Conferenza Allumiere 2010 con i Prof. Scafetta e Mazzarella tra i Relatori: Giove e Saturno, i burattinai del Sole…

Premessa la personale e sincera ammirazione che nutro per i tre scienziati intervenuti alla conferenza, vorrei riferirvi le impressioni ricevute durante la conferenza esaminando i tre interventi con lo stesso spirito con cui si parla al bar di un film o di una partita. E’ ovvio che il mio punto di vista è di molto ristretto rispetto a quello di un ricercatore climatologo, tuttavia penso di poter ugualmente commentare gli interventi dei relatori, così come, pur non avendo mai recitato in un set, e pur giocando a calcetto malissimo, non rinuncio a dare giudizi su film o partite di calcio.

Anche altri interventi sono stati interessanti, a cominciare da quelli del moderatore Ten.Col. Guidi, ma, per brevità, preferisco focalizzarmi sui tre relatori.

Prof. Adriano Mazzarella, direttore dell’Osservatorio Meteorologico dell’Università di Napoli

Il primo intervento è stato quello di Mazzarella, che ha esposto le correlazioni che ha trovato tra attività solare, lunghezza del giorno (LOD, length of day) e temperatura, ove come temperatura ha privilegiato quella degli oceani, secondo me correttamente, in quanto, come ha ricordato, l’oceano funziona bene da filtro passa-basso, cioè attenua la variabilità inter-annuale (rumore ad alta frequenza) delle temperature, fornendo così un trend già definito. Mazzarella ha definito il suo approccio olistico per differenziarlo da quello dei modelli, che tendono a indagare a partire dal singolo fenomeno e dal singolo elemento di globo terracqueo.

Le correlazioni illustrate da Mazzarella sono state molto convincenti, talora impressionanti, tuttavia va ricordato che, come si suol dire, “correlation is not causation”. A tal proposito, ricordo una nota regola di tipo metodologico. Se si trova una correlazione tra due grandezze A e B, può essere che:

1- A è causa di B

2- B è causa di C

3- esiste una terza grandezza C che è causa di A, B

4- è una combinazione delle tre precedenti possibilità (meccanismi di feedback)

5- è un caso

Ciò premesso, mi pare che quando Mazzarella ipotizza che variazioni di pochi millisecondi della LOD possano provocare cambiamenti climatici, faccia fatica a convincere l’uditorio. Direi che la correlazione da lui trovata circa la LOD (grandezza A) con le temperature (grandezza B) possa essere giustificata da altri tipi di causa effetto. Ad esempio, secondo un’ipotesi credo propria dello stesso Mazzarella, se l’attività solare (grandezza C), tramite la variazione solar wind (o l’attività geomagnetica), fosse la causa della variazione dei millisecondi sulla LOD , potremmo supporre che:

– l’attività solare modula la LOD

– l’attività solare modula la temperatura

– LOD e temperatura sono in correlazione

Credo che questa, a mio modestissimo parere, sia l’ipotesi più probabile, cioè siamo nel caso (3) dei punti summenzionati, ma ognuno potrà formarsi la propria idea.

Quella che ho trovato più interessante, fra le varie correlazioni esposte da Mazzarella, è stata quella che includeva le orbite di Giove e Saturno. La sottolineo, perché qualche ora più tardi è stata ripresa dallo stesso Scafetta.

Dr. Carlo Cacciamani, direttore del Servizio Idro Meteorologico dell’ARPA Emilia Romagna

Il secondo intervento è stato quello di Cacciamani che si è soffermato lo stato dell’arte dei modelli GCM (global circulation models).

Così come il relatore che lo ha preceduto, anche Cacciamani ha dimostrato, oltre all’indiscussa competenza, quel misto di passione e simpatia che è indispensabile per coinvolgere il pubblico. Tuttavia, la parte di relazione volta a suffragare la bontà dei modelli si è basata su delle argomentazioni che non condivido. In particolare, cito due punti sostenuti da Cacciamani:

1. I modelli funzionano in maniera non perfetta, ma già abbastanza accettabile, perché si sono sempre più evoluti fino a raggiungere un elevato grado di complessità, ed, in particolare, includono le principali equazioni della fisica dell’atmosfera.

Cacciamani ha anche illustrato le equazioni differenziali implementate sui modelli, forse nel tentativo di far comprendere quanto essi siano complicati. Premesso che basta essersi occupato un poco di fisica, ad esempio aver trattato le equazioni di Maxwell, per non impressionarsi più di tanto nel vedere operatori matematici quali rotore e divergenza, va detto che nessuno ha messo in dubbio la complessità dei modelli, nonché lo sforzo implementativo per farli funzionare sui calcolatori. Ma la complessità, da sola, non è una prova della correttezza. Al contrario, più un modello è complesso, più va verificato attentamente.

2. I modelli sono già attendibili per alcune zone di mondo, ad esempio il Mediterraneo, giacchè in tali zone i risultati di tutti i modelli convergono.

A me pare normale che i modelli tendano a convergere, dato che si basano all’incirca sulle stesse equazioni differenziali, le quali prevedono l’attività solare come costante, o quasi. In questo caso la convergenza dei modelli implica solo la sostanziale corrispondenza degli algoritmi adottati, non la loro correttezza.

Il problema che invece speravo Cacciamani affrontasse, è la questione cui ho provato ad accennare negli articoli su NIA

http://daltonsminima.wordpress.com/2010/02/19/lo-scetticismo-sui-gcm-parte-ii/

http://daltonsminima.wordpress.com/2010/02/18/lo-scetticismo-sui-gcm-parte-i/

e che sintetizzo in un’unica domanda:

“Chi ci assicura che i GCM non siano affetti da problemi di over-fitting, cioè, che non abbiano così tanti parametri che con un tuning opportuno non si riesca ad ottenere il fit delle curve (dei trend) indipendentemente dalla bontà del modello?”

Dr. Nicola Scafetta, ricercatore della Duke University.

Nel pomeriggio, Scafetta ha presentato la sua chiara e brillante relazione che dividerei in tre parti.

All’inizio ha messo in evidenza alcuni punti che vengono dati per scontati nella teoria AGW e che invece dovrebbero essere tema di approfondimento. Ad esempio, la climate sensitivity , cioè l’aumento della temperatura relativo ad un raddoppio di concentrazione di CO2, in laboratorio, è solo di un grado C. Vari studi, hanno fornito per il clima, includendo i feedback, valori da 0 a 9 gradi C, e l’IPCC ha assunto come statisticamente valido il range da 2,5 a 4 gradi C.

Poi, Scafetta ha ricordato la teoria dei Galactic Cosmic Rays (GCR) quali elementi che facilitano la formazioni di nubi basse, corredandola di grafici e correlazioni. Di seguito, per chi non la conosce, provo a descrivere la teoria che, come ho avuto già modo di scrivere, reputo molto promettente, sotto forma di catena causa/effetto:

più attività solare -> più campo magnetico del sistema solare in grado di deviare i raggi cosmici -> meno GCR sulla Terra -> meno nubi basse -> più temperature

Ovviamente, vale la stessa catena logica con segni invertiti.

Infine, Scafetta ha illustrato la sua teoria così come descritto anche nel relativo articolo di NIA (http://daltonsminima.wordpress.com/2009/10/26/).

In pratica, Scafetta ha messo in rilievo come esistono dei cicli nelle temperature che combaciano, quasi perfettamente, con i cicli orbitali dei maggiori pianeti del sistema solare. La metodologia di analisi statistica di Scafetta non cerca soltanto correlazioni su trend ricavati da grafici già smoothed, ma si basa sull’analisi spettrale. In pratica, un conto è correlare due grandezze rispetto a un trend, cioè una retta, un conto è far vedere in un arco di tempo che quando aumenta una, aumenta anche l’altra, e viceversa, verificando che i due andamenti abbiano la stessa frequenza. E’ stato davvero istruttivo vedere come Scafetta sia riuscito a scomporre un segnale (l’andamento della temperatura) nelle varie componenti, anche se aver enucleato anche l’aumento delle temperature a fronte di fenomeni intensi di El Nino può dar luogo a delle perplessità.

La conclusione dell’intervento è stata focalizzata sulla combinazione dell’orbita Giove-Saturno, della loro influenza sull’attività solare e sul ciclo di sessanta anni che ne deriva. Scafetta, se ho ben compreso, giustifica tale influenza con forze gravitazionali. Secondo me, sarebbe stato ancora più convincente se avesse accennato all’interazione magnetica tra i tre maggiori corpi del sistema solare.

Il ciclo di sessanta anni è importante perchè una scala di tempo umana. Inoltre, mentre i GCM riescono a cogliere i trend di lungo periodo parametrizzando opportunamento il modello, un ciclo di qualche decina di anni viene difficilmente simulato se non è compreso nel modello stesso. In particolare, Scafetta ha mostrato come col suo metodo, che include tale ciclo, si riesca a ricostruire il clima molto più a lungo nel passato, e molto meglio, di quanto riescano a fare i GCM. L’importanza di questo lavoro risiede nel fatto che ha messo in risalto come sia impossibile riuscire a costruire un modello predittivo sul clima trascurando la variabilità dell’attività solare. La successiva domanda di Cacciamani è stata in merito alla sostanziale incompletezza nella definizione fisica del fenomeno attraverso il quale i pianeti, soprattutto Giove/Saturno, possano influenzare il comportamento del Sole. Di conseguenza Cacciamani ha sottolineato l’impossibilità di considerarla in un modello GCM. Scafetta ha replicato che non è per questa carenza che si può pensare a definire un modello predittivo ignorando la questione. In sostanza, secondo Scafetta, postulare l’attività solare come una costante conduce inevitabilmente ad errori di previsione in merito al clima.

Alla fine, la mia impressione più forte è stata che, affrontando il problema da due prospettive diverse, quelle di Mazzarella e di Scafetta, si giunge ad ipotizzare Giove e Saturno come i maggiori burattinai che sollecitano il Sole a darsi da fare o a riposare, con conseguenze evidenti per quanto riguarda il clima terrestre.

E i GCM, prima o poi, dovranno affrontare il tema…

Agrimensore

39 pensieri su “Conferenza Allumiere 2010 con i Prof. Scafetta e Mazzarella tra i Relatori: Giove e Saturno, i burattinai del Sole…

  1. Ringrazio pubblicamente Agrimensore per aver “rappresentanto” NIA all’importantissima conferenza organizzata dall’amico antonio Marino con cui mi scuso per non essere potuto venire, e soprattutto per aver scritto questo articolo che in modo chiaro ed esaustivo tocca i temi principali trattati al convegno!

    Simon

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  2. E ora un commento…

    Variazioni della durata del giorno (cioe’ della rotazione della terra ) possono essere attribuibili quasi esclusivamente ad effetti mareali => leggi interazioni gravitazionali in situazioni di particolare sovrapposizione …..

    Quindi Si, vale il caso c) …. allineamento che influenza l’attivita’ solare e rotazione della terra; l’attivita’ solare influenza il clima…. E il buon Mazzarella misura un parametro che puo’ controllare al nanosecondo, di cui nessuno puo’ mettere in dubbio il valore e lo correla con la temperatura di qualcosa con una grande capacita’ termica (che funziona da “integratore climatico”) ….

    Direi un grande!

    Ciao
    Luca

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  3. Complimenti per l’articolo, bello davvero. Una ventata di aria fresca che ad un blog come questo, sempre esposto al “vento” di internet, fa sempre bene.

    Certo che parlare dell’influenza gravitazionale di Giove e Saturno sul Sole mi lascia alquanto perplesso, considerando l’enorme differenza di massa……interessante (sono però un po scettico) sarebbe esaminare, come suggeriva Agrimensore, l’influenza magnetica.

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  4. Jupiter and Saturn are always around, the orbit periods are small. They are the main drivers in the solar system that influence the Sun. But is not tidal, it is angular momentum that changes the path of the Sun (Saturn has little to no tidal effect on the Sun).

    Jupiter and Saturn are the main engine, but they have extra help when Neptune and Uranus are together every 172 years. If Neptune and Uranus were not part of the solar system there would be almost NO modulation in solar activity.

    Without Neptune & Uranus there would also be NO solar grand minima.

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  5. Spero di essere riuscito a riassumere senza troppe inesattezze… Tra l’altro, parlando di clima, quello del convegno è stato molto cordiale. Lo dico perchè qualcuno, senza esserci, ha ipotizzato che il tutto fosse una specie di trappola per il prof. Cacciamani che si sarebe trovato a “combattere” uno contro due. Niente di tutto ciò. Tutti i relatori hanno esposto le loro idee tranquillamente e soprattutto il pubblico ha ascoltato ogni intervento con attenzione e senza pregiudizi. Per questo ho voluto sottolineare, nell’articolo, la simpatia di Cacciamani, che non compare nel titolo per decisione del titolista. Comunque, Simon, puoi essere fiero perché NIA è stato rappresentato anche da altri e perchè il blog è stato argomento di conversazione durante il pranzo. Grazie a te per l’opportunità di partecipare a questo blog sempre più famoso e a tutti per gli incoraggiamenti.

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  6. La risonanza orbitale Giove-Saturno come prima armonica nei cicli lunghi (polisecolari del Sole) è di 300 anni, ecco perchè l’allineamento con Urano è importante, avviene in condizioni di perfetto allineamento con gli altri Supergiganti…
    Ricordo che gli effetti mareali sul SOLE da parte del pianeti è TRASCURABILE, perchè il Sole ha il 99% della massa del Sistema SOlare, ma in termini di GMF NON CI SONO PARAGONI, il GMF di Giove più quello di Saturno è più di 22 volte quello SOlare, se ci mettiamo anche Urano arriviamo a 25 VOLTE, UNA ENORMITà…
    La distorsione del GMF Solare potrebbe in linea di principio portare a una interferenza elettromagnetica in discordanza di fase tale da ANNICHILIRE il Ciclo solare in corso…
    Sono solo ipotesi, occerre avere ancora altri dati a disposizione, ecco perchè il Minimo di Eddy-Niroma è così importante….
    ALE

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  7. Bravissimo Ale!!!!perfettamente daccordo con te.Intanto voglio ringraziare pubblicamente Agrimensore per aver rappresentato NIA alla conferenza.Grazie di cuore.Torno al commento di Ale.Se non erro qui non parliamo solo del GMF di Giove Saturno e Urano che ci porterebbero indietro di 357 anni in piu con l”aggravante di Urano,Quindi situazione ancora piu complicata del Maunder.C”e una situazione antecedente che risale agli anni 90.Ebbene gia alla fine degli anni 90 se non sbaglio la NASA lancia un satellite per monitorare il rallentamento del Solar Wind,L&P notano gia a partire dal 1990 che le macchie solari diventano sempre piu calde e quindi piu deboli in modo costante e progressivo col passare degli anni.La prova e” il ciclo 23 che si e stato molto intenso pero piu debole rispetto al ciclo 22(prova inconfutabile a favore di L&P).Ebbene facciamo un po di ragionamenti: forse qui non e in ballo solo l”allineamento planetario.Forse c”e qualcosa di piu….cosa?Ecco che io (mio ragionamento personale)penso che abbiamo a che fare anche con lo spostamento del del sistema solare verso il cosidetto “allineamento galattico” gia prospettato da Ale.Quindi giungo subito alla conclusione:SIAMO IN UNA SITUAZIONE VERAMENTE UNICA!!Non vado oltre.Mi piacerebbe che qualcuno che ha conoscenze scientifiche migliori delle mie prendesse in esame questa mia ipotesi e ci lavorasse sopra.

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  8. Bell’articolo Agrimensore; ho apprezzato molto anche lo stile, una prosa fluente ma intrisa di passione e di capacità di sintesi.
    Complimenti

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  9. Vedi Giorgio ti rispondo con una domanda (anche se nn si dovrebbe fare!!!) Perchè non siamo ancora in grado di fare centrali nucelari a FUSIONE per mimare il nostro Sole????
    O meglio perchè l’energia necessaria per imbrigliare il plasma è troppo alta rispetto a quella che si ottiene?????
    La risposta è che i campi magnetici che servono per isolare il plasma risentono anche di piccolissime interferenze elettrostatiche, queste si propagano amplificandosi e creando distorsioni che portano al collasso del campo di contenimento, sempre che esso non sia MOLTO ma MOLTO forte….
    Da qui il bilancio sfavorevole di energia!
    E allora come andare a valutare tutte queste variabili che agiscono sul SOle????
    Raccogliendo più dati possibile, studiandone le cause e facendo un nuovo modello previsonale deterministico dell’attività solare!!!
    Ecco perchè questo Minimo è così importante!!!!
    ALE

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  10. Ragazzi, che dire… grazie dei complimenti… ora mi monto la testa 🙂 … io li rigiro a tutti quelli che hanno contribuito a sviluppare NIA, ovviamente a cominciare da Simon.

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  11. A parte il solito conteggio pompato del NOAA (41 di ssn), il sole è tranquillo, nessuna nuova AR in formazione ed indici ancora bassi nonostante la presenza di 4 regioni di cui ancora 3 con macchiette ma in netta fase di decadenza…con oggi infatti dovremmo tornare spotless almeno per il L&N’s count

    Simon

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  12. Rifaccio i complimenti ma…
    Ho trovato una grossa lacuna….
    Non ci hai detto di come era il rinfresco 8) 🙂
    Ciaooo
    Luca

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