Archivi giornalieri: 1 Ottobre 2009

Morto Timo Niroma…RIP

Devo putroppo comunicare la triste notizia che Timo e’ morto lo scorso 23 settembre, a causa di un male incurabile.

La sua homepage http://www.kolumbus.fi/tilmari/ e’ ancora attiva, e il collega e amico Boris Winterhalter ha detto di aver ricevuto da Timo tutti gli ultimi aggiornamenti.

Boris fra l’altro cerca un giovane post-doc (in Finlandia, immagino) che lo aiuti a rimettere a posto tutto il gran lavoro di Timo.

Così recita un messaggio inviatomi stamane da Maurizio Morabito.

Oggi NIA resta in silenzio.

Riposa in pace Timo.

Un ragionamento sugli errori veri o presunti dell´IPCC

(Un articolo scritto e pensato da SAND-RIO)

“Io non appartengo alla squadra degli scettici, ” non ci sarebbe motivo per cui Mojib Latif dovesse cominciare con queste parole il suo intervento durante la Conferenza Mondiale del Clima realizzata dall´ONU a Ginevra dal 31 agosto al 4 settembre 2009, se non fosse che lui stesso é uno degli autori degli studi fatti per l´IPCC.

In effetti, essere considerato uno scettico significa non concordare con le conclusioni dell´IPCC sia essa una divergenza totale o parziale. Contrariare le conclusione dell`IPCC é diventato come assumere una precisa posizione politica in cui gli argomenti scientifici hanno finito di essere importanti.

Latif, apparentemente temendo di essere relegato all´”ostracismo scientifico” riservato a chi ha osato sfidare la posizione ufficiale dell´IPCC, ha pensato meglio anticipare qualsiasi accusa, con quella frase iniziale.

Secondo Latif, “nei prossimi 10 – 20 anni” una tendenza di raffreddamento naturale della Terra andrá a sovrapporsi al riscaldamento causato dall´uomo, solo dopo questo periodo di raffreddamento il riscaldamento globale si fará nuovamente osservare.

Il raffreddamento sarebbe causato per alterazioni cicliche nelle correnti oceaniche e nelle temperature dell´Atlantico Nord, fenomeno consciuto come NAO (North Atlantic Oscillation).

Opponendosi a quello che oggi é una ortodossia dei mutamenti climatici e del GW, il ricercatore dell´IPCC ha affermato che i cicli oceanici furono probabilmente i grandi responsabili per la maggior parte del riscaldamento globale registrato negli ultimi 3 decenni. E adesso il NAO si stá muovendo verso un periodo piú freddo.

Questi dati sui cicli naturali oceanici sono sufficienti per spiegare tutte le recenti variazioni sui monsoni in India, sugli uragani dell´Atlantico e il disgelo dell´Artico e vari altri eventi.

Latif non é solo nelle sue conclusioni contestatrici. Vicky Pope del servizio Meteorologico inglese, ha lanciato un secchio di acqua fredda nella stella piú recente dei difensori del GW: La riduzione dello strato di ghiaccio nell´Artico.

Secondo lui, la perdita drammatica di copertura di ghiaccio nell´Artico é in molta parte prodotto da cicli naturali e non dal solo riscaldamento globale. Relatori preliminari suggeriscono che il disgelo nel 2009 giá é minore di quanto fu nel 2007 e 2008.

“Le persone domanderanno se questo significa il fine del GW, ma dobbiamo fare questa domanda a noi stessi prima che lo facciano gli altri” ha detto nuovamente Latif.

Il riconoscimento dell´importanza dei fattori naturali sugli eventi prima attribuiti al riscaldamento globale antropico equivale ad assumere che i modelli climatici non sono tanto buoni quanto si desiderava per predire eventi a corto tempo.

“In molti sensi, noi sappiamo piú cosa succederá nel 2050 di cosa succederá il prossimo anno” ammette Pope.

I modelli climatici sono proiezioni statistiche che partono da eventi passati, questo li fa diventare adatti a prevedere tendenze, anche se cisono molte incertezze sopra i punti specifici della curva di proiezione, cioé sulla previsione per un anno specifico.

Ma questo non allevia le cose. I modelli dell´IPCC sono stati alvo di una sequenza di critiche che possono minare molto piú la credibilitá delle raccomandazioni sia dell´IPCC che delle sue conclusioni scientifiche.

A rigore, la scoperta di inconsistenze e mancanze nei modelli climatici é qualcosa piú che prevedibile e fa parte dello sviluppo del lavoro scientifico. Nessun scienziato difenderebbe che tali modelli siano completi e finiti, in veritá queste critiche e difetti sono addirittura desiderati, nella misura che mostrino che il “sapere” sta facendo progressi.

Il grande problema é che questi modelli e i suoi risultati sono stati sempre presentati come fatti definitivi al grande pubblico, principalmente attraverso quello che é convenzionalmente si chiama “Catastrofismo climatico”, cioé una serie di proiezioni allarmistiche, fatte da scienziati, che sono arrivati al notiziario ma che poco hanno a che fare con la scienza.

Proprio il fatto che l´IPCC presenta proiezioni per l´anno 2100 sempre é stato criticato dalla comunitá scientifica piú ampia, proprio perché nessuna altra scienza si arrischierebbe a tanto. E il campo specifico della meteorologia, oltretutto, ha sempre affermato che la precisione delle sue previsioni é data dal volume dei dati collettati e dal periodo di tempo coperto dalla previsione, tanto piú corto la scadenza tanto piú precisa sará la previsione.

Con questo diventa molto problematico convincere tutti, che le conclusioni dei modelli climatici centreranno le previsioni da qui a 50 o 100 anni se loro non riescono a farlo neanche nei tempi piú vicini. Sará piú difficile soprattutto convincere i politici, che hanno il potere per cominciare iniziative concrete per combattere gli effetti dell´attuale stile di sviluppo economico sociale sicuramente dannoso per l´ambiente, sviluppo economico sociale che causi il riscaldamento globale o no.