Archivi giornalieri: 19 Aprile 2012

Indici meteo-climatici del mese di Marzo 2012

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

Gli indici: i valori del mese

–           ENSO (El Niño Southern Oscillation: Niña): -0,410 (indice MEI)

–           PDO (Pacific Decadal Oscillation): -1,4 (da confermare)

–           AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,058

–           QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -16,75

–           QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -0,83

–           MJO (Madden-Julian Oscillation): come da figura seguente

 

 

Commento indici Marzo

–           La Nina (ENSO) ha tentato una resistenza, ma già a marzo ha mostrato un ulteriore chiaro declino e mentre leggete siamo ormai in fase di neutralità, anzi una lieve anomalia positiva si sta sviluppando nella porzione orientale dell’Oceano Pacifico equatoriale: http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/people/wwang/cfs_fcst/images3/nino34SSTMon.gif

–           La PDO, dopo un’escursione al di sotto di -2, è tornata a valori compresi tra 0 e -1,5. Di seguito è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

–           L’AMO si conferma positiva, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Di seguito è riportato il grafico storico dell’AMO: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg

–           La QBO30 è in calo, dopo una lieve risalita e fa segnare il nuovo minimo di questa fase negativa.

–           La QBO50 diminuisce ancora lievemente, ma si mantiene comunque appena sotto la neutralità.

–           La MJO è entrata in fase 1 il giorno 3 aprile, dopo aver attraversato le fasi 6, 7 e 8 a partire da metà marzo, bisogna dire che, a parte una breve escursione fredda artica a cavallo di Pasqua, nelle fasi 7 ed 8 (quelle in teoria più favorevoli per gli eventi freddi in Europa) si è visto poco o nulla.

In base alle previsioni ENSO NOAA  http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/CFSv2/images3/nino34Mon.gif è ormai avviato un Nino debole nel comparto est, come detto, mentre in quello ovest pare permanere una sostanziale neutralità; ciò è peraltro confermato dalle anomalie sottosuperficiali di temperatura, moderatamente positive ad oriente e neutrali ad occidente (qui le anomalie positive sono ben presenti in realtà, ma a profondità notevoli).

Desta invece qualche dubbio il comportamento della QBO, sia a 30 che a 50mb; nel primo caso la discesa potrebbe essere già terminata o essere prossima alla conclusione, mentre nel secondo caso il comportamento dell’indice, in relazione ad andamenti passati lascia per ora aperta la questione della durata della fase negativa, di solito non inferiore a 12 mesi ma occasionalmente molto più breve.

Intanto, il Vortice Polare Stratosferico ha subito pesantemente le conseguenze del “Final Warming”, citato nella rubrica precedente, a tutte le quote e risulta molto indebolito e di estensione assai più ridotta rispetto a quella invernale. Peraltro si tratta di un fenomeno fisiologico nel corso della primavera, dovuto all’effetto dei crescenti raggi solari che cominciano ad insistere sull’area artica dopo l’equinozio di primavera.

Infine, il Sole, dopo un effimero sussulto nella prima metà di marzo, risulta in una fase di “stanca”, con poche macchie davvero significative ed i parametri di attività poco consoni ad una fase di massimo o post-massimo.

 

Prospettive meteo-climatiche – aprile e maggio

Il cedimento definitivo della Nina ha contribuito grandemente ad aprire nuovamente alle perturbazioni atlantiche la strada dell’Europa Occidentale e dell’Italia. Dopo un marzo mite ed asciutto, aprile sta mostrando il vero volto primaverile, variabile, a tratti gradevole ma spesso fresco e piovoso, nonché nevoso sulle Alpi e talvolta anche sull’Appennino centro-settentrionale.

Le indicazioni di massima dei principali modelli per le prossime settimane disegnano un quadro altalenante: prima perturbazioni atlantiche ad intermittenza, poi un intermezzo asciutto e caldo (quasi un anticipo d’estate, almeno per il Centro-Sud) che pare comunque destinato a concludersi abbastanza presto, lasciando forse nuovamente spazio alle perturbazioni atlantiche.

Riguardo maggio, tuttavia, a differenza di quanto rilevato nella precedente rubrica, in seguito alla conclusione dell’evento di Nina, risulta pressoché scomparsa l’anomalia negativa tra le coste della Spagna e del Marocco, con una rapidità sorprendente. La persistenza di tale anomalia avrebbe potuto favorire la formazione di una lacuna barica, un polo di attrazione per le perturbazioni atlantiche, il che avrebbe causato ripetute risposte calde africane sul Mediterraneo e sull’Italia, ad aprile, maggio e forse anche oltre. Invece, complice anche la posizione normale dell’ITCZ alla prima rilevazione primaverile, l’ipotesi di ripetute e durature rimonte anticicloniche calde africane sul nostro Paese, almeno per il momento, si prospetta decisamente meno probabile.

Insomma, maggio potrebbe trascorrere all’insegna di una sostanziale normalità climatica, al massimo un poco più piovoso del normale, in attesa della futura progressione del Nino e del comportamento degli altri indici climatici.

FabioDue