Wetterzentrale Revealed

Introduzione

Ave popolo di NIA.

La passione per la meteorologia e/o per la climatologia si esprime in molti modi e non così di rado, per un osservatore non coinvolto, le scelte e i passi che si compiono per soddisfare questa vera e propria pulsione appaiono perlomeno bizzarri. Ma che importa ! Nell’osservare e nel cercare di capire la natura si prova tanta soddisfazione, da far passare in secondo piano tutto il resto. Lo scrivente fa parte della bizzarra categoria e l’articolo in questione ne è la prova inconfutabile.

Vi siete mai posti domande del tipo: “ ma in quell’anno, in cui non ero ancora nato o ero troppo giovane per ricordare, sarà stata perturbata la primavera” ? Ma certo che si ! Se un internauta si prende la briga di leggere questo pezzo, è altamente  probabile che faccia parte della bizzarra armata.

Ad ogni modo per chi (come me) non ha a disposizione serie di dati strumentalmente registrati, un’analisi di massima (ma significativa) la può sempre ottenere attraverso alcune risorse che il web mette a disposizione.  Io, ma come me di certo molti altri,  non infrequentemente mi sono avvalso delle mappe dell’archivio storico di wetterzentrale (http://www.wetterzentrale.de/). In alcune occasioni durante quest’esercizio, mi son chiesto come poter sfruttare al meglio tale parco informativo d’estremo interesse e soprattutto quale reale traduzione se ne potesse ottenere. Mi è venuta l’idea di sfruttare  la scala colore in esse presente, per così poter sondare i parametri di geopotenziale e temperatura. Allo scopo ho pensato ad un programma che, a causa della mia cronica mancanza di tempo, un amico (Andrea Pedrazzoli)  ha sviluppato per me. L’applicativo si chiama Telemappa e la sua spartana ma funzionale interfaccia è quella che potete vedere nell’immagine che segue.

Cosa fa e come funziona telemappa ?

La prima cosa è fare il download delle mappe di wetterzentrale e Telemappa esprime questa funzionalità facendo una comparazione tra quello che ha già trattato (ovvero scaricato) e il nuovo che trova su wetterzentrale. Si deve poi costruire il modello base di ricerca, ossia definire i parametri generali (tra cui la scala colore su cui operare le misure) per la successiva trattazione delle singole query (di cui parleremo tra breve). Il tutto passa attraverso un comodo wizard di cui proponiamo la schermata che segue:

La scala colore costruita in quest’occasione per il campo termico (stilata  col valore intermedio all’originale) è la seguente:

Una volta completato il modello base, si possono costruire le singole query.

Una query consiste in una o più zone circolari da campionare sulla mappa in base alla scala colore definita.

La dimensione dell’area circolare la si imposta sull’interfaccia mostrata in precedenza.

Selezionare le aree (o l’area) significa fare doppio click sulla mappa;  li verrà costruito il cerchio di campionamento.

Nell’immagine che segue  potrete notare come sia stata scelta l’area di campionamento corrispondente alla pianura padana centrale. Area su cui tra breve proporremo una breve analisi.

Il valore finale del campionamento (ricordiamo la costruzione della scala colore, ossia l’assegnazione di un valore ad un colore) è dato dalla media dei valori (colore presente nella scala definita) dei singoli pixel contenuti nel cerchio di campionamento. I pixel con colori non presenti in scala vengono scartati.

Impostata la query si può procedere con l’elaborazione. I risultati, così come del resto tutti gli altri parametri, vengono storicizzati in un database SQL Server. In tal senso in fase di analisi ci si può avvalere di tutta l’espressività del linguaggio sql.

Il primo giro di giostra

Pur avendo a disposizione Telemappa a partire dalla fine dell’inverno, una sua vera prima applicazione non l’ho mai portata avanti. Ho fatto alcuni test per verificarne l’afficacia, ma la cronica mancanza di tempo non mi ha mai invogliato ad utilizzarlo. Inoltre avevo il problema di far ponderare questo lavoro da qualcuno che avesse gli strumenti critici per eventualmente sollevare problematiche o dubbi sulla modalità operativa. Insomma avevo bisogno della figura classica del referee.

NIA, grazie ad alcuni suoi membri, mi è giunta in soccorso. Proprio in un confronto con Fabio Nintendo nei commenti  di un articolo tutto sommato recente di NIA (perdonate la mia memoria,  ma l’età non lascia scampo e non mi concede il ricordo quale fosse il pezzo specifico), mi fu dato  lo spunto per un primo giro d’analisi dell’andamento termico a 850 hPa delle estati italiane. Chiesi a Riccardo e Fabio Nintendo se gentilmente potessero dirmi cose ne pensassero. Il risultato fu davvero fruttuoso, poiché  mi fecero riflettere sulla possibile imprecisione delle mappe di wetterzentrale (specialmente per la fase estiva) andando a ritroso nel tempo. In altri termini mi fu suggerita una calibrazione del sistema ed è ciò che ora proverò a fare per l’area di selezione (pianura padana centrale) indicata appena sopra.

Temperatura al suolo e temperatura a 850 hPa

Come fare per calibrare il sistema ?

Beh senza dati non si fa un bel nulla, ma per fortuna l’associazione di cui faccio parte (A.R.A. – Associazione Reggiana di Astronomia – www.astroara.org) è in possesso da una decade di una stazioncina meteo della Davis. I dati vengono pubblicati automaticamente in rete e vi si può accedere a partire dall’indirizzo: http://www.astroara.org/meteo/documenti.htm.

Da una mia precedente ricerca sulle onde di calore (http://www.astroara.org/meteo/repor /pdf/Onda_Calore_Agosto_2011.pdf) a Castelnovo di Sotto (sito ov’è piazzata la stazioncina – Pianura Padana centrale), emerse che il numero di giorni con temperature massime  tropicali (maggiori di 30°C) fosse così riassumibile:

Di certo ricordiamo tutti la fresca estate del 2004, la terribile onda del 2011 e la difficilmente ripetibile estate magrebina del 2003. Ma anche estati calde ma senza eccessi come quella del 2008. Basandomi su questi dati rilevati al suolo (Temperatura media giornaliera),  ho iniziato a calibrare la risposta del campionato da Telemappa a 850 hPa . E’ risultato quanto segue (I parametri delle funzioni d’interpolazione sono stati arrotondati e metto un solo un paio di grafici d’esempio) :

ANNO
2003 Y = X*1.13 – 13.4
2004 Y = X*1.22 – 14.8
2006 Y = X*1.12 – 12.47
2008 Y = X -9.49
2010 Y = X*0.93 – 8.65
2011 Y = X*1.03 – 11.16

 

Si intende che stiamo parlando di stime (seppur significative) e dunque la dispersione dei valori è fisiologica in questo contesto. Di certo tuttavia un primo importante elemento da considerare è il soleggiamento. Più giornate soleggiate vi sono, più i valori rimangono compatti. Il 2003 rende bene l’idea.

Trovate le relazioni di best fit, ho dato vita ad una piccola tabellina che, basandosi su un ipotetica isoterma a 850 hPa, mi restituisse la temperatura media giornaliera attesa al suolo, cosi da poter verificare lo scarto quadratico medio delle distribuzioni ottenute:

Onestamente pensavo andasse peggio ! Ora però è necessario confrontare il dato reale (misurato)  col dato ipotetico e per far ciò ho dato vita ad una piccola funziona SQL che calcola  e fa la media dei valori termici ottenuti dalle relazioni di best fit ottenute  in precedenza. I risultati (come esempio ripropongo l’anno 2011 e 2003) sono riportati nei grafici che seguono.

 

In generale il test di confidenza (test del c2) tra le misure ed i valori stimati sui vari anni a mia disposizione, ha dato risultati davvero soddisfacenti (ben oltre il 95%). Vi risparmio il pacco di numeri.

Dalle medie giornaliere alle medie mensili

Così come fatto per il caso giornaliero, utilizzando i dati della stazioncina ARA e una query di aggregazione basata sulla funzioncina SQL sopra descritta, ho cercato di verificare se l’approccio sin qui intrapreso fosse consono o meno a questo tipo d’analisi. Il risultato lo si può osservare nel grafico di seguito proposto. Si può di certo notare che la procedura di calcolo ottenuta partendo dalle mappe di Wetterzenrale tenda in media a sovrastimare un po’ i valori misurati (come c’era da attendersi in particolare nei valori bassi di temperatura media). Rimane  però qui indiscutibile la grande confidenza tra i due insiemi di dati, il che ci permette di dire che il sistema è calibrato e, parlando in termini di stime, quantitativamente significativo.

Le carte di wetterzentrale

Tutto il gioco sin qui portato avanti, fa supporre che le informazioni contenute nelle mappe di Wetterzentrale siano davvero utilizzabili per sondare, ricordando sempre che si parla di stime significative,  l’andamento delle vicende di geopotenziale e termiche a 850 hPa su un periodo di tempo di circa 150 anni.

Ma sarà proprio così ?

Questa fu la domanda chiave da cui nacque l’idea di questo lavoro e, come tratteremo tra breve, non ha infine una risposta definitiva. Per verificare questa ipotesi, ho  ricercato  lunghe serie di dati per la pianura padana centrale. Sapevo che all’osservatorio Geofisico di Modena esisteva questa serie. Ma chi contattare per averla ? Mi è bastato mandare un’ email all’amico Marco Pifferetti (http://marcopifferetti.altervista.org/) ed in quattro e quattr’otto ho ottenuto ciò che mi serviva. Disponibilissimo come sempre,  Marco è sempre una preziosissima fonte d’informazioni e per questo non lo ringrazierò mai abbastanza. Una volta riportati i dati delle estati modenesi su di un foglio excel (lungo lavoraccio manuale), ho eseguito  la procura SQL di stima della temperatura su tutto il periodo messo a disposizione da Wetterzentrale.

Il risultato lo si può analizzare nei grafici che seguono.

Una prima osservazione consta in una certa imprecisione delle mappe di wetterzentrale pre-1948. Fabio Nintendo aveva ragione nel confronto che ne seguì dopo “il primo giro di giostra” con telemappa. Dopo quella data la traduzione del campionamento diviene evidentemente più affidabile. In termini numerici la media degli scarti sul periodo 1876-1947 si attesta a +2.8, mentre la media 1948-2006 diviene +0.46.

Come trattare gli scarti termici ?

Preso atto del problema, proviamo a capire come trattare gli scarti termici. Ancora una volta sfruttiamo la logica del best fit per interpretare il da farsi sui dati. Per ottenere una correlazione tempo-scarto, ho trasformato la data nel formato numerico ansi-like YYYYMM (dovve YYYY è l’anno e MM il mese). A questo punto ho ottenuto il primo grafico del periodo 1876 – 1947.

Come ben si nota, la retta di best-fit ha una pendenza davvero modesta dato che stiamo trattando un arco temporale di quasi un secolo. Dunque ha senso usare il valor medio degli scarti (ossia  +2.8)  nel modello predittivo della media mensile al suolo qui in discussione.

Differente è invece la situazione per il periodo 1948-2006. La pendenza delle retta d’interpolazione è doppia rispetto al periodo 1876-1947 e dunque val la pena utilizzare la relazione così individuata per correggere le termiche calcolate. La correlazione viene proposta nel grafico di seguito riportato.

Coi correttivi sin qui definiti, ricalcolando gli scarti tra la temperatura media mensile rilevata dall’osservatorio geofisico di Modena e il dato che restituisce il modello di proiezione della temperatura al suolo partendo dalle termiche a 850 hPa, si ottiene il grafico che segue.

Per uno scarto quadratico medio di 0.8.

Estati padane

Col modello così normalizzato  partendo dalle mappe di wetterzentrale, la proiezione della temperatura media al suolo dei trimestri estivi della pianura padana centrale risulta essere la seguente (linea rossa valori medi annuali, linea blu media mobile a 5 anni):

Di seguito ripropongo il medesimo grafico, in cui però la linea verde rappresenta (sempre sui 5 anni)  la media mobile centrata.

Conclusioni

Ero partito con l’intento di scrivere tutt’altro articolo, ma visti i risultati l’unica conclusione  possibile  è la presa d’atto dell’estrema prudenza nel trarre deduzioni dalle mappe di wetterzentrale, se queste afferiscono a periodi antecedenti il 1950. Tuttavia il modellino sin qui sviluppato suggerisce che le estati più fresche degli ultimi 150 anni siano figlie della prima parte del ‘900 e tra gli anni ’50 e ’70. Si nota come a partire dagli anni ’80 vi sia una evidente escalation termica.

A voi altre deduzioni e suggerimenti.

Concludo ringraziando nuovamente  tutti coloro che mi hanno aiutato nel comporre questo lavoro, ed in particolare Fabio Nintendo, i cui suggerimenti ed indirizzi si sono rivelati  preziosissimi.

 

Zambo
Giugno 2012

47 pensieri su “Wetterzentrale Revealed

  1. Quest’analisi rafforza l’articolo precedente sul riscaldamento attuale iniziato nel 76.
    Si nota una forte analogia con lo stesso periodo che va dal 1915 al 1954.
    Se fosse un ciclo, di circa 40 anni, significherebbe che nei prossimi 5-6 avremo ancora rialzi della temperatura per poi ritornare ad abbassarsi.

    Ma ovviamente l’attività solare fra il 15 ed il 54 è diversa da quella fra il 76 ed oggi?

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  2. Ivan :

    Quest’analisi rafforza l’articolo precedente sul riscaldamento attuale iniziato nel 76.
    Si nota una forte analogia con lo stesso periodo che va dal 1915 al 1954.
    Se fosse un ciclo, di circa 40 anni, significherebbe che nei prossimi 5-6 avremo ancora rialzi della temperatura per poi ritornare ad abbassarsi.

    Ma ovviamente l’attività solare fra il 15 ed il 54 è diversa da quella fra il 76 ed oggi?

    le analogie tra il riscaldamento avvenuto nella prima metà del secolo scorso e quello successivo al 1976 sono molteplici.
    è uno dei motivi per cui molti scienziati si chiedano come sia possibile che il primo fosse completamente naturale e il secondo completamente antropico.
    perchè l’IPCC dice questo ed è difficile da credere

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  3. Andrea mi ha comunicato che non potrà essere tempestivo nelle risposte in merito ad eventuali domande o chiarimenti. Solo nella tarda serata potrà riuscire a leggere i vari commenti.

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  4. Aggiungo un’altra considerazione (valida o meno non lo so, sono valutazioni di primo acchito a guardare i grafici, che sono limitati ad una finestra “breve”): noto che la fase di raffreddamento dal 1876 al 1915 è lunga il doppio rispetto a quella dal 1954 al 1976.

    C’è un rapporto di dimezzamento fra quei periodi in altri contesti? (enso, macchie solari, irraggiamento, etc…)

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  5. Bellissimo articolo … e bellissimo lavoro complimenti davvero. C’ é tutto analisi dei dati sperimentali, analisi dei dati storici addirittura lo sviluppo di un software per facilitare l’ elaborazione e la riduzione dei dati e il limpido resoconto finale. La parte di introduzione dei dati deve esser stata estenuante … foglio di excel !
    Ancora complimenti !

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  6. Ivan :

    Aggiungo un’altra considerazione (valida o meno non lo so, sono valutazioni di primo acchito a guardare i grafici, che sono limitati ad una finestra “breve”): noto che la fase di raffreddamento dal 1876 al 1915 è lunga il doppio rispetto a quella dal 1954 al 1976.

    C’è un rapporto di dimezzamento fra quei periodi in altri contesti? (enso, macchie solari, irraggiamento, etc…)

    la fase calante dell’AMO durò molto di più

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  7. Grandissimo lavoro che sarebbe bene diffondere nell’ambito della comunità meteorologica…non oso pensare al tempo che ha dovuto spendere il nostro caro Andrea per svolgere questo laborioso calcolo statistico….comunque alla fine ne è valsa la pena, in quanto grazie a questo lavoro si saprà finalmente come utilizzare le carte wetter la cui uscita un anno fa suscitò grande scalpore….

    @ Andrea Zamboni

    Ci tenevo a dirti che questa cosa non finisce qui….sto già riflettendo circa quelle questioni che mi hai rivolto, e ti prometto che appena mi libererò (fine mese) porteremo avanti questo lavoro….

    P.S.
    Vi dicevo che quello di Andrea Zamboni sarebbe stato un ottimo acquisto per NIA….è una persona seria, in gamba e anche preparata in materia…..molti dei miei lavori portano anche la sua firma…..

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  8. Volevo inoltre precisare che i suggerimenti sono stati tutti di Fabio Nintendo che in questo campo (storia climatica, lettura carte, ecc…) ne sa molto più del sottoscritto…….

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  9. Riccardo :

    Grandissimo lavoro che sarebbe bene diffondere nell’ambito della comunità meteorologica…non oso pensare al tempo che ha dovuto spendere il nostro caro Andrea per svolgere questo laborioso calcolo statistico….comunque alla fine ne è valsa la pena, in quanto grazie a questo lavoro si saprà finalmente come utilizzare le carte wetter la cui uscita un anno fa suscitò grande scalpore….

    @ Andrea Zamboni

    Ci tenevo a dirti che questa cosa non finisce qui….sto già riflettendo circa quelle questioni che mi hai rivolto, e ti prometto che appena mi libererò (fine mese) porteremo avanti questo lavoro….

    P.S.
    Vi dicevo che quello di Andrea Zamboni sarebbe stato un ottimo acquisto per NIA….è una persona seria, in gamba e anche preparata in materia…..molti dei miei lavori portano anche la sua firma…..

    Andrea potrà confermare, io via mail gli ho scritto che le mappe prima del 48 sovrastimavano tra i 2°C e i 3°C, più verso i 3°C
    i dati successivamente hanno dimostrato che era effettivamente così.

    per cui basta un po’ di esperienza per non incappare in errori, chiaro che chi prende per oro le carte prima del 1948 sbaglia

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  10. Ciao a tutti,
    finalmente ho un filo di tempo da passare qui su NIA.
    Innanzitutto vi ringrazio tutti per la calorosa accoglienza.

    Prima di porvi una mia riflessione, ci tengo mi sembra doveroso dire due cose:

    @Riccardo sei sempre torppo generoso con me. A parte una piccolissima parte nell’ articolo della PEG, tutti gli altri tuoi lavori li ho solo letti avidamente per imparare. E dei tuoi sforzi ti sono davvero grato.

    @Fabio Nintendo. Si è verissimo. Mi avevi detto della sovrastima.
    Ma inizalmente non ti ho creduto. Questo lavoro è nato in prima istanza per verificare ciò che asserivi. Ho peccato di presunzione e nei fatti mi sbagliavo. Nella frase “ero partito per scrivere un altro articolo” sta il senso del mio errore. In tal senso puoi considerare questo lavoro figlio tuo. Grazie infinitamente per i tuoi successivi consigli.

    Ma in generale vorrei ringraziare tutto il popolo di NIA, che per amor di scienza si sforza di scavare, cercare di capire e offrire a tutti il risultato dei prorpi sforzi.
    Telemappa e l’analisi che ne segue nasce da questo stimolo. Se non fossi finito su NIA forse certe cose non mi sarebbero neppure passate per la mente.

    Dunque pensate a quest’oggetto non come una cosa di zambo, ma come una cosa di NIA.
    Pensate che quest’arnese è di tutto il popolo di NIA e che se pensate ne valga in qualche modo la pena, suggerite cosa farne.
    Io credo fermamente nel concetto secondo cui l’unione fa la forza.

    E mi rendo anche conto di essere, come in questo caso, anche un tantino visionario e probabilmente… troppo puro.
    Ma non mi importa. Se per qualche ragione riesco ad imparare qualcosa di nuovo, l’appagamento che ne traggo ricompensa moltissime cose.

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  11. Fabio Nintendo :

    Riccardo :
    Grandissimo lavoro che sarebbe bene diffondere nell’ambito della comunità meteorologica…non oso pensare al tempo che ha dovuto spendere il nostro caro Andrea per svolgere questo laborioso calcolo statistico….comunque alla fine ne è valsa la pena, in quanto grazie a questo lavoro si saprà finalmente come utilizzare le carte wetter la cui uscita un anno fa suscitò grande scalpore….
    @ Andrea Zamboni
    Ci tenevo a dirti che questa cosa non finisce qui….sto già riflettendo circa quelle questioni che mi hai rivolto, e ti prometto che appena mi libererò (fine mese) porteremo avanti questo lavoro….
    P.S.
    Vi dicevo che quello di Andrea Zamboni sarebbe stato un ottimo acquisto per NIA….è una persona seria, in gamba e anche preparata in materia…..molti dei miei lavori portano anche la sua firma…..

    Andrea potrà confermare, io via mail gli ho scritto che le mappe prima del 48 sovrastimavano tra i 2°C e i 3°C, più verso i 3°C
    i dati successivamente hanno dimostrato che era effettivamente così.
    per cui basta un po’ di esperienza per non incappare in errori, chiaro che chi prende per oro le carte prima del 1948 sbaglia

    Ho avuto modo di leggere le vostre mail quindi so bene come si è sviluppata la vicenda ed il lavoro che ne è scaturito…..

      (Quote)  (Reply)

  12. Mi inchino di fronte alla bravura degli autori dell’articolo. E’ da leggere e rileggere con attenzione, anche se le conclusioni mi suonano familiari.

    A tale proposito, segnalo che l’osservazione sulle estati degli ultimi 150 anni corrisponde abbastanza bene all’andamento delle temperature medie NOAA, che riporto di seguito:

    http://www.ncdc.noaa.gov/oa/climate/globtemp.html

    Peraltro, il minimo delle temperature all’inizio del Ventesimo secolo si è verificato al termine di ben 4 grandi eventi di Nina, ed altri minori, verificatisi tra il 1870 ed il 1918 circa.

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  13. Standing ovation per Andrea (Zambo)! Articolo davvero molto bello! Come accennava Riccardo davvero un bell’acquisto per Nia!

    Fabio Nintendo :

    Ivan :
    Aggiungo un’altra considerazione (valida o meno non lo so, sono valutazioni di primo acchito a guardare i grafici, che sono limitati ad una finestra “breve”): noto che la fase di raffreddamento dal 1876 al 1915 è lunga il doppio rispetto a quella dal 1954 al 1976.
    C’è un rapporto di dimezzamento fra quei periodi in altri contesti? (enso, macchie solari, irraggiamento, etc…)

    la fase calante dell’AMO durò molto di più

    Aggiungiamo pure che il’intensità dei cicli solari di fine ‘800 ed inizio ‘900 non era minimamente paragonabile con quella dei cicli dell’immediato dopoguerra (la 2°, ovviamente) e che quindi il maggior contributo solare ha fatto da “tampone” nel corso della fase di discesa delle temperature…
    Bruno

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  14. Sarò ridondante, ma anch’io non posso fare a meno di fare i complimenti all’autore.
    Un grosso lavoro chiaro ed esplicito.

      (Quote)  (Reply)

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