Introduzione
Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.
La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.
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L’autunno – riepilogo
Finora, l’autunno italiano, ma anche europeo, è stato caratterizzato da una prevalenza di alte pressioni, specie nell’area mediterranea, con presenza di vaste anomalie positive di temperatura. Ottobre, da questo punto di vista, tranne una piccola parentesi fredda, è risultato particolarmente asciutto e mite, al Sud persino caldo. Anche novembre inizialmente ha mostrato le medesime caratteristiche. Ora qualcosa potrebbe cambiare, almeno temporaneamente. Potrebbe, si sottolinea, in base alle previsioni, che mostrano una progressiva accentuazione, tipicamente autunnale e novembrina, delle fasi di maltempo, unita ad un successivo probabile calo progressivo e forse anche marcato delle temperature.
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Gli indici: i valori del mese precedente
Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente (settembre)
- ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (-0,19) 0,094
- PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,48) -0,87
- AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,29) +0,38
- QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+13,1) +11,7
- QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+7,6) +8,7
- MJO (Madden-Julian Oscillation): risulta tuttora estremamente debole, in zona 2, l’intensità è prevista ancora molto debole almeno fino a fine mese, pertanto non appare al momento significativo.
Commento indici
l’ENSO ormai da molti mesi si mostra sostanzialmente neutro, salvo una debole Nina nel comparto est (zone 1+2, a ridosso delle coste del Sudamerica).
Si ritiene che tale particolarità sia la ragione principale della instabile stagione primaverile e dell’avvio di quella estiva in tono minore rispetto al recente passato.
Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano un ulteriore prolungamento di sostanziali condizioni di neutralità, almeno per l’intera stagione invernale e non vedono con chiarezza alcun cambiamento sostanziale successivo. Fino ad ottobre, invece, il NOAA prevedeva il ritorno di un pur debole Nino nel corso dell’inverno.
Come noto, le anomalie sottosuperficiali di temperatura possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO, indipendentemente dalle previsioni del NOAA, pur da prendere seriamente in considerazione. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,
Rispetto ai mesi precedenti, ma ormai da un anno circa, le anomalie positive e negative si rafforzano e si indeboliscono alternativamente. Perdura pertanto l’equilibrio tra anomalie di segno opposto, senza che nessuna delle due prevalga sull’altra chiaramente ed in modo durevole. Attualmente le anomalie negative appaiono in ritirata rispetto a quelle positive. Queste ultime, però, risultano indebolite in termini di intensità, rispetto ai mesi precedenti. In sostanza, la rilevazione conferma al momento le previsioni NOAA circa il prolungamento delle attuali condizioni di neutralità su tutto l’Oceano Pacifico equatoriale.
Le anomalie superficiali ENSO mostrano da lungo tempo un’alternanza di deboli anomalie di segno opposto. In Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, predominano anomalie positive.
http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/index.html
La presenza di una anomalia negativa in Oceano Atlantico, tra il Nordamerica e l’Europa ma più prossima alle coste americane, è sintomo e promessa di ripetuti affondi ciclonici nell’area, che se confermati favorirebbero una maggiore tenuta lungo i meridiani dell’anticiclone appena ad ovest del Mediterraneo, consentendo probabilmente qualche discesa incisiva di aria fredda sul suo bordo orientale, diretta sull’Italia e/o sui Balcani.
La PDO è tornata negativa da alcuni mesi ormai, dopo una brevissima escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg
L’AMO si conferma più che mai in territorio positivo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’ AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.
La QBO30 è cresciuta nettamente, anche se al momento segna un (temporaneo) calo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.
La QBO50 è ormai nettamente positiva ed in continua crescita. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015.
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La fine dell’autunno 2013: l’accelerazione della stagione ed i primi segnali invernali
I prossimi giorni
L’autunno ci ha finora riservato una prevalenza di figure anticicloniche, alternate ad alcuni temporanei ma localmente anche molto intensi episodi di maltempo. Il freddo, l’anticipo d’inverno, si è visto solo brevemente nei primi giorni di ottobre. Ora la stagione autunnale ci propone una almeno temporanea accelerazione: assisteremo a più di una ondata di maltempo e probabilmente dovremo fare i conti con una prima consistente diminuzione delle temperature, che potrebbe condurci a valori decisamente sotto la media della seconda metà di novembre.
Di seguito è riportata la previsione GFS per le prime ore di venerdì 22 novembre e relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:
Nell’immagine, si nota bene la tendenza dell’anticiclone delle Azzorre ad ergersi verso nord, consentendo una discesa fredda artica lungo il suo bordo orientale, in direzione prima del Mare del Nord e poi della Francia. L’Italia al momento si trova sul bordo orientale della depressione e pertanto, almeno inizialmente, sarebbe interessata da correnti miti ed intenso maltempo. Infatti, le previsioni per i prossimi giorni (ma ormai possiamo parlare di attualità) prospettano una prima importante fase di maltempo, per gran parte della nostra Penisola, con precipitazioni su Sardegna, versante centrale tirrenico e Nordest. Vi sarà opportunità anche per numerosi temporali al Sud.
In una fase successiva, all’incirca attorno al 25, la persistenza di una relativa area depressionaria nei pressi dell’Italia potrebbe fungere da invito per un primo importante affondo freddo artico. Attualmente la direttrice principale è costituita dalle nazioni alpine (Austria, Svizzera, Germania meridionale, Francia orientale). Le conseguenze che ad oggi si possono stimare comprenderebbero: un generale calo delle temperature, specie al Nord e in parte anche sulle regioni adriatiche; le prime possibili gelate in Pianura Padana, ma anche precipitazioni nevose fino a quote medie sull’Appennino centro-settentrionale.
Si tratterebbe, insomma, di una degna chiusura della stagione autunnale, pur senza l’ingresso del freddo invernale. Sarebbe poi compito dell’inverno ormai alle porte ribadire e rincarare o smentire quanto lasciato in eredità dall’autunno.
Possibile evoluzione successiva (Inizio Dicembre)
Come accennato poc’anzi, la via di uscita da una situazione di persistenza dell’alta pressione subtropicale, che appariva “bloccata” fino a pochi giorni fa, è ormai tracciata.
Attualmente, AO e NAO, dopo un lungo periodo di valori nettamente positivi, mostrano un netto calo verso una sostanziale neutralità, che potrebbe perdurare almeno fino a fine mese, se non addirittura accentuarsi.
Naturalmente, non dimentichiamoci mai del fatto che AO e NAO non sono indici predittivi, ovvero non anticipano tendenze, ma solo descrittivi, quindi sintetizzano quanto il modello di previsione GFS già prospetta in dettaglio. Inoltre, osserviamo come la dispersione dei membri previsionali di AO e NAO sia rilevante, almeno nell’ultima settimana di novembre: in parole povere, si nota come le linee rosse delle previsioni si aprano a ventaglio verso fine mese, segno di una maggiore incertezza circa la tendenza media.
E poi? Arriverà l’inverno? Oppure l’anticiclone delle Azzorre prevarrà nuovamente, impedendo di nuovo alle perturbazioni e al freddo artico di raggiungere il Mediterraneo?
Al momento, le previsioni stratosferiche indicano che il Vortice Polare, ora compatto a tutte le quote, tende a divenire ellittico, con asse compreso tra Siberia orientale e Canada, mentre l’Europa sarebbe interessata solo da ondulazioni marginali del Vortice, perpendicolari all’asse di ellitticizzazione. Inoltre, nel lungo termine le previsioni suggeriscono che il Vortice Polare tenda a ricompattarsi nuovamente. Pertanto, le prospettive per l’Europa e l’Italia non sembrano al momento essere quelle dell’ingresso in grande stile dell’inverno, quanto piuttosto di scambi meridiani solo temporanei, seguiti da un probabile ritorno dell’alta pressione.
Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.
FabioDue