Archivio mensile:Settembre 2011

Il NIA’s Sunspot Number migliora ancora

Tutti voi sapete che con il nuovo satellite SDO abbiamo avuto problemi per continuare il nostro personale conteggio ispirato ai metodi che utilizzava Wolf in persona quando invento inventò tale metodo e che fino ai primi anni del 1900 era usato da quasi tutti gli osservatori internazionali.

I problemi ovviamente derivavano da 2 principali fattori, le immagini che l’SDO pubblica sono di qualità molto superiore a quelle che pubblicava il SOHO e più importante, l’SDO non pubblicava immagini che avessero una base cromatica simile a quelle che usavamo prima.

Ciò ci ha costretto Luca Nitopi a modificare i parametri di sfondo che servivano per determinare il colore nero delle macchie sull’arancione della sfera solare, così facendo abbiamo perso sensibilità nel conteggio rischiando di avere un errore di sovrastima rispetto ai dati che usavano le vecchie immagini.

C’era il pericolo che non ci fosse omogeneità nel nostro conteggio, ed è una cosa grave visto che siamo praticamente all’inizio.

Ma ora il problema è risolto quasi del tutto, perché l’SDO pubblica nello stesso sito del SOHO (non in quello ufficiale, ma quello vecchio) le immagini a base cromatica uguale.

Ed eccoci tornare ad avere conteggi sovrapponibili a quelli precedenti.

Abbiamo infatti ricominciato ad utilizzare il programma precedente e dopo una leggera ritaratura dei parametri io personalmente mi sono impegnato a rifare tutti i mesi precedenti dal Gennaio 2011 in avanti.

Come potete vedere nella pagina del NIA’s

http://daltonsminima.altervista.org/?page_id=8780

alcuni mesi non hanno il link del bollettino finale, per ora solo i primi 3 mesi sono stati riconteggiati, Aprile e Maggio presentano i vecchi bollettini finali mentre i mesi successivi non hanno avuto ufficialità visto che sono i conteggi giornalieri che Simon fa.

Ora, non so se Simon ha già cominciato a riutilizzare il vecchio metodo, ma probabilmente i dati che vedete di settembre sono già quelli nuovi fatti utilizzando le nuove immagini.

Piano Piano aggiornerò tutti i mesi e ci rimetteremo in pari.

Qui trovate tutti i nostri vecchi articoli sul NIA’s SN con tutte le informazioni necessarie:

http://daltonsminima.altervista.org/?p=8692

Questo Articolo riguarda la prima versione del conteggio che utilizzava il programma ideato da Geoff Sharp ma modificato da Nitopi per permetterci di poter “contare” a modo nostro.

http://daltonsminima.altervista.org/?p=9236

Dopo le Minacce di Sharp sull’utilizzo del suo programma abbiamo ideato questa 2° versione che ritengo 10 volte migliore di quella precedente che non solo tiene conto della grandezza di una macchia ma anche della sua visibilità in contrasto con il sole (la versione che riutilizzeremo con l’SDO è difatti questa)

http://daltonsminima.altervista.org/?p=13690

Questo è invece l’aggiornamento che fummo costretti a fare vista la sospensione delle immagini SOHO

FABIO

Sulle relazioni fra attività solare e sismicità terrestre -1-

1°parte


M.N. Gousheval , K.Y. Georgieva, B.B. Kirov, D. Atanasov
“Istituto per la ricerca spaziale” , Accademia Bulgara delle Scienze
6, Moskovska, 1000 Sofia, Bulgaria
Laboratorio di Influenze solari – terrestri, accademia Bulgara delle Scienze
G. Bonchev , B1.3, 1113 Sofia, Bulgaria
‘”Università di Sofia, Facoltà di Matematica e Informatica”

Abstract

Molta attenzione è stata recentemente dedicata al ruolo dei fattori extraterrestri in relazione con la sismicità terrestre e alla possibilità di valutare il rischio sismico. Sette secoli di registrazioni di terremoti antichi nel mediterraneo mostrano, su una scala di variazioni secolari, che il numero totale dei forti eventi sismici segue, la variazione su scala secolare dell’attività solare. La ricerca rileva, all’interno del ciclo undecennale, due massimi, dove si registrano il più alto numero di eventi sismici globali. Il primo coincide con il massimo solare, l’altro con la fase discendente dell’attività solare.

Nello studio, giorno dopo giorno, del numero dei terremoti a livello mondiale, si rileva che l’arrivo sulla Terra di alti flussi di vento solare è legato ad una significativa e maggiore probabilità di terremoti. Il possibile meccanismo include depositi d’energia del vento solare nella ionosfera polare. In seguito questi depositi energetici, genererebbero, sempre nella stessa ionosfera, vere e proprie onde gravitazionali che andrebbero a disturbare, alterare la pressione fra le placche tettoniche. Le principali fonti di flussi solari ad alta energia sono :

  • L’ esplosioni di massa coronale (che hanno un massimo nei massimi solari).
  • I Buchi coronali con un massimo nella fase discendente dell’attività solare.

Entrambi (buchi coronali e CME) sono monitorati dai satelliti, questo rende possibile prevedere i periodi di maggiore rischio sismico.

In primis, mi scuso con i lettori per la scarsa qualità delle immagini. Ma non sono riuscito a recuperare una copia originale di questa ricerca, da cui prelevare delle buone immagini, riguardanti gli studi grafici.

Effetti a lungo termine

In questa prima analisi grafica i quattro ricercatori hanno preso in considerazione il catalogo degli antichi sismi ” Catalogue of ancient earthquakes in the Mediterranean area up to the 10th century ” di Guidoboni Emanuela, Comastri Alberto e Traina Giusto che parte dal 760BC al 995AD e l’attività solare stimata in quel periodo da Schove “The sunspot cycle 649BC to 2000AD“. Attività ricostruita grazie alle registrazioni delle aurore e delle macchie solari osservate ad occhio nudo. Naturalmente i minimi ed i massimi che escono fuori devono essere considerati approssimativi in relazione al ciclo undecennale. Il periodo preso in considerazione ( vedi asse “x” ) parte dal 296 AD fino al 995AD ciclo di Gleissberg. Ogni ciclo undecennale è stato comparato con lo stimato massimo del ciclo solare e il numero di terremoti per ogni ciclo. La variazione dell’attività solare segue statisticamente per un 47% la variazione del numero si terremoti, con un p<0,01. La figura sotto riportata dimostra che nei secoli l’attività solare segue l’attività sismica terrestre.

Il numero di eventi sismici registrati nel mediterraneo, in ben undici cicli solari è evidenziato dalla linea continua.

Viceversa, la linea tratteggiata rappresenta l’andamento dei massimi dei cicli solari che va da l’anno 296 al 1000.


Alta velocità del vento solare

Nel massimo di un ciclo solare c’è un massimo di “ flare solari ” e nelle fase discendente del ciclo c’è un massimo dei “buchi coronali”. Entrambe le fenomenologie sono regioni solari aperte di flusso magnetico e fonti di vento solare ad alta velocità. In questa nuova analisi, i dati, ricoprono l’intero periodo che va dal Gennaio 1973 al Maggio 2000

http://nssdc.gsfc.nasa.gov/omniweb

I ricercatori definiscono in questo caso, i giorni di arrivo sulla Terra di vento solare ad alta velocità, come i giorni nei quali, abbiamo un brusco aumento della velocità del vento solare. Incremento non meno di di 500Km/s., con un’ incremento di 100Km/s. per giorno. Giorni accompagnati da un calo della densità del vento solare ed aumento della temperatura. Nella figura sopra riportata, si trovano due casi di salti del vento solare, registrati fra il 14 e il 18 Dicembre del 1974.

Con la lettera “T” si indica la temperature del plasma, con la lettera “N” la densità degli ioni per cm3 e con la lettera “V” la velocità in Km/s. del vento solare.

Nell’intervallo che va dal Gennaio 1973 al Maggio 2000 sono stati registrati ben 307 casi d’alta velocità del vento solare.

L’attività sismica, per lo stesso periodo, è stata valutata prendendo in considerazione gli eventi con magnitudo superiore alla M>5. Dati forniti dall’Istituto nazionale d’informazione sui Terremoti.

http://quake.geo.berkeley.edu/cnss

Nella figura riportata di seguito, è stato tracciato l’andamento del numero medio giornaliero dei terremoti, nei giorni d’arrivo dei fronti ad alta velocità del vento solare (giorno “0”) ed un giorno prima oppure dopo l’arrivo del flusso del vento solare ( vedi+1,+2 oppure -1,-2 etc..).

Lo ripeto per l’ennesima volta, la mia decisione di riportare dettagliatamente questa ricerca, prende spunto da determinati organi ufficiali e/o personaggi di un certo spessore ( così si dice o dicono..mahhh..) che se ne stanno belli seduti comodi comodi sopra le loro poltrone e che chiedo da più tempo, d’analizzare, dette correlazioni, sotto un punto di vista strettamente STATISTICO – PROBABILISTICO, in maniera tale da avvalorare ufficialmente questi scambi energetici cielo – terra.

Terminata questa breve, ma doverosa e necessaria pausa , continuiamo nell’esposizione di quest’ultima analisi.

Ecco quindi che i ricercatori sottolineano a chiare lettere, che è necessario eseguire una significativa analisi statistica, delle differenze, fra il verificarsi dei terremoti in quei giorni diversi, rispetto ai giorni di arrivo dei flussi del vento solare ad alta velocità. Analisi eseguita con dei mezzi quali, la statistica per Windows, StatSoA Inc.

Le principali applicazioni analitica trattate hanno lo scopo :

  • Individuare una struttura di relazioni fra le variabili per classificare le variabili stesse.
  • Ridurre il numero di variabili

E’ stata utilizzata l’analisi fattoriale come dato di riduzione o metodo di rivelazione della struttura .Il fattore d’analisi ci permette di trovare la dimensionalità del set d’analisi. Queste operazioni servono a determinare, individuare le reali variabili in questa dimensione.

Semplicemente, se due variabili si trovano raggruppate in un unico fattore, significa che queste si trovano in un’unica dimensione o che esse sono descritte in un’unica variabile. Queste variabili si suppone che siano indipendenti dalle variabili che rappresentano altri fattori. Quindi possiamo concludere che le variabili in diversi fattori sono significativamente diverse.

Il set di dati utilizzato, sono il numero di terremoti con M>=5,5 nel periodo che va dal 1973-2000. Questo insieme di dati è stato diviso in quattro variabili :

1°) Variabile “SW” = Giorni di arrivo del vento solare ad alta velocità.

2°) Variabile “SW+1” = Giorni seguenti all’arrivo del vento solare ad alta velocità

Il ricercatore Sytinskii (1997) nel 1997 ha trovato che nel periodo che va dal 1976 al 1982 i terremoti tendono a presentarsi un giorno prima del giorno della massima velocità del vento solare. Definiamo quindi una terza variabile.

3°) Variabile “SW-1” = Giorno precedente l’arrivo del vento solare ad alta velocità

In fine creiamo una quarta variabile.

4°) variabile “Random” = I giorni restanti

Dall’immagine sotto riportata determiniamo che “SW” e “SW+1” ( I giorni d’arrivo del flusso del vento solare ad alta velocità come il giorno seguente) sono in fattore. Vedi cerchio di colore rosso. Viceversa “SW-1” e “Random” si trovano in un’altro fattore. Vedi cerchio di colore verde .La chiara differenziazione tra le distribuzione delle variabili in fattori è dimostrata.

Conclusione

Questo significa che i giorni d’arrivo del vento solare ad alta velocità e il giorno subito dopo, sono “giorni speciali” in relazione ai terremoti e sono significativamente diversi rispetto a tutti gli altri giorni.

Trigger solare – geologico dimostrato !

Ecco dimostrata statisticamente e in termini probabilistici la cronaca di ogni vicenda geologica che giorno dopo giorno vi descrivo nella sezione Vulcani&Terremoti. Nella traduzione della seconda parte, allargheremo l’analisi alle relazioni che legano l’attività sismica, la circolazione atmosferica alle variazioni del vento solare.

Michele


GLI ASSETTI BARICI TIPICI DEGLI INVERNI DELLA PEG

Tanto si e’ parlato e si continua a parlare di PEG senza conoscerne le condizioni senza le quali si può verificare. Ora vediamo come erano le configurazioni bariche durante quei periodi caratterizzati da inverni rigidissimi.

Negli inverni della piccola era glaciale, al contrario di quelli attuali, gli episodi gelido-nevosi rappresentavano la normalità, mentre l’eccezione erano le fasi miti.

Ora, come tutti sappiamo, siamo appena usciti da un periodo di forte riscaldamento globale che ha dominato per quasi tutto il XX secolo, con il picco massimo che si e’ verificato tra la fine degli anni 70 e la fine degli anni 90. Questo nefasto periodo per i freddofili ha generato assetti barici invernali con condizioni di vortici polari compatti, forti flussi zonali sulle alte latitudini,e alte pressioni sulle medie latitudini(mediterraneo incluso).

Ora vi mostro un’immagine che rappresenta il classico assetto barico invernale in periodo di GW.

Notate come l’HP risulta il padrone incontrastato della zona mediterranea, mentre i flussi perturbati atlantici scorrono da sud ovest verso nord est raggiungendo il nord europa fino alle alte latitudini:

la classica configurazione NAO+, tipica degli inverni miti.

COME SI POSSONO VERIFICARE INVERNI IN STILE PEG?

Innanzitutto occorre un indebolimento del flusso zonale, una drastica diminuzione delle temperature sulle alte latitudini, ma sopratutto occorre una calotta polare molto piu’ estesa e una vasta e quasi perenne copertura nevosa sul nord Europa e cioè l’esatto contrario di ciò che e’ accaduto in questi ultimi decenni. Infatti calotte polari estese e vaste coperture nevose sono le condizioni ideali per la formazione di HP TERMICI. Gli Hp termici sono aree di alta pressione che si formano al di sopra dei ghiacci e al di sopra di vaste aree innevate.

Grazie proprio agli HP termici,si creano le condizioni di base per la formazione di basse pressioni a latitudini medie e cioe’ anche sul mediterraneo,le quali a loro volta richiamano venti gelidi provenienti proprio dalle zone degli HP. Ecco che cosi’ si creano sul mediterraneo le convergenze tra le correnti provenienti dal nord Europa e quelle nord africane ideali per avere intensi e persistenti fenomeni nevosi.

Ecco un’immagine di assetto barico tipico da inverno in stile PEG:

Notate l’alta pressione gelida sul nord europa e la bassa pressione sul mediterraneo con scontro tra masse d’aria gelida e aria calda nord africana,mentre un flusso zonale molto debole fatica ad entrare nel continente. Classico assetto barico in stile PEG.

COME SI PUO ARRIVARE AD AVERE TALI ASSETTI BARICI TIPICI DELLA PEG?

La prima condizione e’ senza dubbio una generale diminuzione delle temperature globali,che creerebbero le condizioni per un rallentamento della circolazione atmosferica (quella zonale in particolare).

La seconda e’ legata al raffreddamento dell’oceano atlantico in particolare il nord atlantico,che darebbe la possibilità di far espandere verso sud la calotta polare artica e rallenterebbe i flussi perturbati verso l’Europa.

La terza e’ legata alla corrente del golfo: senza un suo blocco totale o quasi totale,difficilmente le zone nord occidentali dell’Europa potrebbero raggiungere un innevamento costante ed esteso durante il periodo invernale.

Nella PEG,non era necessaria un’azione diretta del vortice polare,cosa invece indispensabile ora per avere eventi nevosi sul mediterraneo.

GIORGIO MALAVOLTA

La grande spinta solare di metà Settembre – fine Ottobre

Metà Settembre – Fine Ottobre ….un nuovo tassello nella comprensione delle teorie di Bendandi !

Solar flux a 175 !

http://www.spaceweather.gc.ca/sx-4-fra.php

Che in questo periodo avremmo avuto una “grande” spinta o accelerazione lo sapevamo, cari utenti di NIA il giochetto è molto semplice..più i pianeti si allineano su un’unica linea retta più che la “marea gravitazionale” alla bendandi…deforma impercettibilmente l’astro !

Più gli angoli sono stretti più che la spinta si fa sentire !

Osservate come nei sui calcoli Bendandi segni come valore di chiusura del parallelogramma (modulo) 160 il 17 Settembre , per poi passare a 200 !! il 6 Ottobre !!!
Ricordo che nella spinta del marzo 2011 segnava 190 !

Signori miei occhio fra una, due settimane ai possibili “trigger” geologici, il tragico dramma giapponese potrebbe ripetersi in qualche altra parte del mondo.
Vulcano o sisma ?
Gli indicatori iniziano tutti a salire, Solar flux, protoni e la grande macchia si sta per posizionare fronte Terra !

Nei prossimi post sarò più preciso.

Intanto il rottame spaziale non cadrà sul territorio italiano, qualcuno di voi ha nuove informazioni in merito, su quale nazione cascherà ?

Buon fine settimana,

Michele

La meteorologia spaziale prende piede….ma con la forza….

Nelle ultime 24h. si sono verificati due avvenimenti che stanno riempiendo le prime pagine di vari siti web e televisioni del mondo. La prima notizia, sotto gli occhi di tutti gli utenti di Nia e l’accelerazione solare degli ultimi due mesi. Sono passate oramai 24h. da l’ennesimo flare di categoria X, con esplosione di massa coronale associata. Esplosione prodotta da una delle più grandi macchie del corrente ciclo SC24.

In una primo momento, visto la posizione molto laterale, della nuova macchia AR 1302  rispetto al fronte Terra, ho pensato che la vera e propria onda non ci potesse investire.

Una delle particolarità di questo nuovo evento è la sua straordinaria durata. Evento che si è protratto per l’intero pomeriggio italiano.  L’ottimo sito di monitoraggio solare di Jan Alvestad riferisce un possibile impatto laterale per la giornata del 25 Settembre.

http://www.solen.info/solar/index.html

Ecco che di seguito riporto due “frame” ripresi dalla sonda stereo “Ahead COR2” che evidenziano l’evoluzione dell’onda. Impressionate la dilatazione, espansione nello spazio. A seguire prima proiezione rilascita dal ” Goddard Space Weather Lab “.

Usciranno sicuramente nuove proiezioni, rilasciate dalla Nasa e/o organi ufficiali o non ufficiali. Assiteremo al magnifico spettacolo delle aurore? , avremo disturbi nelle trasmissioni radio ?, avremo un nuovo “trigger solare” che scatenerà un terremoto significativo, nel luogo dove impatterà l’onda ? Tutti interrogativi che fra qualche giorno troveranno sicuramente una risposta.

Passiamo adesso alla notizia clou della giornata, il possibile impatto sul territorio italiano del satellite (UARS) “Upper Atmosphere Research Satellite”.

Alcune informazioni di base sul satellite :

Il satellite ha una massa di 5668 kg, è lungo circa 10 metri e ha un diametro di 5 metri.

Sono le ore 23:30 del 22 Settembre e nel sito della protezione civile leggo questo comunicato :

http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/evidenza.wp

Sulla base degli ultimi dati disponibili, sia sullo stato orbitale che sull’attività solare prevista, la previsione di rientro è centrata intorno alle 19:20 (ora italiana) di venerdì 23 settembre, con una finestra di incertezza che si apre alle 14:00 del 23 settembre e si chiude alle 03:00 del 24 settembre. All’interno di questo arco temporale, non è ancora possibile escludere la remota possibilità, corrispondente ad una probabilità stimabile intorno allo 0,6%, che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio.

La traiettoria. La principale novità è che solo una traiettoria potrà interessare l’Italia in un’unica finestra temporale compresa tra le 21:25 e le 22:03 di venerdì 23 settembre. L’area potenzialmente a rischio, di conseguenza, è ridotta e interessa interamente le regioni Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Lombardia e Province Autonome di Trento e Bolzano, e parzialmente l’Emilia Romagna (Piacenza e Parma), il Veneto (Verona, Vicenza, Belluno, Treviso) e il Friuli Venezia Giulia (Pordenone e Udine).


Colgo quindi l’occasione per aprire un dibattito sulla meteorologia spaziale

Le citate dinamiche spaziali sono il classico esempio, di come, la tecnologia d’oggi possa essere impiegata per gettare delle  preliminari proiezioni previsioni su dei possibili eventi drammatici per la civiltà di questo pianeta.

Sicuramente nell’ambito delle previsioni simiche sul luogo e il tempo siamo ancora lontani anni luce, ma la ricerca e la tecnologia va avanti , chissà se in futuro non tanto lontano non si possano gettare dei preliminari studi e/o previsoni, unendo i rilevamenti a Terra con quelli nello spazio.

Ecco quindi spiegato il titolo di questo articolo, la Nasa dichiara che è in arrivo una super tempesta solare che riporterà l’umanità indietro di un secolo. Abbiamo poi questa moltitudine di satelliti dichiarati o non dichiarati, radioattivi o altro,  pronti a colpire le nostre teste. Proprio oggi leggevo di ben 22.000 rottami abbandonati.

Poi c’è il delicato capitolo dei terremoti.  Quante volte in quest’ultimi due anni vi ho spiegato, raccontato, descritto, studi ricerche e altro…sulle correlazioni esistenti fra le dinamiche solari, planetarie e geologiche.

Ecco che adesso, per il lettore si rivela il significato questo breve articolo.

In sintesi, nei prossimi decenni prenderà sempre più piede questa nuova disciplina di studio e previsioni ? Minimo solare – detriti spaziali – tempeste solari… oppure tutto finirà nuovamente nel dimenticatoio ?

Spero, con tutto il cuore che questa particolare vicenda, si concluda con un buco nell’acqua, che nel pomeriggio di sabato accendendo il Pc o guardando la televisione ci sia un bel resoconto dettagliato dello sprofondamento dei detriti nel bel mezzo del mar tirreno.

Ricordiamo comunque che da quando è mondo un vecchio adagio recita….

se ci scappa il morto …

Aggiornamento delle ore 9:00 del 23 Settembre 2011

Parlavamo di meteorologia spaziale , ecco che stamane controllavo la configurazione planetaria in proiezione entrata “luna nuova” del 27 Settembre e Perigeo lunare del 28 Settembre (distanza Terra -Luna di soli 357.558 km . )

Allineamento Mercurio-Sole-Luna-Terra-Urano

Una configurazione molto delicata e particolare ci attende, da valutare come spesso ho riportato sul blog in relazione all’attività
solare (vento solare + eliosfera)
. Considerando che all’entrata di questo particolare periodo fronte Terra avremo la grande macchia AR1302.

E per gli amanti delle teorie di confine sull’ universo elettrico, nel bel mezzo di questa linea avremo la cometa “Elenin” , o quel che ne rimane. Visto e considerato che da un paio di settimane circolano voci su una sua possibile disintegrazione nel suo passaggio vicino il Sole.

Aggiornamento in tempo reale particelle


Michele