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Resoconto Solare al 15/5/2011

Vi sarerete accorti tutti che all’improvviso da quando è iniziato maggio l’attività solare ha subito un brusco rallentamento rispetto i mesi di marzo ed aprile!

Ecco qui la situazione solare al giorno 15 di questi ultimi 3 mesi:

1-15 Marzo:

SN Sidc :31.2

SN Nia’s count: 16.5

Solar Flux: 125.00

1-15 Aprile

SN Sidc: 28.4

SN Nia’s count: 14.5

Solar Flux: 112.33

1-15 Maggio:

SN Sidc: 18.7

SN Nia’s count: 9.1

Solar Flux : 102.46

E’ evidente che alla metà del mese corrente il nostro sole ha quasi dimezzato la sua attività rispetto ai 2 mesi che lo hanno preceduto… per non parlare poi del vento solare e degli X-ray che a dir il vero già da aprile erano in forte picchiata rispetto marzo!

E all’orrizzonte non si vedono numerose ed importanti regioni attive in grado di far aumentare in modo deciso i maggiori indici solari testè descritti:

Arrivati a questo punto credo prorpio che il ruolo di Giove, come ovviamente quello degli altri giganti gassosi, sia di fontamentale importanza nel determinare un eventuale accelerazione o decelerazione dell’attività solare!

Simon 

Da dove provengono i raggi X degli ultimi giorni?????

Quando c’e’ un Flare solare se esso e’ fronte-terra, 8 minuti dopo i raggi colpiscono la terra. Ed e’ per questo che viene mostrata la daylight-zone… ovvero la zona “giorno” proiettata sul planisfero.

Quello che sta accadendo in questi ultimi giorni, invece, mostra una quantita’ anomala di raggi X di natura Ignota.
Nella proiezioe possiamo notare che le zone polari sono entrambe molto colorate… con il polo sud quasi sempre rosso. E’ un Flare?
NO.
Perche’ nel mese scorso abbiamo notato che il grafico si colorava solo 8 minuti dopo un flare solare e restava colorato per poche ore… ovvero durante il passaggio del flare. Il Flare e’ un treno di radiazioni… non un fronte… il che significa che la radiazione impieghera’ qualche minuto ad attraversare l’orbita terrestre e l’atmosfera impieghera’ qualche ora ad assorbirne gli effetti.

Cosa significa allora?
Quella proiezione NON mostra i raggi X a prescindere… ma solo quelli provenienti dal Sole. Ecco quindi che non avremo MAI un alone azzurro-verde in una zona DIVERSA da quella illuminata dal sole.
Ci accorgiamo quindi che c’e’ un’anomalia, oltre che per le zone polari, anche per il fatto che giorno dopo giorno, insistentemente, ad una particolare ora del giorno corrisponde una sorta di “picco” di propagazione di raggi X. Ora che sta “arretrando” giorno dopo giorno.
Questo significa che la sorgente e’ sostanzialmente “fissa” rispetto al movimento del nostro pianeta e non coincide con il Sole.

Ma allora… cos’e’?

Purtroppo, ancora una volta, possiamo escludere che sia una sorgente molto lontana… per il fatto che questo “evento” si sta verificando a partire dai primi di Marzo… tu ricordi che e’ iniziato il 7 marzo.
Possiamo escludere che si tratti del Sole… perche’, appunto, i raggi X aumentano a prescindere dal verificarsi di Flares e la loro proiezione non e’ “costante” sull’arco delle 24 ore.
Ma allora cos’e’?

Sono sempre piu’ convintoche Elenin ci nasconde qualcosa.
La sua posizione al giorno 4 marzo si e’ trovata all’interno dell’orbita di Giove… quindi potenzialmente “influenzante” il nostro pianeta.
Mancano pochi giorni ad un allineamento che a quanto pare sta facendo allertare tutti i governi del mondo… quello del 15 marzo. E ancora non ci sono notizie precise riguardo questa cometa che viaggia ad oltre 80.000 km/h e che e’ stata scoperta solo lo scorso anno.

Staremo a vedere!

Bernardo Mattiucci

ACCENNI DI SPETTROSCOPIA INFRAROSSA

Molte volte per capire le complesse dinamiche atmosferiche bisogna prima capire i singoli processi che le generano, per questo oggi parlerò di come funziona la radiazione solare e terrestre, in particolar modo quella infrarossa.
Sappiamo gia che un corpo che si trova al di sopra di 0 gradi Kelvin (-273,15°C) emette fotoni con una certa energia o lunghezza d’onda, un corpo molto freddo emetterà onde radio, mentre diventando più caldo emetterà microonde, infrarossi ( lunghezza d’onda da 1mm a 700nm), poi riscaldandolo sempre di più emetterà luce visibile, ultravioletto, raggi X e raggi gamma. Man mano che un corpo si scalda la radiazione che emette avrà una lunghezza d’onda sempre minore, cioè una energia dei fotoni emessa più alta, per questo un fotone emesso con lunghezza d’onda a 400nm sarà più “energico” di uno emesso a 1 mm in accordo con la legge di Wien.
Ogni atomo o molecola dell’universo conosciuto è in grado di assorbire ed emettere almeno fino alla lunghezza d’onda dell’infrarosso, mentre a seconda delle proprietà delle molecole e dei legami che le legano e della temperatura, solo alcuni materiali possono assorbire ed emettere le lunghezze d’onda che vanno dalla luce visibile ai raggi gamma (esempio ozono O3) In particolar modo l’assorbimento dell’infrarosso si basa su due parametri:
Frequenza:il numero di bande, ossia delle lunghezze d’onda sempre all’interno dello spettro dell’infrarosso, dipendono da massa molecolare ( maggiore è la massa più bande vengono assorbite) e natura dei legami atomici ( più una molecola è poliatomica più bande sarà in grado di assorbire)
Intensità: controllata da un unico fattore cioè il Momento Dipolare ( maggiore è il momento maggiore è l’intensità dell’assorbimento)

IL SISTEMA TERRA-SOLE

Approssimando il fatto che la Terra produce (per decadimento radioattivo di alcune rocce) una quantità di energia insufficiente, possiamo affermare che l’attuale temperatura media del pianeta di 288 K cioè 15°C è dovuta quasi interamente al Sole. La superficie solare ha una temperatura media di quasi 6000°C il che basta per permettere al sole di emettere radiazione elettromagnetica in tutte le lunghezze d’onda, dalle onde radio ai raggi gamma, mentre la temperatura del nostro pianeta ci permette di emettere solamente fino all’infrarosso, perché per emettere luce visibile bisogna raggiungere temperature di diverse centinaia di gradi a seconda dei materiali. L’interfaccia che separa il suolo terrestre dallo spazio e dalla radiazione solare è ovviamente l’atmosfera che nei confronti dello spettro solare ha due caratteristiche:
1) Poiché si trova allo stato gassoso non riesce ad assorbire lo spettro della luce visibile, ne raggi UV, X e Gamma a meno che non si parli di molecole particolari come l’ozono O3 il quale ha una conformazione che gli consente di assorbire raggi UV.
2) Riesce ad assorbire l’infrarosso che riceve dalle due fonti: Sole e Terra, ma proprio perché si trova allo stato gassoso non riesce ad aumentare la propria temperatura assorbendo questo infrarosso.
Infatti Niels Bohr gia nel 1913 aveva scoperto che una molecola allo stato gassoso assorbe e riemette infrarosso in uguali quantità in accordo con la legge di Stefan-Boltzmann e con la legge di conservazione dell’energia, ma non riesce a convertirla in energia termica e quindi in calore. Semplicemente quello che accade è che una molecola allo stato gassoso assorbe fotoni con una certa energia che corrisponde ad una banda dell’infrarosso e fa passare un suo elettrone da uno stato di riposo a uno stato eccitato. Continua ad assorbire fotoni finchè tutti gli elettroni sono eccitati, dopodiché non riesce più ad assorbire fotoni finchè gli elettroni non tornano al loro stato di riposo e vengono emessi tanti fotoni quanti ne erano stati assorbiti in tutte le direzioni in modo casuale e nella stessa banda, cioè con la stessa energia( il tutto avviene ovviamente alla velocità della luce) Tutto questo è facilmente verificabile ad esempio quando acquistiamo una stufa ad ! infrarossi, la prima cosa che ci viene detta è che la stufa non scalda l’aria ma bensì gli oggetti solidi, i quali a causa delle loro caratteristiche oltre ad assorbire la radiazione infrarossa come tutti gli oggetti, la convertono in energia termica a differenza dei gas e quindi in movimento molecolare, il quale sappiamo bene che può essere trasmesso anche da un solido a un gas e quindi causare il riscaldamento dell’aria ( per conduzione) ed è cosi che la nostra atmosfera trova l’energia per mantenersi allo stato gassoso, sottraendo per conduzione unicamente energia al suolo e ai mari.

SISTEMA ATMOSFERA-SUOLO

Quindi gia possiamo intuire la differenza tra un pianeta con e un pianeta senza atmosfera, quello con l’atmosfera deve cedere una buona parte della propria energia all’atmosfera per mantenerla allo stato gassoso, mentre quello senza non spreca nemmeno una radiazione che riceve e quindi avrà T superficiale media superiore a quella del pianeta con atmosfera. Tuttavia nel vuoto dello spazio la Terra non può perdere la propria energia per conduzione ma solo per irraggiamento di onde radio,microonde e infrarosso. In questo caso il pianeta con atmosfera avrà un arma in più, i gas che compongono l’atmosfera hanno assorbito infrarossi e li riemettono in tutte le direzioni, anche verso il suolo, cercando di contenere il raffreddamento del pianeta. Per riassumere il pianeta immaginario con l’atmosfera riceve la stessa energia del pianeta senza atmosfera, ma poiché deve riscaldare più roba (atmosfera) ha una temperatura media inferiore del pianeta senza atmosfera che però viceversa non ha ostacoli nel raffreddamento e quindi si raffredda molto prima. In sostanza il primo pianeta ha una T più fredda del secondo ma con meno escursione termica sempre del secondo. Migliorare l’assorbimento dell’infrarosso da parte dell’atmosfera non fa altro che ridurre la radiazione infrarossa che giunge al suolo.

OBIEZIONI CHE SI POSSO FARE E RISPOSTE

Quella descritta sopra è una visione semplicistica di come vanno le cose, quindi si possono fare delle obiezioni ad esempio:

Obiezione 1) Se fosse vero che un gas non riesce a scaldarsi assorbendo infrarosso com’è possibile che nello spazio esistano le nebulose cioè ammassi gassosi che si mantengono allo stato gassoso pur avendo come fonte di energia solamente l’infrarosso che ricevono dalle stelle lontane?

Risposta: le nebulose sono amassi di gas e polveri quindi in parte sono anche solide, in più essendo ammassi, significa che la vicinanza delle molecole gassose consente urti tra molecole sufficienti per raggiungere temperature tali da mantenere i gas al loro stato.

Obiezione 2) Se fosse vero quello scritto sopra allora la Luna che riceve in proporzione la stessa quantità di onde elettromagnetiche della Terra dal Sole dovrebbe avere una temperatura superiore, anche in virtù del fatto che ha un albedo minore della Terra e invece passa dai 120°C di giorno ai -150°C di notte con una temperatura media sotto lo 0.

Risposta: I modelli che si basano sulla legge di Kirchoff e legge di Stefan-Boltzmann prevedono temperature superficiali più fredde di 40°C sulla Luna rispetto alla realtà e di 33°C sulla Terra, perché calcolano una remissione immediata del calore assorbito da parte dei due corpi, e invece non tengono conto del fatto che qualunque corpo trattiene il calore per un certo periodo di tempo prima di cederlo.

Obiezione 3) Siccome la Terra emette solo infrarosso,migliorare l’assorbimento dell’infrarosso causa un aumento della temperatura superficiale perché la radiazione infrarossa uscente dal suolo terrestre è maggiore di quella che arriva dal sole (circa il 45% del totale della radiazione solare) perché il resto delle radiazioni devono prima essere convertite in infrarosso per uscire dalla Terra.

Risposta: l’obiezione è in parte giusta e in parte no, ossia è vero che la Terra emette più IR di quanto ne riceve dal sole, perché il resto della radiazione solare è convertita dalla Terra prima in calore e poi in infrarosso, ma c’è un parametro che non viene considerato ossia il tempo. Si può approssimare che la Terra venga riscaldata dal sole per 12 ore in cui raggiunge una temperatura media di circa 15°C ( 288 K ) e che si raffreddi per altrettante ore, durante le quali però non raggiunge affatto temperature prossime a 0 K (-273,15°C) come ci aspetteremmo se è vero che la radiazione assorbita è uguale a quella emessa, e allora perché se riceve abbastanza energia per passare da 0 a 288 K non ne emette altrettanta da passare da 288K a 0K ma solamente da 288 a 278K ( ad esempio)? Questo avviene anche sulla Luna dove non c’è atmosfera e dove la temperatura passa dai 120°C di giorno a -150°C di notte, quindi il fenomeno non può essere attribuito solo al! l’atmosfera ma al fatto che la radiazione viene appunto convertita in calore quando arriva al suolo e trattenuta, pertanto, se il periodo di irraggiamento è uguale a quello di raffreddamento, come nel caso di tutti pianeti del sistema solare, ci vorrà sempre meno tempo per riscaldare che per raffreddare il pianeta. Un esperimento interessante che può confermare questo è stato proposto da Alan Siddons:

http://hockeyschtick.blogspot.com/2010/06/why-conventional-greenhouse-theory.html

Quindi la Terra emette più IR di quanta ne riceve ma in un tempo più lungo, nell’arco di tempo di 24 ore, 12 di raffreddamento e 12 di riscaldamento, l’infrarosso emesso è sempre inferiore a quello assorbito. La conseguenza è palese, migliorare l’assorbimento di infrarosso nell’atmosfera ha l’effetto di rimandare più IR possibili verso il suolo e quindi riscaldamento del suolo, ma dall’altra una riemissione di IR verso lo spazio molto più intensa perché molto più intensa è la radiazione infrarossa che arriva dalla sorgente sole.

Gerrard 8

Osservare il sole in sicurezza.

Qui su NIA, quasi ogni giorno sentiamo parlare di cicli solari, di osservatori solari che  vedono macchie  più di altri o che le contano male..   Tutto questo oramai  fa parte del  folclore di questo blog … … ma probabilmente in pochi hanno avuto la possibilità di osservare con il propri occhi le macchie solari  con uno strumento.

Ecco un metodo abbastanza semplice su come si possono osservare le macchie solari in modo sicuro. Il materiale occorrente é costituito da un binocolo un cavalletto fotografico, un adattatore per binocolo e con dei pezzi di cartone e cartoncino e un pò di pazienza!

Una cosa scontata ma la prudenza non é mai troppa:

!!! ATTENZIONE  NON OSSERVATE MAI IL SOLE DIRETTAMENTE CON IL BINOCOLO !!!.

 

L’energia solare concentrata dalle lenti é sufficiente a provocare danni permanenti anche gravi all’ occhio .

Inoltre la tecnica può essere usata solo con strumenti aventi un obbiettivo non troppo grande. Con un  telescopio é bene diaframmare l’ obbiettivo e portarlo a un diametro di circa 50 mm. La lente e soprattutto lo specchio potrebbero concentrare la luce all’ esterno e bruciare qualcosa … mi ricordo di aver visto i risultati di una avventata apertura della cupola di giorno di un telescopio del diametro di oltre un metro …

La cosa più difficile da trovare é l’adattatore per il cavalletto fotografico e inoltre con alcuni alcuni binocoli la cosa non é tanto semplice.

L’ adattatore per il binocolo é forse la cosa più difficile da trovare …

Il funzionamento é abbastanza semplice useremo il binocolo come un proiettore e il disco solare verrà proiettato su un cartoncino bianco ad una certa distanza.

Si prende un cartone da imballaggio abbastanza robusto sul quale faremo un foro leggermente più piccolo della dimensione dell’ obbiettivo, in modo tale che rimanga bloccato sull’ obbiettivo.

Schermo parasole vista frontale

lo scopo di questo cartone é quello di oscurare una lente e quella di proiettare un ombra, in questo  modo l’ immagine del disco solare sarà più contrastata.

Schermo parasole vista retro

Come schermo utilizzeremo un foglio di carta bianca incollato o fissato in modo da non fare troppe ondulazioni su un cartone…

Una volta assemblato il nostro aggeggio, bisogna puntare il binocolo in direzione del sole. La cosa non é molto semplice. Per motivi di sicurezza non possiamo mettere l’ occhio all’oculare per non “friggere” o “lessare” l’ occhio, ma dopo qualche tentativo vedremo apparire in terra un ovale luminoso, a questo punto  avviciniamo lo schermo di osservazione dietro l’ oculare e lo orientiamo in modo tale da rendere il disco circolare. A questo punto  possiamo mettere a fuoco o avvicinare allontanare lo schermo in modo da ottenere l’ immagine nitida e osservare … e se  la fortuna ci assiste dovremmo vedere qualche macchietta !

Da questa orrenda foto del disco solare proiettato su un foglio di carta si riesce a intuire la presenza di una macchia solare sulla destra (21 09 2010)

Non perdete questa occasione,  perché probabilmente, dopo questo massimo solare sarà molto difficile vedere delle macchie in questo modo per chissà quanti decenni.

Buona sperimentazione, buon divertimento … e state attenti agli occhi mi raccomando!

Gabriele Santanché  … aka Luci0 … gabsan!

CONOSCENZE BASE DEL SOLE 10) EVOLUZIONE E FINE DEL SOLE. (NON PERDETEVI DOMANI SUPER ARTICOLO DI PABLITO CHE DIMOSTRERA’ L’INEDEGUATEZZA DEI CONTEGGI MODERNI RISPETTO A QUELLI PASSATI!)

Il Sole é una stella con una piccola massa e , in accordo con la sua fase di evoluzione, le sue dimensioni e luminositá, si presnta come una volgarissima stella. Nel momento attuale si trova nella sua fase detta di sequenza principale , caratterizzata dal fatto di avere la sua energia attraverso reazioni di fusione dell´idrogeno in elio e, data la sua piccola massa, appena arriverá alla fase di combustione dell´elio in carbonio, cessará cosí la sua evoluzione in termini di fusione nucleare. Le differenti fase dell´evoluzione della stella possono essere caratterizzate ricorrendo a un diagramma che relaziona la temperatura effettiva a la rispettiva luminositá (diagramma di Hertzsprung-Russell – HR).

Diagramma di Hertzsprung-Russell che relaziona la temperatura allasuperfície della stella con la rispettiva luminositá o magnitudine assoluta.

Il processo di formazione di una stella come il Sole ha inizio in una nube di gas molecolare. Per instabilitá gravitazionale si comincia in una regione di questa nube, un processo di aggrgazione della massa per una zona centrale che risulterá nella formazione di una proto-stella. Questo processo di instabilitá gravitazionale é causato da onde di shock che attraversano la nube, essendo normalmente associate ad esplosioni di supernove nella vicinanza. Per effetto della gravitá il gas si agglomera in un nucleo centrale la cui temperatura aumenta gradualmente nella misura in cui la sua massa aumenta e si contrae.

Processo di formazione (inizio). La nube di gas (a) per instabilitá gravitazionale provocata per onde di shock associate a esplosioni di supernove (b) inizia un processo di aggrgazione di massa che piú tardi dará origine alla nuova stella (c).

Per conservazione del momento angolare della nube iniziale di materia, il processo di aggrgazione dá origine ad un disco di aggregazione dove si formano i pianeti. La fase di proto-stella termina quando il nucleo centrale é sufficientemente luminoso (dovuto alla contrazione e alle reazioni di fusione del deuterio) per allontanare la nube avvolgente, per un processo di pressione radiativo, entrando intanto nella fase di evoluzione di pre-sequenza principale.

Per effetto gravitazionale il gas della nube comincia ad agglomerarsi ...
... in un nucleo centrale (proto-stella) la cui temperatura aumenta gradualmente, nella misura in cui aumenta la sua massa aumenta e si contrae...
...formando un disco di aggrgazione dove si formano i pianeti.

In questa fase, il nucleo centrale continua rapidamente a contrarsi, usando essenzialmente l´energia gravitazionale da contrazione per riscaldarsi. Anche se la proto-stella é totalemte convettiva (dovuto alla sua bassa densitá e temperatura), con la contrazione il suo nucleo centrale diventa radiativo, aumentando la temperatura effettiva. Con l´aumento della densitá e della temperatura nel suo centro, presto questa ultima arriva avalori dell´ordine di 2 X 107 K, e comincia a diventare possibili le reazioni di fusione dell´idrogeno, timbrando cosí la nascita della stella. Entra intanto in una lunga fase di equilibrio – la sequenza principale – che dura fino a che esiste idrogeno per le reazioni di fusione.

la fase di proto-stella termina quando il nucleo centrale é abbastanza luminoso (dovuto alla contrazione e alle reazioni di fusione del deuterio) per allontanare la nube avvolgente.
Variazione della % degli elementi idrogéno e élio con il tempo

Durante la fase della sequenza principale non avvengono grandi mutamenti nelle proprietá globali come luminositá e raggio. Esiste appena un leggero aumento della luminositá in rapporto alla diminuzione dell´idrogeno nel nucleo, obbligando la stella ad adattarsi. Come risultato della combustione dell´idrogeno, la stella vá accumulando nel suo centro l´elio che risulta dalle sue reazioni di fusione, creando cosí un un nucleo inerte di questo elemento. L´aumento continuo del nucleo obbliga la stella ad adattarsi rapidamente per aggiustare le condizioni di produzione di energia che necessita per mantenere il suo equilibrio idrostatico. Come la massa del nucleo di elio diventa troppo elevata, la gravitá porta a che questa si trasformi in una sfera di gas degenerato, e nello stesso tempo diminuisce di diemnsione. Entriamo cosí in una fase in cui l´energia prodotta aumenta progressivaente in risposta alla contrazione del nucleo.

Il fine della sequenza principale corrisponde alla fase in cui la produzione di energia ha luogo in uno strato attorno al nucleo. Lí é prodotto piú elio che continuerá ad essere immagazzianto nel nucleo centrale.

La fine della sequenza principale corrisponde alla fase in cui la produzione di energia ha luogo, non nel centro, ma in uno strato attorno al nucleo. Lì é prodotto piú elio che continuerá ad essere immagazzinato nel nucleo centrale. Si ha cosí inizio ad una fase di instabilitá che porta la stella ad alterare tutta la sua struttura in una scala di tempo abbastanza breve. La stella si adatta al fatto di produrre energia appena in uno strato che avvolge il nucleo ma comincia ad alterare la sua luminositá e temperatura effettiva, per cui questa si muove nel diagramma H-R a destra della zona corrispondente alla sequenza principale, entrando in una fase di gigante rossa.

Fase di gigante rossa. L´espansione dell´involucro gassoso conduce ad una diminuzione della temperatura effettiva diventando la stella un un gigante rosso.

Nella misura in cui il nucleo di gas degenerato soggetto alla sua gravitá si contrae, per aumento della massa, trascina con sé gli strati ricchi in idrogeno che lo avvolgono per zone piú interne, portando ad un aumento del flusso di energia prodotta per fusione. In questo modo l´involucro della stella é obbligato a espandersi con una corrispondente diminuzione della temperatura effettiva dando origine a una gigante rossa.

Ramo assintóttico delle giganti. Nella fase finale della combustione dell´elio, la stella possiede un nucleo inerte di carbonio, seguito da uno strato di fusione di elio e da uno strato di fusione di idrogeno.

Ad un certo punto la stella ha giá perso una parte significativa del suo involucro gassoso, nella fase di espansione di gigante rossa, e il suo nucleo di elio finisce pe rarrivare a temperature sufficientemente alte per dare inizio alla combustione di questo elemnto in carbonio. Ha co´si luogo una “seconda” sequenza principale detta RAMO ORIZZONTALE. Dato che la reazione di fusione di elio in carbonio é meno efficiente di quella della fusione dell´idrogeno, la permanenza della stella in questa nuova fase di stabilitá (nel ramo orizzontale) sará molto piú corta di quella della fase di combustione dell´idrogeno, obbligando ancora una volta la stella ad evoluire.

Riassunto della nascita ed evoluzione di una stella tipo Sole.

Nella fase finale della combustione dell´elio, la stella possiede un nucleo inerte di carbonio, uno strato esterno a questo di combustione dell´elio e uno strato ancora piú esterno di combustione di idrogeno. Nuovamente con il crescimento del nucleo, adesso di carbonio, la stella acquisisce una configurazione instabile con la produzione di energia che deve aver luogo negli strati esterni. Entra cosí in una nuova fase denominato ramo assintottico delle giganti. La continua somma di massa nel nucleo porta ad una nuova fase di contrazione, in cui questo nucleo centrale trascina gli strati che lo avvolgono, risultando in un rapido aumento della produzione di energia e conseguentemente, in una nuova espansione del resto dell´involucro gassoso che ancora la avvolge. L´involucro si espande quando il gas é spinto dalla radiazione proveniente dalla elevata temperatura del nucleo che si contrae, finendo per portare la stella a perdere tutta la massa esterna nel nucleo centrale che passa ad evoluire separatamente, nella misura in cui il gas perso é restituito allo spazio interstellare. Risulta da questo processo la formazione di una nebulosa planetaria.

Evoluzione prevedibile per una stella del tipo G come il Sole

Alla fine del ramo asintottico dei giganti, quando l´involucro gassoso e perso, resta appena il nucleo centrale e la nube di materiae che é stata eiettata. Il nucleo, quasi solo di carbonio, é oltremodo piccolo, per cui la gravitá é incapace di iniziare la combustione di questo elemento, passando ad una fase di raffreddamentoman mano che perde energia termica, terminando cosí il processo di evoluzione. Il piccolo corpo sferico di carbonio degenerato che é rimasto dopo la contrazione del nucleo si chiama NANA BIANCA. Le dimensioni di questo corpo sono molto ridotte se comparate con la dimensione attuale del Sole, e la sua brillantezza si deve appena al calore che é rimasto dal processo di evoluzione e andrá ad essere progressivamente perduto raffreddando la nana bianca.

Percorso nel diagramma HR per una stella tipo il nostro Sole.

Finalmente, quando tutta l´energia térmica é rirradiata, la stella finisce di essere visibile diventando una nana-nera, questo é un diamante (carbonio cristallizato) perso nella Galassia.

SAND-RIO