IL “MITO” DELL’EFFETTO SERRA VA IN FRANTUMI (Prima Parte)

L’effetto-serra è un argomento che solleva reazioni emotive, a volte impulsive e irrazionali, perché molti anni di propaganda martellante dei media lo hanno radicato nella mente di molte persone, e dunque non tutti accettano di mettere in discussione quanto per anni hanno considerato vero.

Al di là del fatto che il problema dell’effetto-serra, insieme a quello del GW, sia stato sciaguratamente “tirato per la giacca” dai politici di ogni orientamento, e pertanto ogni discussione su di esso rischia di vedere non di rado strumentalizzate  argomentazioni pseudo-scientifiche per scopi puramente politici.

Ma il problema è che per molte persone, e più in generale per la mente umana, è sempre difficile liberarsi da convinzioni che per lungo tempo erano state ritenute valide.

Quando queste convinzioni radicate – o luoghi comuni – vengono messe in discussione, in molte persone scatta una reazione di fastidio, o un rifiuto istintivo – dettato da prevenzione – di voler esaminare con attenzione ed equilibrio i nuovi argomenti, nel timore più o meno inconscio di dover ammettere di avere creduto per lungo tempo a concetti falsi.

Inoltre, poiché è un concetto semplice da imparare (atmosfera = serra, o = coperta), molti si sentono a disagio nel sostituire quel concetto con altri scientificamente validi, ma più complessi.

Come già detto, questa teoria ha trovato larga diffusione nelle pubblicazioni dei “climatologi” degli ultimi 20 anni, ma è del tutto assente nei testi più autorevoli di fisica e termodinamica, proprio perché non soltanto è in flagrante contraddizione con principi basilari della fisica, ma anche perché di conseguenza nessun esperimento, né fenomeno naturale osservabile e riproducibile è mai riuscito a confermarla.

Semplicemente l’”effetto-serra” è una colossale bufala pseudo-scientifica, benchè di gran successo popolare.

E’ una sorta di “Cacao Meravigliao” pseudo-scientifico, una cosa inesistente che però è stata ritenuta reale da molti grazie all’efficacia della comunicazione imbonitrice dei media.

E non a caso fisici autorevoli, ed esperti quali Claes Johnson, Nahle, Siddons, Gaerlich, Tscheuschner, Thieme, Miskolczi, Casey, ecc., ecc, negli ultimi tempi hanno pubblicato importanti lavori per ribadire l’infondatezza della teoria.

Ciò non deve stupire, dal momento che fin dal lontano 1909 il fisico Robert Wood (l’inventore della famosa “lampada”, al quale uno dei padri della fisica moderna, il grande Niels Bohr, aveva dedicato un lavoro) aveva demolito con l’esperimento delle due serre http://www.tech-know.eu/uploads/DeathGH.pdf  la teoria di Arrhenius, secondo cui il vetro del soffitto delle serre avrebbe innalzato la temperatura interna di ulteriori 15°C, trattenendo il 20% in più di radiazione IR. Wood dimostrò che anche una serra col soffitto di alite (salgemma, abbastanza neutro ai raggi IR) raggiungeva la stessa identica temperatura dell’altra (55°C), quindi tutto dipendeva dal calore accumulato dal suolo delle serre, non dai soffitti e dal loro materiale, o dalla fantasiosa ipotesi che il vetro potesse “intrappolare” più raggi infrarossi, e riscaldare di più.

Ma il genere di risposte avute dalla pubblicazione dell’articolo, mi inducono a chiarire ed approfondire alcuni concetti, onde evitare malintesi su questo importante argomento.

1)      Cosa si intende per effetto-serra.

Credo che molti non abbiano un’idea chiara di cosa sia l’effetto-serra, secondo quando vanno divulgando personaggi di enti quali l’IPCC e la NASA. Non a caso si tratta di due enti pubblici con bilanci faraonici, sempre a caccia di fondi tramite politici compiacenti che introducano nuove tasse, e quindi molto allettati dall’idea che le teorie sull’effetto-serra conducano a nuove imposte sulle “emissioni da gas-serra”.

Per effetto-serra, o effetto-atmosfera, o effetto-coperta (chiamatelo come volete) si deve intendere l’idea secondo cui l’atmosfera e i gas che contiene possano “riscaldare” o aggiungere ulteriore energia termica, rispetto a quella prodotta dal Sole riscaldando la superficie terrestre.

Come già detto nell’articolo precedente, uno dei concetti falsi più diffusi è proprio l’idea secondo cui l’atmosfera aggiungerebbe 33°C di calore alla superficie terrestre.

Attenzione! Per effetto- serra NON si intende semplicemente la differenza di temperatura tra i suoli o la superficie degli oceani rispetto alle temperature dell’atmosfera terrestre, perché è evidente che la superficie terrestre e l’atmosfera hanno temperature diverse, e anzi l’atmosfera (in particolare la Troposfera a media-alta quota, dai 4 km. in su) è sempre più fredda rispetto alla temperatura media della superficie terrestre.

Ma il concetto-chiave (falso) che viene costantemente ripetuto da IPCC & friends è quello secondo cui: “…il Sole riscalda la superficie terrestre, e poi i gas-serra intrappolano la radiazione IR (infrarossa) in uscita verso lo spazio, e ne rimandano una parte a Terra, accrescendo le temperature della superficie”. (Greenhouse gases absorb heat that radiates from Earth’s surface and release some of it back towards the Earth, increasing the surface temperature …)

http://www.americanthinker.com/2010/02/the_hidden_flaw_in_greenhouse.html

Questa bislacca teoria ha poi fornito all’IPCC il trampolino concettuale per rilanciare la nota litania che la crescita dei gas-serra, in particolare quelli di origine umana, porterebbe in futuro alla crescita delle temperature fino a 5°-6° C in media, di qui alla fine di questo secolo.

2)      Perché l’effetto-serra viola le principali leggi della Fisica.

Il concetto esposto sopra è palesemente falso, poiché viola le 2 leggi principali della termodinamica, cioè il 1° principio (conservazione dell’energia) che afferma l’impossibilità di creare in un sistema termodinamico nuova energia dal nulla (senza lavoro esterno) , ed il 2°, nella formulazione di Clausius, che stabilisce l’impossibilità che un corpo più freddo (atmosfera) possa aggiungere calore ad un corpo più caldo (superficie terrestre) innalzandone la temperatura.

E si noti bene che i principi della termodinamica valgono sia per i sistemi chiusi (es. motore ideale) che non scambiano calore con l’esterno, che per quelli aperti, ( es. atmosfera), che scambiano calore e materia con l’esterno del sistema.

Nella realtà, la trasmissione di calore sulla Terra avviene nel seguente modo.

I raggi solari dapprima riscaldano la superficie terrestre (suoli e oceani) per conduzione e convezione.

Conduzione significa che le radiazioni solari producono energia cinetica e vibrazioni molecolari in corpi della medesima sostanza (es.: terreni e acque oceaniche).

A loro volta i corpi della superficie terrestre (suoli e oceani), riscaldati dal Sole, trasmettono energia termica alle masse d’aria sovrastanti, causandone il movimento, e poi la trasmissione di calore per spostamento, poiché queste masse d’aria riscaldate da suoli e oceani si espandono, e trasmettono a loro volta calore ad altre masse d’aria a diversa temperatura con cui vengono a contatto ( e così abbiamo venti, perturbazioni, nubi, ecc.)

E questa è la convezione, cioè la trasmissione di calore per movimento dei fluidi (gas, liquidi) per contatto con corpi a diversa temperatura.

E’ importantissimo notare che la trasmissione del calore per conduzione e convezione termica costituisce ben il 99% della modalità con cui si trasmette il calore ricevuto dal Sole sulla Terra. (cfr. Siddons http://www.americanthinker.com/2010/02/the_hidden_flaw_in_greenhouse.html )

L’ultima modalità – che  costituisce appena l’1% della trasmissione di calore sulla Terra – è l’irraggiamento, ovvero la trasmissione di calore attraverso radiazioni ed onde elettromagnetiche tra corpi anche molto distanti, in particolare le radiazioni  dei raggi infra-rossi (IR), la cui intensità è direttamente proporzionale alla crescita delle temperature (quanto più si innalzano le temperature dei corpi riscaldati, tanta più radiazione IR emettono).

Il punto fondamentale è che nè i gas cosiddetti “serra”, né  alcun altro gas, hanno la capacità di “rimandare” verso Terra le radiazioni IR ricevute dalla superficie terrestre, proprio perché i gas dell’atmosfera ( che circolano a temperature  inferiori rispetto alla superficie terrestre) non possono riscaldare dei corpi più caldi di loro, sempre per il 2° principio della termodinamica.

3)      Alcuni esempi.

E’ abbastanza semplice dimostrare quanto sopra, sia con alcuni esempi di immediata comprensione, che con qualche esperimento pratico (oltre quello delle serre di Wood già visto).

Ad esempio, c’è chi contesta l’applicazione del 2° principio, dicendo che dopo tutto l’atmosfera agisce come una coperta, o come un cappotto, e dunque senza l’atmosfera e i suoi gas la Terra sarebbe più fredda, allo stesso modo in cui il nostro corpo rimane più caldo perché aggiungiamo una coperta, oppure un cappotto, ai nostri abiti invernali.

Attenzione, c’è un grosso equivoco concettuale!

Quando noi aggiungiamo una coperta, o un cappotto, ai nostri abiti, NON innalziamo la temperatura del nostro corpo, che rimane sempre di 36°-37° C. Semplicemente tratteniamo più a lungo il calore che già il nostro corpo produce, ed impediamo che venga dissipato facilmente (come accade d’estate, quando indossiamo abiti leggeri).

Ma la temperatura del nostro corpo non sale certo a 38°C o a 40°C perché mettiamo il cappotto, o la coperta sul letto, il cappotto e la coperta non “aggiungono” nuovo calore!

Allo stesso modo, i gas dell’atmosfera NON innalzano la temperatura che i terreni o le acque degli oceani raggiungono, dopo essere stati riscaldati a lungo dai raggi solari. E’ il Sole – e basta! – che fa salire la temperatura dell’asfalto sotto casa vostra fino ed oltre 70°C nelle giornate estive più calde, nessun gas atmosferico può aggiungere nemmeno un miliardesimo di °C a quelle temperature!

I terreni riscaldati dal Sole salgono a 40°C, o a 50°C, (o a 60°-70° C nel caso di asfalto o simili) ecc., ma la loro temperatura NON viene ulteriormente incrementata dalla presenza dei gas nell’atmosfera (anzi, come vedremo, i gas dell’atmosfera possono solo ABBASSARE la temperatura dei suoli, o delle acque marine).

E ancora, se versiamo un the caldo a 80°C in un thermos, le sue pareti isolanti ed ermetiche (mille volte più efficaci ed isolanti di qualsiasi gas!) NON fanno alzare la temperatura del liquido nemmeno di 1 milionesimo di °C!

Quando versiamo il liquido nel thermos, la temperatura massima è sempre quella che registriamo nel momento in cui l’abbiamo versato, se era 60°C resterà a 60°C, se era 75°C rimarrà a 75°C, e poi potrà solo diminuire lentamente.

La differenza è che nel thermos (così come sotto il cappotto, o sotto la coperta), la temperatura scende più lentamente, e potremo tenere il liquido al caldo diverse ore, e non 1-2 decine di minuti come accade quando versiamo il the in una normale tazza di ceramica.

E viceversa, secondo l’IPCC e i tanti “serristi”, l’atmosfera e i gas che contiene “aggiungono” ulteriore calore, e fanno alzare le temperature terrestri, rispetto a quelle massime prodotte dal riscaldamento del Sole sulla superficie terrestre.

Ora, è evidente che ciò è impossibile, allo stesso modo in cui il cappotto non aumenta la temperatura del nostro corpo, non ci fa venire la febbre, o il thermos non fa salire a 100°C la temperatura del the caldo a 60°C che vi abbiamo versato, e non lo fa bollire!

Quindi un corpo più freddo non può da solo (e senza lavoro dall’esterno) innalzare la temperatura di un corpo più caldo.

Il nostro corpo intirizzito,  e riscaldato da una stufa a 200°C in una fredda giornata invernale, poi una volta riscaldato non “rimanda” ulteriore calore alla stufa, e non può assolutamente far salire la temperatura massima di 200°C della stufa medesima, perché ciò violerebbe il 2° principio della termodinamica, creando nuova energia dal nulla, senza lavoro esterno.

Eppure l’IPCC afferma il contrario nel caso delle temperature terrestri, secondo loro i gas dell’atmosfera (sempre più freddi dei suoli terrestri) avrebbero il miracoloso potere di rimandare verso Terra (= “backradiation”) la radiazione infrarossa ricevuta dal basso, in una sorta di incontro di tennis spaziale, facendo salire ulteriormente la temperatura delle superfici terrestri.

Quindi secondo loro l’asfalto delle strade, riscaldato dal Sole fino a 70°C, od oltre, in una calda giornata estiva, poi verrebbe ulteriormente scaldato dalla radiazione proveniente dai gas atmosferici in quota (ed in particolare dalla CO2).

Come ciò possa avvenire è una magia esoterica che travalica. le ordinarie leggi della fisica ed il comune buon senso.

4)      I gas atmosferici “rallentano” il raffreddamento della superficie terrestre?

Ma conosco già l’obiezione di alcuni “serristi”:

“Eh no, è vero quello che dici, e cioè che i gas serra non fanno aumentare le temperature della superficie terrestre. Però è anche vero che i gas serra rallentano molto i tempi di raffreddamento (come il thermos o la coperta), quindi vuol dire che in futuro avremo sì uguale caldo, ma per tempi più lunghi. E ciò è del tutto conforme al 2° principio della termodinamica”.

Ora, a parte il fatto che l’IPCC e la maggioranza dei “serristi” non dicono questo, ma hanno sempre sostenuto che in futuro avremo temperature PIU’ ALTE DI 5°-6° C (a parità di intensità dell’attività solare), non le medesime temperature di adesso per tempi più lunghi.

In altre parole, secondo loro non avremo a giugno – che so – temperature di 28°C, come abbiamo oggi, ma per più tempo.

Secondo loro tra 30-40 anni, a causa della CO2 crescente,  dovremmo avere 33°-34° C a giugno, rispetto ai 28°C di max. che abbiamo oggi, a parità di intensità dei cicli solari!

Quindi ciò che sostengono i “serristi” più moderati è ben diverso da quello che sostiene la propaganda dell’IPCC & soci.

Ma il punto è stabilire se ciò che accade con la coperta, o col cappotto, o col thermos, e cioè un “rallentamento” dei tempi di raffreddamento naturali dei corpi più caldi, grazie alla loro funzione isolante e di coibentazione, possa essere esteso meccanicamente all’atmosfera terrestre e ai gas che contiene.

La risposta anche qui è negativa, anche se è vero che – in teoria – è giusto affermare che i gas atmosferici pur non contribuendo ad innalzare le temperature, sicuramente rallentano i tempi di raffreddamento, e che ciò è del tutto conforme alle leggi della fisica.

Ma qui di seguito vorrei spiegare perché anche il c.d. “rallentamento” dei tempi di raffreddamento delle temperature della superficie terrestre, che potrebbe essere causato dall’aumento dei c.dd. “gas-serra” e dalla CO2 in particolare, in realtà NON ha affatto conseguenze di durevole mantenimento del calore, ma si inserisce in un processo di “raffreddamento” atmosferico più ampio.

-FINE PRIMA PARTE-

I LIKE CO2

82 pensieri su “IL “MITO” DELL’EFFETTO SERRA VA IN FRANTUMI (Prima Parte)

  1. @IlikeCO2

    Ci sono fior di articoli scientifici che smentiscono i calcoli di Woods (avrebbe addirittura fatto confusione tra luce polarizzata e non polarizzata).
    Ti metto il link a questo che puoi vedere anche senza sottoscrizione

    http://boole.stanford.edu/Wood/AbbotReplyToWood.pdf

    Insomma, a me sembra che l’imbroglietto l’abbia fatto Woods. E se non è così, mi sai indicare un esperimento che ne confermi le osservazioni? In fondo quello di Woods è un po’ datato!

      (Quote)  (Reply)

  2. “I raggi solari dapprima riscaldano la superficie terrestre (suoli e oceani) per conduzione e convezione.

    Conduzione significa che le radiazioni solari producono energia cinetica e vibrazioni molecolari in corpi della medesima sostanza (es.: terreni e acque oceaniche).”

    Non giudico corrette queste premesse, secondo me:
    1_ I raggi solari riscaldano per “IRRAGGIAMENTO” il suolo e gli oceani
    2_ Le radiazioni solari TRASPORTANO ENEGIA , non la producono
    3_ Credo che che segare via di netto la capacità dell’atmosfera di riflettere, assorbire e reirradiare le radiazioni solari sia un errore.

    Per quanto riguarda la teoria dell’effetto serra, quoto IlikeCOZ sostenendo anch’io che la backradiation sia negligente ai fini del bilancio energetico della troposfera.

      (Quote)  (Reply)

  3. lamarozzo :@IlikeCO2
    Ci sono fior di articoli scientifici che smentiscono i calcoli di Woods (avrebbe addirittura fatto confusione tra luce polarizzata e non polarizzata).Ti metto il link a questo che puoi vedere anche senza sottoscrizione
    http://boole.stanford.edu/Wood/AbbotReplyToWood.pdf
    Insomma, a me sembra che l’imbroglietto l’abbia fatto Woods. E se non è così, mi sai indicare un esperimento che ne confermi le osservazioni? In fondo quello di Woods è un po’ datato!

    Scusa non x prendere le difese di IlikeCO2, solo x la precisione quello di Wood è stato un esperimento in cui ha sostituito del vetro ( impermeabile agli infrarossi) con del sale (permeabile). e ha dimostrato che la temperatura raggiunta da una serra con i due tipi di copertura era la stessa, cioè che la serra si riscaldava non per effetto radiativo, legato agli infrarossi ma per semplce effetto convettivo dei gas che costituivano la serra o l’atmosfera che dir si voglia. Che poi da queste osservazioni abbia fatto dei calcoli errati ( visto che isamo nel 1909) é un’altro problema, Wood ha mostrato con un esperimento che i CALCOLI di Arrhenius erano sbagliati, non il contrario……non so se mi sono spiegato

      (Quote)  (Reply)

  4. che pensi di venere e della sua atmosfera presunta terribile…. e se non fosse così terribile , così come marte non è così rosso e inospitale

      (Quote)  (Reply)

  5. Per ottenere fondi dai governi questa gente inventerebbe nuove leggi fisiche e attraverso i media le propagherebbe in tutto il mondo, ingannando milioni di persone, facendoli credere cose che vanno fuori dalla scienza e soprattutto prive di ogni fondamento logico, vergogna a loro, semplicemente vergogna

      (Quote)  (Reply)

  6. “I raggi solari dapprima riscaldano la superficie terrestre (suoli e oceani) per conduzione e convezione”. Per conduzione e convezione??? Ci sei o ci fai?

      (Quote)  (Reply)

  7. Quoto al 100% Nitopi!

    E’ chiaro che quello effettuato dal sig. Pratt di Stanford non ha nulla a che vedere con una vera “replica” dell’esperimento di Wood.

    In pratica Pratt ha messo una “magliettina” in carta velina alla serra 1, e un cappottone alla serra 3, e poi ha scoperto che la serra 3 aveva raggiunto 15° C in più della 1!

    Ah ah ah, ma che genio! Simon, non è questione di mancanza di rispetto, ma qui la taroccatura è davvero grandiosa!

    Quella di Pratt è stata solo una dimostrazione della maggiore efficacia termoisolante di una strato di 0.94 cm. di perspex (serra 3), rispetto ad una sottilissima pellicola di 0.01 mm polietilene serra 1), 940 VOLTE PIU’ SOTTILE (3/8 di pollice = 0.94 cm.), quindi semplicemente un esperimento che riguarda la CONDUZIONE del calore e la capacità ISOLANTE di due diversissimi spessori di materiali, nulla a che vedere con l’esperimento di Wood e l’effetto-serra.

    E’ quello che ho scritto io nell’articolo, facendo gli esempi del thermos e delle coperte.

    Un poco come se uno prendesse due pentolini di the, e dopo averli scaldati entrambi a 100°C, versasse il liquido di un pentolino in un thermos, e l’altro in un barattolo di vetro, e poi, dopo una mezz’oretta, vedendo che il barattolo di vetro è di almeno 20°-30° C più freddo del thermos, dicesse: “Oh guarda! Il the nel vetro è più freddo, quindi ho dimostrato l’effetto serra!”
    Ah ah ah! Divertente…

    Questo è quello che ha fatto il prof. Pratt di Stanford.

    FACCIAMO I CONTI…

    E’ evidente che una pellicola trasparente di polietilene ha bassissima capacità termoisolante rispetto ad uno strato di materiale acrilico 940 volte più spesso! Quindi lascerà passare molto più calore, nello stesso periodo tempo. Ed ecco perché la serra 1 è rimasta molto più “fredda” della serra 3.

    Lo si può dimostrare con una legge fisica, la legge di Newton, per calcolare la quantità di calore Q trasmessa da una superficie nel tempo t, casomai il signor Pratt creda che al mondo nessuno conosca la fisica e la termodinamica.

    La formula è: Q = kt A/s (T1 – T2)

    Dove Q è la quantità di calore trasmessa da una sostanza, k è il suo coefficiente di conducibilità termica (che varia da sostanza a sostanza), t è il tempo misurato in secondi, A è l’area in m2 della superficie , s è lo spessore, e infine (T1 – T2) è la variazione di temperatura in gradi °C.

    Basta fare due calcoli, e si vede subito che – avendo le serre 1 e 3 la stessa superficie (A), ed essendo rimaste al sole lo stesso periodo di tempo t – ciò che ha determinato la differenza di 15°C nella temperatura della 1 rispetto alla 3 è stato semplicemente il fatto che la pellicola isolante di polietilene della serra 1 fosse oltre 940 volte più sottile dello strato di materiale acrilico della serra 3.

    Nell’equazione di Newton, poiché lo spessore va al denominatore, è chiaro che quanto più una sostanza è sottile, tanto più disperderà calore, a parità di altre condizioni, e quindi resterà più fredda.

    Ora, dal momento che il polietilene ed il perspex sono polimeri di materie plastiche con un coefficiente k di conducibilità termica abbastanza simile, è chiaro che i 15° C di differenza si debbono solo al fatto che in una serra il “soffitto” era oltre 940 volte più sottile dell’altra!

    Se la serra 1 ha raggiunto 15°C più della 3, avendo il tetto 940 volte più sottile, il politene avrebbe dovuto essere OLTRE 60 volte (15 X 60) più conduttivo del perspex per dare un’eguale temperatura, con uno spessore così modesto, il che è impossibile, perspex e politene hanno suppergiù la stessa conducibilità termica.

    Provateci voi ad abitare in una casa con le pareti di cellophan, e poi ditemi se è come stare in una con i muri di mattoni!
    Ancora una volta, questo “esperimento” dimostra la totale inaffidabilità di questi signori e dei loro metodi, e non dico altro per non alzare i toni!
    E perché non hanno usato il vetro ed il salgemma come l’onesto Wood?

    Wood usò due sostanze minerali cristalline che erano fatte entrambe di materiali con una conducibilità termica abbastanza simile, e con spessori uguali, e con ciò ho risposto a lamarozzo.

    Quindi l’esperimento di Robert Wood nel 1909 ha valore ed è attendibile, quello fatto a Stanford 100 anni dopo è risibile, per dirla tutta.

    Risposta a Paolo: l’umidità cioè il vapore dell’aria è considerato “gas-serra” perchè trattiene il calore molto più della CO2.

    Quindi nei deserti non avendo nè umidità nè CO2 (per lo meno quella prodotta dall’uomo e dalle industrie) non hai “gas-serra”, e ciò già falsifica la teoria del legame tra aumento dei “gas-serra” e aumento delle temperature, come vorrebbe l’IPCC.

    Ma se aspetti a leggere anche la 2a parte dell’articolo, vedrai affrontato più a fondo l’argomento, e il discorso della differenza tra l’escursione termica (alta), nei deserti e nei tropici (bassa), insieme al problema del “rallentamento del raffreddamento” da parte dei “gas-serra”, che però è contrastato nel contempo dal loro effetto raffreddante, che è molto maggiore.

      (Quote)  (Reply)

  8. Risposta a Franco: dapprima hai la conduzione quando i suoli e le acque, scaldati dal Sole, aumentano la loro energia termica per aumento dei moti vibrazionali delle loro molecole.

    Poi hai la convezione, e cioè i suoli e gli oceani una volta scaldati trasmettono calore alle masse gassose sovrastanti, e ne causano l’espansione termica ed il movimento, per evaporazione dell’acqua (oceani) o semplice spostamento (dai terreni caldi ai gas atmosferici sovrastanti, ai venti, alle nubi, ecc.).

    Mi sembra abbastanza semplice…

      (Quote)  (Reply)

  9. @IlikeCO2
    Comincio a pensare che siate in malafede! Se solo vi foste presi la briga di leggere
    tutto la descrizione dell’esperimento, avreste scoperto che è stato ripetuto anche usando
    un doppio strato di Saran wrap, con un gap di aria che corrisponde alla conducibilità termica di 10 pollici di vetro! Avete una spiegazione anche per questo?!?

    Rileggete la sezione “Double glazing experiment 12/3/09”

    http://boole.stanford.edu/WoodExpt

      (Quote)  (Reply)

  10. Certo lamarozzo!Ma perchè non hanno usato vetro e salgemma, visto che dicevano di voler “replicare” Wood?

    Replicare, sul vocabolario, significa ripetere un fatto alle medesime condizioni, non cambiarle a capocchia, quindi già qui non ci siamo.

    L’ho letto, il resto dell'”esperimento”, ma non modifica matematicamente in modo apprezzabile il rapporto tra gli spessori dei materiali (la sola cosa che conti nella conducibilità termica, in base alla legge di Newton), e quindi lascia ampiamente concludere che si sia trattato solo di maggiore o minore capacità isolante-conduttiva di diversi materiali, e i raggi infrarossi non c’entrino proprio nulla.

    E non possono averci nulla a che fare, perchè se un gas o un isolante potesse incrementare la temperatura terrestre, avresti creato un moto perpetuo di 2 tipo, in pratica la CO2 ti rimanda il 20% dei raggi IR, e questo alzerebbe del 20% l’energia termica al suolo (mettiamo 700 W/m2), che a sua volta rimanderebbe il 20% in più di raggi IR in quota, che rimanderebbero altra energia per il 20% in più a terra, ecc. ad infinitum.

    Ci farei la firma!

    Metterei uno strato di vetro, o perspex e CO2 sopra casa mia, ed eviterei di spendere soldi in metano, caldaie, ecc.

    Ma non ti accorgi che le teorie dell’effetto serra sono insostenibili anche dal punto di vista logico, oltre che fisico-matematico?

      (Quote)  (Reply)

  11. bell’articolo, molto intuitivo, grazie per gli esempi… se poi a queste argomentazioni si aggiungono quelle riguardanti le esigue concentrazioni di Co2 rispetto a quelle di altri gas come il vapore acqueo che sono potenzialmente molto più “serra”, si traggono in fretta le conclusioni

      (Quote)  (Reply)

  12. franco :

    “I raggi solari dapprima riscaldano la superficie terrestre (suoli e oceani) per conduzione e convezione”. Per conduzione e convezione??? Ci sei o ci fai?

    Nessuno ti vieta di porre domande, ma frasi del tipo ci sei o ci fai, magari te le puoi risparmiare in futuro…

    Simon

      (Quote)  (Reply)

  13. Ah, dimenticavo, informazione importante.

    Anche Wood nel 1909 collocò un altro strato di vetro, sia sulla serra di salgemma che su quella di vetro,allo stesso modo in cui Pratt a Stanford aveva messo un doppio strato di Saran wrap, per attutire gli effetti filtranti dei due materiali (salgemma e vetro).

    Il risultato fu che le temperature di Wood si abbassarono un po’ in entrambe le serre, ma rimasero uguali.

    Quindi mettere altro materiale isolante su serre come quelle di Stanford, in cui i materiali all’interno dell’una hanno spessori 900 volte minori di quelli dell’altra, può solo servire a modificare le temperature, ma non modifica certo il “gap” tra le temperature, che rimane immutato.

    In altre parole, mettere un doppio strato può alzare o abbassare di qualche grado le temperature, ma i 15°C di differenza tra le serre non cambiano, come non cambiarono gli 0°C di differenza tra le serre di Wood del 1909.

    E comunque, ricordiamo sempre che l’esperimento delle serre di Wood è solo a titolo indicativo, per il semplice fatto che nelle micro-serre abbiamo condizioni totalmente diverse rispetto all’atmosfera, dove esistono imponenti e complessi fenomeni di reazioni climatiche (venti, nubi, piogge, temporali, uragani, nevi, ecc.), su spazi immensi e aperti, che interagiscono con attività oceaniche, ecc. e ovviamente non possono essere paragonati alla semplicità delle reazioni fisiche una serra chiusa.

    Ma questo sarà l’argomento della II parte dell’articolo.

    Non a caso ho voluto scrivere che paragonare un luogo passivo e piccolo come una serra alla complessità ed attività di un luogo grande come l’atmosfera terrestre, è un po’ come paragonare una passiva lavagna di ardesia ad un computer di ultima generazione, solo perchè entrambi hanno uno schermo nero, e possono essere usati per scriverci sopra.

    Che senso ha un simile paragone?

      (Quote)  (Reply)

  14. @IlikeCO2

    Guarda che nel suo esperimento Pratt ha volutamente messo un gap d’aria tra le due pellicole di polietene in modo tale da portare la conducibilità termica a valori più bassi che nella terza scatola. E nonostante il maggior isolamento, la scatola che lascia passare gli infrarossi si attesta ad una temperatura inferiore di quella che invece li riflette parzialmente.

    Per quanto riguarda i calcoli io trovo che l’articolo seguente

    http://boole.stanford.edu/Wood/AbbotReplyToWood.pdf

    sia abbastanza esplicativo.

      (Quote)  (Reply)

  15. aspettiamo a dire quella parola è ancora presto anche se gli enti preposti si azzardassero domani a segnare ufficiosamente la giornata come “senza macchie”
    io aspetterei il riepilogo mensile se poi non lo correggessero a fine mese
    aspetterei che lo pubblicassero come dato ufficiale fra tre-quattro mesi 🙂

    hanno ancora parecchi modi per “correggere” il dato

      (Quote)  (Reply)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Immagine CAPTCHA

*

Aggiungi una immagine

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.