L´influenza del “sistema solare” e i cicli di 60 anni (uno studio del prof. Nicola Scafetta)

I cicli sono evidenti nei dati climatici. Il presente documento prende in esame l’aspetto del ciclo di circa 60 anni, che si manifesta in molti settori. Questa lunghezza del ciclo non è esattamente 60 anni e varia di pochi anni tra i vari luoghi e per vari fenomeni climatici.

Naturalmente i modellini climatici dei nostri amici catastrofisti non tengono conto di questo ciclo.

Nicola Safetta ha identificato il cambiamento della posizione del centro di massa del sistema solare (CMSS) come un possibile meccanismo di guida del ciclo di 60 anni.

(Scafetta, “prove concrete di un origine celeste delle oscillazioni del clima e delle sue implicazioni”, Journal of Atmospheric e Solar-Terrestrial Physics 2010)

Scafetta mostra i seguenti grafici:


Nel primo grafico Otto anni in movimento medio della temperatura globale detraendo il suo fit quadratico e spostato di 61,5 anni. Si noti la perfetta corrispondenza tra i periodi 1880-1940 e 1940-2000 . Anche un ciclo più piccolo, le cui cime sono indicati con la lettera “Y”, è chiaramente visibile nelle due record.
Il secondo diagramma per le temperature globali: Riscalato SCMSS ciclo di 60 anni (curva nera) contro le temperature globali della superficie (grigio) detratto del suo fit quadratico fit;
Si nota la perfetta corrispondenza tra i periodi 1880-1940 e 1940-2000.

Vediamo un poco nel dettaglio cosa dice Scafetta:
Come i pianeti orbitano intorno al sole, anche la posizione del sole subisce modifiche in quanto l’intero sistema solare orbita attorno al CMSS, (Centro d Massa) la cui posizione cambia al cambiamento della posizione relativa dei pianeti. Le figure sotto mostrano una simulazione delle oscillazioni del baricentro del sistema solare. La prima figura a sinistra indica il movimento del baricentro solare. La seconda figura centrale indica il movimento del baricentro solare con Giove rimosso dal sistema dimostrando come Giove provoca la maggior parte delle oscillazioni. La terza figura a destra mostra il baricentro rimuovendo anche Saturno. Una volta Se si rimuove anche Nettuno l’effetto dei pianeti che restano è quasi impercettibile e non viene indicato:

Giove é il pianeta con la piú grande massa ed è quindi il più influente. Il ciclo di Wolf (ciclo delle macchie solari) ha un periodo che oscilla, ma che in media é di 11,2 anni. Il ciclo orbitale attorno al Sole di Giove è 11,9 anni terrestri. Saturno, il secondo pianeta più grande, ha un ciclo solare orbitale di 29,4 anni. Questo porta a una congiunzione Giove-Saturno ogni 19,9 anni (J / S ciclo sinodico). (È una assoluta coincidenza che il ciclo del calendario Maya di 1 Katun sia di 19.7 anni) Un ciclo completo di Giove / Saturno intorno al sole (J / S Tri-ciclo sinodico) è 59,6 anni – in altre parole, ci vogliono 60 (59,6) anni perché la Terra / Giove / Saturno raggiungano lo stesso allineamento attorno al sole.

La figura seguente mostra la velocità del Sole e la relativa CMSS con i cicli di oscillazioni di 20 e 60 anni.

Si nota un ciclo di 60 anni, con punte simili alla media delle temperature globali con cicli intorno al 1880, 1940 e 2000.

Come si può vedere dai dati sopra, i due cicli sono stati quasi identici, eppure l’IPCC dice che i modelli possono spiegare l’inizio del 1900 come un ciclo con forzanti naturali, mentre dopo la forzante diventa la CO2. Misteri dei cicli….prima naturali poi cauati dalla CO2…
Anche l´AMO (Atlantic Multidecadal Oscilation) mostra questo ciclo do 60 anni:

http://en.wikipedia.org/wiki/File:Amo_timeseries_1856-present.svg

Cosí come la circolazione termoalina (THC) della corrente del Golfo mostra questo ciclo di 60 anni:

http://tropical.atmos.colostate.edu/Includes/Documents/Presentations/graysteamboat2009.ppt


Anche El Niño mostra una sua ciclicitá di 21 anni

L´indice della regione Nino 3 di aprile-maggio e la CPI che è un indice di precipitazione del Brasile. La correlazione tra questi due indici (linea spessa) mostra un ciclo di 60 anni, così come il numero degli eventi di Nino 3.

Anche altri indici mostrano tale ciclo, come quello calcolato dal NOAA per il ciclo della siccitá nel sud-est degli USA:

http://www.ncdc.noaa.gov/img/climate/research/2002/may/Reg107Dv00_palm06_01000502_pg.gif

Se i modelli climatici non possono riprodurre il ciclo di 60 anni che è evidente in molti fenomeni climatici, vi è chiaramente un problema di base di tali modelli.

SAND-RIO

P.S. Scusate se i termini tecnici dovuti alla traduzione risultano ostici, ma sono quelli usati e non trovo una traduzione piú elementare.

51 pensieri su “L´influenza del “sistema solare” e i cicli di 60 anni (uno studio del prof. Nicola Scafetta)

  1. Certo che se fosse confermato che l’allineamento planetario influenza il clima sulla Terra, sarebbe una rivoluzione per tutti i modelli climatologici……a cominciare da quelli che indicano trend inarrestabili e in una sola direzione, e per giunta provocati dall’attività dell’uomo……

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  2. Dopo aver constatato che c’è una correlazione tra frequenza degli allineamenti e cicli climatici, non riesco però ancora a capire quale sia la natura dell’effetto fisico dell’allineamento planetario sul clima della Terra……tramite l’attività del Sole, vero?

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  3. Fabio2 :

    Dopo aver constatato che c’è una correlazione tra frequenza degli allineamenti e cicli climatici, non riesco però ancora a capire quale sia la natura dell’effetto fisico dell’allineamento planetario sul clima della Terra……tramite l’attività del Sole, vero?

    Anche se nn è propriamente specificato, credo di si…

    Inteessante cmq la coincidenza tra questi cicli di 60 anni e tutti i principali fenomeni climatici terrestri!

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  4. Bell’articolo, molto “parlante” anche grazie ai grafici e alle correlazioni tra di loro. Lascio un mio solito commento-osservazione, anche rispetto ad una piccola discussione che si é generata nella parte terremoti-vulcani.
    Il fatto che questi grafici non coincidano mai perfettamente indica come il sistema climatico,cosi come tutti i processi geologici siano dei meccanismi complessi legati a molteplici variabili indipendenti e interagenti fra di loro che si sommano e sottraggono tra di loro per dare risultati sempre diversi e irriproducibili. Il risultato riprodotto da questi grafici ne é la dimostrazione lampante. Queste curve a dente di sega con dei trend che variano a seconda della scala a cui sono osservate, con tatni minimi e massimi relativi sono indice di queste variabili che interagiscono fra di loro in maniera sempre diversa. Abbiamo vari cili solari, 11 22 60, abbiamo cicli piu lunghi legati ala precessione degli equinozi, alla variazioni dell’orbita intorno al sole, abbiamo eventi pntuali come eruzioni vulcaniche, terremoti, caduta di meteoriti e abbiamo variabili come le correnti oceaniche e i venti dipendenti anch’essi da fattori esterni ed interni al sistema terrestre. Tutto questo concorre in un’estrema varabilità e casualità apparente ma anche in una regolarità irregolare. SOlo aprtendo dal concetto che queste variazioni non possono essere schematizzate e riportate a semplici equazioni e che quindi non possono essere espresse da semplici numeri o descritta da semplici curve penso che si possa centrare il problema della comprensione dei cambiamenti climatici e di molti processi naturali.
    L’errore di base dell’IPCC é che si é basato su calcoli e modelli che vanno bene se applicati a situazioni semplici, come delle riproduzioni in laboratorio, ma sono errati se applicati a sistemi complessi come quelli naturali perché necessariamente verranno distorte delle variabili o direttamente non considerate. Se poi ci aggiungiamo il fatto che molti membri dell’IPCC non hanno una formazione da scienziato della terra ( e qui rimando ai miei commenti sui terremoti) ci rendiamo conto dei risutati catastrifici e fasulli che si possono raggiungere.
    QUindi anche per rispondere a Fabio2 che si chiede
    Dopo aver constatato che c’è una correlazione tra frequenza degli allineamenti e cicli climatici, non riesco però ancora a capire quale sia la natura dell’effetto fisico dell’allineamento planetario sul clima della Terra
    io rispondo che il punto é capire l’esitenza di questa correlazione come un parametro influente sui cambiamenti climatici. La sua quantificazione é un’altra cosa perché esso si sommerà e sottrarrà di continuo alle altre variabili per cui diventà difficile (e forse inutile) estrapolarlo dal consteso in cui si trova. Bisogna invece imparare ad osservare e comprendere il fenomeno nel suo insieme con tutte le variabili che si mescolano. Un po come un concerto di musica classica, dove é difficile estrapolare la singola nota di un singolo violino, ma si é consapevoli che quella nota serva insieme alle altre a creare la sinfonia e se si proge attenzione la si puo anche riconoscere tra tutte le altre che vengono suonate contemporaneamente .

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  5. ice2020 :

    Fabio2 :
    Dopo aver constatato che c’è una correlazione tra frequenza degli allineamenti e cicli climatici, non riesco però ancora a capire quale sia la natura dell’effetto fisico dell’allineamento planetario sul clima della Terra……tramite l’attività del Sole, vero?

    Anche se nn è propriamente specificato, credo di si…
    Inteessante cmq la coincidenza tra questi cicli di 60 anni e tutti i principali fenomeni climatici terrestri!

    Da verificare quindi se effettivamente si tratta di coincidenze oppure no…Certo è che come sintonia nn è male….stupisce davvero!

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  6. Nicola Scafetta non é un fisico né un climatologo ma é uno dei massimi esponenti di statistica teorica e applicata. Se le sue ricerche sui cicli naturali climatici concordano con le teorie di Timo Niroma ed altri fisici solari ci sará un motivo ben preciso. I cicli naturali esistono e solo degli incompetenti possono pensare che un ciclo di riscaldamento, causato da super cicli solari, possa essere causato dallo 0,004% di aumento di un gas. Il ciclo naturale adesso é per un periodo di raffreddamento globale, iniziato nel 1998 e che durerá fino al 2030.
    È IL CICLO NATURALE DEL CLIMA, l´uomo puó solo stare ad osservare.

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  7. http://tallbloke.wordpress.com/2010/06/14/venus-earth-jupiter-alignment-and-the-solar-cycle/

    “It is interesting that Hung uses a relatively simple technique involving conjunction and opposition. Another part of his paper devoted to the incidence of solar flares compared to the position of planets notes that there is a good correlation when the planet is around 30 degrees from the location of the flare, as well as when it is directly overhead. Traditionally astrologers count 30 degree aspects among the ‘harmonious aspects’ along with 60 degree and 120 degree ‘triangular’ aspects.

    This reminds us of Charvatova’s ‘harmonious’ and dis-harmonious periods of the sun’s motion about the barycentre; solar activity is high when the trefoils are regular and it’s ‘petals’ are spaced around 120 degrees apart, as in the epochs along the top row of the diagrams below. The bottom row shows the sun’s dis-harmonious motion during the periods when solar activity was very low.”

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  8. sand-rio :Nicola Scafetta non é un fisico né un climatologo ma é uno dei massimi esponenti di statistica teorica e applicata. Se le sue ricerche sui cicli naturali climatici concordano con le teorie di Timo Niroma ed altri fisici solari ci sará un motivo ben preciso. I cicli naturali esistono e solo degli incompetenti possono pensare che un ciclo di riscaldamento, causato da super cicli solari, possa essere causato dallo 0,004% di aumento di un gas. Il ciclo naturale adesso é per un periodo di raffreddamento globale, iniziato nel 1998 e che durerá fino al 2030.È IL CICLO NATURALE DEL CLIMA, l´uomo puó solo stare ad osservare.

    100% d’accordo, aggiungo come ipotesi, senza conoscere minimamente il personaggio, che probabilmente Scafetta é uno scienziato che riesce ad avere una visione globale e diversificata dei fenomeni naturali, uno scienziato “pluridisciplinare” a differnza di tanti specialisti

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  9. Direi che Noi di NIA più di pubbliacre tali articoli preziosi ed alternativi alla dottrina imperante dell’AGW, nn possiamo fare altrimenti.

    Purtroppo in giro c’è molta ignoranza, è pieno di gente che inconsciamente spende denaro intile per ceracre disalvare il mondo dallo spettro della distruzione….

    mi chiedo quanto tempo dovrà ancora passare prima che questa bufakla colossale nn venga smascherata una volta per tutte…ma credo che sarà molto dura!

    Ottimo Sand-rio, avanti così, sei sempre di più la colonna prtante del Blog!

    Simon

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  10. Michele :

    sand-rio :

    Michele :
    http://tallbloke.files.wordpress.com/2010/06/charvatova-ssb-motion.jpg
    Mi verrebbe da dire se segui l’armonia..tutto OK…
    altrimenti….

    Bravo Michele! Ottimo intervento.
    Quando c´è il “trifoglio” il ciclo solare é normale, quando é “sfasato” allora nascono i problemi con i grandi minimi solari. NEXT é il minimo di EDDY!

    Adesso voglio l’abilitazione a postare immagini! :lol:

    Uploaded with ImageShack.us
    Ti arrendi?

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  11. Allora signori,il NOAA piazza un fantasmagorico 19 per oggi,contro il 14 di ieri…dall’ultimo aggiornmento del soho continuum l’unica cosa “visibile” è quella specie di caccoletta contata ieri tra l’altro in decadimento…le ipotesi sono tre:
    1)Si è sviluppata una nuova regione con macchie(ma dal gong non sembra proprio).
    2)Utilizzano altre immaggini(strumentazioni)per fare i conteggi.
    3)Quelli del NOAA fanno colazione con la vodka.

    Nel fare i miei complimenti a Sandro per il suo interessantissimo articolo,vi ricordo che non sono previsti aiuti per rispondere al quesito,e che il vincitore verrà premiato il 4 luglio con uma maglietta blu e bianca del NOAA con su scritto :”YES WE CAN”…

    http://sohowww.nascom.nasa.gov/data/realtime/mdi_igr/1024/latest.jpg

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  12. Riccardo :

    Allora signori,il NOAA piazza un fantasmagorico 19 per oggi,contro il 14 di ieri…dall’ultimo aggiornmento del soho continuum l’unica cosa “visibile” è quella specie di caccoletta contata ieri tra l’altro in decadimento…le ipotesi sono tre:
    1)Si è sviluppata una nuova regione con macchie(ma dal gong non sembra proprio).
    2)Utilizzano altre immaggini(strumentazioni)per fare i conteggi.
    3)Quelli del NOAA fanno colazione con la vodka.

    Nel fare i miei complimenti a Sandro per il suo interessantissimo articolo,vi ricordo che non sono previsti aiuti per rispondere al quesito,e che il vincitore verrà premiato il 4 luglio con uma maglietta blu e bianca del NOAA con su scritto :”YES WE CAN”…

    http://sohowww.nascom.nasa.gov/data/realtime/mdi_igr/1024/latest.jpg

    1)nn si è sviluppata una nuova regione:

    http://www.swpc.noaa.gov/alerts/solar_indices.html

    2) anche usando l’sdo che è il massimo a disposizione oggi se ne vede solo una (vedi link opra)

    3) si, bevono la vodka, ma nn solo a colazione…

    Simon

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  13. Secondo me, il succo della questione è che a parlare dei modelli GCM non possono essere solo climatologi e fisici dell’atmosfera, ma anche (almeno) statistici e ed esperti di computer-science.
    La parte statistica non può essere confinata alla semplice ricerca di un fit, lineare o quadratico che sia. Altrimenti per tutto ciò che è cresciuto nell’ultimo secolo, si può trovare in correlazione con l’aumento delle T, non solo la CO2.
    Scafetta, come tutti gli statistici, usa l’analisi spettrale (esistono vari metodi che utilizzano la trasformata di Fourier), cioè più che cercare la semplice correlazione tra due grandezze, va a guardare se quando aumenta una grandezza aumenta anche l’altra, e viceversa, magari con un certo lag temporale, ragionando per frequenze.
    Colgo l’occasione per un saluto a tutti e per complimentarmi per l’articolo.

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