Archivi giornalieri: 5 Ottobre 2011

Sulle relazione fra attività solare e sismicità terrestre -2-

2°parte


M.N. Gousheval , K.Y. Georgieva, B.B. Kirov, D. Atanasov
“Istituto per la ricerca spaziale” , Accademia Bulgara delle Scienze
6, Moskovska, 1000 Sofia, Bulgaria
Laboratorio di Influenze solari – terrestri, accademia Bulgara delle Scienze
G. Bonchev , B1.3, 1113 Sofia, Bulgaria
‘”Università di Sofia, Facoltà di Matematica e Informatica”


Continuiamo la traduzione di questa interessantissima ricerca bulgara. La prima parte è reperibile al seguente indirizzo, http://daltonsminima.altervista.org/?p=16127

Analisi dei cicli solari

(Il ciclo undecennale analizzato sotto un punto di vista matematico-probabilistico)

Entrando all’interno di ogni singolo ciclo solare gli autori riferiscono, che la ricerca di correlazioni nel breve periodo non sono quelle previste. Primo, perchè le variazioni dell’attività solare nel breve periodo sono piccole rispetto alle variazioni del numero dei terremoti annui. Secondo, perchè gli eventi sismici sono distribuiti casualmente. Si specifica quindi che se si cerca una ben che minima relazione valida, dobbiamo sovrapporre i vari cicli.

Nell’analisi grafica sotto riportata sono stati presi in considerazione 9 cicli solari che vanno dal 1900 al 1999. Come anno di zero ( vedi cifra “0” su l’asse “x” ) è stato preso l’anno di massimo delle macchie solari ed è stato calcolata la media del numero di terremoti nei 9 anni. Per l’anno (-1) il numero medio dei terremoti è calcolato l’anno precedente, nei 9 cicli solari. Per l’anno (+1) la media dei terremoti annui è stata calcolata prendendo in considerazione l’anno successivo, sempre dei 9 cicli solari. E così via a scendere -1.-2,-3 oppure salire +1,+2 etc…

Nel grafico sopra riportato, emergono, due massimi. Il primo indicato come “max1” (con un numero medio di terremoti pari a 22,6) che coincide con il massimo delle macchie solari (anno 0) ed un secondo, denominato “max2” ( con un numero medio di terremoti pari a 21,3). Sono state successivamente calcolate le deviazioni per ciascun periodo.

L’analisi si è spostata in seguito, nel confronto del numero medio complessivo dei terremoti con M>7 , nei 100 anni, con il numero medio dei terremoti, nei 10 anni di macchie solari al minimo. Quindi sono state calcolate nuovamente le deviazioni. Trascuro la complessa analisi matematica a cui sono stati sottoposti i dati. In conclusione, quello che emerge dai calcoli è che il massimo “max2”, nell’anno “+3” è ancora altamente significativo rispetto al numero dei terremoti nei cicli solari al minimo.

I risultati confermano l’ipotesi circa gli effetti dell’attività solare sui terremoti.

Riepilogo e discussione

La maggior parte dei ricercatori che si sono dedicati allo studio dei fattori extraterrestri che influenzano l’attività simica terrestre, tengono ad ipotizzare, spiegare che l’innesco dei terremoti sia dovuto alle risultante delle interazioni gravitazionali (maree astronomiche) tra i pianeti Terra,Sole,Luna etc….Vedi la carta di Vidale

“Absence of earthquake correlation with Earth tides: An indication of high preseismic fault stress rate”.

Altre ricerche condotte nel campo sono :

R.M.C Lopes, S.R.C. Malin, and A.Mazzarella,“Lunar and solar triggering of earthquakes”, Phys. Earth Planet. Inter., vol. 59, pp. 127.129, 1990.

Souchay and M. Stavinschi, “Study of the correlations between long-periodic terrestrial tides and occurrence of earthquakes in the Vrancea site”,Earth, Moon, and Planets, vol. 77 (2), pp. 105-124,1997.

N. V. Kulanin, “Relationship between seismic statusof Earth and relative position of bodies in sun-earthmoon system”, IN. Akad. Nuuk SSSR: Fiz. Zemli, vol, pp. 95-99, 1984.

etc..etc…

Il ricercatore Sytinski suggerisce, viceversa, che il meccanismo di innesco dei terremoti più devastanti non è la forza mareale, ma il cambiamento solare indotto nella circolazione atmosferica in larga scala , espresso in una riorganizzazione degli assetti barici.

Egli ha dimostrato che l’energia che si manifestata in questi cambiamenti è di almeno di tre ordini di grandezza maggiore rispetto ad un terremoto.

Un certo, Ludmany & Baranyi in questa ricerca,

A. Ludmany and T. Bsanyi, “Comparative~study of,the atmospheric effects driven by irradiance vs. corpuscular radiation?, .In: Proceedings-of-SOLSPA 2000 Euroconference, ESA SP-463, 2000, pp. 141-146

affermano che l’alta velocità dei flussi di plasma potrebbe modificare la circolazione atmosferica globale.

Anche il ricercatore Prikryl in questa ricerca,

P. Prikryl, D. B.’ Muldrew, G. J. Sofko, “High-speed solar wind, auroral electrojets and atmospheric gravity waves: a link to the earth’s atmosphere”, In press in Proceedings of the International Solar Cycle Studies Symposium 2003: Solur Variability as un Input to the Earth Environment, June 23-28, 2003, Tatranska Lomnica, Slovakia, ESA-SP, 2003.

ha studiato la risposta della circolazione atmosferica alle alte variazioni del vento solare, come mediata dalle correnti di convezione ionosferica e dalle onde gravitazionali atmosferiche. I ricercatori ,studiando ed analizzando le variazioni alle alte altitudini delle nuvole (che è stato dimostrato essere una buona rappresentazione dei cicloni alle medie latitudini ), confermano che le variazioni delle onde gravitazionali atmosferiche generate da “pulsed ionospheric convection” (auroral electrojet) o variazioni della corrente di convezione ionosferica (a seguito dei flussi di vento solare ad alta velocità nell’accoppiamento magnetosfera-ionosfera), vengono trasmessi alla bassa atmosfera e alterano la circolazione atmosferica.

Giorgio ecco spiegata scientificamente la tua ipotesi di alterazione della circolazione atmosferica in relazione al vento solare !

Come non ricordare anche un mio vecchio articolo : http://daltonsminima.altervista.org/?p=11716

Il campo magnetico terrestre il grande regista del nostro clima

Per verificare quindi la relazione tra la circolazione atmosferica e l’attività sismica. I ricercatori hanno confrontato i cambiamenti nel lungo termine della forza della circolazione espressa nel contrasto di temperatura tra le regioni equatoriali e polari, nel periodo che va dal 1961 al 1990 e il numero di terremoti con magnitudo >=7 nell’ultimo secolo.

Il rinforzo dei venti occidentali ( cioè il maggior trasferimento di masse d’aria da est a ovest ) è accompagnato dal numero di terremoti (vedi figura sotto) . Studiando la lista dei terremoti si può osservare che nelle diverse ore della giornata, uno o più terremoti si verificano alla stessa latitudine o longitudine. Pertanto, il possibile meccanismo dell’attività solare che influenza l’attività sismica potrebbe includere i seguenti elementi :

Flussi del vento solare,rafforzamento del elettro-getto delle aurore, generazione di onde di gravita atmosferiche, cambiamenti della circolazione atmosferica, interruzione dell’equilibrio di pressione sulle placche e quindi attivazione del terremoto.

Numero di terremoti con magnitudo M>=7 nel periodo 1900-1997 evidenziato nella traccia continua.

Intensità della circolazione zonale evidenziata con la linea tratteggiata.

La principali fonti di d’ altà velocità del vento solare sono i buchi coronali e l’ esplosioni di massa coronale (CME). Entrambi sono monitorati regolarmente e quotidianamente via satellite e dalle strumentazioni a Terra, questo specificano gli autori , permetterebbe di creare delle previsioni su dei periodi a maggiore rischio sismico.

I veri e propri geo-effetti del vento solare generato dai buchi coronali e soprattutto da una CME dipendono dalla loro posizione rispetto alla Terra. Per la CME un ulteriore fattore è la loro dimensione e la velocità. Più veloce è ampia e la CME più intensi sono i geo-effetti. E’ stato recentemente trovato che uno strumento utile per valutare l’entità dei geo-effetti di una CME è il rilevamento della lunghezza d’onda. I “ solar radio burst ” di secondo tipo con CME associate sono molto più veloci e ampi rispetto alla media.

N. Gopalswamy, S. Yashiro, M.L. Kaiser, R.A. Howard, J.-L. Bougeret, “Characteristics of coronal mass ejections associatcd with long-wavelength type 11 radio bursts’’, J. Geophys. Res., vol. 116 (A12), pp. 29,219-29,229,2001,

In conclusione gli autori riportano però, che molti più studi devono essere realizzati e attentamente valutati per relazionare il rischio sismico all’attività solare.

Fonte : http://fedgeno.com/documents/on-the-relation-between-solar-activity-and-seismicity.pdf


Michele