Archivio mensile:Marzo 2017

Bit solari ripresi dalla rete …

Nessuna macchia sul sole per 15 giorni

Le immagini, riprese dal Solar Dynamics Observatory della Nasa, mostrano il recente periodo di calma della nostra stella. Il periodo più lungo dal 2010

Per quindici giorni il Sole si è mostrato immacolato: privo di macchie visibili o altri segni di attività magnetica sulla sua superficie. Il fenomeno, ripreso dal telescopio del Solar Dynamics Observatory (Sdo) della Nasa è il più lungo dal 2010, cioè dall’ultimo minimo solare, la fase di minore attività nel ciclo solare. E come spiegano i ricercatori della Nasa, non è un caso: il periodo di calma appena terminato è infatti un’indicazione che ci ricorda come la nostra stella stia viaggiando spedita verso il prossimo minimo solare, previsto tra il 2019 e il 2020.

L’attività del Sole, spiegano gli esperti dell’Agenzia Spaziale Americana, segue un ciclo naturale di esattamente 11 anni, segnato da due estremi: massimo e minimo solare. Per riconoscere in che fase del ciclo ci troviamo è possibile utilizzare le macchie solari, le zone più scure che si vedono spesso nelle foto della nostra stella, che indicano regioni in cui è presente una forte attività magnetica. Per questo, la diminuzione di macchie osservata tra il 7 e il 22 marzo è un sintomo che ci lascia intuire la progressione verso il prossimo minimo solare. Nell’immagine diffusa dal Solar Dynamics Observatory la recente fase di calma viene messa a paragone con il panorama che offriva la stella il 27 febbraio 2014, durante l’ultimo periodo di massima attività.

Come il Sole scalderà la Terra

Ricercatori svizzeri hanno cercato di predire l’evoluzione dei prossimi anni per capire i cambiamenti climatici

Le simulazioni numeriche suggeriscono che le variazioni dell’attività solare potrebbe avere una valenza misurabile. Stando ai lavori finanziati dal Fondo nazionale svizzero, il riscaldamento terrestre indotto dalle attività umane, potrebbe registrare un leggero rallentamento nei prossimi anni.

Il Sole e le sue attività costituiscono un parametro importante per la valutazione delle fluttuazioni delle temperature terrestri. Le variazioni modificano l’irraggiamento sulla Terra. Determinare se queste variazioni esercitano o meno un’influenza misurabile sul clima terrestre costituisce una delle questioni centrali della ricerca climatica.

Lo studio realizzato da ricercatori dell’Osservatorio psico-meteorologico di Davos, dell’Eawag, del Politecnico di Zurigo e dell’Università di Berna sono riusciti, grazie a simulazioni numeriche molto complesse, a stabilire una solida valutazione dell’influsso dei raggi solari sulle temperature terrestri e a tracciare una previsione per i prossimi 100 anni. Quando l’attività solare sarà al minimo, la temperatura terrestre perderà 0,5°. Ciò che però non compenserà il rialzo dei valori causato dalle attività umane, pur rimanendo comunque di estrema importanza.

Fonti :

http://www.galileonet.it/2017/03/sole-immacolato-15-giorni-periodo-piu-lungo-dal-2010/

http://www.rsi.ch/news/vita-quotidiana/eta-beta/Come-il-Sole-scalder%C3%A0-la-Terra-8905231.html

 

 

La Civiltà Minoica scomparve probabilmente a causa di uno tsunami generato dall’esplosione del vulcano Santorini

A generare l’onda di tsunami alta 9 metri che nel 1628 a.C. attraversò il Mediterraneo, portando forse alla fine della civiltà Minoica, fu la caduta in mare dell’enorme flusso di detriti generati dall’esplosione del vulcano di Santorini. E’ uno dei diversi dati che emergono dalla ricostruzione di una delle più devastanti eruzione di sempre effettuata da Paraskevi Nomikou, dell’università di Atene, e pubblicata su Nature Communications. Considerata una delle più grandi catastrofi della storia umana, l’eruzione del vulcano di Santorini (o Thera) portò all’espulsione di un’enorme quantità di materiali, stimata fra 30 e 80 chilometri cubi di polveri e rocce, pari almeno al volume di un disco dello spessore di 100 metri e del diametro di 20 chilometri, circa 10 volte maggiore a quello dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Testimonianze archeologiche indicano che l’eruzione fu accompagnata da un potente tsunami, con onde di 9 metri che devastarono molte isole del Mediterraneo contribuendo anche al crollo della civiltà Minoica sull’isola di Creta. Analizzando i fondali di Santorini i ricercatori greci hanno ricostruito le dinamiche dell’eruzione e in particolare i meccanismi che generarono lo tsunami. Studi precedenti avevano suggerito che a generare l’onda fu il crollo della caldera, il ‘buco’ che si forma al centro dei vulcani dopo lo svuotamento della camera magmatica che si trova nel sottosuolo. Ma i nuovi dati indicano che a generare l’onda fu invece fu dovuto alla rapida caduta di materiali espulsi dal vulcano (mentre la caldera non era direttamente collegata al mare). Una dinamica simile a quella avvenuta con l’eruzione del Krakatoa, nel 1883, il cui tsunami provocò 35.000 morti. Lo studio offre dettagli importanti per capire meglio i pericoli nascosti in fenomeni di cui è difficile prevedere gli effetti.

Fonte : http://geoscienze.blogspot.it/2016/11/la-distruzione-della-civilta-minoica-fu.html#more

Misteriose esplosioni in mare al largo di Montecristo, stop alla navigazione

Getti di acqua, gas e fango alti fino a dieci metri

Campo nell’Elba (Livorno), 20 marzo 2017 – Misteriose esplosioni in mezzo al mare. È quanto è avvenuto nei giorni scorsi nelle acque di Montecristo. Nei giorni scorsi vi sono stati alcuni fenomeni riconducibili a un’attività geologica sottomarina al largo tra Montecristo, Pianosa e la Corsica. Sono stati alcuni pescatori a notare nella zona emissioni gassose, miste ad acqua in mezzo al mare.

Il Dipartimento di protezione civile ha immediatamente segnalato l’evento alla capitaneria di porto elbana che sabato «ha emesso un’ordinanza per impedire, in via cautelativa e precauzionale, la navigazione nella zona». I fenomeni infatti potrebbero rivelarsi pericolosi e in attesa di ulteriori indagini specifiche da parte dei soggetti deputati per garantire la sicurezza della navigazione, è stata vietata qualsiasi attività marittima, di superficie e subacquea nella zona di mare che ha un raggio di 500 metri dalle coordinate dove si è verificato il fenomeno.

I pescatori di campo nell’Elba ( Livorno) che hanno assistito al fenomeno e che si trovavano a poche decine di metri di distanza da esso riferiscono di «avere sentito una fragorosa esplosione» e di avere visto alzarsi «per alcuni metri un getto d’acqua nera, fango, gas e detriti».

Fonte : http://www.lanazione.it/livorno/cronaca/montecristo-esplosioni-mare-1.2980425

Clima, per il capo dell’Agenzia Usa la CO2 non causa surriscaldamento

youScott Pruitt, molto vicino ai produttori di petrolio, mette in dubbio le teorie scientifiche sul cambiamento climatico. Nel mirino di Trump il Clean Power Plan di Obama

Per Scott Pruitt, capo dell’Agenzia Usa per la protezione dell’ambiente (Epa), è tutto un falso: smentendo decenni di studi scientifici giovedì ha asserito che le emissioni di diossido di carbonio di natura antropogenica, ossia il CO2 prodotto dalle attività umane, non sono un fattore scatenante del cambiamento climatico. Insomma, se i ghiacci dell’Artico si sciolgono e i fenomeni meteorologici estremi si moltiplicano, non è colpa dell’uomo. Forse solo di una natura impazzita.

In televisione

«Credo che misurare con precisione l’impatto dell’attività umana sul clima sia qualcosa di molto difficile e che esista un immenso disaccordo sul livello di tale impatto. Io non sarei d’accordo nel dire che si tratti di un fattore primario nel riscaldamento globale», ha detto in un’intervista alla tv CNBC l’esponente repubblicano, scelto da Donald Trump per guidare una delle Agenzie più importanti della precedente amministrazione Obama.

Negazionismo

Nulla di inatteso, in realtà. In campagna elettorale, Trump aveva definito le teorie sul cambiamento climatico una «bufala» arrivando ad accusare la Cina di aver inventato tutto per colpire l’economia americana. E più di recente anche il neosegretario all’Energia Rick Perry ha dato voce al suo scetticismo in materia. Il profilo di Pruitt, d’altra parte, parla da sé. Procuratore generale dell’Oklahoma — uno dei maggiori stati petroliferi degli Usa — è sempre stato molto vicino alle grandi imprese produttrici di combustibili fossili e in passato ha dato il via a numerose iniziative legali contro l’Epa e le sue regolamentazioni ambientali. Più che un negazionista convinto, dunque, un importante alleato dell’industria dei combustibili fossili.

Unanimità scientifica

Peccato che il mondo scientifico sia unanimemente convinto a livello internazionale, tranne qualche negazionista isolato, che siano proprio i combustibili fossili — petrolio, gas naturale e carbone — la causa determinante dell’impennata nelle temperature terrestri dopo la Rivoluzione industriale e dei conseguenti impatti sull’ambiente, dalle calotte artiche in giù.

I limiti alle industrie Usa

Immediata la reazione di scienziati e ambientalisti alle parole di Pruitt. La paura è che Trump, come peraltro già promesso, abbia intenzione di smantellare il Clean Power Plan dell’amministrazione Obama e l’impianto di leggi varato proprio per limitare le emissioni di CO2 in accordo con gli impegni presi dagli Usa con gli accordi internazionali di Parigi. «Il mondo della scienza crede nelle prove empiriche, non nelle credenze individuali — ha commentato gelida Gina McCarthy, ex capo dell’Epa —- Quando si parla di clima, le prove sono solide ed è molto chiaro che il costo della mancata azione è inaccettabilmente alto. Prevenire le gravissime conseguenze del cambiamento climatico è imperativo per la salute e il benessere di tutti noi».

Fonte : http://www.corriere.it/esteri/17_marzo_10/clima-il-capo-dell-agenzia-usa-f3afe6b0-055e-11e7-882a-48a6b14b49a6.shtml