Appare sicuramente in chiara decadenza dopo la ripresa di ieri, ma mai dire mai…anche se a nostro vantaggio giova pure il fatto che si sta spostando verso il limbo occidentale, quindi meno segnalabile dai sat Soho.
Quindi oggi dovrebbe essere l’ultimo giorno con macchie solari.
Deve ancora uscire il dato Noaa, ma al di là di un 13 di wolf non dovrebbe prendere.
A questo punto sono proprio curioso di vedere cosa farà il sole.
Siamo passati dal mese di agosto completamente blank, a quello di settembre che per il sidc potrebbe essere (ma aspettiamo comunque i dati definitivi del primo ottobre) il mese con RI più alto da marzo 2008 (9.3), comunqu sempre sotto al 5 (fortunatamente alla fine Nintendo aveva ragione).
Insomma in 2 mesi tutto ed il contrario di tutto.
Determinante a questo punto, oltre i canonici 6 mesi, sarà vedere come si comporterà il sole già dal mese di ottobre.
Un mese di ottobre sulla falsa riga, o meglio con attività maggiore rispetto a quella di settembre, lasecrebbe aperte poche speranze per chi vorrebbe ancora un sole fermo al 100%.
Il primo articolo su NIA di Andrea-b, per palati fini… l’autore mi ha promesso che appena potrà nel corso della giornata interverrà a dare eventuali spiegazioni. Complimenti andrea.-Simon-
Gli indici utilizzati per il confronto grafico del ciclo 23 sono stati il Solar Flux, la Sunspot Area e il Numero di Sunspot. L’analisi inizia da aprile 1996 mese del minimo fra Ciclo 22 e Ciclo 23 termina a dicembre 2008 (presunto mese del minimo fra Ciclo 23 e Ciclo 24).
Quasi tutti i lettori conoscono il Solar flux (radiazione a 2,8 GHz, lunghezza d’onda 10,7 cm) e il numero di sunspot (SN) pochi conoscono la Sunspot Area che può essere definita come somma della superficie corretta di tutte le macchie solari osservate, in unità di milionesimi dell’emisfero solare (10E-6 Hemis.).
I valori della Sunspot Area provengono dal NOAA SWPC Space Weather prediction center (sono calcolati secondo il numero di sunspot che loro osservano, solitamente maggiore del sidc).
Il Ciclo 23 appare anomalo per molti aspetti in particolare citando il lavoro del dottor Svaalgard (http://daltonsminima.wordpress.com/2009/06/23/svaalgard-sul-solar-flux-e-sulla-sua-correlazione-con-il-sn/) c’è una forte discrepanza fra il Solar flux e il Numero di Sunspot (SN) osservati a partire dal 1989 (circa massimo del ciclo22) . Nei passati cicli il livello di correlazione fra Solar flux e SN era tale che conoscendo il valore del primo era possibile ricavare un SN (teorico) molto simile al valore di quello osservato(errore circa 3%) . Mentre osservando il grafico del ciclo attuale il valore SN osservato risulta più basso di quello teorico ricavato dal solar flux.
Quindi il Solar flux appare più alto del valore di SN osservato. Detto in altri termini il sole ha generato un minor numero di sunspot (oppure abbiamo contato un numero minore di macchie) rispetto ai valori di solar flux misurati.
Svaalgard propone tre spiegazioni per questo cambiamento avvenuto già a partire dal ciclo 23:
1) La procedura di conteggio delle macchie o gli osservatori sono cambiati apportando alterazioni nel conteggio rispetto al passato.
2) Cambiamenti nella corona o nella cromosfera hanno aumentato il valore del solar flux.
3) E’ vera la teoria di Livington e Penn secondo la quale le macchie durante gli ultimi anni sono sempre più calde e inosservabili perché è minimo il contrasto con il resto della fotosfera.
Io ipotizzo invece è che a causa del rallentamento della Dinamo Solare il sole abbia ridotto il numero di Sunspot prodotte ma al contempo queste ultime siano di superficie maggiore. Se le sunspot hanno una maggiore superficie si crea un aumento del solar flux. Se l’ipotesi che ho fatto fosse vera ricadremmo nella seconda ipotesi (cambiamenti nella corona o nella cromosfera hanno aumentato il valore del solar flux).
Conoscendo la superficie totale delle macchie solari possiamo meglio renderci conto della radiazione incidente sulla terra (Solar flux).
Ritengo sia opportuno fare una ricerca non solo in termini mensili ma osservando il ciclo 23 anche in termini settimanali in quanto le aree attive sono presenti sulla faccia visibile mediamente solo per 1- 2 settimane.
Infatti se consideriamo un singolo picco in un mese molto fiacco il dato mensile risulta molto ridimensionato. In particolare vorrei segnalare il picco di fine ottobre 2003 riportando i valori dal sito NOAA SWPC Space Weather prediction center:
#
# Sunspot
# Radio SESC Area
# Flux Sunspot 10E-6
# Date 10.7cm Number Hemis.
Facendo l’analisi grafica sulla base settimanale della Sunspot Area il picco misurato a fine Ottobre 2003 risulta maggiore di quello misurato durante il massimo e mostra tutta la sua intensità rispetto al grafico che si può ottenere misurando i dati SN con media settimanale.
L’insieme dei picchi rende difficile una analisi visiva pertanto applico al valore medio settimanale una media mobile (smoothed) di3 ; cioè tengo conto delle due settimane precedenti e delle due successive al valore che cerco (formula dato n=(n1+n2+n3)/3).
confronto setimanale smoothed 3
Andrea B
Il punto di Simon:
Quindi secondo Andrea il solar flux sembra seguire più l’area delle macchie piuttosto che il SN.
Vero: questo lo si può verificare nei suoi grafici, tra cui l’ultimo in cui si nota che sia durante il minimo del ciclo 23 e poi durante il suo massimo ed immediatamente dopo, il flusso solare segue più l’area delle macchie piuttosto che lo SN. E ciò come spiega l’autore potrebbe essere dovuto al fatto che il rallentamento della dinamo ha da una parte diminuito il numero di macchie, ma dall’altro ne ha aumentato le dimensioni.
Ma dalla fine del 2004 in poi, ovvero (guarda caso) da quando è iniziato l’altro minimo, quello attuale praticamente, tra il ciclo 23 ed il ciclo 24, è diminuito sia il numero delle macchie (SN) che la loro grandezza come Ale ci ha ben dimostrato qualche articolo fa: a questo punto non mi vien altro a che pensare (tralasciando il fatto che gli osservatori non è vero che contano di meno, ma semmai il contrario), che l’unica altra spiegazione sia l’effetto di L&P!
Se così fosse, aspettiamoci la scomparsa totale delle macchie da qui al 2012.
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