Ulf Büntgenb, Mauri Timonenc, David C. Frankb
Department of Geography, Johannes Gutenberg University, 55099 Mainz, Germany, Swiss Federal Research Institute WSL, 8903 Birmensdorf, Switzerland, Finnish Forest Research Institute, Rovaniemi Research Unit, 96301 Rovaniemi, Finland, Oeschger Centre for Climate Change Research, University of Bern, Switzerland
DOI: 10.1016/j.gloplacha.2012.01.006
Gli autori, hanno sviluppato 587 profili ad alta risoluzione di fossili, di alberi Pinus sylvestris del nord della Svezia e della Finlandia per formare una registrazione maximum latewood density (MXD), che si estende, dal 138 aC al 2006 dC. Le misurazioni MXD, sono state derivate da precise analisi ai raggi X, di radio densitometria, e dove le tendenze inerenti ai dati MXD sono stati rimossi con la normalizzazione della curva regionale, dopo che le nuove registrazioni MXD, sono state calibrate, con la media delle temperature, da giugno ad agosto, ottenute nel lungo periodo che va dal 1876 al 2006. Registrazioni strumentali, riprese da tre diverse stazioni di monitoraggio.
Nel confrontare i loro risultati, con le precedenti ricostruzioni della temperatura, i ricercatori, affermano, che la loro ricostruzione di base della temperatura estiva MXD, “stabilisce un nuovo standard ad alta risoluzione paleoclimatologica”, che spiega circa il 60% della varianza dei dati di temperatura regionale, che si basa su una densità di dati ad alta precisione, rispetto a qualsiasi altra ricostruzione precedente.
Infine e soprattutto, i ricercatori, affermano che la loro nuova ricostruzione storica della temperatura “costituisce una prova sostanziale che il periodo di caldo registrato durante l’epoca romana e medievale, era più grande in estensione e di più lunga durata del riscaldamento del 20° secolo.” Più in particolare, hanno identificato, all’interno del periodo di caldo medievale, che si è verificato tra il 700 dc e il 1300 dc, il più caldo intervallo di 30 anni, che si verificò, tra il 918 dc – 947 dc. Periodo, durante il quale, le temperature di giugno-agosto, sono state di circa 0,3 °C più calde, rispetto a quelle registrate nell’intervallo di 30 anni del periodo di caldo corrente.
La ricostruzione delle temperature dei paesi, nord scandinavi, visualizzate con medie di 100 anni (curva rossa) e stime delle incertezze, che integrano errori standard e bootstrap (area ombreggiata). Nel grafico si riporta i periodi conosciuti : Il periodo caldo romano, il periodo freddo, il periodo del caldo medioevale, la piccola era glaciale e il periodo di riscaldamento corrente. L’anomalie delle temperature sono espresse, rispetto alla media 1951-1980.
Fonte : http://www.co2science.org/data/mwp/studies/l1_northsweden.php
Michele
Scusate ma se oggi è l’inquinamento antropico che causa il riscaldamento atmosferico allora quale era la causa? Forse problemi diffusi di flatulenze animali?
autobas(Quote) (Reply)
autobas,
No, era colpa dei draghi. Infatti il periodo freddo medievale fu scatenato dall’uccisione del drago da parte di San Giorgio 😀
Giorgio(Quote) (Reply)
Giorgio,
Potrebbe essere…. e se invece della spada avesse usato una mazza da hockey??? 😀
Scherzi a parte, studio interessante… unico appunto, prendendo a riferimento il grafico delle temperature, le indicazioni non possono essere che molto sommarie dato che la forte variabilità di circa +2° o -2° (stima incertezze) rispetto alla media risultante (linea rossa) secondo me toglie “peso” alle possibili conclusioni …
Bruno
apuano70(Quote) (Reply)
apuano70,
Come sempre in questi casi, non è chiaro come sia stimata l’incertezza. Quella linea rossa può essere significativa oppure no, a seconda di come è stata calcolata la statistica. Se l’incertezza indicata è sul singolo dato, allora la media potrebbe avere un errore enormemente più basso. Altrimenti, in effetti, una linea retta sarebbe stata altrettanto corretta.
Giorgio(Quote) (Reply)