Ondate di calore in aumento nelle capitali europee

La durata e l’intensità delle ondate di calore estive è molto aumentata negli ultimi anni nella maggior parte delle capitali europee, in particolare quelle dell’area centrale e sud-orientale. Se in queste zone nel periodo 1980-1997 il numero di giorni di ondata di calore era pari al 7-8% dei giorni estivi, nel periodo 1998-2015 si è arrivati al 12-14%. Dunque, quasi un raddoppio del numero di giorni molto caldi.

E’ uno dei risultati di uno studio “Increasing Heatwave Hazards in the Southeastern European Union Capitals”, pubblicato sulla rivista Atmosphere dal Consorzio LaMMA insieme all’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibimet-CNR), al Centro di bioclimatologia dell’Università di Firenze e all’Accademia dei Georgofili.
I livelli di rischio Heatwave Hazard Index (HWHI) nelle capitali degli Stati membri 28-UE durante il periodo 1980-1997.
I livelli di rischio Heatwave Hazard Index (HWHI) nelle capitali degli Stati membri 28-UE durante il periodo 1998-2015. 

L’analisi dell’andamento delle ondate di calore in Europa è stata fatta su una lunga serie meteorologica (36 anni, dal 1980 al 2015) di dati raccolti dalle stazioni meteo situate nelle capitali dei 28 paesi dell’Unione europea, relativi al periodo maggio-settembre.

I ricercatori hanno applicato un indicatore chiamato HeatWave Hazard Index (HWHI), ovvero una versione migliorata e sintetica del EuroHEAT HW comunemente usato, che permette di analizzare contemporaneamente i diversi aspetti dell’ondata di calore: il numero di giorni, il numero delle ondate di calore lunghe e intense e la data della prima.

Nel 60% delle capitali europee sono stati osservati aumenti di durata e intensità delle ondate, soprattutto nelle città centro-orientali e sudorientali. In controtendenza, invece, le capitali sud-occidentali (Spagna e Portogallo), in cui si è registrata una diminuzione negli ultimi 18 anni rispetto ai 18 precendenti.
Queste differenze sono associate a due configurazioni climatiche completamente differenti. Se nel periodo 1980-1997 erano le zone dell’Europa occidentale e settentrionale a mostrare i più alti livelli di HWHI, mentre le aree dell’Europa meridionale e sud-orientale presentavano valori più bassi e maggiore instabilità atmosferica, nel periodo 1998-2015 si è verificata una situazione diametralmente opposta, con una persistenza dei sistemi di alta pressione, e quindi di gran caldo, sulle zone dell’Europa meridionale e soprattutto sud-orientale.

L’HWHI è triplicato a Zagabria e Atene, raddoppiato a Vienna, Budapest, Ljubiana, Nicosia e Roma, dove la frequenza dei giorni di ondata è passata dal 5 al 13%.

Variazione percentuale dell’indicatore ‘Heatwave Hazard Index’ (Hwhi) nel periodo 1998-2015 rispetto al periodo 1980-1997 nelle capitali dei 28 Stati membri dell’UE

L’utilizzo di un indicatore unico e semplificato permette di fornire indicazioni utili a chi deve attuare le strategie di mitigazione e adattamento urbano in relazione al problema delle ondate di calore. A livello europeo, stando ai risultati, la priorità andrebbe data alle città sudorientali, le più colpite negli anni recenti.

Fonte : http://www.lamma.rete.toscana.it/news/ondate-di-calore-aumento-nelle-capitali-europee

12 pensieri su “Ondate di calore in aumento nelle capitali europee

  1. Lascia un commento..

    E che commento vuoi lascià..

    Che brutta fine che faremo.. se non cambiano le cose..

    Posso solo dirvi di mantenere duro e resistere.. tanto prima o poi il freddo ritorna.. e ciclicamente anche la PEG..

    Preghiamo!

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  2. La mia unità di misura che affermerà con sicurezza l’uscita dal Gw è questa :

    – Da piccolo i “fossi” nei campi rimanevano ghiacciati (ghiaccio di 2/3cm.) per settimane e settimane fra dic/gen/feb.

    Ecco …quando questa situazione si verificherà nuovamente allora si potrà affermare con sicurezza l’uscita dal Gw.

    🙂

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  3. teniamo conto però che dal punto di vista agricolo e della vita la PEG è peggio del riscaldamento. Il mio vecchio padre è euforico: ha un orto bellissimo e mi inonda di prodotti. Quand’ero piccolo mi diceva “Guai a quell’anno che non si suda a letto”.

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  4. Non si sapeva nulla durante la PEG.. non c’erano le abitudini alimentari attuali…
    si mangiava peggio del XX secolo. Anche se conosco persone con abitudini alimentari prettamente consumistiche, che tendono ad implodere fisicamente nei trenta /quarant’anni. In Italia intendo persone anziane del nord centro e sud. Alcuni mangiano solo quello che è tipico della loro regione, per abitudine e per gusti. Troverete che per esempio chi consuma troppi salumi ha malattie x, chi troppa pasta malattie y, chi troppe cose fritte malattie z. Più si torna indietro con i secoli, peggio si mangia e si vive molto meno.

    Il grano e mais sono importate dal Canada, che si trova in una fascia climatica temperata fredda.

    Il pomodoro ha un optinum di crescita a 20-26 °C e germinazione a 12°C.
    Alcune varietà, con temperature troppo calde soffrono ed invecchiano. Conosco il detto: i pomodori non maturano se non si suda a letto, ma ho notato che la maturazione accelera oltre 28°C. A temperature inferiori è la pianta a decidere quando il pomodoro è abbastanza grosso da maturare. La pianta di pomodoro soffre ed entra in stress oltre i 32°C!
    Quindi preferirei pomodori grossi e meno problemi di stress alla pianta..legati al caldo e all’assorbimento di calcio.

    mi fermerei perché non siamo in un blog di agraria..

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  5. Io qualche giorno fa ho visto un documentario che mostrava 7000 anni fa un optimum mai visto e mostrava i fumi e i laghi nel sahara. Poi il raffreddamento e come conseguenza… l’avanzata dei deserti! Il sahara è completamente disseccato per poi rinverdire in parte durante l’optimum romano.

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  6. sbergonz,

    si vede qui:
    http://daltonsminima.altervista.org/meteo/comment-page-717/#comment-127151

    Non appena giungono le precipitazioni in Africa, in Europa il clima si scalda. Se guardi le prp potenziali tra Atlantico e Oceano Indiano. Si scopre che il clima tende ad essere caldo umido. Ma siamo ad una svolta. Queste caratteristiche non le abbiamo mai notate, perché si è sempre sentito parlare di AGW. Ovunque leggevi o ti insegnavano che le calotte glaciali si sarebbero sciolte. Holluwood produceva film come Waterworld eccetera.
    In realtà in Europa il clima diventerà temperato caldo, le piante producono ossigeno e anitride carbonica, durante il loro ciclo vitale. Di conseguenza la tendenza è che il subcontinente europeo, dovrebbe ricoprirsi di foreste di latifoglie.
    Si vede molto bene questo, attorno ai parchi in campagna, anche sui bordi delle strade. Nascono molti più alberi giovani, ho notato questo anche sotto le chiome degli alberi di latifoglie.
    Vero anche fossi e laghetti quando ero piccolo in certi casi gelavano settimane anche a marzo, con grandi escursioni termiche notte e giorno. Comunque le piante non erano cosi vigorose come ora, non ho mai visto tanta crescita e germinazione.
    L’Europa a nord è frastagliata a causa della pressione della calotta glaciale artica, durante la sua massima estensione. Non perché si sia innalzato il livello del mare.
    Ci deve essere una fase di transizione non ancora ben definita

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  7. Qui si risale a 420 000 anni fa:
    [img]http://daltonsminima.altervista.org/wp-content/comment-image/127160.png[/img]
    attorno a 80 000 / 90 000 anni fa troviamo un disturbo nel segnale. Minore ma simile a quello più recente. Chi campiona musica sa di cosa parlo…
    Il disturbo del segnale attuale, può essere dato dalla presenza di un gran numero di dati. Oppure da 20 000 anni fa, assistiamo ad un evento post-vulcanico intenso. Indotto dal crollo del dust concentration e conseguente aumento delle temperature. L’atmosfera terrestre si potrebbe essere ripulita, ma essere rimasti gas vulcanici presenti in gran quantità come il diossido di carbonio. Le temperature tra 30 000 e 50 000 anni fa vediamo che si mantengono costanti. Poi c’è un calo delle temperature circa attorno 20 000 e 30 000 anni fa, i relazione con un aumento di dust concentration. Che può essere coerente con un raffreddamento dato dalle polveri emesse da un grande vulcano, oppure un periodo di erruzioni violente di più vulcani. In sequenza sul grafico, vediamo che appena calano le polveri vulcaniche, rimangono i gas leggeri in atmosfera, l’ipotesi è che siano ancora in parte in circolo. Si mantiene concreta, il relazione all’aumento del diossido di carbonio, disciolto in atmosfera.

    Riepilogo e su grafico si legge:

    1) 20 000 anni fa assistiamo in concomitanza:
    aumento dust concentration
    aumento del diossido di carbonio
    crollo delle temperature

    2) da 20 000 a 10 000 anni fa assistiamo in sequenza:
    crollo del dust concentratio
    diossido di carbonio che si porta da + 260 ppmv a – 260 ppmv
    aumento delle temperature

    3) da 10 000 ai nostri giorni
    poca attività vulcanica, dust concentration basso
    rilascio di carbonio fissato nell’ambiente conseguente all’aumento di T°
    (10 000 anni fa chi inquinava? i mammut?)
    nonostante il segnale sia disturbato, le temperature tendono a scendere
    (se facciamo lo spettro al segnale)

    In pratica un grande vulcano o una sequenza di erruzioni vulcaniche. Hanno la capacità di emettere in una sola volta, la sola CO2 rilasciata in un anno, da tutta l’attività antropica. Se questo avviene in un periodo di 25 000 / 20 000 / 15 000 anni qualcosa accade. Quello che accade ora in quiete, è che i vulcani in superfice emettono 242 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Mentre l’uomo si dice 29 miliardi di tonnellate per anno. Altra cosa è che si ripete questo evento altre volte lungo tutte le serie di dati. L’ultimo evento sembrerebbe il più intenso.

    Conclusioni:

    La Cella di Hadley deve essere considerata in seguito alla rotazione ed inclinazione dell’asse terrestre, ovvero:

    Impercettibili variazioni della rotazione terrestre.
    Impercettibili variazioni dell’inclinazione dell’asse terrestre.
    Queste variazioni possono essere causate da terremoti come quello del:
    Cile 22 maggio 1960.
    Sumatra il 26 dicembre 2004.
    Cile 27 febbraio 2010.
    Giappone 11 marzo 2011.

    Queste variazioni sono state insignificanti.
    Nonostante questo, siamo sicuri che nel complesso, i cicli che portano da un raffreddamento ad riscaldamento climatico terrestre o viceversa? Siano lenti e poco percettibili?

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  8. Per la miglior lettura del grafico non c’è una buona scala, ma per capire meglio quello che ho scritto.. La lettura degli anni è sull’asse X delle ascisse. Sulle ordinate asse Y (asse verticale) ci sono i valori:
    delle polveri (grafico rosso) ,
    diossido di carbonio (grafico verde) ,
    temperature (grafico blu).
    Cercate un’unità [ u ] di 10 000 anni e suddividete il periodo da 50 000 anni, fa sino ai nostri giorni. Prendete i punti 1, 2, 3. Come ho scritto sopra in un periodo che va da 20 000 a 30 000 anni fa. Leggendo il grafico da destra verso sinistra.
    Quindi valutate quanto scritto, mettendo in corrispondenza l’andamento dei grafici, da 30 000 anni fa sino ai nostri giorni.

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  9. Luca74,

    Il clima migliore è stato quello del XX secolo, non troppo freddo come quello cha ha caratterizzato i secoli precedenti, con conseguenti carestie, malattie, ecc., e non troppo caldo come quello che sta caratterizzando il XXI secolo. Era perfetto.

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