Archivi categoria: Indici Teleconnettivi

Indici meteo-climatici di Ottobre 2012 e prospettive meteo-climatiche

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3,  peraltro già riportato nel forum Meteo.

aaaaaaaaaaa

Gli indici: i valori del mese

ENSO (El Niño Southern Oscillation, ad oggi Niño): (+0,271) +0,103

PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-2,21) -0,79

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation):   (+0,487) +0,376

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (-26,61) -24.51

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (-11,42) -10.51

MJO (Madden-Julian Oscillation): attualmente si trova in fase 5 e potrebbe entrare presto in fase 6 e poi 7, ma con intensità talmente ridotta che il grafico di previsione risulta di difficile lettura.

 

Commento indici Ottobre

– il Nino (ENSO) a ottobre (ed a novembre) oscilla debolmente tra neutralità e Nino debole ad est (zona 1+2 e zona 3) e Nino debole ancora presente ad ovest (zone 3.4 e 4).

– La PDO permane nettamente negativa, come da comportamento ciclico (è divenuta negativa qualche anno addietro e resterà tale per diversi anni) ed oscilla, talvolta aumentando, talvolta diminuendo; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore” nei confronti dell’evento di Nino in corso, probabilmente contribuendo in modo decisivo nel “sopprimere” l’evento di Nino attualmente ancora assai faticosamente in corso. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) a fronte di un suo cambio di segno.

– La QBO30 appare aver superato, ed è in graduale ripresa, pur restando ancora vicina ai propri minimi storici.

– La QBO50 potrebbe aver raggiunto il proprio minimo (-11,51) a Settembre, ad Ottobre si è ripresa lievemente.

In base alle osservazioni ENSO NOAA è presente una al limite tra Nino debole e neutralità nel comparto est, come detto. Le previsioni NOAA vedono al momento un ulteriore indebolimento dell’ENSO nel corso dell’inverno, fino a debole Nina nel comparto 3.4 e neutralità negli altri. Occorre però sottolineare la presenza di un certo grado di incertezza delle previsioni, anche di quelle dei prossimi 2-3 mesi. Non è pertanto esclusa qualche piccola “sorpresa”, ad esempio una sostanziale conferma della situazione attuale, oppure l’instaurarsi di una neutralità, in attesa di poter rilevare una tendenza chiara.

Per quanto riguarda le anomalie sottosuperficiali di temperatura, il grafico al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif,

Dalla scorsa estate ad oggi si è verificato evidente indebolimento delle anomalie positive in tutto il comparto oceanico. Tuttavia queste non sono tuttora state completamente sostituite da anomalie negative, ma anzi, tra ottobre e novembre, la situazione sembra essersi assestata attorno ad un equilibrio, pur incerto, tra le diverse anomalie: nel comparto est resiste pur indebolita un’anomalia negativa, mentre nel comparto centro-ovest permane una vasta e debole anomalia positiva, sebbene insidiata in profondità da una nuova anomalia negativa.

Per quanto riguarda, invece, le anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico, prevalgono tuttora anomalie positive solo nel comparto oceanico tropicale ed equatoriale centrale, tra Sudamerica ed Africa. Più a nord, l’anomalia negativa presente fin dalla scorsa estate si è estesa e collegata con un’anomalia nei pressi delle Isole Britanniche. Inoltre, all’inizio di novembre si è formata una vasta anomalia negativa tra Atlantico, Florida e Golfo del Messico. A tale proposito, esaminando il comportamento delle anomalie oceaniche negli ultimi 10 anni, si nota che quella negativa nel Golfo del Messico si sviluppa contemporaneamente ad una corrispondente anomalia negativa, alla medesima latitudine, in Oceano Pacifico. Più di recente, il passaggio della PDO in fase negativa, con una maggiore presenza di anomalie negative nell’Oceano Pacifico orientale, sembra essere correlato ad una maggiore insorgenza di tale anomalia negativa atlantica nel Golfo del Messico.

http://www.osdpd.noaa.gov/data/sst/anomaly/2012/anomnight.11.26.2012.gif

aaaaaaaaaaaaa

Il passaggio di stagione: dall’autunno all’inverno 2012/2013

Come nei numeri precedenti di tale rubrica, si introducono ora alcune considerazioni di carattere generale circa il possibile decorso dell’ormai imminente stagione invernale. Per una disamina di dettaglio, si suggerisce di fare riferimento ai vari ed interessanti articoli di approfondimento che, in queste ultime settimane, stanno ben illustrando cause e possibili conseguenze dell’attuale scenario barico dell’Emisfero Nord, a tutte le quote di pressione.

La stagione autunnale appare ormai in fase conclusiva, sia secondo il calendario (come noto, l’inverno meteorologico inizia il 1 Dicembre), sia in base all’assetto barico, che promette di assumere presto connotati più invernali, almeno sull’Europa Centro-Settentrionale. L’autunno è stato caratterizzato essenzialmente da lunghi periodi anticiclonici, interrotti con una certa frequenza da bruschi ingressi perturbati atlantici o mediterranei, con precipitazioni localmente anche assai abbondanti e non di rado, purtroppo, caratterizzate da eventi alluvionali, come la cronaca ci ha ricordato.

Per quanto concerne le prospettive invernali, è sempre più probabile che tra pochi giorni si concretizzi il primo affondo freddo di stampo chiaramente invernale nel comparto europeo, come la carta seguente ad 850Hpa, a 72 ore, ben testimonia.

Ad una prima occhiata, risulta subito evidente come la prima ondata di freddo invernale provenga dal comparto russo-siberiano (angolo in altro a destra dell’immagine), dunque da nord-est, anziché dall’Artico, come invece accade solitamente in questo periodo. Un altro elemento evidente è la grande depressione, centrata proprio tra Italia e Mediterraneo, che funge da polo attrattore dell’aria fredda, spingendola verso sud e verso ovest. Per consentire tutto ciò, è essenziale la collaborazione dell’Anticiclone delle Azzorre, in basso a sinistra, che accenna a spingersi verso nord-est. Così facendo, l’anticiclone probabilmente (anche se non è certo) chiuderà la “porta atlantica” (in alto a sinistra) aprendo invece quella russo-siberiana. L’attuale incertezza previsionale non consente ancora di esprimersi con ragionevole precisione circa l’evoluzione futura di tale configurazione. Per un esame in termini generali, si può fare riferimento all’assetto previsto del Vortice Polare Stratosferico nei prossimi giorni, come testimonia l’immagine seguente (previsione GFS a 5 giorni a 100Hpa, ovvero la quota stratosferica più prossima alla troposfera):

Essa mostra il culmine della ellitticizzazione e bilobazione del Vortice Polare Stratosferico (attorno al 1 dicembre). Invece, già verso il 3 dicembre sembra esserci un inizio di ricompattamento del VPS.

Si nota che i due lobi del VPS interessano direttamente il Nordamerica e la Siberia (anzi, vi si trasferiscono letteralmente, traslocando dal Polo) e non l’Europa, coinvolta solo da una porzione decisamente minore (lo si vede sotto forma di una certa rimonta anticiclonica in Atlantico, cui corrisponde un affondo depressionario in Europa, specie verso la Spagna ed il Mediterraneo Occidentale). Ciò lascia pensare che l’Europa potrà essere coinvolta solo parzialmente da irruzioni fredde e soprattutto nella sua porzione Centro-Settentrionale. Ma anche, nel frattempo, che il gelo siberiano e dell’artico canadese sono destinati ad intensificarsi notevolmente, per eventuali “utilizzi” futuri.

aaaaaaaaaaa

Prospettive meteo-climatiche – inverno

Come detto più volte, ma è utile ribadirlo, la combinazione tra QBO negativa, Nino debole e centrato ad ovest, bassa attività solare e comunque la sostanziale assenza di elementi di “disturbo” a tale configurazione, depone a favore di una svolta invernale di non breve durata, almeno per l’Europa centro-settentrionale.

Per quanto riguarda la nostra Penisola, esprimere una valutazione è più complesso, in quanto entrano in gioco almeno un paio di altri fattori:

  • la tenuta dei blocchi anticiclonici atlantici alle latitudini mediterranee, che non è scontata a priori e può impedire, se il blocco non regge, che il grosso dell’aria fredda si riversi nel Mediterraneo;
  • la geografia (l’Italia è lunga e stretta e percorsa da catene montuose e dunque gli effetti possono essere molto diversi da regione a regione) e l’orografia, ovvero la barriera costituita dalla catena alpina all’ingresso dell’aria fredda e dunque la direttrice di ingresso delle correnti fredde, che dipende dalla configurazione barica; qualora queste entrassero massicciamente dalla Valle del Rodano (Marsiglia, come potrebbe accadere tra alcuni giorni) provocherebbero un’ondata di maltempo invernale su buona parte del Centro-Nord; se invece entrassero dalla Porta della Bora (Trieste), porterebbero freddo e neve solo lungo l’Adriatico e forse al Sud.

Come già ribadito più volte nelle discussioni dei giorni passati e negli articoli di approfondimento meteo, per un decorso “invernale” dell’inverno ormai alle porte, è meglio se il Vortice Polare, dopo l’imminente split, si ricompatterà a tutte le quote, o almeno non andrà oltre qualche futura bilobazione. Ciò è quanto suggeriscono già oggi le previsioni a lungo termine, almeno quelle stratosferiche. E questo ricorda quanto in effetti accadde a novembre e dicembre 1984, quando ci fu uno split importante tra fine novembre ed inizio dicembre, seguito da un ricompattamento. Il resto, cioè il forte stratwarming di fine dicembre ed il conseguente gelido gennaio 1985, è cronaca nota a tutti. Peraltro, anche allora l’attività solare era debole, prossima al minimo, la QBO nettamente negativa (raggiunse il minimo tra settembre ed ottobre, proprio come ora) e si era in presenza di una Nina molto debole, prossima alla neutralità, una situazione specularmente simile (anche se non identica) a quella attuale di Nino tra debole e neutralità. A titolo di cronaca, nel 1984 la prima ondata di freddo in Italia si verificò solo a ridosso di Natale. Fu soltanto il prologo a quello che sarebbe accaduto all’inizio di Gennaio.

Naturalmente, quanto sopra non comporta che assisteremo necessariamente ad una ripetizione dell’inverno 1984-1985. C’è qualche differenza (Nino debole o assente e west based, anziché Nina debole) e comunque i moti in troposfera possono riservare qualche variante non secondaria. Certo, l’impianto generale che si profila assomiglia a quello del 1984-1985. Anzi, si può dire che l’assenza di una Nina, che favorirebbe un ricompattamento del Vortice Polare, può rendere questa stagione persino più promettente. Manterrà le promesse per l’Europa? Probabile. E per l’Italia? Possibile, ma al momento non si riesce davvero a dire di più.

Non resta dunque che attendere i prossimi sviluppi delle dinamiche meteo troposferiche, ma senza perdere mai di vista ciò che accade in stratosfera. E’ da lì che con tutta probabilità giungeranno le notizie più significative per il proseguimento di questo inverno ormai agli esordi.

FabioDue

Indici meteo-climatici del mese di Agosto 2012 e prospettive meteo-climatiche

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3,  peraltro già riportato nel forum Meteo.

 

Gli indici: i valori del mese

ENSO (El Niño Southern Oscillation, ad oggi Niño): +0,579 (indice MEI)

PDO (Pacific Decadal Oscillation): -1,93

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,474

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -27,94

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -9,76

MJO (Madden-Julian Oscillation): non riportata per il semestre caldo, in quanto di dubbia interpretazione. A tale proposito, si rimanda a specifici articoli di approfondimento.

 

Commento indici Agosto

– il Nino (ENSO) ad agosto (ma anche a settembre) ha mostrato un brusco stop ed anzi un arretramento anche in zona 3.4, mentre in zona 1+2 risulta pressoché assente, dunque prossimo alla neutralità.

– La PDO permane nettamente negativa, come da comportamento ciclico (è divenuta negativa qualche anno addietro e resterà tale per diversi anni); attualmente è in fase di rafforzamento e sta confermando il suo ruolo “moderatore” nei confronti dell’evento di Nino in corso. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma e si rafforza in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) a fronte di un suo cambio di segno.

– La QBO30 è in ulteriore calo e fa segnare il nuovo minimo di questa fase negativa, avvicinandosi ai propri minimi storici.

– La QBO50 è anch’essa calata ulteriormente e fa segnare il nuovo minimo di questa fase, anche se non ancora vicino ai minimi storici (ben al di sotto di -10); pertanto è possibile diminuisca nuovamente a settembre.

In base alle osservazioni ENSO NOAA è presente un Nino debole o assente nel comparto est, come detto, e dal mese di agosto anche in quello centro/ovest. Le previsioni NOAA confermano la debolezza del presente evento di Nino, prospettando anzi che sia ormai giunto al suo massimo e sia destinato a declinare gradualmente nei prossimi mesi.

Per quanto riguarda le anomalie sottosuperficiali di temperatura, il grafico al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif,

 

da giugno ad oggi si è verificato un netto indebolimento delle anomalie positive in tutto il comparto oceanico. Inoltre, a settembre è comparsa, per la prima volta dopo il passaggio da Nina a Nino, una consistente anomalia negativa nel settore centrale. Sembra proprio l’annuncio del prossimo declino del Nino e del possibile avvio di una nuova Nina.

Per quanto riguarda, invece, le anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico, attualmente al largo delle coste occidentali europee e nordafricane vi sono prevalenti anomalie positive. Permane ancora una debole anomalia negativa nel settore centrale dell’oceano, pur se nettamente indebolita rispetto all’estate. La sua persistenza ha favorito affondi depressionari atlantici e quindi risposte calde sul Mediterraneo. Il suo indebolimento sembra ora aprire la strada definitivamente alle perturbazioni atlantiche verso l’Europa Occidentale e mediterranea. Per dovere di cronaca, tuttavia, un recentissimo aggiornamento la rileva nuovamente rafforzata.

http://www.osdpd.noaa.gov/data/sst/anomaly/2012/anomnight.9.20.2012.gif

 

 

Ad integrazione del comportamento delle anomalie oceaniche di temperatura, si segnala un netto sopramedia dell’ITCZ nel settore
centrale africano http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.jpg, nella seconda decade di settembre. Ciò può ancora favorire qualche incursione di aria calda africana, specie nella porzione meridionale del Mediterraneo e specie sotto forma di prefrontali, dunque richiami che precedono una perturbazione atlantica.

 

Infine il Sole, dopo aver raggiunto un nuovo massimo all’inizio di luglio, ha manifestato un’altalena di attività non degna di particolare nota. C’è da chiedersi se e come questi ripetuti “stop and go” abbiano effetti sul clima anche a breve termine (settimane, mesi).

 

 

Considerazioni sull’autunno-inverno 2012/2013: Nino, QBO e ciclo solare

La prima considerazione riguarda la stagione autunnale: la presenza di un Nino davvero debole, dunque non in grado di interferire in modo significativo con il clima europeo, depone a favore di una stagione autunnale “classica” almeno in termini di piovosità, Naturalmente, la distribuzione delle precipitazioni dipende anche da altri fattori (es. blocchi anticiclonici, anche temporanei, in grado di frenare l’avanzata delle perturbazioni o di deviarle). Dunque, non tragga in inganno l’avvio tardo-estivo del trimestre autunnale, ancora condizionato dalle dinamiche della stagione appena conclusa.

Per quanto concerne le prospettive invernali, in abbinamento alla debolezza del ciclo solare, è sempre più interessante il comportamento della QBO a 50mb, riprendendo un tema già accennato in discussioni precedenti. Anche se ci troviamo ancora all’inizio dell’autunno, si ricorda che l’accoppiata QBO / ciclo solare ha storicamente segnato il carattere delle stagioni invernali, come da studi ben riportati in un articolo presente nell’archivio di NIA (http://daltonsminima.altervista.org/?p=13547 ): QBO negativa e ciclo solare debole (es. nei pressi del minimo), oppure QBO positiva e ciclo solare forte (es. nei pressi del massimo) hanno storicamente favorito inverni freddi. Attualmente la QBO, come detto, è negativa e, in base alla sua serie storica, non sembra aver ancora raggiunto il suo valore minimo.
Inoltre, storicamente, ha impiegato di solito 4-5 mesi prima di tornare in territorio positivo. Dunque, è molto probabile che resti negativa almeno fino a dicembre-gennaio. Anzi, tutte le volte in cui l’avvio della fase negativa della QBO è stato graduale come in questo caso, il periodo negativo si è protratto per oltre 12 mesi. Poiché la QBO a 50mb è divenuta negativa a febbraio 2012, è ragionevole supporre che essa possa permanere negativa almeno fino all’avvio della prossima primavera. Come noto, QBO50 negativa e ciclo solare decisamente sottotono potrebbero rendere quantomeno “movimentata” l’ultima parte dell’autunno ed il prossimo inverno, con frequenti incursioni fredde. L’ultimo inverno con un’accoppiata QBO negativa e ciclo solare debole è il 2005-2006. Invece, qualora il Sole mostrasse invece un’accelerazione della propria attività, il risultato sarebbe probabilmente opposto, ovvero assisteremmo ad un “non inverno”. Data la distanza temporale dall’avvio della stagione fredda, questa non si può nemmeno considerare una prospettiva meteo di lungo periodo, quanto piuttosto una constatazione di carattere storico/statistico. Ma la correlazione assai elevata tra ben precise combinazioni QBO/ciclo solare ed il carattere degli inverni corrispondenti, la rende comunque degna di nota.

aaaaa

Prospettive meteo-climatiche – autunno

Attualmente, come si diceva, il tempo europeo è ancora in parte influenzato da dinamiche tardo-estive, sebbene si intravveda chiaramente l’avvento della nuova stagione. E’ presente un anticiclone continentale sull’Europa orientale e soprattutto sul Mediterraneo centro-orientale, supportato da una componente calda africana. Contemporaneamente, ad ovest, il cedimento dell’alta pressione azzorriana ora consente un deciso ingresso sull’Europa Occidentale da parte delle perturbazioni atlantiche, anche se non ancora in modo franco sul Mediterraneo.

Le indicazioni di massima dei principali modelli per le prossime 2-3 settimane disegnano un quadro ormai improntato ad una maggiore dinamicità rispetto al trimestre estivo. Le perturbazioni atlantiche si impossesseranno delle coste occidentali europee ma, almeno in una prima fase, faticheranno ad avanzare verso sud ed anche verso est. In questo periodo, l’Italia si troverà al confine tra le depressioni atlantiche ed una fascia anticiclonica con perno sul succitato anticiclone continentale. Dunque le regioni settentrionali vedranno più precipitazioni, localmente anche abbondanti ad ovest (non si possono purtroppo escludere locali nubifragi), mentre al Sud prevarrà il bel tempo, con temperature ancora estive o quasi. In seguito, è probabile una graduale traslazione delle depressioni verso est e verso sud, con interessamento anche delle regioni meridionali. Nel lungo termine, è possibile che qualche nuova spinta meridiana (verso nord) ci porti un assaggio di autunno inoltrato; i principali modelli in effetti intravvedono qualcosa, anche se non in modo chiaro. Ma questo dipenderà molto dal comportamento dell’Anticiclone delle Azzorre, al momento poco propenso a spingersi verso nord.

Insomma, il passaggio all’autunno “vero” per la nostra Penisola sarà progressivo e graduale, sebbene non necessariamente “indolore”, specie dal punto di vista precipitativo. Come si diceva, nel lungo termine, non si può escludere però qualche “sberla” fredda tardo-autunnale

FabioDue

Indici meteo-climatici del mese di Luglio 2012

Introduzione
Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.
La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

Gli indici: i valori del mese

ENSO (El Niño Southern Oscillation: Niña): +1,139 (indice MEI)

PDO (Pacific Decadal Oscillation): -1,8 (provvisorio)

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,419

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -27,84

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -8,11

MJO (Madden-Julian Oscillation): non più riportata per il semestre caldo, in quanto di dubbia interpretazione. A tale proposito, si rimanda a specifici articoli di approfondimento, di cui uno già pubblicato.

Commento indici Luglio

– La Nina (ENSO) a luglio prosegue nella sua crescita in zona 3.4, sia pure graduale, mentre in zona 1+2 luglio segna un netto indebolimento, fino a neutralità.

– La PDO permane nettamente negativa, come da comportamento ciclico, oscillando un po’ verso l’alto ed un po’ verso il basso; a tale proposito sarà interessante verificare il suo ruolo “moderatore” nei confronti dell’evento di Nino in corso. Di seguito è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma e si rafforza in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Di seguito è riportato il grafico storico dell’AMO: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Anch’essa risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) a fronte di un suo cambio di segno.

– La QBO30 è in ulteriore calo e fa segnare il nuovo minimo di questa fase negativa, avvicinandosi ai minimi storici.

– La QBO50 è anch’essa calata nettamente e fa segnare il nuovo minimo di questa fase, anche se non ancora vicino ai suoi minimi storici (ben al di sotto di -10).

In base alle osservazioni ENSO NOAA è presente un Nino debole o assente nel comparto est, come detto, mentre in quello centro/ovest si sta ormai affermando un Nino moderato. Rispetto a giugno, si è ulteriormente ridotta la discrepanza tra i due modelli di previsione NOAA: ora prevedono entrambi un Nino tra debole e moderato (anomalie attorno a +1 in zona 3.4). Il NOAA aveva previsto di dismettere il modello “storico” CFS entro la scorsa primavera, ma per ora ha deciso di prolungarne l’utilizzo almeno fino ad ottobre. La ragione, presumibilmente risiede nella recente netta discrepanza con il nuovo CFSv2.

Per quanto riguarda le anomalie sottosuperficiali di temperatura, il grafico al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif , da maggio all’inizio di agosto permangono evidenti anomalie positive, sebbene molto indebolite ad ovest ma parzialmente rafforzate ad est. Ciò fa supporre che il Nino difficilmente si rafforzerà molto ad ovest, ma al più si tratterà di un evento “central based”. Infine, riguardo la progressione di questo evento di Nino, occorrerà verificare il ruolo della PDO, come detto tornata nettamente negativa, che solitamente tende ad esaltare le fasi dello stesso segno (Nina) ma a moderare quelle di segno opposto (Nino, in questo caso).

Per quanto riguarda, invece, le anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico, attualmente al largo delle coste spagnole e marocchine vi sono prevalenti anomalie positive. Tuttavia, la presenza di una tenace anomalia negativa in pieno oceano, che è scomparsa e riapparsa più di una volta, in posizione non molto distante da quella occupata nel 2003 costituisce tuttora un’ipoteca sul proseguimento della stagione secondo il suo normale decorso. E’ infatti un fattore che favorisce affondi depressionari atlantici, i quali favoriscono a loro volta risposte calde sul Mediterraneo. In ogni caso, con la graduale fisiologica riduzione dell’insolazione, in seguito all’avanzamento della stagione nell’emisfero settentrionale, si prevede che la situazione gradualmente evolva verso la dissoluzione di tale anomalia.

Ad integrazione del comportamento delle anomalie oceaniche di temperatura, si segnala il decorso prima (Maggio) del tutto normale dell’ITCZ http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.jpg, che ha visto una netta risalita sopra la media storica e infine un nuovo avvicinamento alla media. Ciò, unito al comportamento delle anomalie oceaniche in Atlantico, per il momento favorisce ancora fiammate africane.

Infine, il Sole ha raggiunto un nuovo massimo all’inizio di luglio, poi seguito da una breve pausa e quindi da un parziale recupero. Infine una nuova fase di relativa quiete si è di recente verificata. C’è da chiedersi se e come questi ripetuti “stop and go” abbiano effetti sul clima anche a breve termine (settimane, mesi).

Nota sulla QBO e considerazioni sull’autunno-inverno 2012

In abbinamento alla debolezza del ciclo solare, si segnala il comportamento della QBO a 50mb, riprendendo un tema già accennato in discussioni precedenti. Anche se ci troviamo ancora in estate, si ricorda che l’accoppiata QBO / ciclo solare ha storicamente segnato il carattere delle stagioni invernali, grazie a studi ben riportati in un articolo presente nell’archivio di NIA (http://daltonsminima.altervista.org/?p=13547 ): QBO negativa e ciclo solare debole (es. nei pressi del minimo), oppure QBO positiva e ciclo solare forte (es. nei pressi del massimo) hanno storicamente favorito inverni freddi. Attualmente la QBO, come detto, è negativa e, in base alla sua serie storica, non raggiungerà il suo valore minimo presumibilmente prima di agosto/settembre. Inoltre, storicamente, ha impiegato di solito 4-5 mesi prima di tornare in territorio positivo. Dunque, è possibile che resti negativa almeno fino a dicembre-gennaio. Anzi, tutte le volte in cui l’avvio della fase negativa della QBO è stato graduale come in questo caso, il periodo negativo si è protratto per oltre 12 mesi. Poiché la QBO a 50mb è divenuta negativa a febbraio 2012, è ragionevole supporre che essa possa permanere negativa almeno fino all’avvio della prossima primavera. Come noto, QBO50 negativa e ciclo solare decisamente sottotono potrebbero rendere quantomeno interessante l’ultima parte dell’autunno ed il prossimo inverno. Naturalmente, qualora il Sole mostrasse invece un’accelerazione della propria attività, il risultato sarebbe probabilmente opposto, ovvero assisteremmo ad un “non inverno”. Data la distanza temporale, questa non si può nemmeno considerare una prospettiva meteo di lungo periodo, quanto piuttosto una constatazione di carattere storico/statistico. Ma la correlazione assai elevata tra ben precise combinazioni QBO/ciclo solare ed il carattere degli inverni corrispondenti, la rende comunque degna di nota.

Prospettive meteo-climatiche – estate/autunno

Il passaggio da Nina a Nino ha contribuito inizialmente (prima parte di giugno) a reiterare l’influenza delle perturbazioni atlantiche sull’Europa Occidentale e sull’Italia. A metà giugno, però, lo scenario è cambiato: masse d’aria africana, decisamente calde, si sono fatte strada sul Mediterraneo, verso la Spagna ed anche verso l’Italia, specie al Centro-Sud. Si è trattato della prima vera avvezione africana, che ha segnato un ingresso in grande stile dell’estate tipica degli ultimi 10-15 anni, quando l’anticiclone africano ha spesso sostituito quello delle Azzorre. Poi, poco dopo metà luglio, si è verificato il primo break fresco e perturbato. Quindi, le avvezioni africane hanno di nuovo preso il sopravvento, anche se si è trattato di un comportamento “a ondate” e non più continuativo come nella prima parte dell’estate.

Le indicazioni di massima dei principali modelli per le prossime 2-3 settimane disegnano ancora un quadro sostanzialmente estivo. Verso la fine del mese si prevede un progressivo arretramento dell’avvezione africana ormai in corso, anche a causa della spinta di correnti umide e fresche atlantiche, ma per ora senza una netta “rottura” della stagione. Peraltro, tale “rottura” si è di solito verificata (almeno di recente) a settembre, tra la seconda e la terza decade del mese, in accordo con l’avvento astronomico dell’autunno astronomico (23 settembre), piuttosto che di quello meteorologico (1 settembre).

Gettando uno sguardo alla prossima stagione autunnale, le prospettive di un Nino debole nei prossimi mesi, se confermate, favorirebbero un autunno caratterizzato da oscillazioni nel flusso ovest-est probabilmente tali da condurre ad una stagione ragionevolmente piovosa. In sostanza, per ora sembra scongiurato un autunno con un Nino moderato/forte, che invece favorirebbe un flusso “teso”, limitando molto l’apporto piovoso, così necessario alla nostra Penisola, ora più che mai.

aaa

FabioDue

Indici meteo-climatici del mese di Giugno e prospettive per i mesi successivi

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

Gli indici: i valori del mese

ENSO (El Niño Southern Oscillation: Niña): +0,903 (indice MEI)

PDO (Pacific Decadal Oscillation): -0,87

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,340

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -25,90

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -4,25

MJO (Madden-Julian Oscillation): non più riportata per il semestre caldo, in quanto di dubbia interpretazione. A tale proposito, si rimanda a specifici articoli di approfondimento, di cui uno già pubblicato.

Commento indici Giugno

– La Nina (ENSO) a giugno prosegue nella sua crescita in zona 3.4, sia pure più graduale dopo il balzo di maggio, mentre in zona 1+2 giugno sembra aver segnato il massimo dell’evento, seguito da un indebolimento.

– La PDO permane negativa, oscillando un po verso l’alto ed un po verso il basso; a tale proposito sarà interessante verificare il suo ruolo “moderatore” nei confronti dell’evento di Nino in corso. Di seguito è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma e si rafforza in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Di seguito è riportato il grafico storico dell’AMO: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Anch’essa risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) a fronte di un suo cambio di segno.

– La QBO30 è in ulteriore netto calo e fa segnare il nuovo minimo di questa fase negativa, avvicinandosi ai minimi storici.

– La QBO50 è anch’essa calata nettamente e fa segnare il nuovo minimo di questa fase, anche se non ancora vicino ai suoi minimi storici (ben al di sotto di -10).

In base alle osservazioni ENSO NOAA è ormai presente un Nino moderato nel comparto est, come detto, mentre in quello ovest si sta affermando un Nino debole. Che presumibilmente presto diverrà moderato. Rispetto a Maggio, si è ridotta la discrepanza tra i due modelli di previsione NOAA: ora prevedono entrambi un Nino moderato (anomalie attorno a +1 in zona 3.4). Il NOAA aveva previsto di dismettere il modello “storico” CFS entro la scorsa primavera, ma per ora ha deciso di prolungarne l’utilizzo almeno fino ad ottobre. La ragione, presumibilmente risiede nella recente netta discrepanza con il nuovo CFSv2. Per quanto riguarda le anomalie sottosuperficiali di temperatura, il grafico al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif , da aprile a luglio le anomalie negative si sono indebolite fino a scomparire, mentre le anomalie  positive permangono, sebbene indebolite ad ovest ma rafforzate ad est. Infine, riguardo la progressione di questo evento di Nino, occorrerà verificare il  ruolo della PDO, come detto tornata nettamente negativa, che solitamente tende  ad esaltare le fasi dello stesso segno (Nina) ma a moderare quelle di segno opposto (Nino, in questo caso).

Per quanto riguarda, invece, le anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico, attualmente al largo delle coste spagnole e marocchine vi sono prevalenti anomalie positive. Tuttavia, la presenza di un’anomalia negativa in pieno oceano, sia pure ridotta rispetto alle scorse settimane, in posizione non molto distante da quella occupata nel 2003 costituisce tuttora un’ipoteca sul proseguimento della stagione secondo il suo normale decorso. E’ infatti un fattore che favorisce affondi depressionari atlantici, i quali favoriscono a loro volta risposte calde sul Mediterraneo. In ogni caso, la situazione si sta gradualmente evolvendo, in quanto nelle ultime settimane le anomalie negative si sono sensibilmente contratte.

Ad integrazione del comportamento delle anomalie oceaniche di temperatura, si segnala il decorso prima (Maggio) del tutto normale dell’ITCZ http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.jpg, che ha visto una netta risalita sopra la media storica. Ciò, unito al comportamento delle anomalie oceaniche in Atlantico, per il momento rende ancora possibili fiammate africane, sebbene non in modo così netto rispetto a qualche settimana addietro.

Infine, il Sole ha tentato una ripartenza ad aprile e nella prima metà di maggio, reiterata all’inizio di giugno, poi  completamente abortita, quindi reiterata a luglio fino a raggiungere un secondo massimo, grazie all’attività dell’emisfero meridionale. Infine una nuova fase di relativa quiete si è di recente verificata. C’è da chiedersi se e come questi ripetuti “stop and go” abbiano effetti sul clima anche a breve termine (settimane, mesi).

Nota sulla QBO e considerazioni sull’autunno-inverno 2012

In abbinamento alla debolezza del ciclo solare, si segnala il comportamento della QBO a 50mb, riprendendo un tema già accennato in discussioni precedenti. Anche se ora ci troviamo in piena estate, si ricorda che l’accoppiata QBO / ciclo solare ha storicamente segnato il carattere delle stagioni invernali, grazie a studi ben riportati in un articolo presente nell’archivio di NIA: QBO negativa e ciclo solare debole (es. nei pressi del minimo), oppure QBO positiva e ciclo solare forte (es. nei pressi del massimo) hanno storicamente favorito inverni freddi. Attualmente la QBO, come detto, è negativa e, in base alla sua serie storica, non raggiungerà il suo valore minimo presumibilmente prima di agosto; inoltre, storicamente, ha impiegato di solito 4-5 mesi prima di tornare in territorio positivo. Dunque, è possibile che resti negativa fino a dicembre-gennaio: ciò, unito al ciclo solare decisamente sottotono, potrebbe rendere quantomeno interessante l’ultima parte dell’autunno e le prime settimane dell’inverno. Data la distanza temporale, questa non si può nemmeno considerare una prospettiva meteo di lungo periodo, quanto piuttosto una constatazione di carattere storico/statistico. Ma la correlazione assai elevata tra ben precise combinazioni QBO/ciclo solare ed il carattere degli inverni corrispondenti, la rende comunque degna di nota.

Prospettive meteo-climatiche – estate

Il passaggio da Nina a Nino ha contribuito inizialmente (prima parte di giugno) a reiterare l’influenza delle perturbazioni atlantiche sull’Europa Occidentale e sull’Italia. A metà giugno, però, lo scenario è cambiato: masse d’aria africana, decisamente calde, si sono fatte strada sul Mediterraneo, verso la Spagna ed anche verso l’Italia, specie al Centro-Sud. Si è trattato della prima vera avvezione africana, che ha segnato un ingresso in grande stile dell’estate tipica degli ultimi 10-15 anni, quando l’anticiclone africano ha spesso sostituito quello delle Azzorre. Poi, poco dopo metà luglio, si è verificato il primo break fresco e perturbato.

Le indicazioni di massima dei principali modelli per le prossime settimane disegnano un quadro altalenante: avvezioni calde africane, intervallate da “rinfrescate” atlantiche, talvolta incisive fino al Sud, talvolta limitate al Nord Italia. In sostanza, fino a quando l’anomalia negativa in Atlantico permarrà, pur circoscritta, la svolta verso un’estate “classica”, o addirittura verso il suo declino, resterà incompiuta.

FabioDue

Indici meteo-climatici del mese di Marzo 2012

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

Gli indici: i valori del mese

–           ENSO (El Niño Southern Oscillation: Niña): -0,410 (indice MEI)

–           PDO (Pacific Decadal Oscillation): -1,4 (da confermare)

–           AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,058

–           QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -16,75

–           QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -0,83

–           MJO (Madden-Julian Oscillation): come da figura seguente

 

 

Commento indici Marzo

–           La Nina (ENSO) ha tentato una resistenza, ma già a marzo ha mostrato un ulteriore chiaro declino e mentre leggete siamo ormai in fase di neutralità, anzi una lieve anomalia positiva si sta sviluppando nella porzione orientale dell’Oceano Pacifico equatoriale: http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/people/wwang/cfs_fcst/images3/nino34SSTMon.gif

–           La PDO, dopo un’escursione al di sotto di -2, è tornata a valori compresi tra 0 e -1,5. Di seguito è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

–           L’AMO si conferma positiva, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Di seguito è riportato il grafico storico dell’AMO: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg

–           La QBO30 è in calo, dopo una lieve risalita e fa segnare il nuovo minimo di questa fase negativa.

–           La QBO50 diminuisce ancora lievemente, ma si mantiene comunque appena sotto la neutralità.

–           La MJO è entrata in fase 1 il giorno 3 aprile, dopo aver attraversato le fasi 6, 7 e 8 a partire da metà marzo, bisogna dire che, a parte una breve escursione fredda artica a cavallo di Pasqua, nelle fasi 7 ed 8 (quelle in teoria più favorevoli per gli eventi freddi in Europa) si è visto poco o nulla.

In base alle previsioni ENSO NOAA  http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/CFSv2/images3/nino34Mon.gif è ormai avviato un Nino debole nel comparto est, come detto, mentre in quello ovest pare permanere una sostanziale neutralità; ciò è peraltro confermato dalle anomalie sottosuperficiali di temperatura, moderatamente positive ad oriente e neutrali ad occidente (qui le anomalie positive sono ben presenti in realtà, ma a profondità notevoli).

Desta invece qualche dubbio il comportamento della QBO, sia a 30 che a 50mb; nel primo caso la discesa potrebbe essere già terminata o essere prossima alla conclusione, mentre nel secondo caso il comportamento dell’indice, in relazione ad andamenti passati lascia per ora aperta la questione della durata della fase negativa, di solito non inferiore a 12 mesi ma occasionalmente molto più breve.

Intanto, il Vortice Polare Stratosferico ha subito pesantemente le conseguenze del “Final Warming”, citato nella rubrica precedente, a tutte le quote e risulta molto indebolito e di estensione assai più ridotta rispetto a quella invernale. Peraltro si tratta di un fenomeno fisiologico nel corso della primavera, dovuto all’effetto dei crescenti raggi solari che cominciano ad insistere sull’area artica dopo l’equinozio di primavera.

Infine, il Sole, dopo un effimero sussulto nella prima metà di marzo, risulta in una fase di “stanca”, con poche macchie davvero significative ed i parametri di attività poco consoni ad una fase di massimo o post-massimo.

 

Prospettive meteo-climatiche – aprile e maggio

Il cedimento definitivo della Nina ha contribuito grandemente ad aprire nuovamente alle perturbazioni atlantiche la strada dell’Europa Occidentale e dell’Italia. Dopo un marzo mite ed asciutto, aprile sta mostrando il vero volto primaverile, variabile, a tratti gradevole ma spesso fresco e piovoso, nonché nevoso sulle Alpi e talvolta anche sull’Appennino centro-settentrionale.

Le indicazioni di massima dei principali modelli per le prossime settimane disegnano un quadro altalenante: prima perturbazioni atlantiche ad intermittenza, poi un intermezzo asciutto e caldo (quasi un anticipo d’estate, almeno per il Centro-Sud) che pare comunque destinato a concludersi abbastanza presto, lasciando forse nuovamente spazio alle perturbazioni atlantiche.

Riguardo maggio, tuttavia, a differenza di quanto rilevato nella precedente rubrica, in seguito alla conclusione dell’evento di Nina, risulta pressoché scomparsa l’anomalia negativa tra le coste della Spagna e del Marocco, con una rapidità sorprendente. La persistenza di tale anomalia avrebbe potuto favorire la formazione di una lacuna barica, un polo di attrazione per le perturbazioni atlantiche, il che avrebbe causato ripetute risposte calde africane sul Mediterraneo e sull’Italia, ad aprile, maggio e forse anche oltre. Invece, complice anche la posizione normale dell’ITCZ alla prima rilevazione primaverile, l’ipotesi di ripetute e durature rimonte anticicloniche calde africane sul nostro Paese, almeno per il momento, si prospetta decisamente meno probabile.

Insomma, maggio potrebbe trascorrere all’insegna di una sostanziale normalità climatica, al massimo un poco più piovoso del normale, in attesa della futura progressione del Nino e del comportamento degli altri indici climatici.

FabioDue