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Sorpresa fra gli scienziati: Il ghiaccio marino globale è inaspettatamente stabile negli ultimi 35 anni, con l’artico stabile negli ultimi 10 anni

E’ un buon momento per dare un’occhiata a cosa sta facendo il ghiaccio marino globale in entrambi i poli. Ci è stato detto, più e più volte, che i poli sono “il canarino nella miniera di carbone per il riscaldamento globale”.

Se veramente, la tendenza verso lo scioglimento del ghiaccio globale è accelerata (e questo ci è stato ripetuto più volte), allora siete stati avvertiti che il pianeta si sta scaldando rapidamente e che quindi sarebbe saggio preparasi (nel lungo termine), all’innalzamento del livello del mare.

Ma tutto questo, fino ad oggi, non si è verificato ai poli.

Come tutto ciò che riguarda il clima e la meteo, c’è un sacco di volatilità in questo sistema infinitamente complesso, quindi le modifiche nel breve termine non devono essere considerate istericamente. Primo cosa, fra tante, sarebbe quella quindi di mantenere l’attenzione sul lungo termine attraverso un pensiero razionale. Quando questa cosa sarà compiuta, si potrà tranquillamente osservare che non c’è nulla di cui preoccuparsi, anche perchè tutti gli indicatori del clima sono ben all’interno del normale range della variabilità naturale.

Il grafico seguente, mostra l’anomalia della copertura del ghiaccio marino artico in riferimento alle misurazioni satellitari iniziate nel 1978 :

Il grafico qui sopra, ripreso da http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/IMAGES/seaice.anomaly.arctic.png , mostra che il ghiaccio marino artico è stato abbastanza stabile tra il 1979-2002, con un leggero trend verso il basso. Poi solo tra il 2002-2007 (un periodo di soli 5 anni), il ghiaccio marino ha sperimentato quasi la sua tutta fusione. Tuttavia, negli ultimi 10 anni, il ghiaccio marino artico è rimasto stabile, con anche un pò di crescita, registrata nel corso degli ultimi 6 anni.

In effetti, un certo numero di scienziati stanno attribuendo, il recupero del ghiaccio del mare Artico all’entrata dell’indice AMO nella sua tipica fase ciclica negativa di circa 50-60 anni. Tuttavia, bisogna anche sottolineare, che 35 anni sono un breve periodo per cercare di comprendere la tendenza del ghiaccio marino nel suo lungo termine. Infatti, è risaputo che il ghiaccio marino artico si muove su cicli multi decadi, influenzati fortemente da cicli oceanici naturali.

Accelera il trend di crescita del ghiaccio marino in Antartide

Il Polo Sud è stato un vero e proprio imbarazzo per gli allarmisti del riscaldamento globale. Allarmisti che in precedenza prevedevano un grande tracollo. Anche questo non è successo. La tendenza dell’antartide oggi, è quella di andare nella direzione opposta :

Il grafico riportato qui sopra, mostra che la copertura del ghiaccio marino antartico ha infatti accelerato verso l’alto. Nel corso degli ultimi mesi, il ghiaccio marino antartico è sceso dal suo livello record, ed è tornato su un livello normale. Tutto questo, dopo tre anni di crescita.

Guardando sia a nord che a sud, attraverso la combinazione del ghiaccio marino polare (utilizzando i dati del National Snow and Ice Data Center), non vediamo assolutamente nulla di cui preoccuparsi :

 

Tutto questo è normale e non vi è alcuna ragione per cadere in un stato isterico.

 

Fonte : http://notrickszone.com/2015/11/14/scientists-surprised-global-sea-ice-unexpectedly-stable-over-past-35-years-arctic-stable-last-10-years/

La fusione del ghiaccio marino artico è quasi terminata / terminata

Siamo prossimi al giro di boa dei ghiacci artici e la fusione sembra quasi terminata. La traccia (secondo il fornitore NSIDC) ci dice che siamo leggermente sotto il 2013/2014, fortunatamente lontani dal 2012 e con una situazione pressochè simile al 2011.

Ice

http://nsidc.org/arcticseaicenews/charctic-interactive-sea-ice-graph/

Secondo il fornitore danese siamo già in pista per la risalita, leggermente sotto il 2013/2014 e di poco superiori al 2011.

http://ocean.dmi.dk/arctic/icecover.uk.php

Se si osserva il grafico che riporta l’anomalia dei ghiacci, sembra che quest’ultima abbia raggiunto un certo livellamento, si noti infatti come a partire dal 2007 i dati sembrano oscillare attorno alla linea del chilometro quadrato -1.000.000 :

http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/IMAGES/seaice.anomaly.arctic.png

In giro leggo di un possibile collegamento dell’indice AMO con i ghiacci artici. Credo che nel giro di qualche anno avremo una migliore visione del possibile collegamento.

Michele

Estensione del ghiaccio marino artico : chiarimenti sui vari servizi di fornitura dati

Ghiacci artici : Perchè l’istituto meteorologico danese DMI riporta dei dati differenti rispetto a NSDIC & ROOS ? E poi c’è anche Cryosphere Today ….

 

Incuriosito dalla possibile entrata nel settore che ho ribattezzato “noise zone” (vedi l’immagine posta in evidenza) , dove la traccia dell’estensione del ghiaccio marino artico risulta essere, nel vero e proprio senso della parola, nervosa (probabile segnale dei primi movimenti di riconfigurazione delle masse d’aria nell’artico), mi sono accorto che :

L’istituto meteorologico danese (DMI) riporta un valore giornaliero di estensione del ghiaccio marino artico [espresso in milioni (km2)], nettamente maggiore in confronto al valore giornaliero dei servizi :

Perchè ?

Allora, se prendiamo come giorno di riferimento il 23 luglio 2015, (giorno 204), abbiamo per NERSC :

2015.559 204 0 5324049.3   7722299.7   2398250.4  0.689

Mentre per NSIDC abbiamo :

National Snow and Ice Data Center 23 JulDue valori molto prossimi.

Viceversa, per DMI, attraverso il servizio OSISAF (dove le aree con concentrazioni di ghiaccio superiori al 30% sono classificati come ghiaccio), abbiamo per il giorno 23 Luglio una concentrazione del ghiaccio marino artico nettamente superiore al dato fornito da NERSC o NSIDC. Per DMI, la concentrazione del ghiaccio marino artico riferita al 23 Luglio supera i 9 milioni di km2 (vedi l’immagine sotto riportata).

Danish Meteorological Institute

NOTA in calce del servizio DMI : La traccia riportata sopra, sostituisce una precedente trama che si basava su dei dati senza le zone costiere. Questa maschera costiera, implicava quindi che le stime dell’estensione del ghiaccio marino erano sottovalutate. Il nuovo grafico (quello sopra) mostra la stima dell’estensione del ghiaccio marino assoluto. La vecchia trama è reperibile al seguente link (immagine riportata di seguito):

http://ocean.dmi.dk/arctic/old_icecover.uk.php

Quindi, se prendiamo come riferimento la vecchia trama (quella sopra riportata), abbiamo che quest’ultima traccia (anche se riferita al 26 Luglio e non al 23 Luglio), rileva una concentrazione sotto i 6 mil. Km2.

Prima di passare alle conclusioni, riporto anche data formita dal servizio Cryosphere Today : http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/ per il giorno 204 :

http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/arctic.sea.ice.interactive.html

Cryosphere Today

Riepilogo estensione ghiaccio marino del 23 Luglio 2015 :

  • NERSC : 7,722 mil. km²
  • NSIDC : 7,770 mil. km²
  • DMI (new version) : ≈  9,5 mil. km² (*)
  • DMI (old version) : ≈  5,5 mil. km² (*)
  • Cryosphere Today : 5,028 mil. km²

(*) = Valore rilevato da traccia grafica

………………………………………………………………………….

Conclusioni ? Poche. Brevemente, oggi (in particolare) nutro diverse perplessità sulle tracce fornite dal servizio danese (DMI), in riferimento al criterio di elaborazione dei dati e l’algoritmo di calcolo, sicuramente diverso da quello utilizzato da NERSC o NSIDC.

Quindi, DMI è in errore ?

Non lo sò, anche perchè occorrerebbe una lettura approfondita delle varie procedure adottate dai tre servizi, prima di riportare delle preliminari conclusioni. Ho cercato eventuali risposte, consultando la banca dati OSISAF, ma non ho trovato alcuna risposta convincente. Spero quindi, che da parte di qualche lettore di Nia, possano arrivare quegli input tecnici necessari, per risolvere l’interrogativo presentato in questo post.

Michele

Sud alaska dal 1994 al 2013 e baia di Hudson oggi

Indagini aeree nel sud dell’Alaska hanno aiutato gli scienziati a capire meglio da dove il ghiaccio si sta perdendo in questa regione fortemente glaciale. Le mappe mostrano i cambiamenti negli anni tra il 1994 e il 2013 nel sud dell’Alaska così come nelle parti del territorio dello Yukon del Canada e della British Columbia. L’immagine in basso mostra una vista ravvicinata delle catene montuose e Wrangell St. Elias. Gli scienziati hanno stimato il bilancio di massa della superficie di 116 ghiacciai che sono stati osservati più o meno nello stesso tempo ogni anno con gli strumenti LIDAR posizionati sul velivolo. Hanno stabilito che la regione ha perso circa 75 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno per un periodo di 19 anni. Si tratta di circa il 30 % della quantità di ghiaccio che si pensa possa essersi perso ogni anno dalla calotta glaciale della Groenlandia.

I risultati sono stati pubblicati nel giugno 2015 su Geophysical Research Letters.

Mentre le mappe evidenziano questo c’è da dire  non tutti i ghiacciai stanno perdendo ghiaccio allo stesso modo. “Da ghiacciaio a ghiacciaio vi è una grande quantità di variabilità nel modo in cui ognuno di essi  sta rispondendo al clima“, ha dichiarato Chris Larsen, ricercatore presso University of Alaska in Fairbanks  e autore principale dello studio. Ghiacciai che finiscono nel mare i cosiddetti ghiacciai di tipo”primario perdono massa attraverso il parto di iceberg. Individualmente questi ghiacciai possono ritirarsi e perdere massa rapidamente ed episodicamente come ha fatto il Columbia Glacier. Ma l’analisi della mappa ad alta risoluzione ha rivelato che come gruppo, ghiacciai di questo tipo sono piuttosto stabili. Essi rappresentano solo il 6 % della perdita di massa della regione. “Questo da un po’ di sollievo. Sommando la perdita di ghiaccio totale da tutta l’Alaska  si nota che è esso è ancora abbastanza.” Larsen si aspetta che la perdita di ghiaccio dalla superficie di fusione continuerà in futuro.

….

La Baia di Hudson, è ancora ricoperta dal ghiaccio per il 50%, ed è la terza più alta copertura per questa settimana a partire dal 1992 (dopo il 2009 e il 2004); lo Stretto di Davis ha la più alta copertura dal 1992; il Bacino di Foxe e la Baia di Baffin hanno la più alta copertura dal 1998. In questa settimana, il Mare di Beaufort ha la seconda più alta copertura dal 2006 (dopo il 2013), e più ghiaccio di quanto ne fosse presente nel 1971, 1982, 1987, 1988 e 1998 – tra gli altri.

 

Fonti :

http://news.agu.org/press-release/alaska-glaciers-make-large-contributions-to-global-sea-level-rise/

http://climate.nasa.gov/news/2305/

http://polarbearscience.com/2015/07/08/sea-ice-breakup-update-high-ice-coverage-just-about-everywhere-even-hudson-bay/

 

28-06-2015, I Ghiacci artici hanno registrato l’estensione maggiore degli ultimi dieci anni

Artic

Secondo l’istituto meteorologico danese, domenica 28 giugno 2015, l’estensione del ghiaccio marino artico ha registrato, per questa data, il più alto valore dell’ultimo decennio. Ciò significa, che il ghiaccio, non si sta sciogliendo velocemente come negli ultimi anni. Ed inoltre… sarà interessante osservare, non solo come si concluderà la stagione, ma se la ripresa registrata a fine luglio/inizio (stagioni 2013/2014) si presenterà nuovamente….

Buon inizio settimana,

MC

Fonte : http://ocean.dmi.dk/arctic/icecover.uk.php