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Numero delle macchie e solar flux

Esiste una forte correlazione fra solar flux e macchie solari( Link ad articolo di NIA sul lavoro di Svaalgard). Con questo presupposto ho cercato di capire meglio i conteggi delle macchie in relazione al solar flux aggiustato. Sono stati usati i conteggi giornalieri delle macchie del SIDC e il solar flux aggiustato partendo dal 1 gennaio 1947 fino al 31 ottobre 2009. Sono stai considerati solo le giornate spot, con macchie, mentre il solar flux è stato diviso in range. Per i diversi range sviluppati ho individuato la media delle macchie contate i massimi e i minimi dei conteggi effettuati.

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In particolare segnalo che nel range fra 65 e 80 di solar flux abbiamo avuto una distribuzione delle macchie come nel seguente grafico

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Sto preparando i grafici per i restanti range di solar flux.

Sarà interessante osservare se i conteggi durante il prossimo ciclo saranno in grado di sforare alcuni dei record di misurazioni effettuate.

Massimi conteggi effettuati dal SIDC nel range Solar flux 65-80 (1947-ott 2009)
Data Soalr flux Ri
1985 dicembre 18 78,4 52
1953 giugno 4 79,1 51
1953 marzo 31 79,1 50
1963 aprile 6 78,1 50
1974 febbraio 13 77,3 48
1994 ottobre 5 79,4 48
1953 marzo 30 78,4 47
1996 gennaio 6 79,9 47





Minimi conteggi effettuati dal SIDC nel range Solar flux 65-80 (1947-ott 2009)
Data Soalr flux Ri
1998 gennaio 6 75,7 1
1952 maggio 12 72,2 6
1952 giugno 6 73,9 6
Dati utilizzati per i grafici nel sito http://www.ngdc.noaa.gov/stp/SOLAR/getdata.html
Andrea B

Analisi emissioni CO2

Quando si fanno analisi rispetto alle emissioni di CO2 di un singolo stato o nazione si entra in un discorso di Geopolitica.

I primi aspetti da valutare sono la storia, la crescita demografica, la presenza di materie prime, ecc… Il rischio è di impantanarsi in freddi dati e di non capire certi cambiamenti riscontrati nelle emissioni dell’anidride carbonica dovuti ad aspetti politici e storici del paese analizzato.

Un esempio del discorso che stavo facendo si può trarre da una analisi dello Zimbabwe precedentemente chiamato anche Rhodesia meridionale o Rhodesia (da Wikipedia).

Superficie Totale: 390.757 km² (lista dei paesi per area 59º)

Popolazione Totale (2003): 12.576.742 ab. (lista degli stati per popolazione 66º)

Densità: 32 ab./km² Lingua ufficiale Inglese,

Storia:

Iniziali forme di colonialismo iniziarono nel XV e XVI secolo ad opera di spagnoli e portoghesi ma la vera colonizzazione avvenne ad opera degli inglesi nel XIX ad opera di Cecil Rhodes.

Nel 1888 Rhodes stipulò un accordo col re dei matabele Lobenguela, assicurandosi lo sfruttamento delle risorse minerarie del territori. Le regioni divennero note come Rhodesia Meridionale (attuale Zimbabwe) e Rhodesia Settentrionale (attuale Zambia). Queste terre divennero un dominio diretto di Rhodes e della sua compagnia, la British South Africa Company (BSAC), che fungeva da organo amministrativo. Rhodes morì nel 1902 e la gestione diretta del territorio da parte della BSAC si protrasse fino al 1923.

Nell’Ottobre 1923 la Rhodesia Meridionale, dopo il referendum dell’anno precedente, divenne una colonia del Regno Unito, sottoposta al controllo della Corona Inglese.

Nel 1953, nonostante l’opposizione di gran parte della popolazione bantu, le due Rhodesie furono incorporate col Nyassaland, l’attuale Malawi, nella Federazione della Rhodesia e del Nyassaland.

La Federazione, fu sciolta nel 1963, con la conseguente dichiarazione di indipendenza di Malawi e Zambia (nel grafico esiste una lacuna proprio dovuta alla creazione della federazione)

Nel 1965 il paese si proclamò indipendente dalla Gran Bretagna con il nome di Reppubblica di Rhodesia; l’ONU non riconobbe lo stato di indipendenza e applicò per la prima volta delle sanzioni economiche. La politica applicata nel paese era molto simile all’apparthaid del vicino Sud Africa una elite di bianchi dominava sui diverse etnie locali (partito ZANU=etnia shona e partito ZAPU=etnia ndebele).

Nel 1980 lo Zimbabwe assunse il nome odierno e la sua indipendenza fu riconosciuta a livello internazionale.Le prime elezioni del paese, stavolta a suffragio universale, elessero Capo del Governo Robert Mugabe.

La prima fase dell’era Mugabe (1980-1995)

Le attenzioni di Mugabe si rivolsero per tutti gli anni ’80 alle etnie nere rivali, in particolare gli ndebele. Tra ZANU e ZAPU nel 1983 scoppiò un terribile conflitto che fece migliaia di vittime. Nel 1988 si tornò alla pace con un accordo tra i due partiti, che si unirono nello ZANU-PF. In realtà Mugabe otteneva l’esclusione di tutti gli ndebele dai posti di governo, in modo da consolidare il dominio della sua etnia (shona) e, nell’ambito di questa, del suo clan personale. Nel 1987, scaduto il termine settennale, Robert Mugabe si autoproclamò presidente con poteri esecutivi, eliminando la carica di Primo Ministro. Riconfermato nel 1990 e nel 1996, Mugabe e il suo partito accentrarono sempre più i poteri dello stato, assumendo atteggiamenti vieppiù demagogici e repressivi verso qualunque oppositore.

La seconda fase dell’era Mugabe (1995- )

Il regime di Mugabe si è scagliato in particolare contro i bianchi e, più in generale, contro gli oppositori riuniti nella MDC (Movement for the Democratic Change). I bianchi sono stati questa volta colpiti dal punto di vista economico attraverso politiche di esproprio forzato dei latifondi.

Mugabe ha invero privato il paese della sua impalcatura economica, trascinandolo nella più totale rovina sociale ed economica, come dimostrano tutti i parametri economici a cominciare da una spaventosa inflazione e dalla penuria dei generi alimentari di prima necessità.

A complicare la situazione si ha inoltre l’estrema diffusione dell’AIDS, che ha determinato una drammatica discesa dell’aspettativa di vita (attualmente di 37 anni). Peraltro la diffusione dell’AIDS attraverso lo stupro è un’arma biologica che è stata sfruttata da Mugabe contro le etnie rivali, come ha testimoniato recentissimamente il rapporto all’ONU delle Associazioni Femminili dello Zimbabwe.

Nel 2008 Mugabe ha ottenuto un’ennesima riconferma al vertice del paese. Le elezioni sono state contrassegnate dai consueti tumulti e violenze generalizzate. Nel settembre 2008, dopo cinque mesi di trattativa, si è arrivati al seguente accordo: Mugabe resterà presidente del paese, mentre Morgan Tsvangirai, leader dell’MDC, diventerà il nuovo primo ministro. Al primo spetterà la guida delle forze armate, al secondo risponderanno le forze di polizia. Mugabe inoltre sarà a capo di un gabinetto, con funzioni consultive, composto da 31 rappresentanti, 15 del suo partito, lo Zanu-PF, e 16 dell’opposizione, l’MDC. Vice premier, il 42enne Arthur Mutambara, riferimento dell’ala scissionista dell’MDC, più vicina allo Zanu-PF di Mugabe. Tuttavia, l’accordo è rimasto finora sulla carta e non è sicuro che venga effettivamente attuato, visti i dissensi riconstrati fra le due parti riguardo all’interpretazione di alcune sue clausole.

Mugabe ad oggi è apertamente appoggiato dalla Cina che cerca in Zimbabwe materie prime per lo sviluppo.

Se si studiano i cambi di regime l’entrata e l’uscita dal colonialismo britannico e soprattutto l’ultimo regime dittatoriale impostosi sul paese si può capire come si è andato a formare i grafici.

In particolare quando il regime di Mugabe distrugge l’economia del paese si ha una netta riduzione della produzione di CO2.

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Speriamo che qualcuno pur di ridurre la produzione di anidride carbonica non arrivi a distruggere l’economia dei nostri paesi per imitare lo Zimbabwe.

Andrea B

All data from the Carbon Dioxide Information Analysis Center at the Oak Ridge National Laboratory. Data excludes emissions from land use and agriculture (including deforestation).

CITATION: Tom Boden, Gregg Marland, Robert J. Andres. Global CO2 Emissions from Fossil-Fuel Burning, Cement Manufacture, and Gas Flaring: 1751-2006. Carbon Dioxide Information Analysis Center, Oak Ridge National Laboratory; Oak Ridge, Tennessee. April 29, 2009. doi 10.3334/CDIAC/00001

Sam contro Shelob

Tratto da un Articolo di John Coleman (Originale) (tradotto da google).

L’autore descrive l’antropic global warming (AGW) come un mostro formato da almeno sei zampe, ricordando il gigantesco ragno di tolkeniana memoria, Shelob. Le zampe di questa orrida creatura sarebbero formate:

(1) dai grandi flussi di denaro che sovvenzionano gli scienzati del cambiamento climatico e le loro potenti istituzioni, dai centri governative, alle università,

(2) dalle Nazioni Unite del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) con una sede a Ginevra, fortemente finanziato da una burocrazia controllata da un governo mondiale di attivisti politici,

(3) dagli ambientalisti che cercano di usare la minaccia di caos climatico per fermare l’uso dei combustibili fossili e di tornare ad una più semplice, più “naturale”, stile di vita primitiva,

(4) dai governi a tutti i livelli i cui leader politici trovano affrontare il riscaldamento globale come la loro possibilità di salvare tutti noi dal disastro per cementare il loro status e il proprio successo,

(5)dai mezzi di comunicazione popolato da persone che amano per avvertirci di catastrofe imminente e ci dà la consulenza abbiamo bisogno per far fronte, che credono in Al Gore e il suo partito politico e che sanno che “Il cielo cade” è il titolo di migliore tutti,

(6) Al Gore, che usa il suo status di ex-senatore di successo e Vice Presidente per fornire una piattaforma in grado di promuovere il suo messaggio di squallore e di desolazione, un messaggio imparato nella sua classe di scienza al college a cui deve avere veramente creduto per molti anni, ma ora potrebbe essere solo una minaccia a vuoto.

A questa brillante descrizione aggiungerei un letale pungiglione avvelenato fatto di risorse finanziarie e di una struttura di potere impressionante.

Un gigantesco mostro fatto per terrorizzarci con visioni di un mondo senza ghiacci, con i mari che ci sommergeranno, in cui moriremo di caldo, migliaia di specie si estingueranno, gli habitat saranno distrutti, gli uragani saranno più frequenti e intensi. Tutto questo starebbe accadendo, ci viene detto, a causa della anidride carbonica (CO2) prodotta dall’uomo. Per porvi rimedio l’unica soluzione è finire nella sua ragnatela. Copenaghen rappresenta la quindicesima volta in cui i delegati si incontrano per creare una rete (tela di ragno) in cui contrastare queste oscure visioni. Queste visioni sono probabilmente una mera fantasia fatta per ingannarci.

Sam nel Signore degli Anelli spaventa il mostruoso ragno con una spada magica (Pungolo). La spada illuminatasi spaventa il ragno. Sam sfrutta il momento propizio per ferire il ragno, e lo ricaccia nelle oscurità che merita. Anche noi come Sam abbiamo un’arma altrettanto potente ed illuminante ed è la verità.

Anbrea B

Effetto Climategate

Ad un mese ormai dalla fuoriuscita dell’e-mail e di documenti dal CRU (climate Research Unit) mi premeva fare il punto della serie di eventi che sono accaduti. Ricordo a tutti che i modelli del CRU rappresentano un cardine fondamentale per l’ IPCC e per i sostenitori dell Antropic Global Warming (AGW riscaldamento del globo dovuto all’uomo),

Apparentemente sono state sviluppate una serie di teorie su come i dati siano fuoriusciti dall’ University Of East Anglia sede del CRU che possono essere ricondotte fondamentalmente a tre:

A) un hacker che è penetrato nel sistema e ha avuto il tempo di selezionare i documenti sparsi nei server dell’università

B) una talpa (pentito, gola profonda) che negli anni ha collezionato tutta una serie di documenti dai diversi computer

C) un errore di un ricercatore che volendo nascondere i dati imbarazzanti a causa di una richiesta di informazioni ha lasciato che il file in un sito ftp di libero accesso.

Non mi volevo soffermare sulla autenticità dei documenti, sulle motivazioni che hanno spinto il possibile hacker o talpa ad agire ma su quello che la fuoriuscita di questi dati sta generando. .

Al di là dei semplici articoli sui giornali come questo scandalo sta cambiando la sensibilità della gente e dei politici sul cambiamento climatico?

I primi articoli sui dati CRU escono in internet il 19 Novembre. In cinque giorni inizia una petizione nel Regno Unito per far chiudere il CRU, la raccolta di firme terminerà a febbraio 2010.

Intanto in Australia, a fine Novembre, doveva passare una legge simile a quella europea/Americana per la creazione di un mercato sulle emissioni dei gas serra (certificati verdi). Dopo lo scandalo Climategate la legge appoggiata sopratutto dai liberali non passa in parlamento. Questo apparentemente è un segno che anche i politici iniziano a interrogarsi sulla veridicità/serietà delle ricerche CRU.

Quasi in contemporanea il 1 Dicembre esce la notizia dell’autosospensione del capo del CRU Phill Jones fino alla conclusione dell’inchiesta indipendente dell’University Of East Anglia; il 3 Dicembre viene nominato a capo temporaneo del CRU Sir Muir Rusell (da Wattsup). Probabilmente le pressioni subite dall’università e da Phill Jones da parte sia della comunità scientifica che dalla gente comune è stata tale da richiedere questa indagine, speriamo i concluda velocemente.

Invece non si concluderà rapidamente la rielaborazione da parte del Met Office di 160 anni di dati climatici che a loro avviso terminerà solo fra tre anni (fine 2012)(4/12/2009 da Wattsup). Interessante la creazione sempre del Met Office di una petizione di scienziati in favore del CRU al fine di riqualificare l’immagine della struttura. La difesa da parte del Met Office parrebbe giusta i metodi per ottenere la firma dei sottoscrittori un po meno. Il Met office è un datore di lavoro, stanzia fondi per la ricerca, alcuni ricercatori si sono sentiti quasi obbligati di firmare la petizione (Dal times e Wattsup)

Infine segnalo che anche nella camera dei Lord si inizia a parlare dello scandalo CRU (da Wattsup).

Ritengo che l’effetto climategate si sia propagato a dovere in internet, e che stia dando risultati paragonabili ad un effetto domino sul mondo reale, sulle scelte dei nostri politici, e sull’opinione pubblica.

Fermare una macchina organizzata come il Global Warming è una impresa molto difficile ma proprio ora che è lanciata a tutta velocità rischia di scontrarsi con il macigno del Climategate.

Andrea B.

NOAA conta

NOAA per la giornata di ieri (9-dicembre-2009) conta 13 macchie con una superficie di 10.

UPDATE 1 finalmente SOHO aggiorna

Dal magnetogramma

Il Solar Flux aggiustato del 9 dic 2009 alle ore 20:00 è di 70,8

http://www.swpc.noaa.gov/alerts/solar_indices.html

Apparentemente era già visibile anche ieri nel continum SOHO gia alle 17:00 di ieri 9/12/2009.

UPDATE 2 SIDC mette un SN di 8 per la giornata odierna

mentre per il NIA’s Count oggi saremmo ancora spotless

Andrea B