Archivio mensile:Maggio 2012

Venere, allineamenti e transiti. Passato e presente di un incrocio planetario fra i più pericolosi per la geologia terrestre ? 1°parte

Dati astronomici e cenni storico-mitologici

Prima di addentrarci nella parte tecnica di questo articolo. Articolo che affronterà tutti quelli aspetti sia astronomici, che geologici, che rendono il prossimo transito Venere (il pianeta più vicino al nostro), di notevole interesse, ritengo opportuno allegare alcune preliminari informazioni a carattere storico-mitologico che reperite in rete, possono fornirci ulteriori spunti su cui riflettere, in relazione alle alterazioni, variazioni che specifiche configurazioni planetarie e/o solari, (interazioni gravitazionali ed elettromagnetiche con la geologia terrestre), possono avere non solo sulla geologia terrestre, ma anche su  tutto l’assetto climatico terrestre.

Allora, fin dai tempi più remoti l’uomo privo della benchè minima conoscenza scientifica, ha sempre alzato gli occhi all’insù, in cerca di risposte alle più svariate domande. Sicuramente ai nostri progenitori non sarà sfugitto ai loro occhi, la brillantezza di una particolare stella o pianeta, Venere.

Venere è uno degli oggetti più luminosi nel cielo, ed è conosciuto sin dall’antichità e ha avuto un significativo impatto sulla cultura umana, nella storia, nei calendari nella mitologia delle antiche culture.

Ricordo che in più di una occasione il Dott.Nicola Scafetta ha accostato l’astrologia delle antiche culture del nostro pianeta, alle vicende astronomiche che in questi anni stiamo ri-scoprendo. Vedi l’ipotesi planetaria che lega la formazione delle macchie solari ai pianeti. Ricordo, ad esempio, in riferimento a Giove e Saturno che il professore afferma : http://daltonsminima.altervista.org/?p=18390

Ad ulteriore prova del ciclo di 60 anni, si fa riferimento negli antichi testi sanscriti e nei cicli osservati delle piogge monsoniche. Scafetta ritiene che un naturale ciclo climatico di 60 anni è associabile e può anche spiegare i calendari adottati nel tradizionale nella civiltà cinese, tamil e tibetana, dal momento che tutte le maggiori civiltà antiche erano a conoscenza dei cicli di 20 anni e 60 anni di Giove e Saturno. Infatti, Scafetta mi ha fatto notare che nella tradizione indù, il ciclo di 60 anni è conosciuto come il ciclo di Brihaspati, il nome di Giove, e che speciali cerimonie  sono celebrate da alcune popolazioni ogni 60 anni, come la cerimonia Sigui tra la popolazione africana dei Dogon.

Credo quindi,  che non sia folle, ipotizzare un possibile collegamento fra i più importanti testi delle civiltà passate del nostro pianeta e le attuali scoperte scientifiche, che rivelano delle strette interazioni elettromagnetiche e/o gravitazionali fra le dinamiche interne al nostro sistema solare e l’intero assetto climatico/geologico del nostro pianeta. Infatti effettuando una breve ricerca in rete troviamo che Venere simboleggiava per alcune culture del passato :

1°) Per i Maya, Venere era infatti il dio della guerra che irradiava la terra con raggi cattivi, provocando morte e distruzione. Gli astronomi Maya avevano quindi misurato attentamente ogni spostamento del pianeta, costruendovi sopra un calendario rituale.

Sito archeologico Maya di Cobà, nella penisola dello Yucatan, in cui si vede un maya dal naso forato mentre abbandona in barca un’isola sconvolta da terremoti (si vede che sta crollando una piramide) ed eruzioni vulcaniche.

2°) Gli antichi Vichinghi adoravano Venere con il nome di Freya, la dea dell’amore e della guerra.


3°) I Babilonesi chiamarono il pianeta Ishtar, la dea della mitologia babilonese (connaturata con la dea Inanna dei Sumeri), personificazione dell’amore ma anche della battaglia.

 Distruzione,cambiamenti,ciclicità, alti e bassi nelle civiltà …Congetture ? Una cosa è sicura in civiltà nelle quali la tecnica,la meccanica e la tecnologia e completamente assente lunghi fasi di destabilizzazione climatica e geologica con terremoti e/o eruzioni vulcaniche possono aver messo a dura prova non solo l’aspetto fisico ma anche pscicologico di dette civiltà, imperniate esclusivamente sull’agricotura, l’allevamento e la pastorizia.

Chiudiamo quindi questa breve parentesi mitologica per riportare le principali particolarità astronomiche del nostro pianeta gemello, che in ordine sono :

1°) Venere è il secondo pianeta in ordine di distanza dal Sole e quello che più si avvicina alla Terra durante la sua orbita, giungendo sino a soli 40 milioni di chilometri da noi, un centinaio di volte la distanza tra la Terra e la Luna.

2°) Venere ha un moto retrogrado, cioè ruota intorno al proprio asse in senso contrario a quello degli altri pianeti che ruotano tutti in senso antiorario; ruota quindi in senso orario.

3°) Venere,similmente ad una cometa presenta una gigantesca coda costituita da ioni che si estende abbastanza lontano da solleticare la Terra quando i due pianeti sono allineati col Sole.

“Non mi aspettavo di trovarla”, dice un membro del team, Marcia Neugebauer del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena,  California. “E’ un segnale veramente molto forte, e non c’è dubbio che sia reale”.

 Il Pioneer Venus Orbiter della NASA aveva scoperto per primo la coda nei tardi anni ’70.  Intorno ai 70.000 chilometri dal pianeta, la navicella spaziale ha rilevato esplosioni di calore, ioni energetici, o plasma.

La coda esiste perché gli ioni dell’atmosfera superiore di Venere sono bombardati dal vento solare, un flusso di plasma  che soffia fuori dal Sole. E l’Osservatorio Solare Europeo (SOHO) ha mostrato che la coda si estende per qualcosa come 45 milioni di chilometri nello spazio, più di 600 volte più lontano di  ogni altra conosciuta.Circa 0.30 Au.

http://www.freerepublic.com/focus/f-chat/1975217/posts

Ma che cosa è un transito? E quali sono quelle particolarità che lo rendono differente al classico allineamento ?

http://astro.liceofoscarini.it/venere/transito_geometria.html

Perché allora il transito di Venere non si verifica ad ogni congiunzione inferiore ogni 584 giorni? Per il semplice motivo che Sole, Venere e Terra sono realmente allineati solo quando sono sullo stesso piano e cioè sulla linea dei nodi, a giugno o a dicembre; dal momento che il Sole visto dalla Terra non è puntiforme ma ha una dimensione di 30′ (mezzo grado), perché si verifichi il transito vi è un margine di circa ±4 giorni.

Un transito di Venere viene osservato dalla Terra ogni qualvolta Venere si interpone fra il nostro pianeta e il Sole,  oscurandone una piccola parte del disco; durante un simile evento, un osservatore può osservare Venere come un disco nero che attraversa il disco solare.

 

I transiti di Venere sono tra gli eventi astronomici predicibili più rari e avvengono con uno schema che si ripete ogni 243 anni, con coppie di transiti separate da un intervallo di 8 anni che si ripetono in periodi più ampi di 121.5 e 105.5 anni. Precedenti coppie di transiti si sono è verificati nel 1874 -1882,1761-1769 e 1631- 1639 e via scanvando a ritroso nel tempo.

 

Nella seconda parte, dopo aver vagliato l’intero archivio storico degli eventi sismici (fonte USGS/EMSC/INGV), analizzeremo in termini probabilistici, se effettivamente l’entrate e/o uscite in questa particolare configurazione planetaria possano imprimere delle vere e proprie accelerazioni alla geologia terrestre.

In sintesi, è vero che quando Venere è nelle vicinanze del nostro pianeta gli eventi geosifici si manifestano , sia in quantità che in magnitudo, maggiori ?

Lo vedremo.

Michele

Giornata terribile per la penisola Italiana, Venere è arrivata ! M5.6 & M5.8, — AGGIORNAMENTO sull’attuale configurazione planetario-solare —

Aggiornamento delle ore 09:05 del 30 maggio 2012

C’è un dato che da una momentanea speranza prima di arrrivare alla configurazione n°4

4° Configurazione 01-03/06/2012
Transito di Venere (05), entrata in luna piena(04) e perigeo lunare(03)
http://daltonsminima.altervista.org/?p=20042

Attualmente la situazione geomagnetica planetaria volge verso una fase di calma.
Siamo sotto il soffio di una debole Ch posizionata nell’emisfero nord.
La dinamica è evidenziata dalla pagina dei sismi USGS nella quale notiamo che dalle 17/18 UTC della passata giornata le scosse con magnitudo M>5 sono cessate. Report scosse planetarie & vento solare.

michele

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Il momento è caldo e le persone sono in preda agli stati emozionali. Non è facile quindi scrivere due righe in questa situazione, cercherò comunque di ripotare delle minime indicazioni scientifiche, su quello che sta succendendo in queste settimane, non solo in Italia, ma anche in Bulgaria, Sud America e altri parti del mondo con CHIARI indicazioni che stiamo attraversando un periodo dai forti connotati di dissesto geologico !

Michele

Le domande che tutti si pongo sono :

Che cosa sta succedendo ? Si sente parlare di nuove faglie che si attivano, scavi nel sottosuolo che possono innescare terremoti ….cosa c’è di vero o falso in tutto questo ?

Quelle che vi sto per riportare adesso sono delle righe riprese da un’articolo che sarebbe dovuto uscire a breve, ma visto gli accadimenti delle ultime ore ritengo opportuno riportare questi passi….

Nei rossimi giorni saranno riportati ulteriori calcoli e statistiche in merito ai passaggi di Venere. A compendio di questa preliminare introduzione che adesso potete leggere. Ad ognuno di voi i propri preliminari giudizi e valutazioni.

L’Aquila nel 2009 e l’emilia romagna oggi un solo comune denominatore.

Venere !

Il recenti terremoti verificatosi in emilia il 20 maggio 2012 ed oggi, di magnitudo M6.1 ed ulteriori, si vanno collocare in una ipotetica finestra temporale di +/- 15 giorni , di ingresso/uscita da questa configurazione planetaria.

Una coincidenza ?

Allineamento Sole-Terra-Venere, come non ricordare la crisi simica su monti reatini dell’Ottobre 2010, oppure il tragico sisma verificatosi a l’Aquila il 06 Aprile 2009 di magnitudo M6.3, si veda l’immagine riportata a fianco.Ho quindi effettuato una breve e veloce ricerca sul territorio italiano ed ho scoperto che in altre tre tragiche situazioni, nel lontano passato Italiano,

 

Venere era nelle vicinanze e non perfettamante in allineamento.

http://it.wikipedia.org/wiki/Terremoti_in_Italia

Magnitudo 7.0 Lamezia Terme del 27 Marzo 1638 ;

Magnitudo 6.5 Verona del 01 Marzo 1117

Una di queste situazioni si è riscontrata nel tragico terremoto della Marsica (Avezzano), M6.9 del 13 Gennaio 1915.

http://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_della_Marsica

Entrando nel dettaglio di queste tre situazioni, troviamo che in due occasioni Venere è in fase d’entrata, mentre in una queste situazioni si trova nella fase di uscita (vedi l’immagine sopra riportata). Naturalmente questa preliminare e veloce analisi è sicuramente una semplice congettura, che però fa riflettere in riferimento a questa immagine, che recentemente ho pescato sul blog inglese nel quale scrivo e partecipo attivamente.

Un utente ha postato questa elaborazione, che potrebbe in un certo senso spiegare, perchè l’allineamento con Venere è più influente, geologicamente parlando, nelle settimane/mesi di rilascio che nei giorni di perfetto allineamento.

L’interazione della magnetosfera terrestre e quella Venusiana i maggiori indagati.

http://tallbloke.wordpress.com/2012/04/20/tim-cullen-the-secret-astronomers-other-ball/

L’utente parla di un effetto che si manifesterebbe nella fase di rilascio dal contatto della magnetosfera di Venere con quella Terrestre. Parla di 6 mesi e non di pochi giorni o settimane. Ricordo che l’ultimo transito di Venere si è verificato nel 2004, per la precisione il 08-06-2004. Nel Dicembre del 2004 , abbiamo avuto il sisma di M9 in Indonesia. Ricordo che la precedente coppia di transiti si è verificata nel 1874 e nel 1882. Per la precisione il secondo transito che si è verifico il 06-12-1882 . Passano meno di nove mesi, è il 27-08-1883 e il Krakatoa erutta.

Coincidenze ?

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Scossa di 5.8, una replica perfetta della scossa di domenica scorsa, con epicentro pare a Mirandola (MO)

nuovi crolli, ma non pare ci siano feriti o vittime, intanto edifici evacuati nella zona.

http://cnt.rm.ingv.it/data_id/7223045800/event.html

confermato la magnitudo e l’epicentro dal sito dell’IGNV

Pare sia confermata la presenza di vittime per via dei crolli, mentre ci sono altri operai rimasti bloccati sotto le macerie.

 

http://www.corriere.it/cronache/12_maggio_29/terremoto-scossa-nord-italia_0a299d18-a95d-11e1-a673-99a9606f0957.shtml

Aggiornamento 12.10

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/05/29/foto/cavezzo_il_paese_distrutto_dal_sisma-36132832/1/

Il Paese più colpito risulta essere Cavezzo, per ora non ci sono molte notizie e molte immagini, se non quelle del link indicato.

pare che il 75% del paese sia crollato

Trovate altre foto qui: http://www.repubblica.it/cronaca/2012/05/29/foto/terremoto_emilia_le_foto_via_twitter-36125027/1/

Preciso che L’intero staff di NIA si dissocia dalle ipotesi di una causa artificiale sui terremoti che hanno colpito la pianura padana.

Aggiornameneto delle ore 13:15

Nuova forte scossa di magnitudo M5.6

http://earthquake.usgs.gov/earthquakes/recenteqsww/Quakes/usb000a1ri.php

 

 

Le nuove scoperte sul petrolio promettono di cambiare la mappa geopolitica dell’energia

Nuove tecnologie di esplorazione e nuovi modi di intendere i depositi di petrolio e gas promettono di rivoluzionare la mappa geopolitica dell’energia.

Immaginate un mondo in cui l’America non si preoccupa tanto di quello che succede in Medio Oriente – perché per alimentare la sua crescente flotta di vetture non dipende dal petrolio in Iraq o in Arabia Saudita. Il potere dell’Organizzazione influente of Petroleum Exporting Countries (OPEC) si svuota. L’Europa non ha bisogno del gas russo, e la Cina non è così preoccupata a finanziare i regimi  dei paesi africani per garantire la loro quota di produzione locale di combustibili fossili.

In questo mondo, gli studiosi non parlano piú  di “picco del petrolio”, quando il livello di produzione arriverebbe al massimo per poi cominciare a declinare inesorabilmente, e molti stanno soccombendo alla sempre più forte evidenza scientifica che il petrolio potrebbe anche non essere fossile.

 

 

Beh, non credete che questo scenario sia lontano dalla realtá, infatti siamo in una fase di transizione per arrivare a questa nuova realtá, cosí garantiscono gli  esperti del settore.

Renaissance olio promette di cambiare la mappa geopolitica dell'energia

Il Brasile ha recentemente acquisito una microsonda ionica, una delle più moderne attrezzature per la geologia del petrolio . [Image: australiani Strumenti Scientifici]

Dalle previsioni alle profezie

Gli elementi di questa transizione possono essere visti nei discorsi stessi di questi studiosi, che hanno giá dovuto chiamare le loro “previsioni” certe di qualche anno fa, in “studi profetici”, e che dovrebbe ovviamente essere dimenticati.

Ora entusiastimati delle nuove tecnologie che permettono lo sfruttamento delle riserve di petrolio e gas che sono di difficile accesso, o il cui prodotto deve essere sottoposto a processi chimici specifici, prima di essere utilizzato, disegnano altri scenari.

Sta cominciando l’era dei combustibili  “non convenzionali”.

Gli studiosi sottolineano che non solo le fonti di petrolio e gas non dovrebbero ritenersi esauriti in un prossimo futuro – come dicevano pochi anni fa la previsione degli studi profetici – ma dicono anche come la distribuzione geografica delle nuove riserve è molto più democratica, la qualcosa  favorisce i grandi consumatori.

“Fino a poco tempo fa, erano dominanti le previsioni che i paesi importatori aumenterebbero la loro dipendenza dal Medio Oriente e che non ci sarebbe alcuna soluzione ai prezzi elevati del petrolio”, dice il geologo ed economista Robin Mills, autore di “Il mito della crisi del petrolio” (The Mith of the Oil Crisis) e consulente in Dubai.

“Con i progressi tecnologici degli ultimi anni sono più forti le aspettative che, almeno nel medio termine, i prezzi dei combustibili fossili tornino a cadere ancora una volta, i paesi che erano importatori di risorse energetiche sono diventati  autosufficienti o addirittura esportatori e l’OPEC avrá molte piú pressioni per rivedere la loro pratica di aumentare o diminuire la produzione di petrolio per abbassare o aumentare i prezzi “, ha aggiunto.

Nuove tecnologie per l’esplorazione e raffinazione

Molte tecnologie  stanno contribuendo a disegnare una nuova mappa di energia del mondo.

A partire da quelle che  consenteno l’esplorazione petrolifera in acque profonde come il  pre-sale brasiliano. ( Il Brasile che fino a pochissimi anni fa era un paese importatore di grandissime quantitá di petrolio e derivati, oggi con l’estrazione di petrolio in acque profonde, prima é diventata autosufficiente e adesso é diventata addirittura  un paese esportatore di greggio. Inoltre la Petrobras é la prima societá mondiale in Know-How su questo tipo di estrazione con metodi sicuri… non quelli che esplorano il petrolio nel Golfo del Messico, che sono impreparati a qualsiasi problema e che hanno la solo visione del massimo profitto e se ne fott…fregano delle conseguenze che potrebbero provocare all’ambiente, tanto gli americani hanno fatto lo stesso per decenni)

Un altro esempio è l’uso di sabbie bituminose – trovate in Alberta, Canada – che è possibile solo grazie al miglioramento dei processi fisici e chimici che purificano l’olio di bassa qualità.

La tecnica che più entusiasma, tuttavia, è di gran lunga legata allo sfruttamento di petrolio e di gas principalmente scisto, ottenuto dalla roccia del nome stesso. Secondo l’esperto del mercato del petrolio, Daniel Yergin, questa  è la più grande invenzione nell’area energetica del decennio.

Nei centri di studio e consulenti specializzati, il termine “rivoluzione del gas shale” è diventato linguaggio comune, e l’Agenzia  internazionale dell’energia (IEA) sí é  domandato in una relazione dello scorso anno: “Stiamo entrando nella nuova era del gas?”

Rivoluzione del shale gas

La causa di questo entusiasmo è legato alla buona performance nello sfruttamento di questa risorsa negli Stati Uniti. Fino al 2008, gli americani importavano dal Canadá  circa il 13% del gas consumato nel paese, secondo un rapporto dalla società di consulenza KPMG.

Oggi, con l’estrazione delle risorse di scisto, non solo il paese è diventato autosufficiente, ma pensa all’ esportazione. Per completare il prezzo del prodotto è in forte calo, con costi di estrazione coperti dalla vendita di altre sostanze chimiche prodotte nella produzione del gas.

Le  riserve di gas shale sono sfruttati in Pennsylvania, Louisiana e Texas e ora rappresentano il 30% del consumo di gas nel paese. Giá che il petrolio di scisto  è prodotto in Nord Dakota e Texas.

“In questo scenario, non c’è da meravigliarsi che oggi una delle più grandi corse tecnologiche negli Stati Uniti è quello di sviluppare e migliorare il trasporto del gas, permettendo la riduzione del consumo di petrolio convenzionale”, ha detto Frank Umbach, un esperto sulla sicurezza energetica del Centro Strategie per la sicurezza europea, con sede a Monaco di Baviera.

Le aspettative create da tali cambiamenti  aiutano anche  a spiegare perché l’Argentina ha espropiato  la compagnia petrolifera YPF questo mese, controllata dalla spagnola Repsol, che ha esplorato le riserve di petrolio e giacimenti di gas shale in Vaca Muerta.

“La percezione che questa nuova fonte di combustibile fossile può significativamente modificare la posizione dei paesi del mercato dell’energia crea un senso di urgenza rispetto allo sfruttamento di questi campi”, ha detto Adriano Pires, direttore del Centro brasiliano per le Infrastrutture (CBIE), in Sao Paulo.“L’Argentina ha chiesto maggiori investimenti per avanzare in questa gara, ma il governo continua a limitare il prezzo applicato per l’energia interna, che riduce l’interesse delle imprese”.

Renaissance olio promette di cambiare la mappa geopolitica dell'energia

Una simulazione della formazione di serbatoi di petrolio e di gas naturale e flusso di carbonio sulla terra rinforza la teoria abiogenic di petrolio .[Image: Eric Schwegler / LLNL]

Tecnologie Cruciali

Due tecnologie sono cruciali per consentire lo sfruttamento di gas shale.

La prima è la tecnica di perforazione orizzontale, che consente l’utilizzo di riserve per grandi aree geografiche, ma poco profondo.

La seconda è la fratturazione idraulica, che si fa pompando una miscela di acqua, sabbia e sostanze chimiche nei pozzetti.L’impatto prodotto da questo scoppio di alta pressione produce piccole crepe delle rocce, rilasciando il gas che viene incanalato nei condotti.

Questa tecnologia è ancora piuttosto controversa proprio perché le fratture nelle rocce potrebbero causare terremoti.

 

 

Lo sfruttamento degli scisti bituminosi (in effetti, un olio simile ma non identico al petrolio convenzionale) è un po ‘diverso. A volte questo combustibile liquido si trova tra le rocce, ma in generale è prodotto riscaldando il scisto.

Per lo specialista in olio ed energia Jed Bailey, la narrativa Energy negli Stati Uniti, quello che rende l’olio di scisto un motore di una rivoluzione nella geopolitica energetica è il modo democratico in cui queste rocce sono distribuite geograficamente.

Le riserve di questo materiale si trovano a nord e a sud del globo, in ogni continente. Per ora, le più grandi sono in Cina, Argentina, Messico, Sud Africa, Stati Uniti, Canada e Australia, ma ci sono anche le riserve in Colombia, Francia, Polonia e Gran Bretagna, tra gli altri. In Brasile, la Petrobras ha iniziato la produzione petrolifera dal gas di  scisti in Paraná.

Pires richiama l’attenzione sul fatto che gli Stati Uniti e Cina, paesi che guidano la classifica del consumo di energia nel mondo, anche concentrano alcune delle più grandi riserve. “Il gas shale e tutte queste altre fonti non convenzionali alimentano le speranze di ridurre l’importazione di energia per ridurre la loro dipendenza dai paesi  esportatori di petrolio convenzionale che sono paesi  problematici o instabili”, spiega.

Per Bailey, nel caso degli Stati Uniti, la diversificazione al di là  della produzione di olio tradizionale potrebbe dare  meno giustificazioni per il   sostegno politico e per le interferenze in Medio Oriente, per esempio. “Tuttavia, questo non significa che la regione mediorientale uscirebbe dalla visione del “radar” americano, a causa della sua influenza sui prezzi nel mercato energetico globale”, dice.

Renaissance olio promette di cambiare la mappa geopolitica dell'energia

La fratturazione idraulica è un metodo di indurre fessure nelle rocce che possono avere forti effetti ambientali collaterali quali i terremoti, per esempio. [Image: mikenorton / Wikipedia]

Fratturazione idraulica

Ci sono alcune avvertenze importanti per quanto riguarda lo sfruttamento dei combustibili fossili non convenzionali. Il primo è la questione dei costi elevati, che fanno uso di molte di queste tecnologie che può essere giustificato solo se i prezzi dei loro prodotti sono ancora in un livello relativamente alto.

Un secondo è però, che lo sfruttamento con successo di queste nuove fonti di petrolio e gas scoraggia la ricerca di fonti energetiche rinnovabili e gli usi più efficienti di energia. Il petrolio non convenzionale  è altrettanto inquinante del petrolio convenzionale. 

“E anche se il gas shale sostituisce il carbone e petrolio, fonti di energia sporche, è anch’essa  una fonte ancora troppo sporca, perché la sua combustione emette sostanze inquinanti”, spiega Bailey.“Inoltre, con i prezzi del gas in calo, l’energia eolica o l’energia solare oggi sono sempre  meno vantaggiosi.”

In caso di sfruttamento di gas shale, un altro fattore aggravante è che non c’è ancora chiarezza circa il rischio di contaminazione delle acque sotterranee da sostanze chimiche utilizzate nel suo funzionamento.

Si ritiene inoltre che il gas rilasciato nel processo di estrazione può portare a piccoli scoppi sottoterra e a tremori.

A causa di queste preoccupazioni, la Francia è stata il primo paese a vietare le tecniche di fratturazione idraulica, nel luglio del 2011, e vieta la ricerca in questo campo. La Francia sta puntando tutto sull’energia nucleare…. come se questa fosse al 100% sicura.

In Gran Bretagna, gruppi ambientalisti si sono opposti allo sfruttamento delle riserve in Lancashire, anche se una commissione parlamentare ha valutato la tecnica come sicura. “C’è una corsa per queste nuove tecnologie per questioni di convenienza per gli interessi economici e geopolitici, ma questo non significa che siano sostenibili dal punto di vista ambientale”, spiega Pires.

Il prossimo futuro dirá qualcosa di definitivo  sulla lotta “economica” tra nuove e vecchie tecnologie e tra sistemi “rinnovabili e non rinnovabili”, e questa lotta  continuerá per i prossimi decenni. L’era del petrolio peró non é ancora finita e abbiamo adesso molto piú tempo per trovare fonti alternative di energia non inquinanti e rinnovabili che siano in grado di sostituire al 100% le fonti tradizionali. Nuove ricerche sulla fusione atomica sono da finanziare e non le stupidate eoliche… considerando anche che il vento non si puó immagazzinare per usarlo quando serve.
SAND-RIO

E’ tornata la variabilità tutti contenti ! ….un pò meno i meteoropatici.

Quanto ci siamo lamentati in questi anni ragazzi miei. Non è vero ? Anni e anni di ondate di caldo anomalo. Stagioni storpiate, violentate  da un trentennio di cicli solari esplosivi. Eccoci quindi qui ritrovati in questo fine settimana ad affrontare, ombrello alla mano giornate dalla forte variabilità.

In certo senso questo fine settimana potrebbe essere battezzato come un vero e proprio classico fine settimana di mezza stagione, dalle forte tinte primaverili . Una bella alternanza di Sole,  nuvole e temporali pomeridiani sparsi per il mezzo stivale, come non lo si vedeva da molto tempo, tra. Vi dico solo questa, stamane appena alzato, mi sono recato in giardino,  per testare la temperatura, il cielo e cercare di capire sul come vestirmi. Panico !  😯

Con quali vestiti esco ? Cannottiera o maglietta, camicia e maglioncino sopra, solo camicia con giubotto ? Accidenti il Sole sta uscendo, devo fare dei lavori in giardino allora mi metto i pantaloncini …. Poi sudo, ghiaccio mi prendo un bel mal di testa, con raffreddore incorporato !

Aiuto !!!

Sono ancora qui . E non ho ancora deciso che cosa mettermi sopra la mia pelle !  🙂

E poi, signori miei, non oso immaginare come si sentano, in questi giorni, tutte quelle persone che soffrono di “meteropatia“.

http://www.corriere.it/salute/dizionario/meteoropatia/index_card.shtml

La parola meteoropatia è entrata ormai nell’uso comune per indicare quegli sbalzi dell’umore associati al cambio del clima. Ancor prima che questo termine fosse inventato, però, l’acutizzarsi di alcuni dolori è stato sempre associato alla modificazione delle condizioni atmosferiche. Dal punto di vista scientifico, in realtà, deve ancora essere chiarita la reale rilevanza di questo tipo di fenomeni sul nostro stato di salute anche se, per alcune patologie, il rapporto tra condizioni ambientali e sintomi fisici e psicologici è accertato. I dati diffusi dall’Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Firenze dicono che un italiano su quattro è meteoropatico con problemi come insonnia, irritabilità, ansia, depressione, malinconia, cefalea, difficoltà di concentrazione o altri disagi a carico di tutto l’organismo.

Su wikipedia troviamo scritto fra le possibili “cause” :

Indagando gli aspetti fisici della meteoropatia si è visto che la patologia è legata al funzionamento dell’epifisi [1] o dell’ipofisi [2]. Questa ghiandola o più esattamente l’adenoipofisi, il lobo anteriore dell’ipofisi, che produce gli ACTH, il cosiddetto ‘Ormone dello Stress’, non in maniera costante ma in maggiore quantità alla mattina e in minore quantità alla sera, in occasione di eventi climatici caratterizzati specialmente da una diminuzione della temperatura esterna, ne aumenta la produzione, provocando nei meteoropatici irritabilità e nervosismo.

Nello stesso tempo si verifica una diminuzione delle endorfine, le sostanze chimiche di natura organica prodotte dal cervello, dotate di proprietà analgesiche, provocando una diminuzione della sopportazione del dolore con una contemporanea ridotta capacità delle difese immunitarie.

Siamo metereopatici oppure non siamo meteropatici ? C’è il test di Gualtierotti-Tromp !

http://www.alimentazione-salute.com/Salute-e-benessere/metereopatia.html

Vediamo nel dettaglio come funziona il test Gualtierotti-Tromp: in un ambiente regolato a temperatura costante, sui 20-22 gradi, si misura preventivamente la temperatura della mano sinistra (che normalmente si aggira su i 32-34 gradi) e che con un gel refrigerante viene abbassata di circa 10 gradi. Si misura quindi quanto tempo si impiega ad acquisire la precedente temperatura con una serie ripetuta di controlli. Mentre nella norma il tempo di recupero della temperatura iniziale si aggira sui sei minuti, nei soggetti più sensibili al tempo si arriva a dieci minuti. Se, infine, dopo un quarto d’ora, i valori non sono ritornati sui 32 gradi, si è di fronte ad un vero caso di meteoropatia.

In conclusione tante ipotesi scientifiche, tante teorie di sicuro c’è solo una cosa come da più anni sto cercando di trasmettervi : ” Siamo più interconnessi con tutto quello che ci circonda di quanto noi possiamo immaginare ! “

Chiudiamo comunque questo breve capitolo climatico per passare brevemente al nostro sistema solare. Allora cari utenti di Nia, questo fine settimana c’è veramente poco da riportare sotto l’aspetto solare.  I vari link per il monitoraggio dell’attività nel suo complesso le conosciete benissimo tutti quanti. Fronte Terra troviamo tante piccole Ar posizionate in quà ed in là per la nostra stella. I vari indicatori e parametri solari parlano chiaro, non ci sono grosse variazioni da più settimane.

Uno dei più conosciuti e chiaccherati qui su Nia,  il SF, oscilla sistematicamente, fra i 100 e i 130 da più settimane. In conclusione l’attività EM è nel suo complesso è ancora più da minimo che da massimo. Naturalmente troviamo nuovamente l’emisfero sud ancora in netto ritardo rispetto al nord.

Se sinceramente, dobbiamo scrivere o riportare qualcosa possiamo parlare della nuova Ar, posizionata nell’emisfero sud e che sta per affacciarsi fronte Terra ed un’interessante buco coronale (per dimensione e posizione, quasi equatoriale) che a breve girerà fronte Terra. Connessione con la Ch, che inaugurerà una nuova fase scaldante, con la logica e prevedibile tempesta geomagnetica ed a seguire e le possibile ripercussioni geologiche.

Per il resto ( vedi titolo di questo post) tanta e modesta variabilità sia solare che climatica con nessuna fenomenologia significativa da riportare.

Vi auguro quindi signori  miei un sereno fine settimana da trascorrere con fazzoletti alla mano, emicrane, stress, stati emozionali agli estremi e salti d’umore continui .

🙂

P.S.

Dimenticavo….una novità a breve ci sarà …. Venere !. Ho preparato un lavoro diviso in due parti. In settimana il primo capitolo.

Michele

RUBRICA ESTATE 2012: PARTE I

Un saluto a voi, popolo di NIA.
Come avevo anticipato a suo tempo, con questo pezzo si aprirà una rubrica che vi terrà compagnia nel corso dell’estate 2012 ormai ai nastri di partenza. Lo scopo è quello di seguire ed analizzare insieme a voi l’andamento meteo-climatico della prossima stagione estiva cercando, se possibile, di interpretare il trend futuro sulla base del monitoraggio e della lettura dei più importanti indici climatici.
Partiamo con un breve resoconto del mese di maggio che si appresta a volgere al termine. Come pronosticato nel mio ultimo pezzo, il mese si è rivelato estremamente dinamico, con più occasioni di discese artiche decisamente fresche. Nel dettaglio, dopo una prima fase di stampo atlantico (prima decade), si è verificata una decisa rimonta africana tanto intensa quanto breve. Difatti a partire già da domenica 13, una discesa artica faceva crollare le temperature, provocando inoltre violenti temporali su gran parte del centro-nord (versanti orientali particolarmente esposti). Il prosieguo della settimana è risultato poi particolarmente fresco (a tratti freddo) su buona parte del paese, complice anche una nuova discesa fredda di matrice artica. Il dinamismo climatico è destinato a continuare anche nei prossimi giorni, a causa di una robusta perturbazione atlantica che riuscirà facilmente a penetrare nel mediterraneo, apportando precipitazioni e clima fresco su tutto il paese (con il centro-nord ovviamente in pole). Infine, i modelli sono concordi nel vedere un finale di maggio che, sebbene una fisiologica ripresa barica/termica, vedrà ancora dell’instabilità (soprattutto nelle zone interne e nelle ore centrali), con un clima tutto sommato fresco (o meglio non caldo) in linea con le medie per il periodo.
In definitiva, sebbene l’andamento schizofrenico sia dal punto di vista termico che precipitativo, da un punto di vista medio, maggio 2012 risulterà non troppo distante dalla media climatica per il periodo. Va annotato inoltre che ancora non si vede in alcun modo un classico anticiclone estivo, in grado di mantenere il tempo stabile e caldo per più di una settima. Infine, salvo quella breve parentesi (72 ore), l’Africa non è sembrata particolarmente feroce, a dispetto di quanto visto in qualche occasione nel primo decennio 2000.
Passiamo ora all’analisi dell’andamento di alcuni indici climatici chiave nel contesto della circolazione atmosferica estiva.
Partiamo nell’osservare come, nel cuore dell’oceano Pacifico, fatichi ad instaurarsi il fenomeno del NINO. Anzi, dalla configurazione corrente delle SSTA, si denota una situazione che poco ha a che vedere con la circolazione apportata dal NINO: la cella di Hadley centrata sull’Amazzonia sembra riuscire a preservarsi abbastanza bene, con conseguente mantenimento di un sostenuto regime degli alisei nell’ambito dell’atlantico tropicale. Di conseguenza, in maniera abbastanza sorprendente (almeno per il sottoscritto), si sono preservate (se non accentuate) le anomalie negative nel cuore dell’atlantico tropicale: in altre parole gli indici TNA e TSA sono ancora in pieno regime negativo.

Dalla presente immagine, che ritrae la dislocazione delle anomalie termiche oceaniche (SSTA) potrete sicuramente constatare come, sia in zona NTA (cerchio rosso) sia nella sottostante fascia STA (cerchio giallo), permangano ancora le anomalie a carattere negativo. Come più volte spiegato, detta configurazione è sintomo di un monsone africano (WAM) non particolarmente vivace, con conseguente mantenimento dell’ITCZ centro occidentale in media/sottomedia. Pertanto, anche nel prossimo periodo, in linea di massima, la linea di confluenza degli alisei sull’Africa centro occidentale non dovrebbe risultare particolarmente elevata, scongiurando un’eccessiva ingerenza dell’anticiclone africano sull’Europa.
Particolarmente interessante è inoltre quell’estesa anomalia negativa, che già feci notare a suo tempo, lungo le coste dell’intera Europa centro settentrionale (cerchio nero). Altrettanto interessante è l’affermazione di un’anomalia positiva a largo delle coste del Portogallo/Africa settentrionale, la quale contribuirà sicuramente a ridurre il rischio di formazione di falle bariche molto pericolose. Infine voglio far notare come le anomalie negative si stiano progressivamente estendendo su buona parte dell’Atlantico. Quest’ultimo fattore è sicuramente importante se si pensa che la temperatura delle acque atlantiche extratropicali sia un fattore molto importante nel determinare l’andamento della stagione estiva, al pari di altri fattori quali le circolazioni di Hadley e di Walker nelle regioni tropicali (e dunque anomalie oceaniche tropicali). Nello specifico, un Atlantico extratropicale mediamente più freddo del normale, contrasta la risalita degli anticicloni subtropicali sull’Europa centro-occidentale favorendo un estate generalmente fresca.
Per concludere, ai nastri di partenza della stagione estiva 2012, il quadro teleconnettivo si presenta abbastanza favorevole in quanto avverso alla formazione di forti e duraturi anticicloni di stampo africano sull’Europa centro-occidentale. Pertanto, dopo una stagione primaverile spiccatamente dinamica a tratti fresca e perturbata, si prospetta un avvio di estate in linea generale non particolarmente caldo.
Tuttavia ci tengo ancora una volta a ricordare che, soprattutto in presenza di un cambio di segno del ciclo ENSO, la circolazione atmosferica e dunque le anomalie oceaniche possono variare anche con grande rapidità. D’altronde, soprattutto in estate, con particolare riferimento agli ultimi anni (ultimo ventennio), l’incertezza e l’imprevedibilità sono i padroni assoluti dell’evoluzione meteo.

Riccardo