto della prima parte dell’autunno, a tratti già invernale.

 

Gli indici: i valori del mese precedente

Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente (agosto)

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (-0,614) VALORI AGGIORNATI NON DISPONIBILI
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-1,04) -0,48
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,23) +0,29
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+14,7) +13,1
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+7,0) +7,6
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): attualmente risulta estremamente debole, in zona 8, l’intensità è prevista ancora molto debole fino a fine mese, pertanto non appare al momento significativo.

– L’ITCZ (www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.shtml), nella prima decade di ottobre, risulta normale nel settore occidentale, sotto media in quello centro-orientale.

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Commento indici

1 – l’ENSO ormai da mesi mostra comportamenti differenziati tra le diverse zone del Pacifico equatoriale, ma sostanzialmente rientranti nell’ambito di una complessiva e prolungata neutralità:

  • Nelle zone 1+2 (a ridosso delle coste sudamericane) e 3 (un po’ più al largo), attualmente persiste un evento di Nina di debole intensità, che appare però in fase di indebolimento, quindi verso la neutralità;
  • in zona 3,4 e 4, invece, si osserva ancora una sostanziale neutralità, oscillante poco al di sopra o al di sotto di essa.

Si ritiene che tale particolarità sia la ragione principale della instabile stagione primaverile e dell’avvio di quella estiva in tono minore rispetto al recente passato.

Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano il ritorno a condizioni prevalenti di Nino debole in tutto il comparto oceanico, entro il prossimo mese di gennaio. Rispetto al 2004, quando in inverno di sviluppò una modesta Nina est e persistette un debole Nino ovest, le previsioni NOAA suggeriscono una maggiore uniformità delle anomalie di temperatura.

Come noto, le anomalie sottosuperficiali di temperatura possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

Immagine subsurface

Rispetto ai mesi precedenti le anomalie negative di temperatura, che apparivano ridotte ai minimi termini, hanno ripreso vigore. Dalle ultime immagini si conferma un perdurante equilibrio tra anomalie di segno opposto, senza che nessuna delle due prevalga chiaramente ed in modo durevole. In sostanza, la rilevazione non conferma al momento le previsioni NOAA circa un probabile ritorno nei prossimi mesi a condizioni di Nino debole su tutto l’Oceano Pacifico equatoriale.

Le anomalie superficiali, nell’Oceano Pacifico equatoriale, mostrano un’alternanza di deboli valori di segno opposto. In Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, predominano anomalie positive.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/index.html

Immagine SST

Si segnala, infine, il ritorno ad ottobre di importanti anomalie negative nel Pacifico nord-orientale, nei pressi delle coste canadesi e dell’Alaska, segnale forse di una discesa della PDO (il valore di ottobre sarà noto a novembre). La presenza di una anomalia negativa in Oceano Atlantico, tra il Nordamerica e l’Europa, è sintomo e promessa di ripetuti affondi ciclonici nell’area, che favoriranno una maggiore tenuta dell’anticiclone sull’Europa centro-orientale e sull’Italia. Ciò non favorisce e probabilmente non favorirà un ingresso franco delle perturbazioni atlantiche da ovest-nord ovest, ma piuttosto un flusso maggiormente ondulato e caratterizzato da prevalenza di moderati scambi meridiani, con l’Italia a lungo esposta a correnti meridionali.

2 – La PDO è tornata negativa da qualche mese, dopo una brevissima escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3 – L’AMO si conferma in territorio positivo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg . Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

4 – La QBO30 è cresciuta nettamente, anche se al momento segna una pausa, si ritiene temporanea. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

5 – La QBO50 è ormai nettamente positiva ed in crescita. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015.

 

 

L’autunno 2013: tra anticicloni subtropicali ed affondi artici

I prossimi giorni

L’autunno ci ha finora riservato diversi cambiamenti, come si è accennato nel primo paragrafo. Ora ci propone un tenace anticiclone di matrice calda (subtropicale), per non dire africana, che contrasterà con forza l’avanzata delle perturbazioni atlantiche da ovest.

Tutto ciò è ben rappresentato dall’immagine seguente, previsione per le prime ore di venerdì 25 ottobre e relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

Immagine SLP 1

Nell’immagine, si nota bene il “muro contro muro” tra una intensa depressione atlantica ad ovest ed un tenace anticiclone di origine subtropicale ad est. L’Italia si trova lungo il margine sudoccidentale dell’anticiclone. Pertanto risulterà parzialmente, ma solo a tratti, esposta alle perturbazioni. Si tratta di una situazione che molto probabilmente evolverà con notevole lentezza. Ciò comporterà la probabilità di precipitazioni molto intense sulle zone occidentali italiane (in particolare Liguria di levante, Toscana settentrionale ed alcune zone del Nordovest, ad esempio il nord della Lombardia), con il rischio di eventi alluvionali, almeno a carattere locale, mentre il resto dell’Italia godrà di tempo asciutto e spesso molto mite per la stagione, quasi estivo al Sud.

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Possibile evoluzione successiva (Fino alla prima settimana di novembre)

Come accennato poc’anzi, la via di uscita da una situazione per sua natura “bloccata” è di complessa attuazione. Le previsioni indicano che, nel medio termine (fino a fine mese almeno) prevarrà l’anticiclone. Tuttavia, nel lungo termine (novembre) comunque le depressioni atlantiche riusciranno probabilmente a prevalere, rinvigorite sempre più dalla maggiore forza del Vortice Polare, in seguito al fisiologico progresso della stagione autunnale.

Attualmente, AO e NAO non forniscono una chiara visione di quanto sopra, in quanto non mostrano alcun calo evidente, nemmeno nel lungo termine, dopo aver registrato una netta crescita:

Immagine AO

Immagine NAO

Fino a fine mese ed oltre, ci segnalano entrambi gli indici con i loro valori decisamente positivi, le medie ed alte latitudini saranno preda di depressioni, mentre le basse latitudini (es. Mediterraneo ed Italia) saranno perlopiù appannaggio dell’alta pressione.

E poi? Avremo una vera svolta autunnale? O addirittura tardo autunnale, con una netta diminuzione delle temperature? Sì, ma solo quando le depressioni atlantiche, lobo del Vortice Polare, saranno riuscite a demolire l’anticiclone subtropicale, almeno sul Mediterraneo Centro- Occidentale e sull’Italia. Ad ora non siamo in grado di dire quando accadrà, se già nei primi giorni di novembre, oppure oltre.

Al momento non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

FabioDue

Rubrica Sole Settembre 2013

Introduzione e riepilogo

Durante la sua progressione verso il massimo solare, il ciclo 24 ha da subito manifestato un’intensità notevolmente inferiore a quella che gli esperti avevano pronosticato  http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2006/21dec_cycle24/ . Ma gli ultimi due anni, dopo il picco dell’autunno 2011, hanno di fatto reso molto improbabile che questo ciclo possa prendere un diverso andamento rispetto a quello fatto vedere fino a questo momento. In definitiva il Sole è entrato in una fase di “stallo”: pur con naturali oscillazioni in alto ed in basso dei vari indici di attività, nel periodo in questione il solar flux (il miglior indicatore dell’attività solare finora noto) non ha mostrato in media alcun trend particolare, né crescente né decrescente. Lo si nota chiaramente dalla prima immagine successiva. Ciò, a nostro modesto avviso, significa che il Sole è attualmente in fase di massimo. Pertanto, salvo qualche temporaneo picco, ben difficilmente il nostro astro ci potrà mostrare più di quello cui abbiamo assistito finora durante il ciclo 24.

Il mese di Settembre appena trascorso, se mai ce ne fosse stato bisogno, ha ulteriormente confermato l’attuale fase di debolezza iniziata a giugno, dopo che maggio e aprile avevano mostrato una certa vivacità (ricordate i 4 X Flares in poche ore, a maggio?): solar flux e sunspot number fermo su valori ancora molto bassi se paragonati ad un massimo solare con macchie decisamente meno attive della norma.

Riguardo all’eventuale 2° picco di attività pronosticato anche dalla NASA  http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2013/01mar_twinpeaks/,  nel caso in cui ciò non dovesse aver luogo, data l’evidente inconsistenza della presunta “ripresa” attesa dopo tale annuncio, il ciclo 24 sarebbe condannato ad un lento ma inesorabile tramonto.

Pur mantenendo quindi una certa prudenza (il Sole ci ha da anni abituato a continue sorprese, a repentini “cambi di marcia”), ormai mesi e anni sono trascorsi senza evidenti e durature accelerazioni del ciclo: siamo ormai vicini alla soglia dei 5 anni (57 mesi) dal minimo del dicembre 2008 e dobbiamo constatare che il livello attuale di attività assomiglia  molto poco a quello di un massimo solare ed ancor meno a quello dei cicli immediatamente precedenti: il solar flux non ha finora raggiunto quota 200, nemmeno come valore di picco giornaliero. Tale soglia fu ampiamente superata più volte dai cinque cicli precedenti, almeno come valore giornaliero ma spesso anche in termini di media mensile. Anche il sunspot number risulta decisamente inferiore e analogo a quello dei cicli di fine Ottocento-inizio Novecento. Ricordiamo però che i calcoli attuali sono molto rigorosi e tengono conto anche della macchia più piccola. Pertanto i valori del passato sono molto probabilmente sottostimati: perlomeno del 5% per i cicli di fine Ottocento/inizio Novecento, fino al 20% ed oltre in precedenza (ad esempio durante il Minimo di Dalton)…. Continua la lettura di Rubrica Sole Settembre 2013

Rubrica meteo Giugno: indici meteo-climatici e prospettive meteo estive

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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Gli indici: i valori del mese precedente

Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente

ENSO (El Niño Southern Oscillation, ad oggi neutralità, MEI index): (+0,009) +0,069

PDO (Pacific Decadal Oscillation): (–0,16) +0,08

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,169) +0,134

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+8,39) +12,64

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (-5,71) -3,60

MJO (Madden-Julian Oscillation): attualmente è in fase 7, con intensità modesta ma prevista in progressivo incremento. Finora non pare aver giocato alcun particolare ruolo, si attende qualche possibile novità.

– L’ITCZ (www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.shtml), nuovamente significativo per il nostro emisfero dall’inizio di Aprile, alla seconda decade di Giugno risulta sostanzialmente in media, con un lieve sottomedia nel settore centro- orientale.

Commento indici

– l’ENSO ormai da mesi mostra comportamenti differenziati da zona a zona dell’Oceano Pacifico:

  • Nelle zone 1+2 (a ridosso delle coste sudamericane) e 3 (un po più al largo), attualmente appare da qualche tempo in evoluzione un evento di Nina debole/moderata;
  • in zona 3,4 e 4, invece, si osserva ancora una sostanziale neutralità.

Le previsioni NOAA per i prossimi mesi mostrano una certa fatica a seguire le ultime rilevazioni dell’evento e continuano a mostrare una persistenza del suddetto dualismo. Si ritiene che tale particolarità sia la ragione principale della instabile stagione primaverile e dell’avvio di quella estiva in tono minore rispetto al recente passato. Pertanto, la persistenza di tale condizione depone a favore di un proseguimento della stagione estiva nei termini che attualmente stiamo osservando, a meno che non intervengano altri fattori ad oggi non pronosticabili.

– La PDO compie un’escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; si tratta di una situazione inconsueta ma non unica; si ritiene probabile che nel giro di qualche mese tornerà negativa; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma in territorio positivo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

– La QBO30 sta crescendo nettamente verso il prossimo valore massimo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

– La QBO50, dopo il valore minimo di dicembre, sta lentamente risalendo verso la neutralità. Le statistiche, disponibili dal 1979 ad oggi, indicano che l’indice può permanere in fase negativa fino ad un massimo di 18 mesi. Attualmente la negatività dura da 15 mesi (Febbraio 2012), dunque al più il passaggio in fase positiva avverrà entro l’estate.

Come segnalato in precedenza, in base alle osservazioni ENSO NOAA, la prolungata neutralità ha lasciato il posto alla Nina nel settore oceanico centro-orientale, mentre altrove permangono condizioni di neutralità. Le anomalie sottosuperficiali di temperatura possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà nel prossimo futuro. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

Rispetto ai mesi precedenti (Marzo, Aprile e Maggio), le anomalie negative di temperatura si sono nettamente ritirate verso est. Le anomalie positive, invece, non mostrano variazioni di rilievo. In sostanza, la rilevazione suggerisce un probabile ritorno nei prossimi mesi verso condizioni di neutralità in gran parte del comparto oceanico equatoriale.

Le anomalie superficiali mostrano tuttora una debole Nina nel Pacifico centro-orientale. Colpisce inoltre la persistenza di notevoli anomalie negative in Atlantico, dalle Isole Britanniche fino alle coste del Marocco ed oltre, ad ovest fino a parte dei Caraibi, segno della persistenza di maltempo in quelle aree, poco consono alla stagione estiva, ma anche di anomalie di temperatura dovute a fenomeni diversi e non ben conosciuti.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/index.html

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L’estate 2013

I prossimi giorni

Gli ultimi giorni di Giugno trascorreranno all’insegna del fresco e dell’instabilità. Si tratta di una situazione davvero poco consona all’estate ormai pienamente in corso (in teoria). Mancherà, infatti, una figura anticiclonica stabilizzante, sul Mediterraneo e sull’Italia; l’Anticiclone delle Azzorre presidierà il vicino Atlantico e l’Europa centro-occidentale, lasciando invece il Mediterraneo esposto a correnti settentrionali, fresche ed instabili, specie sulle Alpi, al Centro ed al Sud. Il Nord (più il Nordovest, meno il Nordest) sarà protetto dalla catena alpina e godrà di tempo asciutto, in prevalenza soleggiato ma gradevole. Tutto ciò è ben rappresentato dall’immagine seguente, relativa a metà giornata di giovedì 27, relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

Nell’immagine si nota bene il solido Anticiclone delle Azzorre ad ovest, che tende ad espandersi verso l’Europa centrale, e un corridoio ad est in cui scorrono verso sud correnti fresche ed instabili. Queste producono temporali lungo la catena appenninica, da nord verso sud.

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Possibile evoluzione successiva (Luglio)

La fase fresca ed instabile probabilmente si concluderà all’inizio di Luglio, con una maggiore affermazione dell’Anticiclone delle Azzorre anche sul Mediterraneo e sull’Italia. La conseguenza sarebbe quella di una stagione pienamente estiva, ma senza il caldo davvero eccessivo dovuto alle incursioni africane, come quella da poco verificatasi (anche se breve). Gli scenari del mese di Luglio, al momento, suggeriscono che la stagione prosegua all’insegna di un caldo moderato, estivo, ma senza eccessi. Lo si intuisce anche dall’esame dell’andamento di AO e NAO (che, ricordo, non sono indici predittivi, ma sintetizzano quanto riportato dai vari ensemble del modello GFS) nei prossimi 10-15 giorni:

L’AO sostanzialmente neutra ci segnala che le alte pressioni sono disposte a latitudini medio-alte e non (se fosse positiva) in prevalenza alle nostre latitudini. Ma la NAO, dunque in Oceano Atlantico, segnala che lì invece l’alta pressione è disposta in prevalenza a latitudini medio-basse e non a quelle elevate. Dunque, corrisponde bene a quanto si osserva nell’immagine previsionale precedente, dove l’alta pressione presidia l’Oceano Atlantico anche alle latitudini del Nordafrica, ma lascia scoperto il Mediterraneo, specie il comparto centro-orientale (Italia e Balcani), come si era già accennato. L’inizio di luglio vede un lieve incremento dell’AO, segnale di una probabile maggiore stabilità.

Preoccupa ancora la persistenza di anomalie negative al largo delle coste spagnole e marocchine, attualmente sede di una debole lacuna barica (depressione semipermanente). Tale persistenza potrebbe in futuro favorire nuove incursioni calde africane, pur non molto intense in quanto l’ITCZ (confine tra alisei e monsone umido, in Africa) appare per ora normale e dunque non le favorisce.

In conclusione, lo scenario attuale depone decisamente a favore di una stagione estiva “vecchio stile” (simile a quella del 2004, come si è ribadito più volte). Potrà esservi occasione per qualche incursione calda africana, lo si è già visto, ma anche per qualche sortita instabile atlantica. Comunque si ritiene che, almeno per il mese di luglio (il mese estivo per eccellenza ed anche quello solitamente più stabile), l’ipotesi più probabile sia quella di una presenza predominante dell’Anticiclone delle Azzorre. Dunque ci si attende estate piena, sì, ma solo moderatamente calda e in questo senso sottotono rispetto a quelle degli anni precedenti, che tanto ci hanno fatto sudare.

FabioDue

La Rubrica di NIA: Tornado F5 del 25 Luglio 1930 in Veneto, nubifragi violenti in Piemonte, allagamenti nel Biellese

Cronache e Immagini tratte dal quotidiano La Stampa

 

 

LA STAMPA 25 LUGLIO 1930

IL MALTEMPO IN ITALIA ED ALL’ESTERO – UNA TROMBA D’ARIA IN PROVINCIA DI TREVISO – 24 MORTI E UN CENTINAIO DI FERITI – ALCUNE CASE ABBATTUTE

TREVISO – 24 NOTTE

Verso le ore 11 di oggi si è scatenata una violentissima tromba d’aria che ha percorso una vasta zona della provincia di Treviso.
Secondo gli accertamenti, i morti sono 24 e i feriti un centinaio, parte dei quali trasportati negli ospedali di Treviso e Montebelluna e parte medicati sul posto. A Segusino verso la stessa ora, uno spaventoso uragano di vento vorticoso ha attraversato il Piave, ha abbattuto tutte le case trovate sul percorso, sradicando piante e pali, e lasciando il terreno cosparso di rottami. Sono stati divelti tutti i grossi platani per oltre 200 metri della strada provinciale, i fili telefonici e telegrafici, sono stati strappati, le masserizie delle case abbattute asportate dal vento o sepolte sotto le macerie come pure la maggior parte del bestiame.
A Oderzo, sono state abbattute 10 case coloniche; gravi danni alle piangioni e al bestiame, f ortemente danneggiata anche la centrale Idroelettrica, otto operai che erano su un armatura sono stati lanciati a una cinquantina di metri di distanza.
In località Godega, sono state abbattute 40 case, dei mobili di esse sono stati trovati a distanza di circa 200 metri, nel paese di Selva ben poco è rimasto in piedi; la tromba si è abbattuta su numerose case coloniche e ha divelto i pali della luce.
La chiesa è quasi completamente distrutta, sono rimasti in piedi solo l’altare maggiore, il coro e il campanuile; il resto, compreso il nuovo organo che doveva essere inaugurato in questi giorni è stato distrutto. A Giavera vi sono 7 case distrutte e cinque feriti non gravi. A Bavaria 30 case sono state distrutte. Anche Sovilla è gravemente danneggiata; tutte le case del centro sono in parte abbattute e in parte scoperchiate; la canonica è lesionata, il Ciclone è passato anche su quasi tutto il Friuli danneggiando le campagne specie a Sacile, i fiumi sono ingrossati. A Belluno dopo una giornata di pioggia il ciclone si è scatenato nella mattinata recando gravi danni alle campagne. Esso ha avuto origine nella bassa vallata del Piave e ha risalito il corso del fiume, abbbattendosi sulla zone dell’Ardo, del Castianese e del Comune di Ponte delle Alpi. Il forte vento uraganico ha sradicato alberi e ha scoperchiato parecchie case coloniche.

LA STAMPA 25 LUGLIO 1930 – CIMINIERA DI FILANDA ABBATTUTA A CREMONA UNA OPERAIA UCCISA E SETTE FERITE – CREMONA –

Stamane il cielo era andato oscurandosi sempre più finchè verso le 10,45 si scatenava un acquazzone violentissimo e contemporaneamente un vento così forte da scuotere le case mandando in frantumo molti vetri e facendo crollare qua e la calcinacci.

Fortunatamente la tromba d’aria è durata qualche minuto soltanto, ma ciò è bastato per causare una grave sciagura, una ciminiera della filanda di proprietà dei fratello Dall’Orto di Milano, postia in una via periferica è crollata per circa 9 metri abbattendosi su uno dei reparti di filatora, travolgendo il capannone della caldaia e sfondando un tratto del tetto della sala delle bacinelle, nella quale 163 operaie attendenvano al consueto lavoro. La scena di terrore che seguì è facilmente immaginabile. Le operaie si precipitarono in cortile urlando di spavento mentre alcune di essere rimanevano sotto le macerie. La ciminiera crollata, alta 15 metri, era stata ricostruita circa 2 anni fa dopo cioè che era stata abbattuta durante il ciclone del luglio del 1927. Le raffiche del vento sono state così violente da sciantare grossissimi rami dei vetusti alberi del viale Regina Margherita, tanto da ingombrare il viale stesso e determinare la sospensione del traffico per mezz’ora.

LA SCORRIBANDA DI UN FULMINE IN MUNICIPIO, PER STRADA, IN UNA STALLA

Oggi verso mezzogiorno, mentre imperversava un furioso temporale, un fulmine è penetrato nel Municipio di Baveno, investendo il capoguardia, che si è salvato gettandosi al suolo con mirabile sangue freddo. Dopo aver visitato tutti gli uffici comunali, provocando qua e là dei corti circuiti, il fulmine è uscito sulla strada. Sulla via ha investito certo Giovanni Albertani, gettandolo a dieci metri di distanza. Il poveretto se la cavò con grande spavento e con una gamba ammaccata, quindi il fulmine concludeva la sua pericolosa scorribanda penetrando in una stalla e uccidendo una mucca.

GRANDINE NEL TORTONESE E NELL’ACQUESE – TORTONA –

Verso le 22 di ieri si è scatenato sulla città un impetuosissimo vento, durato tutta la notte, e che recò gravi danni ai frutteti delle valli del Gure e del Curone. Questa mattina, poi, un furiosissimo temporale si è abbattuto sulla città ed ha durato tutta la giornata. Sono segnalate dall’alto Tortonese grandinate. La temperatura si è fatta autunnale.

ACQUI

Verso le 21 di ieri un terribile vento ha imperversato sulla città, schiantando alberi, strappando fili elettrici, crescendo di veemenza fino alle prime ore del mattino, finchè si risolse in pioggia. Dopo qualche ora, un violento temporale con grossi chicchi di tempesta, si è abbattuto sulla città e dintorni causando gravi danni.

COMIGNOLI ABBATTUTI AD ALESSANDRIA

Alessandria, l’inclemenza del tempo, è da alcune settimane, pressochè costante. La temperatura è diventata autunnale. Bufere di vento si sono avute stamane ed nel pomeriggio. Alcuni comignoli sono stati abbattuti in piazza Genova, per fortuna senza danni alle persone. Due temporali si sono scatenati nelle campagne vicine. L’acqua, mista a grossi chicchi di grandine, è caduta abbondante.
Per ora, fortunatamente non si hanno notizie di danni sensibili alle campagne.


18 GRADI A VALENZA

Violenti temporali con raffiche di pioggia e di vento si sono registrate nella giornata di oggi su tutto il Valenzano.
La temperatura è scesa di oltre dieci gradi, stazionando sui 18 gradi sopra lo zero.

OPERAI ASSEDIATI DELL’ALLAGAMENTO IN PARECCHI OPIFICI BIELLESI

La popolazione della regione toccata dal torrente Sessera nella vallata Coggiola, Pray o Planceri, ha vissuto stamane per oltre due ore, momenti di angoscia e di terrore dovuti all’infuriare impressionante del maltempo.
Poco dopo le ore 8 il cielo si è coperto di una densa nuvolaglia ed ha cominciato a cadere una pioggia torrenziale.
Le strade si sono subito cambiate in altrettanti torrenti; le cantine e i piani terreni sono stati allagati. Il torrente Sessera ha straripato ed allagato stabilimenti e case, seminando terrore e danni. In molti opifici di Pianceri, visto il pericolo, gli operai sono fuggiti in tempo, riparando, sotto la pioggia torrenziale, sulle alture circostanti. In qualche altro stabilimento la fuga degli operai è stata preclusa dall’improvviso allagamento, e molti lavoratori si sono salvati fuggendo dai saloni attraverso le finestre e i tetti.
Molte case private, già allagate, sono state rese pericolanti dalla furia dell’innondazione. Il salvataggio di alcune persone progioniere dell’allagamento è stato quanto mai movimentato. Nello stabilimento Togna in Pianceri le acque del Sessera hanno invaso i saloni di lavorazione. Un gruppo di operai si è trovato in un attimo circondato dall’acqua, e anche in pericolo di annegare.
La presenza di spirito dei dirigenti ha valso ad evitare gravi guai. Tutti gli operai furono salvati attraverso le finestre. Il titolare della ditta, che aveva voluto rimanere fra gli operai per assistere di presenza al salvataggio, ha corso un serio pericolo di annegare, ma venne a sua volta salvato dai dipendenti accorsi in suo aiuto. I danni sono notevoli, perchè la furia delle acqua, ha anche asportato delle materie prime. Pure a Pray e a Coggiola si lamentano parziali allagamenti, ma in minore proporzione che a Pianceri. Nel torrente Sessera, alcuni Renaioli travolti all’improvviso dalla piena hanno potuto salvarsi a stento, gettandosi a nuoto in acqua. Non si lamentano fortunatamente vittime umane. I danni sono però ingenti.

 

Ricerca e Trascrizione a cure di:  Davide Mua

Cronache Tratte dal quotidiano:  La Stampa