Archivi giornalieri: 15 Luglio 2011

L’ESTATE 2011 SI PRENDE LE FERIE O VA IN PENSIONE?

Un saluto a voi, popolo di NIA. Ho deciso di scrivere quest’articolo a sole due settimane di distanza dal precedente (“CHE LUGLIO CI ASPETTA?”), per rendervi partecipi di una situazione che si va delineando davvero interessante. Se vi ricordate in quell’occasione ci eravamo lasciati sottolineando la possibilità che l’estate mostrasse dei segni di stanchezza già dalla seconda metà del mese in corso a causa di un prematuro arretramento della zona di convergenza intertropicale (ITCZ). Si era detto, infatti, che l’estate 2011 potesse raggiungere il suo apice proprio tra la seconda metà del mese di giugno e la prima metà del mese di luglio. Ebbene le cose sono andate come credevo e ad oggi ci sono ottime possibilità che tali situazioni si verifichino realmente. Ma andiamo con ordine e procediamo cercando di capire il perché di queste mie affermazioni.
Di seguito vi riporto due immagini: la prima mostra la disposizione delle anomalie delle SST che si registrava in data 19 giugno, mentre la seconda è relativa alla situazione attuale delle stesse.

19 giugno 2011:

12 luglio 2011:

Il motivo del possibile arretramento prematuro dell’ITCZ risiede nella rapida variazione delle anomalie delle SSTA lungo le coste occidentali del continente africano. Nello specifico, dalle presenti immagini si può facilmente constatare come l’anomalia positiva nell’atlantico nord tropicale (cerchio arancione), si sia fortemente ridimensionata nell’arco di soli 20 giorni e a breve sarà sostituita da un’anomalia negativa. Viceversa l’anomalia negativa nell’atlantico sud tropicale (cerchio giallo) è andata ridimensionando e sta per essere rimpiazzata da un’anomalia positiva.
Ebbene, è risaputo che la posizione dell’ITCZ e’ dovuta anche al gradiente di temperatura tra le acque dell’ atlantico nord tropicale (TNA) e quelle dell’atlantico sud tropicale (STA) nella zona Golfo del di Guinea. Infatti, se si palesa tale gradiente, associato all’ENSO-, si viene a creare un incremento degli alisei di Nord est che indeboliscono il monsone africano che si spinge dal mare (golfo di Guinea) verso il continente africano e causano così un arretramento dell’ITCZ.

Fig. 1

Fig. 2

Nelle figure 1 e 2 è riportato il meccanismo che, nell’estete boreale, comporta l’innalzamento della zona di convergenza intertropicale (ITCZ). I venti riportati nella porzione superiore di figura 1 (quelli che si oppongono all’elevazione dell’ITCZ), denominati “Harmattan”, sono venti secchi e polverosi che soffiano da nord-est a sud-ovest, ovvero dal Sahara al Golfo di Guinea. In pratica non sarebbero altro che i “corrispondenti” degli Alisei di nord-est sull’entroterra sub-sahariano che, passando sul deserto, si riscaldano e raccolgono fini particelle di polvere da terra, trasportandole fino alle coste dell’Africa occidentale e sul golfo di Guinea, dove arrivano come venti caldi, polverosi e molto secchi. Questo tipo di vento viene anche denominato “Dottore” dalle popolazioni locali per via del refrigerio che porta per l’abbassamento dei tassi dell’umidità relativa. Ed infatti al finire della stagione estiva (fine settembre), il monsone africano arretra e viene sostituito da questi venti secchi che al contrario, in questo periodo, acquisiscono forza. Proprio il monsone africano infatti, essendo un vento molto umido che spira da Sud o Sud-ovest, porta piogge e forti temporali lungo le coste dell’Africa occidentale e tende a rinvigorire la circolazione meridiana di Hadley, con conseguente rafforzamento dell’anticiclone del nord Atlantico e blocco del flusso occidentale verso il Mediterraneo.
Una maggiore penetrazione del monsone nel continente africano produce infatti uno spostamento verso nord dell’anticiclone Libico che arriva a invadere il Mediterraneo occidentale portando subsidenza e condizioni di stabilità. In particolare i venti monsonici (rappresentati sia in figura 1 che in figura 2), sono venti semi/permanenti che spirano da sud-ovest lungo la fascia sub-equatoriale e che corrispondono all’Aliseo di sud-est deviato verso destra dalla profonda bassa pressione equatoriale (depressione termica equatoriale) dell’Africa centrale. Durante l’inverno boreale questi venti divengono molto più deboli e riacquisiscono la classica configurazione ad “Aliseo di sud-est”, mentre durante l’estate boreale sono i principali artefici dell’innalzamento dell’ITCZ, soprattutto nella sua porzione centro-occidentale 8come ben si capisce dalla figura 2).
Come detto in precedenza, l’istaurarsi di un gradiente nelle SSTA fra TNA e TSA (chiamato AMM), tale per cui un anomalo gradiente fra SSTA- a nord e SSTA+ a sud dell’equatore, indurrebbe un rafforzamento degli Alisei di nord-est (Harmattan ) con conseguente shift della posizione latitudinale dell’ITCZ verso sud. Questo fenomeno, che come detto coinvolge soprattutto la porzione centro-occidentale del continente africano, trova conferme anche nel mutamento delle anomalie delle SST nella porzione di oceano che costeggia le coste occidentali africane e che è subito sopra alle acque dell’ atlantico nord tropicale (cerchio grigio). In questa zona, l’anomalia negativa che imperversa da mesi, verrà a brevissimo sostituita da un’anomalia positiva, sintomo dello stazionamento dell’anticiclone tropicale sul Sahel occidentale (Mauritania-Mali) e dunque dell’abbassamento dell’ITCZ occidentale. Quest’ultimo è un fattore chiave se si pensa che l’intensità del monsone west-africano viene misurata anche attraverso l’indice “Sahel Rainfall Anomalies” (SR), che rappresenta appunto le anomalie pluvio sul Sahel occidentale fra luglio e settembre. Una situazione opposta si andrà ad instaurare nell’emisfero australe, dove, al riscaldamento delle acque dell’atlantico sud tropicale, corrisponderà un raffreddamento di quelle immediatamente più a sud (cerchio nero). Di seguito vi riporto le carte GFS world de cui si evince questo radicale cambiamento in sede africana:

13 luglio 2011:

18 luglio 2011:

Dalle carte a 850 hpa si può constatare agevolmente la formazione di un esteso anticiclone tropicale tra la porzione occidentale del deserto del shael e la fascia di atlantico che lo costeggia. Come già più volte spiegato, lo stazionamento di un anticiclone oceanico sub-tropicale in quella zona diviene fondamentale in quanto questo risulta efficace nel contrastare la risalita della linea perturbata (ITCZ) nella sua porzione occidentale. Inoltre dalle suddette immagini si può anche denotare un discreto abbassamento dell’ITCZ anche nei settori centro-orientali dell’africa nonché un decisa traslazione verso sud dell’intera “struttura equatoriale-tropicale” nell’emisfero australe. Ciò è segno della capacità del “famoso” gradiente AMM di traslare l’intera struttura a sud.
Ci tengo a fare un’ultima considerazione a proposito dell’estesa anomalia negativa in riferimento alle SST nella zona equatoriale del golfo di Guinea (nel precedente articolo cerchio nero), in quanto circa i suoi effetti ci sono pareri discordanti. Dalla stragrande maggioranza dei forum meteo (anzi direi da tutti) emerge infatti che, la suddetta anomalia può essere associata ad una monsone west-africano più intenso della norma. Ciò viene spiegato facendo riferimento al meccanismo che innesca i monsoni estivi: poiché la terra si raffredda e si riscalda molto più velocemente dell’acqua, durante il periodo estivo i continenti (in questo caso l’Africa boreale) si riscaldano molto di più rispetto agli oceani circostanti e ciò determina lo sviluppo di aree di bassa pressione (per via dell’innalzamento dell’aria più calda al suolo) verso le quali convergono i venti umidi da sud- sudovest provenienti dal mare (nel nostro caso golfo di Guinea). Questi venti sono appunto i monsoni e sono portatori di piogge abbondanti.
Ora quello che sostengono i più è che, con le acque più fredde nel golfo di Guinea, si approfondisce il gradiente termico tra terra e mare, causando così un rafforzamento del monsone. Io invece sostengo il contrario. Infatti detto gradiente è talmente elevato (nell’entroterra africano si raggiungono temperature al suolo impensabili) che non può risentire della variazione di un solo grado delle acque del golfo di Guinea. Al contrario la variazione di temperatura delle acque del golfo stesso, anche se piccole, possono modificare sostanzialmente il tasso di umidità che dal mare si spinge nell’entroterra. Maggiore sarà il tasso di umidità e maggiore sarà la violenza dei cicloni tropicali che caratterizzano il monsone. Non è un caso che le estati europee più calde degli anni 2000 (2003 in primis) causate da una posizione eccessivamente elevata dell’ITCZ, sono state accompagnate da forti anomalie positive nel Golfo di Guinea.
Concludo ribadendo che il processo sin qui descritto può essere sicuramente associato alla rapida variazione delle SSTA in Nino 3 e in Nino 1+2 (cerchio bianco). Come si può constatare dai grafici delle SSTA infatti, le anomalie positive in quelle zone si sono letteralmente sfaldate nel giro di 20 giorni, e stanno per essere sostituite da anomalie negative. E’ risaputo infatti che il ciclo ENSO è strettamente correlato all’intensità del monsone west-africano ed in particolar modo che la NINA tende ad inibire la risalita della linea perturbata (ITCZ) verso nord. Ciò trova conferme ad esempio nel fatto che negli anni 70 si ebbero le più devastanti siccità del Sahel, le quali furono la causa di più di un milione di morti in quelle aree.
Tornando alla previsione vera e propria, l’innesco di tale meccanismo, che potrebbe risultare anche irreversibile (visto che le proiezioni danno un veloce passaggio in condizioni di ENSO-), potrà produrre un arretramento dell’ITCZ già nella seconda fase di luglio. Inoltre, lo stazionamento delle forti anomalie negative nell’atlantico ad ovest della Grano Bretagna e nord Francia (vedi articolo precedente), saranno come un potente motore in grado di pompare in continuazione depressioni che, nel movimento zonale da ovest verso est, potranno penetrare a più riprese nel mediterraneo. Questo andamento, che è stato completamente inibito nella prima fase di luglio alle basse latitudini italiche a causa di un’ITCZ troppo elevato, potrà divenire il tema dominante nel prosieguo della stagione estiva. Pertanto si potrà assistere ad una traslazione meridionale dell’intero sistema, con l’Italia investita a più riprese dal flusso zonale, ed un’hp africano relegato nella sua “dimora libica”. Insomma signori, potremmo avere a che fare con la seconda metà dell’estate più fresca e piovosa degli anni 2000.

Riccardo