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E’ tornato alla carica !

La passata giornata leggendo i vari post su fb, uno strano mesaggio mi ha incuriosito. Messaggio che si collegava a questo articolo :

Discutere di cambiamento climatico in modo sensato

Preso dalla estrema curiosità ho allora aperto immediatamente il link, in cerca di questa fantomatica discussione “sensata“.  Passano pochi secondi e come per magia si apre lo sfondo della home : Effetto Cassadra… è lui o non lui ? Certo che è lui !

Simon è tornato ! 🙂

Direi che è tornato in splendida forma dopo l’uscita di una recente carta che contraddice la recente pausa del riscaldamento globale.

http://ugobardi.blogspot.it/2013/11/clima-la-bufala-della-pausa-nel.html

Ho già proposto una serie di repliche, di seguito riporto “printscreen” di un mio recente messaggio, depositato nello specifico articolo, a titolo “sensato“…

Post Ugo Bardi 2L’interrogativo che mi pongo è il seguente :

L’interrogativo : Credete che le repliche al mio messaggio si manterrano sensate ?

Con questo non voglio affermare che il Dott.Bardi stia riportando o scrivendo fesserie, certo è che la posizione mi sembra molto estrema.

Variabili naturali completamente trascurate !

Sono le ore 15:06 di Domenica 17 Novembre, quanto tempo passerà prima che una replica arrivi al mio messaggio ?
Credo che la lista di lavori scientifici riportati nel messaggio non verrà minimamente presa in considerazione. Sarà una nuova replica in stile “partito preso” non un condividere e prendere esperienza dalle ricerche scientifiche altrui.

Saluti,
popolo di Nia

Michele

Aiutatemi a comprendere il pensiero del vice presidente IPCC

Thomas Stocker è il vice presidente dell’IPCC e circa una quindicina di giorni fa ha presentato il nuovo protocollo sui cambiamenti climatici.

http://www.climate.unibe.ch/~stocker/

Stocker afferma nella press release del 27 Settembre 2013 :

Le emissioni continue dei gas serra causeranno un ulteriore riscaldamento e cambiamenti in tutte le componenti del sistema climatico. La limitazione al cambiamento climatico richiederà notevoli riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra .

http://www.ipcc.ch/news_and_events/docs/ar5/press_release_ar5_wgi_en.pdf

Scopriamo poi che fra le sue recenti pubblicazioni, c’è questa carta :

http://journals.ametsoc.org/doi/abs/10.1175/JCLI-D-12-00690.1

Inizio dell’amplificazione della piccola era glaciale nel mare e retroazione del sistema ghiacciooceano-atmosfera

Flavio Lehner, Andreas Born, Christoph C. Raible, e Thomas F. Stocker

Riassunto

L’inizio della Piccola Età Glaciale ( ~ 1400-1700 dC ) si crede….

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La Rubrica di NIA: un anno di ghiacci marini

Preciso prima di iniziare l’articolo che i mancati resoconti mensili dei ghiacci sono stati causati dai miei impegni che mi hanno impedito completamente di seguire anche queste cose.

Mi scuso se nessuno mi ha sostituito, ma anche gli altri avevano molte difficoltà a seguire gli articoli.

 

Quindi faccio un articolo riassuntivo per quanto riguarda l’anno solare 2012 per i ghiacci marini, sia Artici che Antartici.

Prima di tutto inserisco una lista mese per mese della graduatoria che il valore totale (somma dei ghiacci Artici e Antartici) ha assunto dal 1979, anno di inizio delle rilevazioni

 

La posizione è indicata dal 1° posto di minore estensione fino al 34° posto di massima estensione

Gennaio: 14°

Febbraio: 11°

Marzo: 10°

Aprile: 29°

Maggio: 14°

Giugno: 5°

Luglio: 3°

Agosto: 1°

Settembre: 1°

Ottobre: 3°

Novembre: 3°

Dicembre: 4°

 

Come si può facilmente intuire la causa del drastico calo di estensione è stata provocata dalla crisi artica dell’estate 2012 nel quale è stato toccato un nuovo minimo assoluto, allo stesso tempo nulla ha potuto il nuovo massimo assoluto dei ghiacci Antartici, in quanto si tratta di un fenomeno con una anomalia decisamente diversa.

Da sottolineare anche il valore di Aprile, il 5° più esteso dal 1979, praticamente nel periodo dell’anno dove l’Antartico si trova al suo minimo e l’Artico al suo massimo (sarebbe Marzo, ma Aprile è comunque un mese che presenta queste caratteristiche), diametralmente opposto rispetto ad Agosto e Settembre ci sia stata una situazione di valore di estensione così diversa come graduatoria.

Questo è segno di una maggiore variabilità annuale presentata da parte dei ghiacci marini di entrambi i poli.

 

Ora un po’ di grafici.

Ho preso i singoli valori mensili e ne ho calcolato la media annuale per entrambi i poli.

Queste sono le anomalie annuali dei ghiacci Artici (su media 1981-2010)

 

Per via della crisi estiva il 2012 risulta essere l’anno peggiore per l’Artico da inizio serie, a fronte di una media di 11.8milioni di kmq ne abbiamo avuti solo 10.6

Per quanto riguarda il valore minimo annuale (Settembre) si tratta chiaramente del meno esteso da inizio serie con un trend che incredibilmente, se dovesse rimanere tale porterebbe all’incirca per il 2065 alla possibilità di assenza di ghiaccio nell’artico durante il minimo estivo.

Per ora i catastrofisti gioiscono, ma tanto da gioire lo sanno solo loro dove stia.

Il massimo annuale (Marzo) si è comportato molto meglio (come scritto è aumentata la variabilità annuale) arrivando a toccare l’estensione più alta dal 2003 ed il 10° massimo meno esteso.

In tempi di crisi è un valore niente male.

Passiamo ora alle anomalie Antartiche

 

 

risulta essere il 3° anno più esteso, con un valore pressoché identico rispetto al 2010 e di poco più basso a quello del 2008, siamo in situazione di anomalia positiva a fronte di una media di 12.0milioni di kmq il valore del 2012 si attesta intorno a 12.4milioni

il minimo annuale (Febbraio) è stato decisamente positivo, è stato infatti il 4° più esteso della serie, ben +0.6milioni di kmq che a fronte di una media di Febbraio di 4.4 è un discreto valore

Per quanto  riguarda il massimo annuale (Settembre) è già stato scritto che si è trattato del valore più elevato mai misurato dai satelliti.

Inutile dire che sia massimo che minimo annuale presentano trend crescenti.

L’Antartide continua ad andare contro-corrente e sino ad ora si è andato avanti dando cmq la colpa al riscaldamento globale, la stessa causa individuata anche per l’aumentato valore di estensione che raggiungono le nevi durante la stagione invernale boreale.

Prendo adesso gli ultimi due grafici che riguardano i ghiacci totali, ovvero la somma dei 2 poli

 

Il primo grafico riguarda i valori assoluti

 

 

Mentre quest’altro le anomalie su media 1981-2010

 

 

Si è trattato del 4° anno “peggiore” dal 1979 ma se i dati vengono mostrati con una scala, seppur piccola, ma in grado di contenere al suo interno tutta la possibile variabilità annuale, ecco che questo calo così importante mostrato dalle anomalie risulta avere ordini di grandezza decisamente piccoli.

Infatti una anomalia di 0.8milioni di kmq a fronte di una media di 23.8 rappresenta circa il 3.4%

 

FBO

La vera spiegazione “scientifica” per l´aumento della CO2 A Muana Loa

Dal 1955  lavora a Mauna Loa alle Hawaii il laboratorio di monitoraggio climatico e diagnostico, in cui vengono effettuate le misurazioni delle concentrazioni di anidride carbonica (CO2). Credo che molti dei nostri lettori qui hanno incontrato il grafico sottostante, dove sono mostrati tali misure di CO2 in ppm (parti per milione). 
Come si può notare dal 1955 ad oggi, anno 2012, vi é in effetti un aumento delle concentrazioni di CO2 misurate dalla stazione laboratorio di Mauna Loa, circa il  39% . Tuttavia, questa stazione di misura è nel parco nazionale dei vulcani delle Hawaii, dove ci sono i vulcani Mauna Loa, Kilauea e Hualalai. Il Mauna Loa è il più grande vulcano attivo del pianeta.L’eruzione del Kilauea è iniziata nel 1983 e da allora ha continuato la sua attività ed è considerato il vulcano più attivo in tutto il mondo. La mappa qui sotto illustra la posizione dei vulcani delle Hawaii.
Durante la loro attivitá i vulcani  emettono nell´ atmosfera grandi quantità di biossido di carbonio, molto più che le semplici attività umane, che costituiscono solo il 6% delle emissioni totali, almeno cosí dicono. Poiché la stazione di misurazione del biossido di carbonio è sul lato dei vulcani, uno essendo il più attivo e attualmente in eruzione, sarebbe logico pensare che  l’aumento di CO2 é associato a queste attività vulcaniche e non alle attività  umane. 
è come se si volesse misurare anidride solforosa sull´ETNA o a Pozzuoli (vicino alle solfatare)  e poi questo dato viene preso come base per tutto il mondo gridando che l´anidride solforosa sta contaminando tutta l´atmosfera del pianeta.
Un altro fattore che viene spesso ignorato quando si parla di riscaldamento globale, ma era la vera ragione della creazione delle stazioni di misurazione di CO2 a Mauna Loa, è l’influenza degli oceani nella concentrazione di questo gas nell’atmosfera. La vera ragione per l’installazione della stazione era solo per studiare la questione, ma fu presto utilizzato,  abbracciato ed adorato dagli “scienziati” dell´ IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). Siccome il Pacifico é  il più grande oceano della Terra, era giusto istallarlo su  un’isola delle Hawaii. La spiegazione dell’influenza del mare è la temperatura dell’oceano. Quando l’acqua è più calda, la capacità di mantenere solubile la CO2 diminuisce  e il gas viene rilasciato nell’atmosfera. L’opposto succede quando l´oceano é  freddo. Questo fa parte della legge di Henry.

Nella tabella qui sotto, abbiamo i valori del PDO (Pacific Decadal Oscillation), che secondo il meteorologo Eugenio Hackbart, è un modello della temperatura della superficie del mare nel Pacifico con tempistiche medie da 20 a 30 anni. Nota nel grafico, che tra il 1977 e il 1998, la DOP è stata positiva, indicando che l’Oceano Pacifico è stato più caldo rispetto alla media durante questo periodo. Come abbiamo visto, l´ oceano piú caldo ha ridotto la sua capacità di mantenere solubile la CO2, con un conseguente aumento del gas nell’atmosfera, come mostra realmente il grafico di Mauna Loa.

La funzione di questo post era quello di fare quattro osservazioni:
1: Non è possibile misurare la CO2 a livello mondiale con i dati di una sola stazione. 
2: L’aumento della CO2 trovato nella stazione di Mauna Loa è dovuta sia ad un aumento dell’attività vulcanica (principalmente dal vulcano Kilauea) sia per l´aumento della temperatura media dell’Oceano Pacifico tra il 1977 e il 1998, come dimostrano i valori della DOP. 
3: E ‘ridicolo associare l’aumento della CO2 alle attività umane prendendo in considerazione la sola stazione di Muana Loa.
4: L’aumento della CO2  è dovuto all´aumento della temperatura (degli oceani) e non il contrario.
SAND-RIO

Se il clima surriscalda gli animi

Articolo scritto da Fabio Pontiggia e pubblicato sul Corriere del Ticino: http://www.cdt.ch/commenti-cdt/editoriale/58949/se-il-clima-surriscalda-gli-animi.html

I cambiamenti climatici sul nostro pianeta stanno uccidendo la capacità di dibattere e di confrontarsi con civiltà, tolleranza e razionalità. Nemmeno in casa nostra si va molto per il sottile. Ne abbiamo avuto conferma dalle reazioni suscitate con la pubblicazione di due articoli di Michele Fazioli nella rubrica «Fogli al vento» (Brrr, che caldo che fa! il 6 febbraio e Il freddo? Colpa del caldo! il 13 febbraio). Come si permette un giornalista che non è uno scienziato di mettere in discussione la teoria dominante secondo cui i cambiamenti climatici e l’asserito «surriscaldamento» del pianeta sono causati principalmente dall’uomo e dalle sue attività? Non sia mai. E subito scatta la scomunica infamante: è un «negazionista». Con il sottinteso che in quanto «negazionista» (come coloro che negano l’Olocausto) questo individuo non ha il diritto di esprimere le sue opinioni, perché in ambito climatico la verità sarebbe una sola, non contestabile, data una volta per tutte, convalidata da tutti gli scienziati che si occupano di clima.
Non è così che una democrazia moderna deve affrontare i problemi e discutere le possibili soluzioni. E non è così che la scienza, libera da ogni dogma, progredisce in una società aperta. Fosse quello il metodo, Copernico e Galileo oggi verrebbero accusati di negazionismo e mandati al rogo. Ha scritto provocatoriamente Karl Raimund Popper: «Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l’unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva risolvere». È vero che il razionalismo critico di Popper è stato oggetto, a sua volta, di critiche e contestazioni, ma che la conoscenza umana progredisca per congetture e confutazioni e che la falsificabilità sia un valido criterio per distinguere la scienza dalla non scienza, restano asserzioni fondamentali che aiutano ad orientarsi in un mondo in cui tutto viene relativizzato e posto sullo stesso piano di validità e plausibilità.
I cambiamenti climatici sono causati dall’uomo o hanno altre origini? Una buona parte degli scienziati sostiene la teoria antropocentrica dei cambiamenti climatici. Ma questa non è l’unica teoria oggi sostenuta né tantomeno l’unica teoria possibile. Non è, in alcun caso, la Verità, definitiva e immutabile. Ci sono fior di scienziati (climatologi, meteorologi, eccetera) che non concordano con tale teoria e contestano la validità e l’attendibilità dei modelli matematici in base ai quali vengono calcolate e previste le temperature del nostro pianeta sul lunghissimo termine.
Il «consenso unanime» degli scienziati è un’invenzione di chi non vuol nemmeno entrare nel merito del confronto su basi scientifiche e preferisce restare sul piano dei dogmi, negando addirittura il fatto stesso che vi siano scienziati che la pensano diversamente, sebbene più di trentamila esponenti del mondo accademico e riceratori di tutti il mondo abbiano ad esempio sottoscritto e continuino a sottoscrivere l’Oregon Petition, lanciata nel 1999 contro la teoria antropocentrica del riscaldamento climatico e contro il Procollo di Kyoto, e sebbene vi siano altre iniziative analoghe (Dichiarazione di Heidelberg, Dichiarazione di Lipsia, Manhattan Declaration) pure sottoscritte da autorevoli ricercatori. Questi uomini di scienza meritano lo stesso rispetto che è dovuto a chi reputa che siano l’uomo e le sue attività a determinare i cambiamenti odierni nel clima terrestre.
In ambito scientifico non ci sono né negazionisti né talebani del clima: ci sono invece persone competenti e preparate che, sulla base delle osservazioni sperimentali, delle ricostruzioni dell’evoluzione passata e dei modelli proiettati sul futuro, giungono a conclusioni (provvisorie e confutabili) divergenti, a volte opposte. Chi parla di negazionismo si colloca nel campo del fanatismo, cioè dell’adesione incondizionata ad una teoria, scambiata per verità assoluta e brandita come un dogma contro gli infedeli. Il fanatismo non ammette obiezioni, non concede diritto di cittadinanza ad altre teorie, opinioni, convinzioni. È intollerante in modo assoluto, ossia non solo con chi la pensa diversamente, ma anche con chi esprime dubbi, sospende il giudizio, osa essere così umile da riconoscere di non avere granitiche certezze e ha il coraggio di esercitare liberamente il suo spirito critico.
Il confronto sul clima è un bel banco di prova non solo per la comunità scientifica, ma anche per la nostra società. Bisogna riscoprire e coltivare nuovamente il piacere di mettere a confronto civilmente e razionalmente le idee, di dibattere non a colpi di scomuniche, non con le invettive, gli insulti o la denigrazione, ma con il rispetto verso chi ci sta di fronte e dice di non essere d’accordo con noi. È facile essere tolleranti con i consenzienti: son capaci tutti. La tolleranza autentica la si misura tuttavia sull’atteggiamento che abbiamo verso chi dissente. Costui non è un nemico da annientare, ma un interlocutore da ascoltare.