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Termina luglio con la seconda media del solar flux più alta del ciclo solare 24!

Luglio termina con questi dati:

SN Sidc: 66.5

Nia’s SN: 42.6

Media mensile SF: 142.31

Quindi luglio 2012 chiude al secondo posto, dopo novembre 2011 ( SF: 150. 23 e SN Sidc: 96.7)

Continua una moderata attività solare  che sta portando l’emisfero sud ad avvicinarsi sempre più al suo massimo, massimo già raggiunto per l’emisfero nord l’autunno scorso.

Anche agosto è partito sulla falsa riga degli ultimi 3-4 mesi che hanno visto un incremento medio dell’attività dell’emisfero sud, mentre quello nord sta pian piano declinando.

E continua quindi l’avvicinamento, seppur lento, all’inversione magnetica:

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Stay tuned, Simon

New Mexico, 14 giugno 2011, NIA non è più sola: tre ricerche scientifiche indipendenti annunciano un forte calo dell’attività solare nell’arco dei prossimi decenni!

Nella giornata di ieri si è tenuta un importantissima conferenza sul sole nel New-Mexico in cui si sono svelati i risultati di tre ricerche scientifiche che portano tutte alla stessa conclusione: il nostro astro sta attraversando una profonda fase di quiete iniziata come ben tutti sappiamo nel corso del 2008, ma che sarebbe destinata  proseguire anche nei prossimi decenni.

Questo è il link in lingua inglese:

http://www.space.com/11936-sun-weather-sunspot-cycle-announcement-preview.html

Partiamo con la traduzione (non linciatemi se non sarà in italiano perfetto, spero comunque di farvi capire almeno i concetti principali)

Nel sole stanno accadendo delle cose strane, tra cui la veloce decadenza delle macchie solari e il forte indebolimento dell’attività magnetica vicino ai poli, tutti fatti che potrebbero voler dire che il nostro astro si prepara ad essere meno attivo nei prossimi anni.

I risultati di tre studi separati sembrano dimostrare che anche ora che il ciclo sta andando verso il suo massimo, il sole potrebbe andar incontro ad un periodo di bassa attività, che potrebbe perdurare anche nel corso del prossimo ciclo, con forte diminuzione delle numero delle macchie o con addirittura la loro totale scomparsa!

Gli studi hanno esaminato una corrente a getto mancante all’interno del sole, la dissolvenza delle macchie solari sulla superficie visibile del sole, e i cambiamenti nella corona e vicino ai poli.

“Questo fatto è molto insolito e inaspettato”, ha dichiarato Frank Hill, direttore associato del National Solar Observatory. “Ma il fatto che tre studi sul sole totalmente differenti ed indipendenti abbiano puntato nella stessa direzione è un potente indicatore che il ciclo delle macchie solari potrebbe andare in letargo.”

Le Macchie Solari

Le macchie solari sono zone temporanee sulla superficie del sole che sono causate da una intensa attività magnetica. Queste strutture talvolta possono sfociare in energiche tempeste solari che inviano flussi di particelle cariche nello spazio.

Gli astronomi studiano queste macchie perché il loro numero e  frequenza sono gli indicatori principali dell’ attività del Sole, che aumenta e diminuisce in un ciclo di 11 anni. In genere, un ciclo dura circa 5,5 anni per passare da un minimo solare, quando ci sono poche macchie solari, ad un massimo solare, durante il quale viene amplificata l’attività delle macchie solari.

Attualmente, il sole è nel bel mezzo del periodo designato come ciclo 24 e sta procedendo verso il suo massimo. Tuttavia, i risultati recenti indicano che l’attività del prossimo ciclo solare,ovvero il ciclo 25, potrebbe essere notevolmente ridotta. Infatti, alcuni scienziati si chiedono se questo calo di attività potrebbe portare ad un secondo minimo di Maunder, che è stato un periodo di 70 anni (dal 1645 al 1715) durante il quale il sole ha fatto vedere praticamente poche o addirittura nessuna macchia soalre.

Hill è l’autore principale di uno degli studi che hanno utilizzato i dati del Global Oscillation Network Group che guardano le caratteristiche all’interno del Sole. (Il gruppo comprende sei stazioni di osservazione in tutto il mondo.) Gli astronomi hanno esaminato un  flusso del vento zonale da est ad ovest all’interno del sole, chiamato oscillazione torsionale. La latitudine di questa corrente a getto corrisponde alla formazione di nuove macchie solari in ogni ciclo, e questo modello ha già avuto successo per aver previsto l’inizio ritardato dell’ attuale  ciclo 24.

“Ci aspettavamo di vedere l’inizio del flusso zonale per il Ciclo 25 da ora, ma non vediamo alcun segno di esso”, ha detto Hill. “Ciò indica che l’inizio del ciclo 25, può essere ritardato al 2021 o 2022, o può addirittura non accadere più.”

Il campo magnetico del sole (L&P)

Nel secondo studio, i ricercatori hanno notato una tendenza nel lungo termine ad un indebolimento nella forza magnetica delle macchie solari, e prevedono che entro il prossimo ciclo solare, il campo magnetico del sole sarà così debole che poche, o addirittura nessuna macchia risucirà a formarsi!

Con più di 13 anni di dati raccolti sulle macchie solari grazie al telescopio McMath-Pierce al Kitt Peak in Arizona, Matt Penn e William Livingston hanno osservato che la forza media del campo magnetico è diminuito in modo significativo nel corso del ciclo 23 e ora prosegue nel ciclo 24. Di conseguenza, le temperature delle macchie solari sono aumentate divenendo meno scure e quindi meno visibili.

Se la tendenza continuerà, la forza del campo magnetico del sole scenderà sotto una certa soglia e le macchie solari potrebbero scomparire del tutto, perchè il campo non sarà forte abbastanza per superare tali forze convettive sulla superficie solare.

Studi sulla corona solare

In un altro studio separato, Richard Altrock, responsabile del programma di ricerca sulla corona solare presso presso lo stabilimento NSO nel New Mexico, ha esaminato la corona solare, osservando un rallentamento della normale attività magnetica a livello dei poli.

“Una cosa fondamentale da capire è che quei meravigliosi filamenti coronali sono in realtà potenti e robuste strutture magnetiche radicati all’interno del sole”, ha detto Altrock. “I cambiamenti che vediamo nella corona riflettono profondi cambiamenti all’interno del sole.”
Le nuove macchie solari emergono solitamente a una latitudine di circa 70 gradi all’inizio del ciclo solare e poi si spostano verso l’equatore. Il nuovo campo magnetico spinge contemporaneamente i residui del ciclo passato per 85 gradi verso i poli. Il ciclo attuale, tuttavia, sta mostrando un comportamento diverso.

“Il ciclo 24 è iniziato tardi e lentamente e non può ormai essere abbastanza forte da creare una corsa ai poli, così vedremo un massimo solare molto debole  nel 2013, se non del tutto mancante”, ha detto Altrock. “Se la corsa ai poli non si riesce a completare, questo crea un dilemma enorme per gli studiosi, in quanto significherebbe che il campo magnetico del Ciclo 23 non sparirà completamente dalle regioni polari. … Nessuno sa cosa il sole farà in quel caso “. (Aggiungo io, vi sarà la non inversione dei poli magnetici, la stessa cosa che accadde durante il Maunder!)

Se i modelli si rivelano corretti e le tendenze dovessero continuare, le conseguenze potrebbero essere di vasta portata.

“Se abbiamo ragione, questo seppur debole massimo solare potrebbe essere l’ultimo che vedremo per qualche decennio,” ha detto Hill, in grado di influire su tutto, dalle esplorazioni spaziali alla delicata situazione climatica del nostro pianeta!”

Quindi riassumendo, abbiamo che 3 ricerche indipendenti, una sulle macchie soalri, un’altra (quella di L&P) sul campo magnetico e l’ultima sulla corona solare, hanno raggiunto lo stesso risultato: stiamo attraversando un periodo di bassa attività solare (e questo già lo sapevamo) destinato molto probabilmente a perdurare per diversi cicli o decenni.

Senza nulla togliere a questi ricercatori, qui su NIA è tre anni che in maniera seppur amatoriale stiamo dicendo le medesime cose…dalle ricerche effettuate e rese pubbliche nella conferenza di ieri non vi è traccia della probabile interferenza che i giganti gassosi quali su tutti Giove e Saturno possono avere sulla inibizione dell’attività soalre…qui su NIA abbiamo più volte parlato anche di questo, facendo particolare riferimento agli studi del compianto Timo Niroma  e del prof Landsheidt, senza poi contare infine il filone di pensiero della scuola russa guidata dal prof Abduasmatov e i suo stuti sulla Astometria (basta che digitate questi nomi sul motore di ricerca del blog e troverete molti articoli su questi studiosi).

Insomma, fateci togliere un piccolo sassolino dalle scarpe, alla faccia di chi continua e continuerà a dire che nel sole è ancora tutto normale…

Simon
 
 
 

 

Nowcasting Solare: Attività di nuovo in calo!

Delle 8 regioni che erano contabili col Nia’s count il primo di giugno, oggi ne sono contabili solo 4, mentre per i centri ufficiali 6, nel senso che 2 ormai si sono completamente sfaldate e presto se ne aggiungeranno altre 2 sempre nell’emisfero nord!

Il flusso solare dopo aver toccato il picco di 117 sempre il primo di giugno, è già in calo costante (ieri alle ore 20 segnava 110).

Quindi alla fine questa pseudo-fiammata è stata davvero evanescente, soprattutto se paragonata all’exploit di marzo ed aprile, la stessa dimensione e coalescenza delle AR non ha prodotto CME di rilievo e gli X-ray hanno a mala pena raggiunto il livello M.

Insomma, tanto fumo e niente arrosto, come ormai è conseutudine di questo ciclo solare 24 (a tal proposito faccio pubblicamente i complimenti a Giorgio per aver nuovamente azzeccato il pronostico!).

Anche dando un occhiata allo Stereo Behind, si nota come la situazione appare assolutamente tranquilla…

Credo proprio che tra pochi giorni la nostra stella ricadrà in una nuova fase di letargo come quella che aveva contradistinto il mese di maggio!

Stai tuned, Simon

Resoconto Solare al 15/5/2011

Vi sarerete accorti tutti che all’improvviso da quando è iniziato maggio l’attività solare ha subito un brusco rallentamento rispetto i mesi di marzo ed aprile!

Ecco qui la situazione solare al giorno 15 di questi ultimi 3 mesi:

1-15 Marzo:

SN Sidc :31.2

SN Nia’s count: 16.5

Solar Flux: 125.00

1-15 Aprile

SN Sidc: 28.4

SN Nia’s count: 14.5

Solar Flux: 112.33

1-15 Maggio:

SN Sidc: 18.7

SN Nia’s count: 9.1

Solar Flux : 102.46

E’ evidente che alla metà del mese corrente il nostro sole ha quasi dimezzato la sua attività rispetto ai 2 mesi che lo hanno preceduto… per non parlare poi del vento solare e degli X-ray che a dir il vero già da aprile erano in forte picchiata rispetto marzo!

E all’orrizzonte non si vedono numerose ed importanti regioni attive in grado di far aumentare in modo deciso i maggiori indici solari testè descritti:

Arrivati a questo punto credo prorpio che il ruolo di Giove, come ovviamente quello degli altri giganti gassosi, sia di fontamentale importanza nel determinare un eventuale accelerazione o decelerazione dell’attività solare!

Simon 

TYCHE: gli scienziati cominciano a credere alla sua esistenza

Nel 1999, una coppia di ricercatori constatò che molte comete osservate, presentavano forti deviazioni in relazione alle orbite calcolate. Secondo loro, questo sarebbe provocato dal’attrazione gravitazionale di un pianeta quattro volte piú grande di Giove, nascosto dentro il sistema solare. Hanno battezzato questo grande oggetto col nome di TYCHO.

plaeta  Tyche e Nuvem de Oort

Nell´occasione, John Matese e  Daniel Whitmire, legati alla Universitá della  Lousiana-Lafayette, pubblicarono un articolo proponendo che solamente la presenza di un oggetto di grande massa dentro la nube di Oort, una regione circolare localizzata a quasi 1 anno luce dal Sole, poteva spiegare le anomalie viste nelle traiettorie delle comete provenienti da quella regione.

Secondo gli scienziati, a causa della luminositá molto tenue e della bassissima temperatura, l´esistenza di Tycho poteva essere provata solo attraverso delle immagini a infrarosso e di quella regione spaziale e hanno atteso che il telescopio spaziale WISE, lanciato nel 2009,  cominciasse a inviare le immagini.


Recentemente, a causa della divulgazione parziale di dati del telescopio WISE, la teoria di Matese e Whitmire é ritornata ad essere oggetto di speculazioni e dibattiti tra gli astrofisici. Questo a causa che la NASA ha confermato che la prima parte dei dati raccolti dal satellite, saranno divulgati ad aprile 2011 e la seconda parte dei dati sarà resa pubblica nel marzo del 2012.

“esistono forti evidenze che esiste un grande oggetto in quella regione” ha detto Mantese. “Il tipo di deviazione nella orbita di alcune comete persiste. È possibile che sia appena una casualità statistica, ma questa probabilità diminuisce man mano che abbiamo più dati accumulati negli ultimi 10 anni”


Mantese spiega che la quantità di dati generati dal telescopio é immensa e che utilizzare e sfruttare questo banco di dati puó significare un lavoro molto lungo. “Non abbiamo una previsione esatta, forse 2 o 3 anni fino a che possiamo trovare qualche cosa, ma se l´oggetto é lí allora lo troveremo”.

Nel caso che Tycho esista realmente, secondo i due astrofisici, esso si troverà a 2,25 trilioni di chilometri di distanza. Sarebbe un oggetto gassoso e avrebbe un periodo di rivoluzione di 375 anni.


Corrente Contraria
Malgrado che Matese e Whitmire siano abbastanza fiduciosi nella localizzazione dell´ipotetico pianeta, non tutti gli astrofisici concordano con la loro teoria.

“Capisco che il nuovo lavoro sia sostenuto adesso da molti piú dati rispetto alla antica teoria, ma credo le statistiche siano errate” ha detto Hal Levison, scienziato planetario legato all´Istituto di Ricerche del Sudest del Coloradoe autore recentemente di uno studio sulla nube di Oort.

Secondo Levison, quello che  Matese e Whitmire stanno osservando é un segnale molto debole. “Non ho certezza che questa deviazione nelle statistiche sia significativo e provocato per un pianeta con una massa 4 volte maggiore di Giove. Non ho nulla contro l’ idea, ma credo che le statistiche non sono state fatte correttamente” ha detto Levison.

Un altro scienziato che si contrappone agli argomenti a favore della esistenza di Tycho é  Matthew Holman, ricercatore dell`Intituto Harvard Smithsonian di Astrofísica, che studia da molti anni le comete che provengono dalla nube di Oort.

“Ho già trovato molte perturbazioni orbitali in quella regione, ma questo non é sufficiente per affermare che esiste un grande pianeta capace di deviare le orbite delle comete nella nube di Oort” ha detto Holman.


Nêmesis
Nel 1980, ricercatori americani cominciarono a speculare sulla possibilità che il Sole potesse avere una compagna, il che renderebbe il Sistema Solare un sistema binario di stelle. Questa ipotetica compagna del nostro Sole fu battezzata col nome di Nemesis.


Secondo questa ipotesi, Nemesis sarebbe una stella nana marrone, piccola e scura, con una orbita di centinaia o migliaia di volte piú distante di quella di Plutone e gli occorrerebbero almeno 26 milioni di anni per completare una rivoluzione attorno al Sole. Intanto la mancanza di un campo gravitazionale che segnalasse la sua presenza, ha fatto sí che l´esistenza di Nemesis sia rimasta solo una ipotesi appena teorica pur se affascinante.

Nel novembre del 2003, la scoperta del pianeta nano Sedna fece guadagnare fiato alla ipotesi nemesis. Secondo Mike Brown, scopritore del pianeta nano, SEDNA stá dove non dovrebbe stare e non esiste una spiegazione scientifica per spiegare la sua orbita. Secondo Brown, Sedna non é abbastanza vicino al Sole per esserne influenzato e non é lontano abbastanza per essere influenzato d altre stelle.

Questi fatti rafforzano ancora di piú l´ipotesi della esistenza di nemesis, che sarebbe pari a 3 masse gioviane. Con questa grandezza, Nemesis non sarebbe osservabile  nello spettro del visibile, ma brillerebbe intensamente nella lunghezza d´onda dell´infrarosso e sarebbe possibilmente visto dal telescopio spaziale Wise.


Lanciato a dicembre del 2009 con l´obiettivo di mappare il 99% del cielo nello spettro dell´infrarosso, il telescopio ha giá fatto moltissime scoperte di oggetti celesti, tra cui 20 nuove comete.

Durante la missione, il telescopio ha prodotto 1,5 milioni di immagini che adesso saranno studiate minuziosamente. Se l´ipotesi di Matese e Whitmire é corretta, Giove perderá il suo posto come maggior pianeta del Sistema solare e il Sole potrebbe non essere piú una stella solitaria.

SAND-RIO

Fonte: Apolo11 – http://www.apolo11.com