Quando il mondo andava incontro ad una nuova Era Glaciale


Non parleremo di chissà quali tempi antichi, e non ci sarà nessuna ricostruzione storica delle glaciazioni, in questo articolo vogliamo solo parlare del periodo nel quale gli scienziati di tutto il pianeta prevedevano una nuova imminente Era Glaciale in arrivo, gli anni 70.

In quel periodo, forse molti non lo sanno, il mondo era in subbuglio per i possibili cambiamenti climatici che avrebbero stravolto la terra e i politici erano impegnati a cercare delle soluzioni, il “clima” non era molto diverso da quello odierno, tutte le notizie erano portate all’esasperazione ed al catastrofismo, tutti incolpavano le attività umane di questi imminenti cambiamenti, ma diversamente da quanto accade oggi lo si faceva per il motivo esattamente opposto, ovvero l’abbassamento delle temperature.

Come detto prima la colpa anche in questo caso fu attribuita all’uomo che con il suo inquinamento atmosferico impediva alla radiazione solare di entrare normalmente nell’atmosfera e di “scaldare” la superficie del pianeta.

Questo era il grafico delle temperature rilevate negli Stati Uniti, il trend era chiaro.

mentre questa immagine ci mostra come effettivamente quel periodo vide un vistoso Global Cooling:

ovviamente noi sappiamo come è andata a finire loro invece, fatemelo dire, non ne avevano una idea, e molto probabilmente neanche adesso sanno veramente se quello che dicono ha un fondamento scientifico o no.

Ovviamente è inutile ripeterlo, ma lo dico lo stesso, non credete ai catastrofismi e alle estremizzazioni che ogni giorno ci vengono proposte, la verità sappiamo sta sempre in mezzo, la natura fa quello che vuole, l’inquinamento umano non porta ne ad una Era Glaciale ne alla fusione totale dei Poli.

Ora vi proponiamo questo articolo pubblicato il 28 Aprile 1975 e tradotto dal nostro nuovo collaboratore, l’utente SAND-RIO.

Adesso fatevi qualche risata, ma pensate anche alla gente che leggeva questi articoli in quel periodo, e riflettete sulla situazione odierna:

IL RAFFREDDAMENTO DEL MONDO

Vi sono segni inquietanti che i modelli climatici della terra hanno iniziato a cambiare drammaticamente, e che questi cambiamenti potrebbero preannunciare un drastico calo nella produzione di cibo con gravi implicazioni politiche per quasi tutti i paesi del mondo. Il crollo della produzione di cibo potrebbe iniziare molto presto, probabilmente tra 10 anni. Le regioni destinate a subire il suo impatto sono i grandi paesi produttori di grano Canada e Unione Sovietica nel nord, insieme ad un certo numero di aree tropicali marginalmente autosufficienti – parti dell’India, Pakistan, Bangladesh, Indocina e Indonesia – dove la stagione della crescita delle coltivazioni dipende dalle piogge monsoniche.
Le prove a sostegno di queste previsioni stanno cominciando ad accumularsi cosí massicciamente che i meteorologi fanno fatica per riuscire a tenerne il passo.

In Inghilterra, i coltivatori hanno visto la loro stagione di coltivazione ridursi di circa due settimane a partire dal 1950, con una perdita globale in produzione di grano fino a 100.000 tonnellate annue. Nello stesso periodo, le temperature medie intorno all’equatore sono salite di una frazione di 1° grado – una frazione che in alcune aree può significare siccità e desolazione. Lo scorso aprile, nella più devastante ondata di tornado mai registrata, 148 trombe d’aria hanno ucciso più di 300 persone e causato danni per mezzo miliardo di dollari in 13 stati degli Stati Uniti.


Per gli scienziati, questi incidenti apparentemente scollegati rappresentano il primo segnale di cambiamenti fondamentali nel clima del pianeta. Il fatto principale è che dopo tre quarti di secolo di condizioni straordinariamente miti, il clima della Terra sembra si stia raffreddando. I meteorologi non sono d´accordo sulle cause e sull’estensione della tendenza al raffreddamento, nonché sulle sue conseguenze specifiche sule condizioni meteo locali, ma sono pressochè unanimi nel prevedere che questa tendenza ridurrà la produttività agricola nel resto del secolo. Se il cambiamento climatico è così profondo come alcuni dei pessimisti temono, le conseguenti carestie potrebbero essere catastrofiche. “Un importante cambiamento climatico porterebbe a modifiche e adeguamenti economici e sociali su scala mondiale”, avverte un recente rapporto della National Academy of Sciences, “perchè i modelli globali di produzione alimentare e della popolazione così come si è evoluto è implicitamente dipendente dal clima di questo secolo”.
Una ricerca completata l’anno scorso dal dott. Murray Mitchell del National Oceanic and Atmosferic Administration rivela un calo di mezzo grado nella temperatura media della terra nell’emisfero nord tra il 1945 e il 1968. Secondo George Kukla della Columbia University, le foto satellitari indicano un improvviso e forte incremento nella copertura della neve nell’emisfero nord durante l’inverno 1971-72. E uno studio, pubblicato il mese scorso da due scienziati del NOAA, rileva come la quantità di luce solare che raggiunge la superficie degli USA è diminuita dell’1.3% tra il 1964 e il 1972.
Per il profano, i cambiamenti relativamente piccoli di temperatura ed esposizione al sole, possono essere molto fuorvianti. Reid Bryson dell’Università del Wiscounsin fa notare che la temperatura media della terra durante le grandi ere glaciali era solo di circa 7 gradi più bassa di quella delle sue epoche più calde, e che l’attuale calo ha portato il pianeta a circa un sesto del percorso verso temperature da era glaciale. Altri considerano il raffreddamento come un ritorno alle condizioni della “piccola era glaciale”, condizione che causò inverni rigidi nella maggior parte dell´Europa e del Nord America tra il 1600 e il 1900 – anni in cui il Tamigi ghiacciava così profondamente che i londinesi arrostivano la carne sul ghiaccio e le slitte correvano sul fiume Hudson fino a quasi a sud di New York.


Ciò che scatena le ere glaciali minori o maggiori rimane un mistero: “La nostra conoscenza dei meccanismi del cambiamento climatico è altrettanto frammentaria come lo sono i dati a nostra disposizione” ammette il National Academy of Sciences. “Non solo le questioni scientifiche fondamentali restano in gran parte senza risposta, ma in molti casi non ne sappiamo abbastanza per porre domande chiave.


I meteorologi pensano di poter prevedere i risultati a breve termine di un ritorno alla normalità del secolo scorso. Cominciano con l´osservare un leggero calo nella temperatura globale che produce un gran numero di centri di pressione nell’ atmosfera. Questi spezzano il flusso dei venti occidentali sulle aree temperate. L’aria stagnante così prodotta provoca un aumento negli eccessi del clima locale come siccità, inondazioni, periodi di secco, monsoni in ritardo, lunghe gelate e persino innalzamenti locali della temperatura – tutti aventi dirette conseguenze nella produzione di cibo.


“Il sistema mondiale di produzione di cibo”, avverte il dott. James D. McQuigg del Centro per la Valutazione Climatica e Ambientale del NOAA, “è molto più sensibile alla variabile meteo di quanto non lo fosse solo cinque annni fa.” Inoltre, la crescita della popolazione mondiale e la creazione di nuovi confini nazionali rende impossibile per le opolazioni affamate di migrare dai loro campi devastati, come fecero nel passato.
I climatologi sono pessimisti sul fatto che i leader politici possano prendere qualche provvedimento per compensare il cambiamento climatico, o anche solo per diminuirne gli effetti. Loro ammettono che alcune delle soluzioni proposte più spettacolari, come sciogliere la calotta artica coprendola di fuliggine nera o la deviazione di fiumi artici, potrebbero creare problemi molto più grandi di quelli che risolverebbero. Ma gli scienziati vedono pochi segni che rivelano che i leader dei governi di ogni nazione siano disposti a prendere alcune semplici misure come creare riserve di cibo o introdurre la variabile dell’incertezza climatica nelle loro previsioni economiche sulle future scorte di cibo. Più lungo é il ritardo dei pianificatori, più difficile sarà per loro tener testa ai cambiamenti climatici, una volta che i risultati diventeranno una dura realtà.

Peter Gwynne

Newsweek, 28 Aprile 1975

Questo il link dove consultare la pagina originale dell’articolo ( in Inglese ): http://globalwarmingisunfactual.files.wordpress.com/2009/03/globalcooling.jpg

FABIO

86 pensieri su “Quando il mondo andava incontro ad una nuova Era Glaciale

  1. A dir la verità a sostenere l’ipotesi della glaciazione non erano poi moltissimi (scienziati) anche se i giornali erano tutti a fare catastrofismo…
    Dal grafico che posterò tra un po’ (il forum è sovraccarico non riesco a recuperarlo) si potrà vedere gli articoli per dire “seri” pubblicati negli anni ’70 a favore del global cooling, a favore di una neutralità e a favore del global warming.

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  2. L’articolo voleva semplicemete far riflettere…

    anche oggi, io ne sento di castronerie da parte di alcuni scienziati IPCC… (la cacca delle mucche inquina, dimagriamo e mangiamo di meno perchè fa male all’amiente, ect ect)

    ma ti dirò di più, secondo me la stessa IPCC è una mera castroneria super bufala vivente, anche se per pochi anni ancora…

    …anche nn lo so…in quanto qualche furbetto scienziato dell’ipcc tempo fa aveva già messo le mani avanti dicendo che era norale che le temp si sarebbero fermate, anche per 20-30 anni mi sembra di ricordare, ma che poi inesorabilmente sarebbero riniziate a salire…devo averci fatto un articolo su questo tempo fa…

    insomma vediamo, nn ci resta che viverle ste cose qua, se nn ci riesce nemmeno il minimo solare (che però deve continuare ed entrare in un super minimu_), allora alzerò le braccia dirò: l’IPCC aveva ragione…

    saluti

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  3. Ha risposto perfettamente Nintendo, io nn riuscivo a trovare le parole esatte, lui ci è riuscito alla perfezione…

    “l’articolo del 75, non dice che nel 75 c’era l’era glaciale, riporta solo quello che i media trasmettevano, cioè il catastrofismo assoluto verso il freddo.
    nessuno dice che c’era anche chi non la pensava così.
    per fortuna direi, e per fortuna che anche oggi c’è chi non la pensa come tutti i catastrofismi ( stavolta verso il caldo ) che si vedono nei media.

    io proprio non capisco chi per smentire che in quel periodo si pensava ad un imminente raffreddamento intenso dice che c’era anche chi pensava all’opposto, è come se io domani andassi in giro a dire che non è vero che adesso si pensa ad un riscaldamento intenso perchè c’è chi dice il contrario.

    state solo facendo il gioco dei catastrofisti, ed è proprio grazie a questo che in 20 anni si è passati a dire le stesse identiche cose per un fenomeno esattamente opposto.”

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  4. Michele…a noi nn interessa che erano la minoranza che la pensava così…di fatto il clima era veramente più freddo in quei periodi (e la CO2 già c’era) ma guarda caso venivamo anche dal minimo solare del 1954 e dal minimo del ciclo numero 20, il pià bassa in assoluto tra quelli degli ultimi 60-70 anni:

    http://www.solen.info/solar/cycl20.gif

    gurada caso il raffreddamento coincise proprio con quel ciclo lì…poi l’attività solare ripartì alla grande (soprattutto cicli 21 e 22 ma anche 23…ed il resto è storia moderna…

    e cmq quello che volevamo puntualizzare, è che basta poco, basta qualche scienziato e 2-3 inverni più freddi per far abboccare l’opinione pubblica!

    Ora quelli dell’Ipcc saranno tutti uniti e concordi e più numerosi di quei pochi che nel 1970 gridavano al GC, ma ciò nn è una giustificazione…perchè a risbagliare stavolta saranno in tanti! 😉

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  5. Vado in OT:
    Simon, ti ho mandato una mail sia su virgilio che su hotmail.
    se devo pubblicare qualcosa domani dimmelo, se non mi dici niente io lo interpreto come un “faccio io” ( da parte tua ovviamente )

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  6. domani faccio io Fabio, grazie…

    grand bella discussione cmq ne è venuta fuori, grazie a tutti ragazzi, anche all’amico filo-AGW che è intervenuto…
    Nia è aperta a tutti…

    😉

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  7. Il mio commento non voleva negare che la terra si stesse raffreddando, ma bensì far notare come nonostante la minoranza degli scienziati pensasse ad una nuova era glaciale i giornali riportavano tutt’altro ingigantendo le cose più catastrofiche. In quel periodo la gente aveva paura del freddo e nonostante fosse ormai molto accreditata la teoria del GW (sopratutto dopo il 75) i giornali continuavano a parlare di ciò che gli fa comodo. Facendo un paragone, adesso che la terra ha una temperatura stabile, non parlano di questo calo-stabilizzazione, ma continuano a dire che le temperature hanno una tendenza all’aumento e che i ghiacci continuano a peggiorare nonostante il recupero di quest’anno.

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  8. Sand-rio, la regione è 2 giorni che la seguo, e devo dire che un pò di apprensione me la dà…

    ma ci vorranno ancora 3 giorni almeno prima che arrivi nel lato visibile del sole…avremmo modo di riparlarne…

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  9. trattasi di regioni attive ragazzi, ne sapremo di più i prossimi giorni…

    i sat ahead avevano già visto tutto alcuni giorni fa…al momento i 13 giorni spotless sn in saccoccia…

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  10. Tra il 950 e il 1400 in Groenlandia c’erano insediamenti vichinghi, fondati da Eric il Rosso. Erano un due valli particolarmente protette, con un microclima meno inospitale. La maggiore, più a Sud, ospitava 4000 persone, che vivevano essenzialmente di pastorizia e di commerci con la madrepatria (l’avorio di tricheco era molto richiesto, in quanto quello africano non arrivava per via delle crociate). Incredibilmente, NON di pesca. E un pochina di agricoltura. L’altro, sulla costa ovest, era più piccolo (1000 persone), e scomparve all’inizio del 1300. Il clima era confrontabile con quello attuale, la temperatura media globale era circa quella del periodo considerato in questo post. E difatti in quelle zone OGGI (dal 1930) vivono comunità dedite alla pastorizia.

    Ho scritto a riguardo un articolo

    Riguardo alle posizioni dei climatologi negli anni ’70, ho dato i riferimenti:
    * J. Fleck: “The Great Global Cooling Myth and the Politics of Science”, Skeptic Inquirer, 33(3), pag. 20 (2009)
    (Lo Skeptic Enquirer è la rivista del CSI, che sono esperti in bufale, non certo teneri con gli ecologisti e scientificamente estremamente seri), e un
    mio articolo.

    Ma se cisi guarda Wikipedia, si ritrova sostanzialmente tutto

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  11. Si apre chiaramente solo d’estate.
    Succede da un paio di anni, da quando si naviga a quelle latitudini…. (Ai tempi di Nansen era ben chiusa… se e’ riuscito a farsi intrappolare dai ghiacci artici e a far “fare il giro” al suo Fram mentre lui cercava di arrivare al Polo….)

    Ciao
    Luca

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  12. Era sostanzialmente quel che ho detto io. Detto più pacatamente, per cui mi scuso dei toni polemici.

    Se si vuol criticare i giornali che dicono cavolate, benissimo, siamo tutti d’accordo. Se si vuol criticare la maggioranza degli scienziati, che crede nel GW antropico, occorre però usare argomenti un po’ più seri di un articolo di giornale sensazionalistico. Altrimenti si sta facendo lo stesso tipo di cattiva informazione.

    Ho fatto un esempio con la bufala della previsione NASA di megatempeste solari per il 2012, perché è una cosa che conoscete e che avete già sbufalato. Se nel 2014 uno tirasse fuori gli articoli di giornale che leggiamo oggi, per sostenere che alla NASA sono una massa di catastrofisti cialtroni, e che quindi le tempeste solari non esistono proprio? Che impressione vi farebbe?

    E nessuno nega l’effetto del Sole sul clima. Lavoro in un osservatorio specializzato in fisica solare, qualcosina ne so… Come mai anche la maggior parte dei fisici solari propende per un GW antropico? Ve lo siete mai chiesto?

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  13. Caro Gianni Comoretto,
    ti ringrazio x le precisazioni e le segnalazioni; sn un ammiratore del CICAP ( cui sn associato su FB, ho anche postato qualcosa), un po’ meno di ASPO x via dei toni un po’ saccenti che, ahimè, vi ho notato alcune volte.
    Innanzitutto, sappiamo tutti benissimo che il livello scientifico e tecnico dei mass media (italiani in particolare, ma anche stranieri) lascia MOLTO a desiderare.
    Sulla Groenlandia mi limito a citare quanto riportato in “tempi non sospetti” da Ladurie nel 1967 (il famoso “Tempo di festa, tempo di carestia”, ke già nel titolo dice molto), che cita tombe vikinghe scoperte negli anni ’30 nel terreno che era ancora ghiacciato in estate, e quindi non solo scavate originariamente in un terreno che, all’epoca, ghiacciato non lo era, ma sul quale si erano poi sviluppati degli alberi (credo betulle), approfondendo le radici sino all’interno delle tombe stesse.
    Mi rendo conto che è solo un indizio, ma mi permetto di fare osservare, da ignorantissimo geologo (ma ke alla laurea in qualche modo c’è arrivato) che quando si studiano le cose del passato ogni singolo frammento è la prova di un “qualcosa”, ed in quanto tale va studiato ed indagato; i miei prof mi insegnavano ed insistevano sul fatto che nn bisogna MAI escludere un dato di terreno xkè “non quadra” con gli altri, e tantomeno lo si può liquidare con snobismo come “aneddotico”, come fa qualcuno tra un’apparizione in TV e l’altra (anche le lettere che mio nonno scriveva dal lager in cui era prigioniero sn degli “aneddoti”, o sn piuttosto una delle tante prove del + grosso e folle crimine del XX secolo?)
    L’archeologia e la geologia (così come la storia) ci possono dire ed insegnare tantissime cose, e forse meriterebbero un po’ + di rispetto e di considerazione da parte di “colleghi scienziati” ke, invece di andare a scavare nel fango o a scartabellare in archivi inpolverati, hanno la fortuna di poter fare il loro lavoro davanti ad un pc o in un laboratorio, col camice bianco e l’aria condizionata.
    Se x studiare la Groenlandia (e nn solo quella), anzichè fare tanti bei modelli numerici al pc, si facesse qualche scavo archeologico e/o studio palinologico in +, forse otterremmo qualche informazione + dettagliata sulla storia del clima.

    best regards

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