Archivio mensile:Agosto 2012

Terremoto M7.6 nelle Filippine

Magnitude 7.6 – PHILIPPINE ISLANDS REGION
2012 August 31 12:47:34 UTC

– Update delle ore 15.45 magnitudo che passa dalla 7.9 alla 7.6 , profondità evento di 34.9 km
http://earthquake.usgs.gov/earthquakes/recenteqsww/Quakes/usc000cc5m.php

Ieri sera ho scritto queste due righe al volo nella sezione V&T :

http://daltonsminima.altervista.org/?page_id=9506&cpage=395#comment-102104

Allarghiamo la visione.

Negli ultimi 7/10 giorni abbiamo avuto questa progressione che ha coinvolto….
L’Uragano Isaac, la rottura estiva in Europa, grande ridimensionamento delle SST nel pacifico, una M6.6 una M6.8 e una M7.3, sciame sismico in California e sollecitazioni nel sud Italia …
In due parole ….. la Terra si sta avvicinando allo switch di fine Settembre !

P.S.
Naturalmente questa scarica si colloca in una nuova fase di discesa del Sw (Ch 530)
Riepilogando, i geo-effetti di questo buco coronale sono stati decisamente significativi perchè come specificato in precedenza si vanno a collocare all’ingresso di questo periodo, nel quale abbiamo dei significativi cambiamenti dell’insolazione terrestre, con l’aggiunta del Sf, su valori più da minimo che da massimo.

Due ore fa ho scritto :

“….Il vento solare continua ad essere su valori molto bassi ed in continua discesa.”

E’ tutto un fattore astronomico di reciproco scambio energetico fra i pianeti e la nostra stella ….

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Ricordate un mio recente lavoro :
Allineamenti planetari da Luglio a Settembre 2012
Configurazione planetaria numero 6 :

28-29 Agosto       Ingresso allineamento  Mercurio-Venere-Urano

Citazione articolo :

Conclusioni

 Cenni sulla mia personale metodologia empirica di individuazione finestra temporale 24/48h., a rischio evento geofisico significatico su scala globale.

Precisiamo nuovamente che questo nuovo elenco di date riportate, riveste solo ed esclusivamente una indicazione di quei possibili periodi a rischio eventi geologici particoloramente significativi, su scala globale.

Finestre temporali, che come ho più volte specificato, in commenti ed articoli, in questi anni di studi, devono essere valutate in sincro alle dinamiche solari che vedono i fenomeni geologici più eclatanti manifestarsi a termine delle fasi di discesa del vento solare (a conclusione delle fasi scaldanti – denominazione empirica – Sw < 400/350 Km/s.) oppure nelle 24h. successive a l’impatto di una significativa CME ( esplosione di massa coronale con una velocità indicativa stimata essere superiore V > 1000 – 1500Km/s.  ( con relativa elevata densità protonica associata ), in termini energetici, con la magnetosfera terrestre.

 

Articolo in continuo aggiornamento.

Michele

Gli esperimenti di Birkeland -Terella- e la loro importanza per la moderna sinergia di laboratorio e lo studio dei plasmi – 6° parte –

Durante una sottotempesta magnetica, il normale andamento nella magnetosfera viene interrotto e mandato in cortocircuito attraverso la ionosfera, qualitativamente nello stesso modo come descritto da Birkeland. Questa teoria ha conseguenze di vasta portata, dal momento che sottolinea che i sistemi di corrente elettrica nell’atmosfera terrestre sono direttamente accoppiati a sistemi correnti nello spazio interplanetario.

Inoltre, la citazione di cui sopra dimostra che Birkeland si rese conto che una ionosfera esiste, almeno in connessione con l’aurora. La ionosfera fu scoperta da E. V. Appleton nel 1925. A sostegno di questa interpretazione Birkeland calcolò le perturbazioni del campo magnetico da vari modelli di questo tipo, e ottenne una riprova molto convincente con i modelli osservati. Purtroppo, questi risultati sono stati trascurati dalla comunità dei fisici spaziali per più di mezzo secolo, con il risultato che le teorie errate sulle correnti ionosferiche e le tempeste magnetiche hanno prevalso fino a quando i risultati dei satelliti hanno confermato l’esistenza di correnti lungo il campo magnetico nel 1973.

“….Queste correnti sono ora generalmente chiamate “Correnti di Birkeland”…”

 Le tempeste ciclo-mediane appaiono come un grande vortice di correnti con il centro alle basse latitudini. Oggi vengono attribuite ai fotoni ad alta energia dei brillamenti solari che causano correnti dovute alle variazioni di conducibilità ionosferica. Birkeland osservò simili strutture di correnti con i raggi catodici ad altissima energia nei suoi esperimenti terrella e fu in grado di spiegare questi risultati calcolando le orbite di tali particelle (Fig. 11).

 Figura 10: (a) Illustrazione di Birkeland delle correnti durante una tempesta polare elementare. (b) Illustrazioni di Birkeland del modello attuale associato con cicli mediani di tempeste.

 

Nei calcoli dell’orbita, l’energia delle traiettorie calcolate era molto maggiore dell’energia tipica del vento solare e delle particelle magnetosferiche. Ciò significa che le teorie basate direttamente sui calcoli dell’orbita devono essere modificate. Birkeland fu ovviamente molto colpito dai calcoli di Stormer ma ci sono anche casi dove criticò questo approccio come troppo idealizzato, ignorando i fatti sperimentali. La teoria di Stormer è certamente più adeguata per gli esperimenti terrella che per il sistema solare terrestre. Le osservazioni geomagnetiche non erano le uniche registrazioni effettuate durante le spedizioni polari di Birkeland. Tra le molte osservazioni fatte di routine vi erano le registrazioni delle forme aurorali e dei vari eventi. E’ ben noto infatti che al momento in cui l’aurora ha il suo massimo avvenimento, vicino ai 23° dai poli magnetici, la forma esatta è ovale, ma a quei tempi, tale forma non era conosciuta.

Figura 11: (a) Esperimento Terrella che mostra la regione ad alta energia, illuminata dai raggi catodici. (b) I risultati dei calcoli di Stormer per lo stesso caso. Confronto con i  disegni di Birkeland in fig. 10b.

 

La variazione diurna della zona aurorale in un determinato luogo sulla Terra potrebbe essere attribuita ad una deviazione dell’ovale da un cerchio, ma anche per la deviazione dei poli magnetici dai poli geografici. Nel 1907 e 1908 Birkeland eseguì un elegante esperimento per indagare come la sua aurora artificiale si comportasse nelle diverse stagioni sulla Terra.

Birkeland realizzò quindi una disposizione geometrica dove poteva posizionare la terra corrispondente a ogni stagione e in qualsiasi momento del giorno (al polo sud magnetico). In questo esperimento usò il secondo tubo di vetro di 12 litri. Sostenuto ad una estremità con una cerniera, disposizione che rese possibile inclinare il tubo di 23,5° sopra e sotto il piano orizzontale. La terrella aveva un nucleo magnetico inclinato ed era sospesa, al polo nord geografico, da un giunto universale. In questo modo riuscì a mantenere l’asse nord-sud verticale quando il tubo veniva inclinato. Il terrella poteva essere ruotato, e poiché
l’asse magnetico è diverso dall’asse geografico, Birkeland riuscì con questa configurazione a mettere il polo magnetico in posizioni corrispondenti alle diverse ore del giorno e la notte. Il catodo, che rappresentava il sole era situato all’estremità del tubo, vicino alla cerniera. Il terrella era sostenuto dall’altro terminale in prossimità della piastra di vetro piano. Con questa costruzione poteva simulare le variazioni dell’angolo tra i raggi catodici provenienti dal Sole e l’asse di rotazione della Terra inclinando il tubo e quindi simulare le variazioni stagionali. Ruotando la terrella attorno ad un asse verticale ha ottenuto la rivoluzione diurna della Terra, e quindi il movimento diurno del polo magnetico. Il tutto è stato ricostruito in Fig. 12 e Fig. 13 (vedi le 8 fotografie) scattate da diverse angolazioni durante il solstizio d’inverno, con il polo sud magnetico in posizione all’alba.

Figura 13 : Foto della terrella, effettuate da diversi angoli di ripresa con il tubo in posizione corrispondente al solstizio d’inverno e il polo sud magnetico sud, posizionato alle ore 6 AM.

Birkeland considerava la forma a spirale degli ovali aurorali come una scoperta molto significativa, in riferimento ai tentativi errati, fatti per spiegare le osservazioni diurne errate di archi aurorali. Queste interpretazioni sono per lo più obsolete oggi, ma ancora una volta le indagini hanno individuato un problema importante per ulteriori studi.

Figura 12: Disposizione geometrica per studiare le variazioni stagionali e diurne dell’ovale aurorale.

Simone Becuzzi

Fine 6°parte

Strane cose accadendo nel gelido Artico, era il 1920 o il 1922 oppure il 1935

Volevo lanciare questo breve articolo fine settimanale postandovi le ultime rivelazione sui ghiacci artici, quando mi sono detto…

“…no lasciamo stare, tanto l’utenza di Nia è sicuramente abituata, svezzata nel controllare settimanalmente il brutto stato, che la calotta del polo nord sta attraversando in questi anni. Cerchiamo invece qualcosa di interessante da pubblicare  …. “

Volevo quindi riportarvi un’interessante analisi grafica, che evidenzia, la stretta relazione che intercorre fra l’indice di trasporto delle correnti oceaniche e le variazione geomagnetiche. Articolo, il cui scopo era quello di aprire una possibile discussione, strada o ulteriore spiegazione alle eclatanti, per non dir storiche,  anomalie che stanno interessando il mare di Beaufort, quando in cerca di varie ed ulteriori informazioni scientifiche, pesco, nel vero e proprio senso della parola questi retrodatati trafiletti, ripresi da dei vecchi giornali d’epoca.

Questo prima immagine è stata ripresa dal Pittsburg Press, del 3 Dicembre del 1922 (pagina 92) :

http://news.google.com/newspapers?nid=djft3U1LymYC&dat=19221203&printsec=frontpage

 

Alcuni passi significativi ripresi dall’articolo :

La scienza è perplessa per questa notizia sorprendente, che arriva dal lontano nord, e che indica che il mare polare si sta riscaldando e la grande calotta di ghiaccio si sta lentamente sciogliendo e questo potrebbe presto svelare i segreti nascosti, del continente polare sconosciuto.

Il polo nord sta cambiando pelle ? Le regioni artiche sono in fase di riscaldamento, con la prospettiva di un grande cambiamento climatico proverbiale in quella parte del mondo? La scienza si sta ponendo queste domande. I rapporti dei pescatori, cacciatori e gli esploratori che navigano i mari nei pressi Spitsbergen e l’Artico orientale, tutti i punti di un cambiamento radicale delle condizioni climatiche, finora inedite caratterizzate da elevate temperature da parte della superficie terrestre da cinquantaquattro anni.
Il capitano dice di aver notato un calore insolito nel 1918, e da allora le temperature sono aumentate costantemente . Oggi l’artico orientale è “difficilmente riconoscibile rispetto alla stessa regione fra il 1868-1917

Interessante anche questo trafiletto ripreso dal New York Times del 12 Dicembre del 1938 :

http://select.nytimes.com/gst/abstract.html?res=F40D14F63C5F1B7A93C0A81789D95F4C8385F9

 

“……I risultati degli esploratori sovietici a bordo della rompighiaccio Syedoff, ora alla deriva a 300 miglia dal Polo Nord, insieme con le precedenti osservazioni di altri ricercatori, hanno portato gli scienziati sovietici a concludere che la regione artica e, anzi, il mondo intero sta diventando più caldo.….”

 

 

 

 

 

 

 

Come questo piccolo articolo ripreso dal  The Evening Independent”, del 10 Settembre 1920 (pagina 7) :

 

Questa cornice, appena arrivata da l’Alaska, mostra  Roald Amundsen, l’esploratore norvegese quando arrivò a Nome, in Alaska dopo aver combattuto contro l’artico, per due anni, periodo nel quale egli era stato segnalato più volte come “disperso”. Il norvegese è stato il primo ad aver completato la  circumnavigazione del mondo, tra le coste settentrionali dell’Europa, l’Asia e l’America e il bordo della banchisa artica.

 

 

Bè che dire ….. sicuramente ci sono poche informazioni scientifiche che possiamo ricavare da questi trafiletti, faceva caldo come adesso ? Chi lo sà ? Di sicuro c’è che la calotta del polo nord ha manifestato già innumerevoli situazioni di crisi.

Come non ricordare anche il 1958 e il 1959.

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/04/28/i-ghiacci-artici-nel-1958-1959cartoline-da-gw/

Sappiamo molto poche dei cicli delle correnti marine nei mari del nord, che M.A. Vukcevic abbia ragione ? Che ruolo assumono le variazioni geomagnetiche (vedi il polo magnetico sopra il Canada) sulle correnti del mare di Beaufort.

Oggi Beaufort (occidente)…nel 1922  (oriente) il polo magnetico sopra la siberia sottoposto a sollecitazioni ? Congetture,ipotesi …  ?

http://hal.archives-ouvertes.fr/docs/00/41/83/04/PDF/NATA.pdf

Relazione tra l'indice di trasporto della circolazione oceanica del Nord Atlantico  e l'indice di variazione geomagnetico
Relazione tra l'indice di trasporto della circolazione oceanica del Nord Atlantico e l'indice di variazione geomagnetico

Ecco ho cambiato idea, vi passo il grafico !

🙂

Michele

Indici meteo-climatici del mese di Luglio 2012

Introduzione
Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.
La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

Gli indici: i valori del mese

ENSO (El Niño Southern Oscillation: Niña): +1,139 (indice MEI)

PDO (Pacific Decadal Oscillation): -1,8 (provvisorio)

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,419

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -27,84

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -8,11

MJO (Madden-Julian Oscillation): non più riportata per il semestre caldo, in quanto di dubbia interpretazione. A tale proposito, si rimanda a specifici articoli di approfondimento, di cui uno già pubblicato.

Commento indici Luglio

– La Nina (ENSO) a luglio prosegue nella sua crescita in zona 3.4, sia pure graduale, mentre in zona 1+2 luglio segna un netto indebolimento, fino a neutralità.

– La PDO permane nettamente negativa, come da comportamento ciclico, oscillando un po’ verso l’alto ed un po’ verso il basso; a tale proposito sarà interessante verificare il suo ruolo “moderatore” nei confronti dell’evento di Nino in corso. Di seguito è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma e si rafforza in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Di seguito è riportato il grafico storico dell’AMO: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Anch’essa risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) a fronte di un suo cambio di segno.

– La QBO30 è in ulteriore calo e fa segnare il nuovo minimo di questa fase negativa, avvicinandosi ai minimi storici.

– La QBO50 è anch’essa calata nettamente e fa segnare il nuovo minimo di questa fase, anche se non ancora vicino ai suoi minimi storici (ben al di sotto di -10).

In base alle osservazioni ENSO NOAA è presente un Nino debole o assente nel comparto est, come detto, mentre in quello centro/ovest si sta ormai affermando un Nino moderato. Rispetto a giugno, si è ulteriormente ridotta la discrepanza tra i due modelli di previsione NOAA: ora prevedono entrambi un Nino tra debole e moderato (anomalie attorno a +1 in zona 3.4). Il NOAA aveva previsto di dismettere il modello “storico” CFS entro la scorsa primavera, ma per ora ha deciso di prolungarne l’utilizzo almeno fino ad ottobre. La ragione, presumibilmente risiede nella recente netta discrepanza con il nuovo CFSv2.

Per quanto riguarda le anomalie sottosuperficiali di temperatura, il grafico al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif , da maggio all’inizio di agosto permangono evidenti anomalie positive, sebbene molto indebolite ad ovest ma parzialmente rafforzate ad est. Ciò fa supporre che il Nino difficilmente si rafforzerà molto ad ovest, ma al più si tratterà di un evento “central based”. Infine, riguardo la progressione di questo evento di Nino, occorrerà verificare il ruolo della PDO, come detto tornata nettamente negativa, che solitamente tende ad esaltare le fasi dello stesso segno (Nina) ma a moderare quelle di segno opposto (Nino, in questo caso).

Per quanto riguarda, invece, le anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico, attualmente al largo delle coste spagnole e marocchine vi sono prevalenti anomalie positive. Tuttavia, la presenza di una tenace anomalia negativa in pieno oceano, che è scomparsa e riapparsa più di una volta, in posizione non molto distante da quella occupata nel 2003 costituisce tuttora un’ipoteca sul proseguimento della stagione secondo il suo normale decorso. E’ infatti un fattore che favorisce affondi depressionari atlantici, i quali favoriscono a loro volta risposte calde sul Mediterraneo. In ogni caso, con la graduale fisiologica riduzione dell’insolazione, in seguito all’avanzamento della stagione nell’emisfero settentrionale, si prevede che la situazione gradualmente evolva verso la dissoluzione di tale anomalia.

Ad integrazione del comportamento delle anomalie oceaniche di temperatura, si segnala il decorso prima (Maggio) del tutto normale dell’ITCZ http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.jpg, che ha visto una netta risalita sopra la media storica e infine un nuovo avvicinamento alla media. Ciò, unito al comportamento delle anomalie oceaniche in Atlantico, per il momento favorisce ancora fiammate africane.

Infine, il Sole ha raggiunto un nuovo massimo all’inizio di luglio, poi seguito da una breve pausa e quindi da un parziale recupero. Infine una nuova fase di relativa quiete si è di recente verificata. C’è da chiedersi se e come questi ripetuti “stop and go” abbiano effetti sul clima anche a breve termine (settimane, mesi).

Nota sulla QBO e considerazioni sull’autunno-inverno 2012

In abbinamento alla debolezza del ciclo solare, si segnala il comportamento della QBO a 50mb, riprendendo un tema già accennato in discussioni precedenti. Anche se ci troviamo ancora in estate, si ricorda che l’accoppiata QBO / ciclo solare ha storicamente segnato il carattere delle stagioni invernali, grazie a studi ben riportati in un articolo presente nell’archivio di NIA (http://daltonsminima.altervista.org/?p=13547 ): QBO negativa e ciclo solare debole (es. nei pressi del minimo), oppure QBO positiva e ciclo solare forte (es. nei pressi del massimo) hanno storicamente favorito inverni freddi. Attualmente la QBO, come detto, è negativa e, in base alla sua serie storica, non raggiungerà il suo valore minimo presumibilmente prima di agosto/settembre. Inoltre, storicamente, ha impiegato di solito 4-5 mesi prima di tornare in territorio positivo. Dunque, è possibile che resti negativa almeno fino a dicembre-gennaio. Anzi, tutte le volte in cui l’avvio della fase negativa della QBO è stato graduale come in questo caso, il periodo negativo si è protratto per oltre 12 mesi. Poiché la QBO a 50mb è divenuta negativa a febbraio 2012, è ragionevole supporre che essa possa permanere negativa almeno fino all’avvio della prossima primavera. Come noto, QBO50 negativa e ciclo solare decisamente sottotono potrebbero rendere quantomeno interessante l’ultima parte dell’autunno ed il prossimo inverno. Naturalmente, qualora il Sole mostrasse invece un’accelerazione della propria attività, il risultato sarebbe probabilmente opposto, ovvero assisteremmo ad un “non inverno”. Data la distanza temporale, questa non si può nemmeno considerare una prospettiva meteo di lungo periodo, quanto piuttosto una constatazione di carattere storico/statistico. Ma la correlazione assai elevata tra ben precise combinazioni QBO/ciclo solare ed il carattere degli inverni corrispondenti, la rende comunque degna di nota.

Prospettive meteo-climatiche – estate/autunno

Il passaggio da Nina a Nino ha contribuito inizialmente (prima parte di giugno) a reiterare l’influenza delle perturbazioni atlantiche sull’Europa Occidentale e sull’Italia. A metà giugno, però, lo scenario è cambiato: masse d’aria africana, decisamente calde, si sono fatte strada sul Mediterraneo, verso la Spagna ed anche verso l’Italia, specie al Centro-Sud. Si è trattato della prima vera avvezione africana, che ha segnato un ingresso in grande stile dell’estate tipica degli ultimi 10-15 anni, quando l’anticiclone africano ha spesso sostituito quello delle Azzorre. Poi, poco dopo metà luglio, si è verificato il primo break fresco e perturbato. Quindi, le avvezioni africane hanno di nuovo preso il sopravvento, anche se si è trattato di un comportamento “a ondate” e non più continuativo come nella prima parte dell’estate.

Le indicazioni di massima dei principali modelli per le prossime 2-3 settimane disegnano ancora un quadro sostanzialmente estivo. Verso la fine del mese si prevede un progressivo arretramento dell’avvezione africana ormai in corso, anche a causa della spinta di correnti umide e fresche atlantiche, ma per ora senza una netta “rottura” della stagione. Peraltro, tale “rottura” si è di solito verificata (almeno di recente) a settembre, tra la seconda e la terza decade del mese, in accordo con l’avvento astronomico dell’autunno astronomico (23 settembre), piuttosto che di quello meteorologico (1 settembre).

Gettando uno sguardo alla prossima stagione autunnale, le prospettive di un Nino debole nei prossimi mesi, se confermate, favorirebbero un autunno caratterizzato da oscillazioni nel flusso ovest-est probabilmente tali da condurre ad una stagione ragionevolmente piovosa. In sostanza, per ora sembra scongiurato un autunno con un Nino moderato/forte, che invece favorirebbe un flusso “teso”, limitando molto l’apporto piovoso, così necessario alla nostra Penisola, ora più che mai.

aaa

FabioDue

Ghiacci Marini Antartici – Situazione Luglio 2012

 

State pur certi che nessuno vi darà notizie sui Ghiacci Antartici finché saranno in buona salute

 

Estensione:

 

 

Anomalia Concentrazione:

 

 

Area:

 

 

Trend Anomalia Estensione:

 

 

Curiosità:

Rispetto a 10 anni fa abbiamo 0.8milioni di kmq di estensione in più e 0.8 in più di area.

Rispetto a 20 anni fa abbiamo 0.1milioni di kmq di estensione in più e 0.7 in più di area.

Rispetto a 30 anni fa abbiamo 0.5milioni di kmq di estensione in più e 0.8 in più di area.

 

 

Fabio Nintendo