Archivio mensile:Giugno 2013

E-Cat: Test indipendenti confermano, COP = 5.6 ± 0.8

Colgo le ripetute segnalazioni lasciate dal nostro @ab2010 nella sezione “Scienza&Gw“, per comunicarvi che un recente test indipendente su l’E-Cat, condotto in Svezia, sembrerebbe confermare un output energetico maggiore dell’input.

Innanzitutto ricordiamo che cosa è “l’E-Cat ” e come funziona il dispositivo dell’ingegnere italiano Andrea De Rossi :

L’E-Cat è una macchina che produce calore attraverso un processo nucleare a bassa energia, detto “volgarmente” fusione fredda. Una tecnica che genera energia a temperature molto più basse da quelle di fusione nucleare, allo stesso tempo in maniera più semplice e sicura. L’idea della fusione fredda viene dal lavoro di Martin Fleischmann: le sue tecniche sono state oggetto di esperimenti in tutto il mondo, sempre discussi.

Il riassunto del documento scientifico pubblicato su Arxiv  :

http://arxiv.org/abs/1305.3913

http://arxiv.org/ftp/arxiv/papers/1305/1305.3913.pdf

Indicazione di una anomala produzione di energia termica in un dispositivo reattore

Un’indagine sperimentale sulla possibile produzione anomala di calore in un particolare tipo di tubo reattore denominata E-Cat HT viene effettuata. Il tubo reattore viene caricato con una piccola quantità di polvere di nichel idrogeno caricato più alcuni additivi. La reazione viene principalmente per effetto del calore dalle bobine resistenza all’interno del tubo reattore. Misurazione del calore prodotto è stata eseguita con telecamere ad alta risoluzione imaging termico, registrando dati ogni secondo dal tubo reattore caldo. Le misurazioni di potenza elettrica sono state effettuate con una grande larghezza di banda analizzatore di potenza trifase. I dati sono stati raccolti in due prove sperimentali della durata di 96 e 116 ore, rispettivamente. Una produzione anomala di calore è stato indicato in entrambi gli esperimenti. L’esperimento 116 ore comprendeva anche una calibrazione del set-up sperimentale, senza la carica attivo presente nel E-Cat HT. In questo caso, il calore supplementare è stato generato al di là del calore atteso dall’ingresso elettrico. Computerizzata volumetrica e densità di energia gravimetrica sono risultati decisamente superiori a quelli di qualsiasi sorgente chimico noto. Anche per le ipotesi più conservative per quanto riguarda gli errori nelle misurazioni, il risultato è ancora un ordine di grandezza maggiore rispetto alle fonti energetiche convenzionali.

Strumento impostato per il test. Da sinistra a destra: i due portatili che si collegano alle telecamere IR, che inquadrano da l'alto (vale a dire la base) della E-Cat HT2 e uno dei suoi lati, rispettivamente, più la telecamera, e il PCE-830. L''E-Cat HT2 è appoggiato su dei montanti in metallo e le due telecamere a infrarossi su treppiedi.

In rete ho trovato anche le prime critiche al test condotto in svezia :

http://www.ecoblog.it/post/68761/e-cat-test-davvero-indipendente-i-dubbi-rimangono

(1) Dopo essersi laurato in filosofia nel 1973, un anno dopo Rossi annunciò di avere inventato un metodo per trasformare i rifiuti organici in petrolio fondando la Petroldragon. Fu poi accusato di truffa a e danno ambientale, cavandosela con sei mesi di carcere, nonostante la bonifica del sito della Petroldragon sia costato più di 40 milioni di €. Successivamente sostenne di produrre nergia elettrica dal calore di scarto, ma i suoi dispositivi non risultarono funzionanti.(fonte Wikipedia).

(2) Arxiv non è una rivista scientifica, ma un sito su cui i ricercatori possono autopubblicare i propri risultati senza peer review.

(3) Senza entrare troppo nei dettagli tecnici, gli autori sostengono di avere stimato la potenza dalla relazione di Steffan- Boltzmann P= εσT^4, ipotizzando un’emissività pari a 1. Tale emissività viene anche usata per calibrare le letture di temperatura della fotocamera, per cui è proprio il caso di dire che il gatto si mangia la coda. Nella didascalia della figura 7 si dice che usando una emissività più bassa, il software della fotocamera fornisce temperature più alte, il che è naturale, visto che a parità di potenza radiante rilevata dalla fotocamera, T deve essere più alta se ε è più bassa. Gli autori incorrono però in un incredibile errore quando scrivono che queste temperature più alte darebbero una maggiore densità di energia (dimenticandosi che che le variazioni di ε e T si bilanciano).

 

Michele

Era il 1977 e John A.Eddy scriveva, il caso delle macchie solari scomparse – 3°Parte –

Svariate testimonianze dimostrano che, tra il 1645 e il 1715, l’attività solare subì un drastico rallentamento: probabilmente quello non fu un episodio isolato

 

 – Articolo ripreso dalla rivista “Le scienze” n°109 del Settembre 1977 su segnalazione del nostro Zambo-

La prima parte è disponibile al seguente link : http://daltonsminima.altervista.org/?p=22855

La seconda parte è disponibile al seguente link : http://daltonsminima.altervista.org/?p=22892

Oltre ai resoconti sulle aurore boreali e sulle macchie solari, le descrizioni dell’aspetto della corona solare durante le eclissi totali forniscono un altro genere di informazione per verificare il livello di attività del Sole nel passato. Quando ci sono molte macchie la forma della corona, tenue atmosfera esterna del Sole, e molta diversa da quella che si osserva quando ce ne sono poche. Le macchie solari sono sede di intensi campi magnetici sulla superficie dcl Sole, e quei campi magnetici modellano i pallidi bianchi pennacchi coronali che si vedono attorno al Sole durante un’eclisse totale. Quando ci sono sul Sole molte macchie, e pertanto intensi campi magnetici concentrati, la corona e tutta solcata da pennacchi che si estendono dal Sole come i petali di una dalia. Quando sono presenti meno macchie solari, il numero di pennacchi coronali diminuisce come se qualcuno avesse strappato via i petali. In fase di minimo delle macchie la corona vista durante un’eclisse totale appare debole e con pochi pennacchi limitati alla regione equatoriale. Che cosa accadrebbe della corona se non ci fosse nemmeno una macchia, e non ne fosse apparsa nessuna da anni o da decenni? Un osservatore vedrebbe ancora la luce zodiacale, o <<falsa corona>>, attorno al disco nero della Luna, un anello sottile di fioca luminosita rossastra senza alcun pennacchio ? A differenza della vera corona, la luce zodiacale non fa parte dell’atmosfera solare, ma è semplicemente luce solare diffusa dalle polveri nello spazio interplanetario. La luce zodiacale è sempre presente durante un’eclisse totale di Sole, ma solitamente non e visibile a causa della maggiore luminosità della corona.

Tra il 1645 e il 1715 ci furono 63 occasioni per osservare il Sole eclissato totalmente. Ho cercato di rintracciare le osservazioni di tutti quegli eventi per trovare descrizioni della corona durante il minimo di Maunder. La maggior parte delle eclissi era osservablle solo da regioni inaccessiblli, e non era uso comune nel XVII e nel XVIII secolo mandate, come si fa oggi, spedizioni in occasioni di eclissi a seguire l’ombra della Luna fino in capo al mondo. Alcune eclissi erano però osservabili da luoghi prossimi a osservatori europei, e furono seguite molto attentamente. Nessuna eclisse visibile in Europa andò perduta, e varie altre furono osservate da studiosi che si trovavano occasionalmente nel Nuovo Mondo e in Asia.

La maggior parte degli astronomi di professione che osservavano un’eclisse  non guardavano il Sole direttamente nel cielo, ma passavano quegli istanti preziosi scrutando l’immagine dell’eclisse proiettata su uno schermo attraverso un telescopio. Su tale immagine misuravano i dettagli dell’oscuramento del Sole prodotto dalla Luna, argomento che era allora di grande interesse. Comunque coloro che guardarono direttamente il Sole durante la totalità dell’eclisse concordavano nella loro descrizione: attorno alla Luna c’era un debole anello di luce fioca, di ampiezza uniforme, rossastro e sottile. Nessun osservatore descrisse la corana biancastra e di struttura complessa che oggi e così comune ed evidente.

Sulla base di quei resoconti mi sono convinto che al tempo del minimo di Maunder la corona solcata da pennacchi era o del tutto assente o cosi poco luminosa che non si vedeva altro che la luce zodiacale.

A giudicare dalle apparenze, i resoconti delle eclissi sembrerebbero una prova evidente della realtà del minimo di Maunder. Come già facemmo trattando i resoconti sulle aurore boreali, dobbiamo però considerare anche ciò che fu visto nei tempi precedenti. Non ho potuto trovare descrizioni di una corona dotata di strutture durante nessuna eclisse in nessuna epoca anteriore al minimo di Maunder! Le eclissi totali di Sole hanno suscitato nell’uomo attenzione e paura per millenni; come si spiega che in migliaia di descrizioni di centinaia di eclissi totali di Sole sia sfuggito all’attenzione di tutti lo spettacolo più bello e impressionante? Forse siamo capaci di vedere solo ciò che stiamo cercando, indipendentemente dall’evidenza del fenomeno, basti pensare che solo in pieno XIX secolo ci si rese conto che la corona faceva parte del Sole. Forse gli osservatori rimasero abbagliati dagli ultimi raggi di Sole prima che l’eclisse raggiungesse la totalità e perciò non notarono la presenza dell’eterea corona. Penso che chiunque abbia vista a occhio nudo l’affascinante bellezza della corona, troverà, come me, queste scuse del tutto inadeguate. Sembra dunque possibile che il Sole sia effettivamente rimasto privo della corona per un periodo molto piu lungo del minimo di Maunder, forse per varie centinaia di anni. Tale assenza coinciderebbe allora con un precedente periodo di minimo prolungato nell’attività solare, che chiamo minimo di Sporer, e che è evidente nei conteggi delle aurore boreali, nell’assenza di osservaziani di macchie salari a occhio nudo e nell’aspetto degli anelli di crescita degli alberi. Tutto ciò implicherebbe che la corona odierna possa essere un aspetto transiente del Sole di origine relativamente recente. Un indizio indipendente sul minimo di maunder proviene dal lavoro che Dorothy E.Trotter, Peter A. Gilman e io abbiamo fatto per ricostruire le caratteristiche della rotazione solare del Sole nel XVII secolo. Le osservazioni moderne dimostrano che il Sole non ruota come un corpo rigido; alle latitudini più elevate ruota più lentamente, così che le regioni equatoriali del Sole compiono un giro completo in 27 giorni, mentre le regioni polari ne impiegano 31. Teorie moderne sulla fisica del sole sostengono che la rotazione differenziale osservata produce il ciclo delle macchie solari per mezzo di un meccanismo di dinamo solare, in cui i campi magnetici solari generati nell’interno profondo interagiscono con la rotazione differenziale della superficie producendo correnti elettriche, che generano a loro volta i campi magnetici delle macchie. Pertanto, in presenza di una marcata anomalia nel numero delle macchie solari, ci  potrebbe aspettare di trovare una concomitante anomalia nel campo magnetico del Sole oppure nella rotazione della sua superficie.

La rotazione del Sole può essere misurata con grande accuratezza facendo uso di una serie di disegni in cui sono riportate giorno per giomo le posizioni delle macchie solari. Le macchie rendono evidente la rotazione della superficie, così come le foglie galleggianti in un ruscello individuano il flusso dell’acqua. Trotter, Gilman e io abbiamo ricostruito le caratteristiche della rotazione differenziale del Sole nel XVII secolo esaminando i disegni originali del Sole e delle macchie che si trovano in due vecchi libri: il  Rosa Ursina, di Christoph Scheiner, pubblicato nel 1630, prima cioe dell’inizio del minimo di Maunder, e il Selenographia, di Johannes Hevelius, che per un caso fortuito venne pubblicato nel 1647, proprio all’inizio del minimo.

In entrambi i libri troviamo disegni giornalieri dell’aspetto del Sole quasi senza interruzioni per un periodo di circa due anni. La rotazione del Sole che ricaviamo dai disegni di Scheiner nel Rosa Ursina per gli anni 1625 e 1626 assomiglia molto a quella odierna: la velocità di rotazione del Sole varia con la latitudine in modo analago. I disegni di Hevelius, fatti a cominciare dal 1642 fino a tutto il 1644, proprio quando le ultime macchie andavano svanendo prima della lunga assenza, mostrano un cambiamento cospicuo e significativo. L’equatore solare aveva accresciuto la sua velocità completando la sua rotazione in un tempo inferiore di un giorno intero rispetto al periodo del 1625! In effetti, la velocità di rotazione all’equatore aveva avuto un incremento triplo rispetto a quella delle regioni a latitudine più elevate. Scoprendo questo cambiamento nello schema di rotazione della superficie del Sole proprio quando le macchie cominciavano a svanire, abbiamo forse individuato il responsabile del crimine? Il cambiamento nella rotazione differenziale del Sole fu la causa del minimo di Maunder o ne fu solo una conseguenza?

I cambiamenti intervenuti nel clima mondiale coincidono con le variazioni a lungo termine nell'attività solare. Il ciclo delle maccchie solari dal 1610 al 1950 (in grigio) è rappresentato insieme con le osservazioni effettuate in Oriente (fino al 1750) di grandi macchie solari viste a occhio nudo (punti). L'abbondanza relativa del carbonio 14 nell'atmosfera, che viene determinata per mezzo dell'analisi degli anelli di crescita degli alberi, è rappresentata dal 1050 al 1900 (in nero). Il rapporto tra l'abbondanza del carbonio 14 e quella dell'isotopo comune del carbonio varia con l'attività solare : Quando il sole è quieto viene prodotta nell'atmosfera una quantità maggiore di carbonio 14, invece quando il sole è attivo se ne produce una quantità minore. Nella illustrazione la curva di abbondanza cresca verso il basso per permettere un confronto diretto con la curva dell'attivtà solare. La curva del carbonio 14 e quella del numero delle macchie solari sono in buon accordo. I picchi e le valli della curva che rappresenta il rigore degli inverni a Parigi e a Londra in base alle registrazioni storiche del climatologo inglese Hubert H.Lamb. L'indice del rigore degli inverni è stato traslato per tenere conto del fatto che c'è un ritardo di circa 40 anni tra la produzione di carbonio 14 nell'atmosfera e l'assorbimento da parte degli alberi. A partire dal 1900 circa, quando aumentarono sia l'attività solare che la temperatura sulla Terra, le variazioni di abbondanza del carbonio 14 non sono più un indicatore efficiente dell'attività solare; il disaccordo è dovuto all'effetto Suess, cioè alla diluzione del carbonio 14 nell'atmosfera, a causa del consumo di combustibili fossili nell'età moderna.

– Fine terza parte –

Michele

Ondata di maltempo 11 – 13 Febbraio 1909

Ricerca storica, di cronache tratte dal quotidiano la stampa, riguardo l’ondata di maltempo dei giorni 11, 12 e 13 Febbraio del lontano anno 1909, ossia ben 104 anni fa !!! Buona Lettura!!!

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Partiamo con il giorno 11 Febbraio 1909. Estremi all’Osservatorio Meteorologico di Milano Brera: Massima: +2.3; Minima:  -1.0 ; Millimetri: 33.7mm

 

  • Reanalisi 11 febbraio 1909

 

 

LA STAMPA Giovedì – 12 FEBBRAIO 1909 –

LA CRONACA DELLA NEVE
UN TEATRO SCHIACCIATO A GENOVA
GENOVA, 11 ORE 20

Un’abbondantissima nevicata, quale da anni non si registra, ha ricoperto genova. La circolazione delle tranvie e delle vetture è quasi totalmente interrotta. Mi si dice che è crollata la tettoia in lamiera di ferro del politeama alfieri, sotto l’enorme peso della neve. Del teatro di proprietà deo fratelli chiarella rimane in piedi il palcoscenico in muratura e la gradinata in fondo alla platea. Nessuna disgrazia alle persone.

GENOVA, 11 ORE 20,15
Ci telefonano da genova, 11 ore 17,30:
Numerose persone dopo che nel pomeriggio si è sparsa la notizia del crollo della tettoia del teatro alfieri, si sono recate sul posto.
Il teatro si apriva soltanto in qualche mese dell’estate e non si trovata più in ottime condizioni. Il disastro avvenne nella mattinata, mentre il teatro era completamente deserto, per cui non si ebbe a deplorare la benchè minima disgrazia. I danni sono abbastanza rilevanti, sopratutto perchè vennero danneggiate numerose poltrone e seggiole di platea. Giunge notizia dalla riviera che la neve ha raggiunto altezze considerevoli e continua a cadere ancora abbondantemente: però nel pomeriggio il servizio tranviario ha potuto un pò riattivarsi: esso è limitato a pochissime vetture. I pompieri sono stati chiamati in diverse case per sgombrare dalla neve i tetti.
Sono annunciati enormi ritardi dei treni provenienti da Torino e da Milano. I giornali di Torino e di Milano sono stati messi in vendita soltanto verso le ore 16. Non si hanno notizie di disgrazie gravi. I servizi telefonici e telegrafici non subirono interruzioni di sorta. I treni in partenza da Genova subiscono anch’essi dei ritardi.

GENOVA,11 ORE 22
Lo sgombero della neve procede difficilmente, non cessando questa di cadere. Si verificarono parecchie cadute di persone, alcune delle quali venenro trasportate all’ospedale con fratture. I pompieri vennero chiamati in varie parti ove la neve minacciava di sfondare lucernari, tettoie di palazzi e di gallerie. Nell’alto bisagno, la neve ha oltrepassato un metro di altezza. Il lavoro in porto è completamente sospeso. Sino a Novi Ligure i treni procedono regolarmente; da novi ligure, rongo e busalla i treni procedono con lentezza; a san pier d’arena, a causa dell’ingrombro, si fermano alcune ore. Forti ritardi si verificano pure sulla linea di ovada. I treni sono addirittura bloccati. Il direttissimo per milano venne fatto partire verso le ore 12, con tre vetture trainate da una grossa locomotiva.

ALESSANDRIA E’ RICOPERTA DI NEVE
ENORMI RITARDI FERROVIARI
ALESSANDRIA, 11 ORE 24
Da due giorni nella nostra città cade ininterrotta la neve, che ha già raggiunto un’altezza di più di 40 centimetri. Un freddo intenso l’accompagna, e la mite temperatura quasi primaverile che regnava nei giorni giorni scorsi ha lasciato il posto ad una gelida atmosfera. I treni subirono dei grandi ritardi, con gravissimo danno e pregiudizio per tutti i servizi e per l’industria. Un treno da piacenza è arrivato ad alessandria con tre ore di ritardo. Il diretto numero 6 pure da roma, giunse con dieci ore di ritardo.

A PIACENZA NEVICA DA DUE GIORNO
PIACENZA 11 ORE 21
Nevica da due giorni. La neve ha raggiunto l’altezza di 50 centimetri. La viabilità è resa diffile: le tranvie fanno servizio parziale.
Continuando la nevicata, l’opera di sgombero fu lenta e diffile. In provincia la neve ha raggiunto l’altezza di 50 centimetri. Le linee telefoniche sono interrotte. I treni subiscono grandi ritardi.

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Venerdì 11 Febbraio 1909; Milano Osservatorio Milano Brera registra: Massima: +4.5; Minima: +0.4; Millimetri: 61.4

 

  • Reanalisi del 12 febbraio 1909

 

 

LA STAMPA – Venerdì 13 febbraio 1909 –
INCIDENTI FERROVIARI CAUSATI DAL MALTEMPO
ROMA 12 ORE 13


Il cattivo tempo, che perdura anche a Roma e nell’italia meridionale, ha causato vari incidenti. Il diretto di napoli, che doveva arrivare stanotte a roma, quando giunse a pochi chilometri da sparanise, si fermò improvvisamente. I viaggiatori, spaventati, discesero, ed il personale del treno constatò che, mentre il tender era attaccato al convoglio, la macchina proseguiva per la sua corsa. Furono subito messi segnali per arrestare il treno. Una macchina di soccorso, fatta venire da sparanise, trainò in quella stazione il diretto di napoli. L’incidente pare sia dovuto ad un salto della macchina lungo la linea, per il quale si ruppero il bollone che congiunge il tender alla macchina e la maglia di riserva. Per fortuna non si ebbero a lamentare disgrazie, perchè il fochista si trovava al fornello e il macchinista sul tender.Il diretto di napoli arrivò a roma con grande ritardo.

Inoltre ieri sera, sulla linea roma – pisa, tra le stazioni di montalto e sant’agostino, l’alluvione corrose l’argine della strada e scalzò il terrapieno presso il ponte tafone. Vennero iniziati i lavori di spostamento del binario verso il mare per poter dare libero transito ai treni. Per conseguenza venne soppresso il direttissimo N,1 di pisa, ed il direttissimo che partì da roma ieri sera, alle 20.40, dovette fermarsi a civitavecchia. In attesa di poter proseguire, il diretto in arrivo a roma alle 24, venne fatto fermare a grosseto.

LA NEVE PROVOCA A GENOVA IL CROLLO DI UNO STABILIMENTO INDUSTRIALE
GENOVA 12 ORE 23
A cagione dell’enorme peso della neve caduta è crollato il soffito in lamiera dello stabilimento per la lavorazione del ferro dell’industriale genio zagni, in via clavarizza in frazione marassi. Conseguentemente franarono quasi tutti i muri laterali che la sostenevano rovinando il macchinario e le caldaie e tutto quanto si trovata nell’esteso stabilimento. Una sola parte dello stabilimento, costruita in parafitte di ferro, è rimasta in piedi. I danni sono rilevanti. Lo stabilimento non è assicurato. Gli abitanti del luogo appena intesero il rumore del franamento credettero trattarsi di terremoto. Invasi da panico, uscirono tutti all’aperto.
Numerose squadre di operai compresi i 150 dello stabilimento, lavorarono allo sgombro delle macerie.
LA NEVE A FOSSANO 12 ORE 18
Ieri e stanotte nevicò quasi senza interruzione. Ne abbiamo in città circa 30 centimetri. Si lavora alacremente cogli spartineve a mantenere le comunicazioni. Mentre scrivo continua a nevicare. Intanto il passimo tempo continua. Dopo una intera notte di nevischio, oggi piove. In valganna la neve superò il metro d’altezza cagionando tutta una serie di incidenti. Gli ultimi treni partiti per la valganna da luino e varese, giunti stentamente a ghirla. Un’altra frana è pure caduta a ferrera. Anche la strada provinciale è pure ostruita ed il transito è impedito. Altri due treni passeggeri partiti stamane da luino e varese con la speranza di poter effetuare il trasbordo, furono pure bloccati dalla neve altra un metro e venti centimetri. La direzione della ferrovia, appena avvertita, mandò sul posto due treni di soccorso da varese e luino con numerose squadre di operai guidate dall’ingeniere vittorio brezzi, allo scopo di liberare i treni e sgombrare la linea. Finora non fu possibile riuscirvi. Il servizio è completamente sospeso fino a nuovo avviso e tutte le comunicazioni con luino sono interrotte. Da due giorni a luino non arriva neanche la posta. Il telegrafo con milano non serve più neanche alla ferrovia nord. Causa la rottura di parecchi fili anche l’ufficio telegrafico di varese non potè comunicare con milano
parecchie sono pure le linee telefoniche guaste.
LA NEVE SULLE ALPI MARITTIME
I BURRASCOSI EFFETTI DELLA TORMENTA
SAN DALMAZZO DALMAZZO DI TENDA 12 ORE 20
Il maltempo, che dura sui monti circostanti da oltre quant’ore, ci ha regalato una enorme nevicata, che ha fatto sentire ovunque i suoi effetti. La neve ha raggiunto un’altezza fenomenale: in certe vallate essa supera i due metri di spessore. I nostri alpini, che sono partiti in questi giorni da cuneo, mondovì, borgo san dalmazzo per le solite esercitazioni invernali, hanno dovuto sospendere le loro manovre a causa della grandissima nevicata di ieri, e dell’altro ieri. Al colle del mulo si è scatenata ieri notte una tremenda bufera da sconvolgere in breve ogni cosa. Il vento impetuoso formava come una densa e gelida caligine, che si innalzava oltre ai centro metri sopra il monte. Il torrente che sbuca alle sue falde, rumoroso e violento, è rimasto come ingoiato dalla voragine nevosa. Nei paesi di limone, airone, castelmagno, vernante, proizzo e negli altri luoghi montani la neve ha raggiunto l’altezza da 80 centimetri, a 1,40 metri. Le corriere postali furono quasi tutte bloccate dalla neve e dovettero fermarsi. Molte di essere non hanno potuto più retrocedere a causa dell’infuriare della nevicata che impediva il transito persino ai lulattieri. Molti villagi alpestri sono come scomparsi; la neve ha coperto i casolari e rese inservibili le strade. S’innalzano solo più quali intrepide scolte, le vette dei monti circostanti e le punte dei campanili delle rare chiesuole. Si sono già staccate parecchie valanghe, che hanno rovinato moltissime piante. Tutti gli attendamenti militari sono stati rovesciati: i soldati lavorano attivamente allo sgombro della parte del loro campo.
Il freddo è diminuito però dai 18 gradi sotto zero reaumur a 12 centigradi. Nel versante francese delle nostre alpi la bufera ha imperversato in modo incredibile. Il villaggio di bezer è stato investito da una valnga, che lo ha fatto scomparire completamente.
Non si è potuta dare sepoltura ad un vecchio ottuagenario, morto di spavento, perchè nessuno ha potuto uscire di casa ed essendo il cimitero introvabile. In questo paese si sono subito fatte delle lunghe vie sotterranee onde potere per mezzo di questi tunnels fornire i viveri ai bisognosi. A potier è caduto l’osservatorio astronomico di fate dalcasse, che un colpo di vento impetuoso trasportò a quindici metri nella valle sottostante. Nel paesello francese di raisery, autonomo dalla repubblica, la tormenta ha abbattuto delle capanne in legno: una vecchia ed un bimbo sono rimasti morti assiderati nel letto. Si ha notizia che lungo la strada da Poissier a Raisery una corriera postale, sorpresa dalla burrasca, è stata trasportata, incolume, per oltre 50 metri: un cavallo è morto soffocato.
L’infuriare del maltempo stamane non era ancora diminuito. La quantità di neve caduta sulle nostre alpi è enorme. I comuni italiani bloccati sono sinora sette: quelli dal lato francese ventitrè. Si sono colà formate squadre di soccorso. Si teme vi siano numerose vittime.


LA STAMPA – Sabato 14 febbraio 1909 –

CRONACHE DEL MALTEMPO

VENEZIA 13 ORE 8
Nel cadore imperversa da alcuni giorni una violenta bufera di neve. A sanvito auronzo nella mauria, la neve raggiunse i 40 centimetri d’altezza. A sappada si è alzata per 35 centimetri. Fra arten e pontet verso il confine, caddero parecchie valanghe. La più furiosa burrasca di neve si ebbe nella zona zoldana. A forno, la neve toccò un metro di altezza. Tutta la valle è ostruita, tutte le diligenze, malgrado il lavoro ininterrotto, subiscono ritardi enormi. La corriera, partita ieri mattina da belluno per pieve, rimase bloccata. A perarolo molte comunicazioni sono interrotte. Continua a nevicare abbondantemente in tutto l’alto cadore.

DOMODOSSOLA 13 ORE 13
La neve è caduta in grande abbondanza. Sul sempione arriva a 2 metri, sul gottardo e la furga a 2 metri e mezzo. Notizie dal vallese recano di una grande e generale nevicata che fa ritardare assai i treni del sempione e gli altri treni svizzeri. Sono cadute valanghe in montagna, dove parecchi passi sono impraticabili. Si nutriva timori per un gruppo di alpigiani che erano partiti nell’eginenthal al confine della valle formazza, ma dopo due giorni hanno fatto ritorno a ubrichen.

AOSTA 13 ORE 14
La neve caduta in città e nei dintorni misura 85 centimetri, mentre in montagna supera i metri 1,30. Le comunicazioni coi villaggi sono interrotte. Una slitta trascinata da 24 cavalli percorre la strada provinciale per aprire il transito. Non si deplorano disgrazie.

NOVI LIGURE 13
Ieri notte e stanotte è caduta qui un’abbondante nevicata, che raggiunse l’altezza complessiva di centimetri 59 ed in varie zone della val d’orba anche 62. Uguale altezza è stata raggointa anche negli altri paesi del circondario. Da ieri i treni che hanno qui l’incrocio e l’istradamento per la linea di torino, di milano e di genova hanno subito enormi e considerevoli ritardi. Molti viaggiatori dovettero pernottare nella nostra città.

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Ricerca e Trascrizione a cure di:  Davide Mua

Cronache Tratte dal quotidiano:  La Stampa

Un nuova ricerca afferma che i modelli climatici non sono abbastanza buoni

Solo alcuni modelli climatici sono stati in grado di riprodurre i cambiamenti osservati nelle precipitazioni estreme in Cina negli ultimi 50 anni. Questo è il risultato di una tesi di dottorato presso l’Università di Göteborg, in Svezia.

I modelli climatici sono l’unico mezzo per prevedere i futuri cambiamenti nel clima e nella meteorologia.

“E’ quindi estremamente importante che indaghiamo (studiamo) proprio le prestazioni dei modelli climatici globali nel simulare gli estremi climatici rispetto alle osservazioni, al fine di migliorare le nostre opportunità di prevedere i futuri cambiamenti del tempo”, dice Tinghai Ou dal dipartimento di Scienze della Terra di Göteborg.

Tinghai ha analizzato il modello simulato delle precipitazioni estreme in Cina negli ultimi 50 anni.

“I risultati mostrano che i modelli climatici forniscono una scarsa riflessione dei cambiamenti reali nelle precipitazioni estreme che hanno avuto luogo in Cina tra il 1961 e il 2000”, dice. “Solo la metà dei 21 modelli climatici analizzati sono stati in grado di riprodurre i cambiamenti in alcune regioni della Cina. Pochi modelli possono anche riprodurre il cambiamento a livello nazionale.”

 

La Cina è spesso influenzata da eventi climatici estremi. Come ad esempio, l’inondazione del 1998 nel sud e nel nord-est della Cina. Evento che ha causato miliardi di dollari di perdite finanziarie, e ha ucciso più di 3.000 persone e la siccità del 2010-11, nella Cina meridionale, che ha colpito 35 milioni di persone e ha causato anche miliardi di dollari di perdite finanziarie.

“I risultati della nostra ricerca mostrano che gli eventi estremi di precipitazione sono aumentati nella maggior parte delle zone della Cina dal 1961, mentre il numero di giorni secchi – giorni in cui c’è meno di un millimetro di pioggia – é aumento nella Cina orientale, ma è diminuito in Cina occidentale.”

I picchi di freddo registrati nella Cina sud-orientale, sono spesso causati da forti precipitazioni nevose, che causano una forte devastazione. Neve, ghiaccio e tempeste in gennaio e febbraio 2008 hanno provocato centinaia di morti. Gli studi dimostrano che la presenza di improvvisi eventi di freddo nel sud-est della Cina sono significativamente diminuiti nel periodo 1961-1980, ma i livelli sono rimasti stabili dal 1980, nonostante il riscaldamento globale.

 

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2013-03/uog-cma032513.php

E’ tornato…è nowcasting solare !

Archiviata la piccola ripresa dell’attività solare, registrata ad inizio Maggio. Ripresa, che ci aveva portato una decisa crescita del SSN ( così contano gli organi ufficiali 🙂 ) , ma anche una misera crescita del solar flux (picco di 160, già raggiunto e superato in più occasioni)… a buon inteditor poche parole…. 😉 la nostra stella in questi giorni sembra che voglia decisamente avviarsi, verso un nuovo periodo di scarsa attività EM e fenomenologie legate.

Questa semplice osservazione è facilmente riscontrabile , questo fine settimana, nel quale troviamo fronte Terra solo tre piccole regioni o puntini ( Ar 1760, Ar 1757 e l’Ar 1756 che sta per passare sul lato non visibile ).

Il solar flux, principale indicatore delle vicende solari parla chiaro. La passata serata, il SF corretto, alle 20:00 UTC, segnava il misero valore di 104,7.  Discesa in corso. Vi, mi domanderete… Si michele !…ma c’è speranza di una ripresa, anche se pur piccola, nel breve periodo ?

Direi proprio di noi. Per due semplici ed evidenti motivi. Una prima e chiara osservazione e non ipotesi ci viene dalle regioni che si trovano sul lato non visibile e che quindi stanno per affacciarsi fronte terra.

Infatti, osservando proprio il lato non visibile della nostra stella , tramite la sonda Stereo Behind, non notiamo alcuna regione degna di nota, per metà disco e per il restante solo piccole regioni o aree dalla modesta attività.

 

Poi c’è un secondo “possibile” indicatore della prossime vicende solari. Indicatore, che in questo anomalo ciclo solare, ci sta dando ottimi risultati (riscontro) ossia l’osservazione/analisi della configuazione planetaria.

Infatti, l’attuale situazione solare non può che rispecchiare chiaramente le posizioni planetarie. Configurazione planetaria che vede la totale assenza dei principali pianeti, artefici dei battiti interni al ciclo solare (Giove,Venere e la Terra) sulla direttrice del Sole (allineamenti) o in stretta vicinanza.

Configurazione planetaria 31 Maggio 2013

Le conclusioni sembrano chiare,  signori miei, qui c’è la concreta possibilità, che la  nostra stella, stia per entrare nuovamente in un fase di scarsa attività magnetica o dalle deboli o altalenanti manifestazioni (vedi l’ultimo anno).

Esagerato parlare di Spotless nel pieno del massimo solare ? Giudicate voi ….. questa oggi, è la nostra stella.  I puntini ci sono sempre conteranno di sicuro. 🙂

(Immagine autoaggiornante)

 

Per la cronaca, ad animare le vicende solari-terrestri, in queste ore, c’è solo un discreto disturbo geomagnetico in corso. Disturbo prodotto dal buco coronale, Ch 571, più alcune misere o parziali esplosioni di massa coronale, frutto dalla passata ripresa EM.

C’è solo da attendere e con pazienza, questo ciclo sarà lungo, come più volte sottolineato qui su Nia.

La dura legge dei profondi minimi solari è sotto i nostri occhi.

Passate un sereno e felice fine settimana.

 

Michele