È NATO PRIMA L’UOVO O LA GALLINA ?

Un saluto a voi, popolo di NIA.
Molti di voi quest’oggi aprendo la home del blog si saranno sicuramente chiesti chi degli articolisti NIA ama molto bere vino. E forse vi sarete ancor più stupiti nel costatare che l’alcolista è il ““meteorologo”” di fiducia.
Scherzi a parte, anche se è vero che adoro il vino, ho aperto l’articolo usando il paradosso dell’uovo e della gallina, perché oggi vorrei discutere con voi di un altro paradosso, sicuramente meno famoso, ma di certo più in tema con il nostro amato blog: sto parlando del paradosso delle SSTA atlantiche. Quante volte, leggendo articoli meteo, vi sarà capitato di leggere frasi del tipo :“le cose non cambieranno finchè quell’anomalia negativa stazionerà in pieno atlantico…”; o ancora: “le anomalie positive a nord favoriranno la formazione di anticicloni di blocco..”.
Per farla breve, in tutti i siti meteo si continuano a riempire pagine e pagine di articoli in cui vengono effettuate previsioni o tracciate linee di tendenza sulla base della sola analisi delle anomalie atlantiche, senza spiegare in alcun modo quali fenomeni siano alla base di dette anomalie. E la cosa più grave è che in alcuni casi si tende a spacciare la dislocazione di tali anomalie come causa unica delle dinamiche circolatorie che influenzano il vecchio continente.
Ebbene, è inutile che vi dica che si tratta di un approccio del tutto errato: nella quasi totalità dei casi, la disposizione delle SSTA è conseguenza diretta di specifici pattern atmosferici che caratterizzano la circolazione emisferica e dunque anche quella europea. Detta più semplicemente, tanto le anomalie atlantiche quanto le vicissitudini meteo europee (comprese ovviamente quelle di casa nostra) sono figlie della stessa causa: da qui nasce il paradosso delle SSTA. Facciamo un esempio per chiarire meglio la questione.
Torniamo indietro di qualche mese, e precisamente alla prima metà dell’estate 2012 (inizio giugno-20 luglio). Ricorderete tutti cosa accadde in quei mesi a livello meteo sull’Europa. Brevemente, il vecchio continente europeo si è trovato costantemente diviso in due, con l’Europa centro settentrionale (Regno unito in primis) sferzata di da correnti fresche e piovose e con le regioni più meridionali continuamente sotto il tiro dell’aria calda africana. Contemporaneamente l’Atlantico, nella sua porzione centro orientale, si presentava insolitamente freddo, a causa di un estesa anomalia negativa i cui minimi erano posizionati proprio al centro dell’oceano:

Ora vi chiedo con tutta onestà: quante volte di quei tempi avete sentito dire che la causa del continuo passaggio delle basse pressioni in pieno atlantico e della conseguente risalita africana sulle regioni centro-meridionali italiane, era da ricercare nella presenza di quell’anomalia negativa in pieno atlantico, in quanto le anomalie negative richiamano le basse pressioni ecc ecc…? Ebbene si tratta di una grandissima cavolata, in quanto le cose stanno all’esatto contrario: la presenza di quell’anomalia così pronunciata era la conseguenza diretta di un flusso perturbato insolitamente basso e forte, e non la causa. Insomma, sia la configurazione delle SSTA sia le condizioni a livello meteo-climatico sull’Europa erano entrambi conseguenza di un particolare pattern atmosferico, che ha insistito con decisione e per lunghissimo tempo (addirittura da aprile-maggio fino alla fine delle seconda decade di luglio): sto parlando del pattern NAO– associato ad un vortice polare molto debole.
Non è assolutamente questa la sede adatta per discutere dettagliatamente della NAO (Nord Atlantic Oscillation). Diciamo solo brevemente che, quando si hanno periodi molto lunghi governati dallo schema circolatorio NAO–, un figura di alta pressione tende a stazionare in modo anomalo sull’Islanda-Groenlandia meridionale. In queste condizioni il flusso zonale si vede costretto a transitare molto più in basso del normale e l’alta pressione delle azzorre, molto debole, viene ricacciata ancora più in basso. La posizione molto più meridionale di un ramo dello jet-stream determina la formazione di forti anomalie negative in pieno atlantico. Per rendere meglio l’idea, vi mostro un immagine molto carina che schematizza il pattern NAO–:

Ora giochiamo al gioco delle somiglianze con questa carta delle SSTA relativa a fine giugno 2012:

Come si vede, l’immagine schematica con quella reale delle SSTA sono praticamente coincidenti. A tal proposito, l’aumento dei forti venti occidentali connessi al deciso abbassamento del getto, determina l’approfondirsi delle anomalie negative in Atlantico. Nello specifico le anomalie negative tendono a svilupparsi lungo la linea che connette il golfo del Messico e l’Europa occidentale che è la linea immaginaria lungo cui scorrono i fronti perturbati connessi ad una forte circolazione westerly. Al contrario, a latitudini più elevate (Islanda-Groenlandia e Canada) prendono piede anomalie di segno +, a causa del duraturo aumento pressorio.
L’unica vera differenza, percepibile solo da un occhio particolarmente attento, è che nella prima carta (quella schematica) il canale freddo (e perturbato) è meno inclinato, nel senso che questo tende ad “attraccare” più a sud (Iberia) rispetto alla carta reale. In quest’ultima infatti il canale freddo approda in Europa a partire dal Regno Unito, mentre sulla penisola iberica prevalgono anomalie positive. Tale differenza è dovuta semplicemente al fatto che lo schema fa riferimento ad una situazione invernale, in cui il flusso zonale è di qualche grado più basso. Ecco come si presenta l’atlantico quando questo schema circolatorio si presenta in inverno:
• marzo 2010: siamo alla fine di un inverno caratterizzato per quasi tutta la sua durata da un pattern NAO–:


• dicembre 2010: siamo alla fine di un mese storico e di una fase caratterizzata da circa 40 giorni consecutivi di NAO pesantemente negativa:

In entrambi i casi fu addirittura scomodata la storiella del blocco della CDG (ma questo è un altro paradosso, forse anche più esilarante).
Tornando a parlare dell’estate appena conclusa, è chiaro che un simile pattern circolatorio anormalmente persistente, abbia causato, oltre che la distribuzione delle SSTA appena analizzata, una prima metà della stagione estiva molto fredda per diverse regioni dell’Europa occidentale. Le marcate anomalie positive presenti nel bacino del mediterraneo sono invece state causate da un anticiclone africano molto tenace in zona italica: anche in questo caso le SSTA sono una conseguenza e in nessun modo una causa. Le vere cause di detto trend climatico sono ben altre (purtroppo non è questa l’occasione giusta per analizzarle).

In conclusione, ribadisco quanto sin qui esposto: è assolutamente sbagliato pensare di poter tracciare una linea di tendenza dell’evoluzione meteo sulla base della sola disposizione delle SSTA atlantiche. Queste infatti, oltre a mutare con grande rapidità, sono causate dalle stesse dinamiche atmosferiche che finiscono per determinare gli scenari meteo anzidetti.
Con questo non voglio assolutamente dire che lo studio delle anomalie termiche atlantiche non ha valore. Anzi un attenta analisi della disposizione delle SSTA è molto utile per due principali ragioni:

1) anzi tutto perché, proprio per quanto detto sino ad ora, le anomalie atlantiche sono una vera e propria cartina da tornasole per individuare e dimostrare l’azione di uno schema circolatorio. In altre parole la disposizione delle SSTA ritrae in maniera limpida e chiara (almeno per chi le sa leggere) le dinamiche atmosferiche dominanti in azione. A tal proposito, in mancanza dei modelli e dei moderni strumenti di calcolo, l’analisi delle SSTA resta comunque lo strumento più valido e sicuro per individuare il pattern atmosferico dominante;

2) le anomalie possono indurre fenomeni di feedback positivo, i quali possono in qualche modo accentuare e/o prolungare l’assetto barico dominante (ad esempio un anomalia negativa in pieno atlantico può favorire lo stazionamento più duraturo di una bassa pressione in quella zona).

Purtroppo però sulla rete si continuerà a fare uso improprio di questo strumento da parte dei guru della meteo, i quali continueranno a giustificare e a prevedere la disposizione futura delle principali figure bariche sulla base della dislocazione attuale delle SSTA atlantiche. D’altronde, se dopo svariati millenni in molti ancora si stanno chiedendo se è nato prima l’uovo o la gallina, altrettanti millenni ci vorranno per riuscire a risolvere il più complicato enigma: nascono prima i movimenti atmosferici o le anomalie termiche atlantiche?

Riccardo

44 pensieri su “È NATO PRIMA L’UOVO O LA GALLINA ?

  1. Letto d’un fiato.
    Bellissimo articolo molto didattico. Grazie Riccardo.
    A questo punto non potevamo che stabilire il nuovo record negativo per l’estensione dei ghiacci artici in estate con queste configurazioni…. 🙁

      (Quote)  (Reply)

  2. bel pezzo riccardo…ma permettimi un osservazione…d’accordo cn te che sn le figure bariche che provocano quelle specifiche anomalie, ma una volta che esse si sn frmate, nn sn poi in grado di influenzare le successive dinamiche dei getti ?

    tra l’altro nei vari forum, ho letto di persone esperte che poi ammettevano che la storia delle stta nn ha nemmeno basi fisiche…

    ciao, ed ancora complimenti per l’articolo!

    Simon

      (Quote)  (Reply)

  3. Molto interrogativo come articolo….scusate la battuta… 🙂 e’ un bel dilemma questo, del resto anche Simon ha fatto una bella domanda, aspetto risposte di tutti anche io per analizzare la storiella….molto interessante!

      (Quote)  (Reply)

  4. e andiamo!!!!!
    super!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    ohhhhhhhhhhhh, un articolo di quelli stra-cazzuti che avrei tanto voluto fare io.
    grazie riccardo, finalmente uno che spiega come stanno le cose, chi è la causa di cosa.

    un discorso simile si fa e si dovrebbe fare anche tra T e CO2, infatti i fisici usano i carotaggi per determinare la relazione tra CO2 e Temperature, quando in realtà gli stessi carotaggi dicono il contrario, è la Temperatura la causa delle variazioni di CO2

    da questo articolo però bisogna assolutamente specificare i 3 importantissimi indici oceanici, PDO, AMO ed ENSO che sono invece frutto essi stessi di dinamiche circolative ma assumono poi un ruolo di feed-back talmente forte che non è possibile ignorare.
    cioè, la normale disposizione delle SST ha una forza di feed-back debole, mentre i 3 indici oceanici no

      (Quote)  (Reply)

  5. Il commento di Fabio risponde in pieno alle vostre domande:

    “bisogna assolutamente specificare i 3 importantissimi indici oceanici, PDO, AMO ed ENSO che sono invece frutto essi stessi di dinamiche circolative ma assumono poi un ruolo di feed-back talmente forte che non è possibile ignorare.
    cioè, la normale disposizione delle SST ha una forza di feed-back debole, mentre i 3 indici oceanici no ”

    d’altronde anch’io nell’articolo ho specificato che:

    “le anomalie possono indurre fenomeni di feedback positivo, i quali possono in qualche modo accentuare e/o prolungare l’assetto barico dominante (ad esempio un anomalia negativa in pieno atlantico può favorire lo stazionamento più duraturo di una bassa pressione in quella zona)”.

    il discorso è che, in riferimento all’atlantico extratropicale, le energie in gioco sono molto scarse….in altre parole le anomalie atlantiche non possono innescare potenti fenomeni di retroazione (feedback) tali da forzare pesantemente la circolazione atmosferica….

      (Quote)  (Reply)

  6. Ho letto il pezzo. Il tema è interessante e da tempo se ne discute. Non credo che nessuno abbia la verità in tasca. Tra l’altro c’è una parziale contraddizione: dire che le anomalie delle SST producono feedback positivi è come dire che alla fine determinano scenari barici. Ma la domanda che vorrei fare è uqesta: se le SSTA sono solo un riflesso di pattern barici come la NAO negativa o positiva, quali sono le cause che determinano tali pattern barici? saluti

      (Quote)  (Reply)

  7. aldo meschiari :

    Ho letto il pezzo. Il tema è interessante e da tempo se ne discute. Non credo che nessuno abbia la verità in tasca. Tra l’altro c’è una parziale contraddizione: dire che le anomalie delle SST producono feedback positivi è come dire che alla fine determinano scenari barici. Ma la domanda che vorrei fare è uqesta: se le SSTA sono solo un riflesso di pattern barici come la NAO negativa o positiva, quali sono le cause che determinano tali pattern barici? saluti

    il sistema caotico atmosferico potrebbe anche non aver bisogno di avere una spiegazione all’enorme variabilità presentata dai movimenti barici.
    le SST sono conseguenza di questi movimenti ma come si sa, aperta una strada è più facile passare di li, anche per una questione di energia (ma non sono un fisico e non so a quele energia dobbiamo guardare).

    le SST hanno un effetto retroattivo debole, nel senso che molto probabilmente favoriscono una dinamica particolare, ma non la indicizzano

      (Quote)  (Reply)

  8. @aldo meschiari

    Aldo meschiari… Ma sei lo stesso del Meteogiornale ?

    Non mi è ben chiara la tua domanda a proposito della sottolineata contraddizione, soprattutto alla luce dei chiarimenti nei post tra Riccardo e Fabio Nintendo.
    Potresti riformularla in modo più specifico, ossia commentando anche le osservazioni dei post ?

    Sulla riflessione dei pèattern atmosferici. In certa parte sono spiegabili e pure spiegati (leggi l’articolo prorpio di Riccardo a proposito della PEG).
    Si intende che non si hanno tutte le rispsote in tasca, tuttavia alcune cose cominciano ad emergere. Se avrai pazienza di seguire NIA credo che in futuro avremo accasioni per dicuterne.

    Tuttavia una curiosità l’ho. Tui come la pensi a proposito delle cause relative ai pattern ?

      (Quote)  (Reply)

  9. @Zambo

    Sono quello del MTG, sì.
    L’articolo ha il difetto di mostrare una verità assoluta, quando invece in questo campo bisognerebbe andarci coi piedi di piombo.
    Penso che le SSTA siano un buon indicatore per evidenziare i pattern, come evidenziato dal pezzo correttamente. Trovo però arduo pensare che gli scenari barici e le SSTA nascano assieme. Infatti se le SSTA sono innescate da certi scenari barici allora nasceranno dopo un certo lasso di tempo: ad esempio un blocco altopressorio favorisce la formazione di SSTA positive, ma ci vuole un certo lag temporale.
    Se invece le SSTA dipendono da altri fattori oceanici ancora non ben conosciuti, allora sono esse a determinare gli scenari barici.
    Stiamo cmq parlando di un sistema fortemente non lineare.
    Difficile dare una risposta definitiva.
    Resta cmq più che opportuna l’analisi in fase previsionale delle SSTA, come specchio di pattern barici in atto.
    saluti

      (Quote)  (Reply)

  10. anche Michele, Zambo, fabio 2 e Nintendo nn scherzano eh… 😉

    e me ne sto dimenticando di sicuro qualcuno…

    insomma NIA è sempre più grande!

    grazie ragazzi!

      (Quote)  (Reply)

  11. Complimenti per l’articolo, letto anche io tutto d’un fiato.

    Alla fine mi é venuto da pensare a questo:
    le temperature superficiali possono essere fortemente influenzate dalle condizioni meteo, se piove molto (tipo con la bassa al largo del Portogallo) la temperatura non potrà far altro che calare; al contrario con una zona di alta pressione di solito si ha bel tempo, quindi il sole riscalda l’acqua.

    Se le configurazioni bariche rimangono fisse per diverso tempo, le differenze tra caldo e freddo aumentano sempre di più e saranno in grado di influenzare le masse d’aria che vengono spinte sopra di esse.

    Cosa ne pensate?

    Ciao
    Matteo

      (Quote)  (Reply)

  12. Fabio Nintendo :e andiamo!!!!!super!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    ohhhhhhhhhhhh, un articolo di quelli stra-cazzuti che avrei tanto voluto fare io.grazie riccardo, finalmente uno che spiega come stanno le cose, chi è la causa di cosa.
    un discorso simile si fa e si dovrebbe fare anche tra T e CO2, infatti i fisici usano i carotaggi per determinare la relazione tra CO2 e Temperature, quando in realtà gli stessi carotaggi dicono il contrario, è la Temperatura la causa delle variazioni di CO2
    da questo articolo però bisogna assolutamente specificare i 3 importantissimi indici oceanici, PDO, AMO ed ENSO che sono invece frutto essi stessi di dinamiche circolative ma assumono poi un ruolo di feed-back talmente forte che non è possibile ignorare.cioè, la normale disposizione delle SST ha una forza di feed-back debole, mentre i 3 indici oceanici no

    La cosa divertente è che se tu leggi quello che dicono gli astronomi a proposito dell’evoluzione del pianete Venere, ebben ti spiegano proprio questo: la maggiore vicinanza al Sole ha provocato un mutamento chimico dell’atmosfera (evaporazione dell’acqua, ad esempio), che ha portato ad un inizio di effetto serra che POI ha liberato la CO2 dalle rocce in cui era intrappolata, ma solo POI, non prima.

      (Quote)  (Reply)

  13. ma infatti, le possibilità che sia la temperatura ad influire sulla quantità di CO2 in sospensione nell’atmosfera sono ben forti, i carotaggi ci dicono questo.
    chi “crede” nell’AGW parla di feed-back molto forti da parte della CO2 in senso di riscaldamento.

    per questo la visione dell’IPCC è ad indirizzo unico, perchè con feed-back considerati così forti il processo non può che diventare esponenziale.
    ma solo loro credono a panzate cosmiche così grandi

      (Quote)  (Reply)

  14. aldo meschiari :Ho letto il pezzo. Il tema è interessante e da tempo se ne discute. Non credo che nessuno abbia la verità in tasca. Tra l’altro c’è una parziale contraddizione: dire che le anomalie delle SST producono feedback positivi è come dire che alla fine determinano scenari barici. Ma la domanda che vorrei fare è uqesta: se le SSTA sono solo un riflesso di pattern barici come la NAO negativa o positiva, quali sono le cause che determinano tali pattern barici? saluti

    Il Sole magari…….le sue variazioni di attività (positive e negative, grandi e piccole) si riverberano nel nostro sistema atmosferico (in realtà l’insieme di atmosfera, oceani, continenti). il punto è COME si riverberano.

    Ammetto comunque che, finora, il punto d’ingresso (o i punti d’ingresso) di tali variazioni non li abbiamo ancora trovati con certezza. A naso direi prima di tutto l’atmosfera, poi continenti e infine oceani (anche a causa dell’inerzia termica dell’acqua).
    Poi, però vanno considerate anche le influenze reciproche tra atmosfera e oceani, oceani e continenti, continenti ed atmosfera. E qui le cose si complicano maledettamente…….

      (Quote)  (Reply)

  15. aldo meschiari :

    . Ma la domanda che vorrei fare è uqesta: se le SSTA sono solo un riflesso di pattern barici come la NAO negativa o positiva, quali sono le cause che determinano tali pattern barici? saluti

    Quali cause ?
    Bande di plasma oppure….
    se vogliamo impostare la discussione sul pesce grosso che mangia il pesce piccolo in cerca delle cause primarie, allora potrei dire…. l’elettromagnetismo (EM) e le maree tidali planetarie (Gravitazione) del sistema solare.
    http://daltonsminima.altervista.org/?p=11716
    Queste sono le grandi forze che si mescolano costantemente e plasmano sia le dinamiche geologiche, che atmosferiche e oceniche su cicli e sotto cicli di diverse scale temporali..
    A partire dal ciclo solare….
    http://personal.eunet.fi/pp/tilmari/
    per passare ai
    60 anni del ciclo di Giove-Saturno (Scafetta)
    http://daltonsminima.altervista.org/?p=9533
    per passare ai
    178 anni del ciclo di King-Hele (Fairbrige-Charvatova etc…)
    http://daltonsminima.altervista.org/?p=10374
    etc..
    etc….
    fino ad arrivare ai grandi battiti….

      (Quote)  (Reply)

  16. aldo meschiari :
    Ho letto il pezzo. Il tema è interessante e da tempo se ne discute. Non credo che nessuno abbia la verità in tasca. Tra l’altro c’è una parziale contraddizione: dire che le anomalie delle SST producono feedback positivi è come dire che alla fine determinano scenari barici. Ma la domanda che vorrei fare è uqesta: se le SSTA sono solo un riflesso di pattern barici come la NAO negativa o positiva, quali sono le cause che determinano tali pattern barici? saluti

    Anzitutto sono felice di aver portato a scrivere su NIA un grande come Aldo Meschiari…..
    La problematica è sicuramente complessa e merita approfondimenti…..
    premesso che come dice lei la verità assoluta non ce l’ha in tasca nessuno (almeno tra noi comuni mortali), mi permetta di aggiungere qualche considerazione..:
    1) le situazioni di SSTA atlantiche come quelle che ho portato come esempio nell’articolo (giugno-luglio 2012; dicembre 2010 ecc..) sono al 100% frutto di un pattern NAO– molto spinto indotto da “cause di forza maggiore” (che non si possono spiegare così su due piedi)……su questo non c’è neanche bisogno di discutere (sarebbe come ragionare sul fatto che 2+2=4)…..
    quello che noi chiamiamo pattern NAO– è in realtà una forzatura alla normale circolazione (caratterizzata da un forte ciclone di islanda e da una zonalità sparata) dalle proporzioni “bibliche” che non ha nulla a che vedere con la debole azione forzante indotta dalle SSTA dell’atlantico extratropicale…..
    almeno per quanto mi riguarda, le retroazioni che possono indurre le anomalie atlantiche sono veramente poca cosa e non hanno nulla a che vedere con i pattern in grado di determinare e di caratterizzare la circolazione a livello emisferico anche per diverso tempo (e dunque anche europeo)…..quelle di cui parlavo io sono retroazioni di poco conto, in grado massimo di indurre dei cambiamenti a livello locale….ma quando si parla ad esempio della soppressione del ciclone d’Islanda e della circolazione zonale in generale (cosa che ha grosse ripercussioni sulla circolazione di TUTTO l’emisfero boreale), le povere SSTA atlantiche contano come il 2 di picche….
    se me lo consente,con tutto il rispetto, un errore che fate è di guardare sempre e solo alle carte europee…..quello che posso consigliare io è di allargare un po gli orizzonti…..

    2) per quanto concerne le vere cause, se avrà la pazienza di aspettare un qualche tempo, potrò darle sicuramente qualche delucidazione in più….la questione è talmente complessa che non si può assolutamente pensare di fornire risposte esaustive con un commento…..le posso assicurare però che la situazione è molto più lineare e chiara di quanto lei crede………

    cordiali saluti

      (Quote)  (Reply)

  17. Fabio Nintendo :

    ma infatti, le possibilità che sia la temperatura ad influire sulla quantità di CO2 in sospensione nell’atmosfera sono ben forti, i carotaggi ci dicono questo.
    chi “crede” nell’AGW parla di feed-back molto forti da parte della CO2 in senso di riscaldamento.

    per questo la visione dell’IPCC è ad indirizzo unico, perchè con feed-back considerati così forti il processo non può che diventare esponenziale.
    ma solo loro credono a panzate cosmiche così grandi

    Straquoto … 🙂

    I carotaggi stessi sono la dimostrazione che il riscaldamento indotto dalla CO2 é un mito, perché semplicemente le glaciazioni non potrebbero esistere … superata una soglia di concentrazione il raffreddamento non sarebbe più possibil… mentre di fatto dopo alcuni millenni di CO2 ai massimi si ripiomba in un periodo glaciale.

    Grazie Riccardo …

      (Quote)  (Reply)

  18. ice2020 :

    Si si è proprio il mitico Aldo Meschiari dell’mtg…

    Cmq lasciatemelo dire…NIA ha un genio…il suo nome è Riccardo! :)

    Ti ringrazio di cuore Simon, ma questa volta sbagli di grosso…..il sottoscritto tutto è tranne che un genio…. 😆

      (Quote)  (Reply)

  19. Non amo particolarmente coloro che, in meteorologia, assumono caratteri perentori quale il suo.
    Non si è minimamente curato di spiegare i feed back di risposta del sistema atmosfera di fronte alle predette anomalie (ah gia lei li nega) ma solo a dire che sono causa e non, a loro volta effetto . Ci sono, ad esempio studi (che la invito a cercare tra un uovo e una gallina) i quali operano un’opportuna distinzione sulla base delle stagioni in cui queste dinamiche si compiono. Mi piacerebbe , vista la sua posizione oltranzista, capire se e quale valore attribuisce, se ne attribuisce alcuna, al deciso riscaldamento dell’artide nell’impatto sulla circolazione atmosferica e come spiegherebbe altre dinamiche simili.
    Personalmente rispetto qualunque posizione se educata e composta .
    Un po meno se saccente e strafotente come la sua .
    Saluti

      (Quote)  (Reply)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Immagine CAPTCHA

*

Aggiungi una immagine

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.