Archivi giornalieri: 23 Aprile 2012

Multi-modello in scala armonica per le variazioni cicliche climatiche e solari nel corso dell’Olocene basato sulla frequenza di marea di Giove e Saturno in relazione al ciclo di undici anni delle macchie solari, di Nicola Scafetta – 2° parte –

Il ferreo dibattito

La pubblicazione di questa ricerca sul blog di Antony Watts (WUWT) ha suscitato subito un forte interesse ed un accanito dibattitto, fra i vari sostenitori e i detrattori di questo modello. Naturalmente  fra i vari personaggi che hanno mostrato una serie di riserve su tale carte, troviamo nuovamente il Dr. Leif Svalgaard.

Vi dico soltanto che questa volta Antony Watts è stato perfino costretto a chiudere temporaneamente la discussione, visti alcuni commenti che iniziavano, nel vero senso della parola, ad assumere dei connotati particolarmente caldi ed offensivi. E questa non è la prima volta !  Si veda questo mio precedente articolo: http://daltonsminima.altervista.org/?p=17197

Della serie anche i grandi … 🙂

Adesso la discussione inerente la ricerca di Nicola naviga sui 500 commenti. Non c’è fine…

Quindi a compendio di questa ricerca, reperibile al seguente link : http://daltonsminima.altervista.org/?p=19913, per dovere di cronaca e curiosità scientifica, vi riporto alcuni interessanti scambi di vedute, che ci sono stati fra il Dott. Nicola Scafetta e il sopra citato Dott. Leif Svalgaard.

Procediamo quindi con il riportare alcune annotazioni interessanti sulla sopra citata carta.

La vera risposta a tutto questo, a detta di Leif, non può venire dalle deleghe (registrazioni) che Nicola ha riportato, perché le scali temporali sono troppo brevi, ma dal confronto con altri sistemi stellari in cui gli effetti sono milioni di volte più forti e i pianeti sono molto più  enormi e vicini alle stelle.

Si veda la carta : http://www.leif.org/research/AGU%20Fall%202011%20SH34B-08.pdf

In questa immagine ripresa dalla carta, si legge che l’effetto baricentrico gravitazionale ipotizzato, se fosse veritiero, dovrebbe essere facilmente osservabile con i sistemi solari di masse molto grandi, ma i ricercatori Poppenhager e Schmitt non riesco a trovarlo. Il Dott. Svalgaard sottolinea infatti nella sua carta AGU, che altri hanno provato ad adattare l’ipotesi della baricentrica osservata da PD Jose nel 1965, ma l’adattamento alla fine si rompe.

Nota :

“Ricordo che PD Jose ha scoperto che il Sole si muove intorno al centro di massa del sistema solare “baricentro” con un periodo di 187,7 anni e ha suggerito che i cicli delle macchie solari si ripetono con un periodo simile.”

Molti ricercatori hanno pubblicato ulteriori studi a questa idea ( si veda l’opera di Charvatová, I. 2000, Annales Geophysicae, 18, 399), ma una variazione di fase è necessaria ogni 8 cicli solari. Si veda l’immagine sotto riportata. Variazione dovuta a Urano.

Adesso, la replica di Nicola….

Nicola si difende sostenendo che il suo lavoro non è centrato sul lavoro della baricentrica, ma sulle registrazioni delle macchie solari, le tre frequenze. Nello specifico due di marea e una centrale della dinamo solare.

Nicola Scafetta dice sul blog WUWT il 21 marzo 2012 alle 08:17 :

Willis Eschenbach e Leif Svalgaard sembrano essere come il gatto e la volpe nelle avventure di Pinocchio. Entrambi cercano di indurre in errore (prima se stessi e poi gli altri). 🙂

La carta è abbastanza chiara e teoricamente semplice. Il ciclo delle macchie solari non è costante, ma varia. Una analisi dello spettro di potenza delle registrazioni, rivela che il ciclo di Schwabe si compone di tre cicli, di cui due sono molto vicini alle due frequenze principali di marea prodotte da Giove-Saturno(9,93 anni) e dalla marea siderale di Giove (11,86 anni). La terza frequenza è quasi, ma non è esattamente la frequenza media di 10,87 anni. A questo punto, io interpreto le due frequenze laterali come uns vera causa delle due frequenze di marea e associate ad esse le fasi delle due frequenze di marea. La terza fase è calibrata sulla sequenza del numero di macchie solari, perché rappresenta il ciclo della dinamo solare. A questo punto non faccio altro che riassumere le tre armoniche, e la magia accade. I periodi di interferenza distruttiva coincidono con i grandi minimi solari. In aggiunta al ciclo Schwabe, i cicli di 61 anni, 115, 130 e 983, osservati nei dati solari e nel clima e durante l’Olocene sono facilmente recuperati.

Adesso le parole precise di Nicola in riferimento al precedente argomento avanzato da Leif :

L’unico argomento avanzato da Leif contro la mia carta è che il fenomeno, a suo parere, non è stato osservato in altre stelle. Questo non mi sorprende. Non abbiamo dati precisi, sul lungo tempo su altre stelle! Inoltre abbiamo bisogno di osservare la cosa giusta, per esempio, anche se si dispone di un grande pianeta molto vicino a una stella, l’effetto osservabile è associato a molte cose: come sono le orbite eccentriche, quanto grande è la stella, la sua composizione etc. Le stelle hanno una inerzia enorme per effetti di marea e anche se si dispone di un pianeta grande e abbastanza vicino alla stella, in grado di produrre un effetto di marea teorico maggiore di ben 4.000.000 di volte, questo non significa che la risposta dalla stella deve essere lineare! I sistemi elastici, anche se semplici possono essere molto sensibili a piccole perturbazioni, ma diventano estremamente rigidi a perturbazioni ampie e rapide, ecc…. E ‘evidente che qualsiasi studio sull’influenza planetaria su una stella, deve iniziare prima dal sole, e poi eventualmente andrebbe esteso ad altri sistemi stellari, ma probabilmente abbiamo bisogno di aspettare decenni prima di avere dati sufficientemente lunghi su altre stelle ! Nel caso del sole avevo bisogno di almeno un rilevamento di 200 anni delle macchie solari per rilevare i  tre cicli di Schwabe, e almeno 1000 anni di dati per testare e verificare storicamente le altre frequenze. Le persone possono fare i conti per quanto tempo dobbiamo aspettare le altre stelle prima di avere delle registrazioni abbastanza lunghe.

Inoltre, credo che molti lettori hanno un’idea tipicamente sbagliata della fisica.

Nella scienza un modello ha una base fisica, quando si basa sulle osservazioni e dei dati ed è in grado di ricostruire e/o prevedere. E ‘evidente a tutti, leggendo la mia carta, con una mente aperta ( ma non troppo dico io! [replay michele]) , che ho seguito un metodo scientifico, il modello che ho proposto è “fisicamente basato”, perché io descrivo e ricostruisco le proprietà dinamiche dei dati e ho dimostrato che il modello è in grado di ricostruire partendo da dati lunghi millenni.

Affermare il contrario significherebbe rifiutare tutto ciò che risiede nella scienza e nella fisica, perché tutti i risultati e le leggi della fisica si basano sulle osservazioni dei dati, testati e sulla loro capacità di ricostruire e prevedere, come ho fatto nel documento. Naturalmente, sottolineando che non si risolve il problema utilizzando per esempio la fisica del plasma o la meccanica quantistica o qualsiasi altra cosa. Queste operazioni sono molto complesse ed hannno bisogno di essere studiate ed approfondite nel  tempo. Come ho detto in modo corretto nella carta.

“Ulteriori ricerche dovrebbero affrontare i meccanismi fisici necessari per integrare le maree planetarie e fisiche nella dinamo solare per un più fisicamente modello basato su di esso”.

Nicola Scafetta

Personalmente, ma qui entriamo nel campo delle personali valutazioni e considerazioni, il legame fra l’attività solare, planetaria e il clima del nostro pianeta mi sembra al di fuori di ogni più logico dubbio ! E più che evidente, dopo anni ed anni che qui su Nia ( o su altre piattaforme presenti nella rete) vengono postate ricerche su ricerche, che c’è un LEGAME. Ma, sviscerarne il legame e trovarne le giuste dinamiche fisiche nel tempo e altro problema, come riporta giustamente Nicola. Il comportamento di Leif a me sembra il continuo dei precedenti.

E’ sempre il solito travisare ….

Ad oggi questa situazione di stallo scientifico che si è creata nei confronti della sopra citata tematica, mi sembra più un problema di carattere interno alla natura umana, che di formazione culturale o scientifica. Lo scontro Nicola vs Leif,  sembra un vero e proprio scontro generazionale.  Allora, forse in nostro soccorso possono essere d’aiuto le parole di uno dei più grandi pensatori, studiosi della mente umana.

http://it.wikipedia.org/wiki/Carl_Gustav_Jung

Non sappiamo niente dell’uomo, molto poco. La sua psiche dovrebbe essere studiata perché siamo l’origine di tutti i mali che esistono.

 Dopo questa mia persona considerazione, attendo i vostri commenti.

Fonti :

http://tallbloke.wordpress.com/2012/03/21/nicola-scafetta-major-new-paper-on-solar-planetary-theory

http://wattsupwiththat.com/2012/03/21/scafettas-new-paper-attempts-to-link-climate-cycles-to-planetary-motion/

 

Michele