Archivi giornalieri: 23 Maggio 2012

Indici meteo-climatici del mese di Aprile 2012

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

Gli indici: i valori del mese

–           ENSO (El Niño Southern Oscillation: Niña): +0,059 (indice MEI)

–           PDO (Pacific Decadal Oscillation): -0,66 (da confermare)

–           AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,118

–           QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -17,63

–           QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -0,32

–           MJO (Madden-Julian Oscillation): non più riportata per il semestre caldo, in quanto di dubbia interpretazione

Commento indici Aprile

–           La Nina (ENSO) ad aprile e maggio ha lasciato il posto ad una sostanziale neutralità, nelle zone 3, 3.4 e 4, mentre in zona 1+2 è già in corso da un paio di mesi un mini evento di Nino.una lieve anomalia positiva si sta sviluppando nella porzione orientale dell’Oceano Pacifico equatoriale: http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/CFSv2/imagesInd3/nino34Mon.gif

–           La PDO sembra per il momento avvicinarsi alla neutralità, pur restando ancora negativa. Di seguito è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

–           L’AMO si conferma e si rafforza in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Di seguito è riportato il grafico storico dell’AMO: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg

–           La QBO30 è in ulteriore lieve calo e fa segnare il nuovo minimo di questa fase negativa.

–           La QBO50 accenna a risalire verso la neutralità.

In base alle previsioni ENSO NOAA

http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/CFSv2/images3/nino34Mon.gif è ormai avviato un Nino debole nel comparto est, come detto, mentre in quello ovest pare permanere una sostanziale neutralità, che però, in base alle previsioni, lascerebbe il posto ad un Nino debole nel corso dell’estate. Per quanto riguarda le anomalie sottosuperficiali di temperatura, il grafico al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif , da febbraio a maggio le anomalie negative si sono indebolite fino a scomparire, mentre le anomalie positive permangono, sebbene indebolite, a profondità rilevante e concentrate nel settore occidentale dell’Oceano Pacifico.

Per quanto riguarda, invece, le anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico, la seconda metà di aprile ha visto lo sviluppo di una insidiosa anomalia negativa tra le coste spagnole, portoghesi e marocchine. Questa avrebbe potuto favorire ripetute discese di depressioni atlantiche in zona, incentivando ripetute risposte calde africane sul Mediterraneo e sull’Italia, anche durevoli. Per fortuna, l’anomalia negativa si è dissolta nella prima metà di maggio, lasciando il posto ad una evidente anomalia positiva, la quale al contrario favorirà la persistenza in loco dell’Anticiclone delle Azzorre, lasciano il Mediterraneo e l’Italia a tratti scoperti e più facile preda di depressioni atlantiche. Queste ultime, inoltre, paiono beneficiare delle recenti anomalie negative stabilitesi attorno alle Isole Britanniche e più a nord. In ogni caso, come testimoniano le vicende degli ultimi due mesi, la situazione si sta tuttora evolvendo verso un nuovo assetto delle anomalie di temperatura. Nessuna meraviglia peraltro, siamo proprio in una fase di cambio di segno dell’ENSO, dunque è normale un generale molteplice avvicendamento tra anomalie di segno diverso.

Ad integrazione del comportamento delle anomalie oceaniche di temperatura, si segnala il decorso finora del tutto normale dell’ITCZ http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.jpg, pur dopo qualche oscillazione iniziale ad aprile. Ciò, unito al comportamento delle anomalie oceaniche in Atlantico, per il momento non lascia presagire né uno scenario favorevole a risalite di aria calda africana, né condizioni tali da consentire ripetute discese di aria fredda nord atlantica.

Desta invece qualche dubbio il comportamento della QBO, sia a 30 che a 50mb; nel primo caso la discesa non sembra essere ancora terminata, mentre nel secondo caso il comportamento dell’indice, in relazione ad andamenti passati lascia per ora aperta la questione della durata della fase negativa, di solito non inferiore a 12 mesi ma occasionalmente molto più breve.

Infine, il Sole ha tentato una ripartenza ad aprile e nella prima metà di maggio, ma finora non coronata da un significativo successo; la numerosità, l’attività delle macchie e gli altri parametri continuano a non essere consoni ad una fase di massimo o post-massimo.

 

Prospettive meteo-climatiche – maggio e giugno

Il cedimento definitivo della Nina ha contribuito grandemente ad aprire nuovamente alle perturbazioni atlantiche la strada dell’Europa Occidentale e dell’Italia, fin dal mese di aprile, dopo un marzo mite ed asciutto. Maggio sta confermando questa tendenza, senza particolari scossoni di tipo estivo, almeno finora, salvo qualche episodio confinato all’estremo Sud. Anzi, come aprile, ha mostrato a tratti il volto fresco, piovoso e persino nevoso della primavera, sia sulle Alpi che sull’Appennino Centro-Settentrionale.

Le indicazioni di massima dei principali modelli per le prossime settimane disegnano un quadro altalenante: prima perturbazioni atlantiche e generale instabilità, mentre sull’Europa Settentrionale si afferma un anticiclone di stampo quasi invernale; poi forse nuove discese di aria più fresca, eventualmente intervallate da qualche prefrontale più caldo. Insomma, per ora non si intravvede alcun promontorio anticiclonico, azzorriano o africano, che ci porti un primo assaggio durevole di estate. In questo senso, il decorso stagionale appare peraltro, ad oggi, improntato ad una sostanziale normalità climatica, essendo caratterizzato dal tipico comportamento dinamico della primavera, pur ormai in fase avanzata.

FabioDue