Archivio mensile:Marzo 2009

Il riscaldamento della Penisola Antartica non è di origine antropica bensì naturale (cicli solari di 200-300 anni)

antarctic_temps_avh1982-200420source20nasa1Fonte immagine: http://www.coolantarctica.com/Antarctica%20fact%20file/science/Antarctic_temps_AVH1982-2004%

La Penisola Antartica, che potete vedere nell’immagine, è particolarmente sensibile alle variazioni di temperatura media annuale, aumentata nella regione di circa 2,5°C negli ultimi 50 anni, ovvero 2 o 3 volte più velocemente rispetto alla media del resto del mondo. Non a caso molti scienziati studiano tale regione dell’Antartide Occidentale. Un articolo apparso di recente sulla rivista Science, i cui dettagli in italiano li potete trovare al seguente link:

http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Come_cambia_il_fitoplancton_antartico/1337504

denuncia, con i soliti toni allarmistici, la diminuzione del fitoplancton lungo le coste della Penisola Antartica a causa dell’innalzamento della temperatura media della regione. Nella zona settentrionale della penisola, la minore copertura di ghiaccio, accompagnata da una maggiore nuvolosità, diminuisce la quantità di radiazione luminosa che raggiunge la superficie marina. Questa riduzione si unisce al mescolamento delle acque, dovuto ai forti venti, nell’impoverire la presenza del fitoplancton. Nella parte meridionale c’è sempre meno ghiaccio marino, ma il minore mescolamento delle acque e la minore nuvolosità ha portato a un incremento di fitoplancton. In tutta l’area costiera della Penisola antartica ci sarebbe stata una diminuzione del 12% in circa 30 anni del fitoplancton. La sua presenza è fondamentale importanza per la sopravvivenza di tutte le specie animali dell’Antartide occidentale in quanto rappresenta il primo anello della catena alimentare.

Molti studi di paleoclimatologia, che si basano sull’analisi dei sedimenti marini, ci portano a pensare che questa riduzione di fitoplancton, come anche la riduzione dei ghiacci marini nella penisola siano del tutto naturali. I sedimenti sono composti per buona parte da materiale derivante dalla produzione biologica. Alghe, pesci, crostacei ed una varietà di micro-organismi completano il loro ciclo vitale nei primi metri della colonna d’acqua, al termine del quale precipitano sul fondo. È evidente che la composizione del materiale che compone i sedimenti dipende dalle condizioni chimico-fisiche dell’acqua del mare, che risentono delle caratteristiche della sovrastante atmosfera e quindi, delle condizioni climatiche. Lo studio dei sedimenti comporta, rispetto alle carote di ghiaccio una minore risoluzione temporale, essi consentono però di studiare periodi di tempo molto più lunghi (diversi milioni di anni), ed inoltre permettono di eseguire correlazioni con campioni provenienti da tutte le latitudini.

Molti studi fatti sui sedimenti marini mostrano chiaramente che, nel periodo dell’Olocene, la Penisola Antartica è stata soggetta a rapidi cambiamenti climatici collegabili alla periodica attività solare della durata di 200 anni. Leventer e altri ricercatori (1996), analizzando dei sedimenti marini prelevati nella Penisola Antartica, hanno registrato variazioni climatiche negli ultimi 3700 anni con una periodicità dai 200 ai 300 anni e un’altra di 2500 anni. L’aspetto più interessante è che le transizioni dal caldo al freddo sono avvenute in maniera molto rapida, nell’ordine delle decine di anni, una situazione del tutto analoga a quella odierna. Leventer collega direttamente queste variazioni periodiche alla variazione dell’attività solare. Barcena e altri ricercatori spagnoli (2006) hanno fatto un’analisi simile nello stretto di Bransfield, situato nella punta settentrionale della Penisola Antartica. Il loro lavoro è stato quello di analizzare i sedimenti marini per un periodo di 3000 anni per cercare di capire i cambiamenti nella produzione primaria come anche le variazioni di copertura dei ghiacci. L’analisi in particolar modo della presenza delle diatomee conservati nella colonna sedimentaria ha evidenziato una ciclicità di 200 anni.

In altre parole, il ghiaccio in Antartide subisce periodici episodi di rapida fusione per cause naturali e non determinate dal riscaldamento globale di origine antropica. La periodicità dei 200-300 anni, rilevata dai dati paleoclimatici nella Penisola Antartica, ma anche in altre regioni del pianeta, si può ricollegare facilmente al ciclo solare di Vries-Suess riscontrato nella variabilità dell’attività solare dell’olocene (già trattata in un altro mio articolo). La periodicità dei 2500 anni, come osservata da Leventer, potrebbe essere accostata al ciclo solare di Hallstatt. Tuttavia appare un azzardo in quanto l’arco temporale esaminato è di soli 3700 anni, ed appare troppo esiguo per dare una certezza in tal senso, infatti la Barcena non ne parla affatto. Concludo dicendo che molti articoli sulla scomparsa della fauna in Antartide e non solo, si basano, penso volutamente, su lavori scientifici che si soffermano su una scala temporale decennale, ma la natura ne ha una millenaria. La differenza è netta. Come dice Marcus la truffa mediatica continuerà anche su questo fronte.

fonti:

http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Come_cambia_il_fitoplancton_antartico/1337504

http://www.coolantarctica.com/Antarctica%20fact%20file/science/global_warming.htm

http://www.nsf.gov/od/opp/antarct/ajus/nsf9828/9828html/g12.htm

http://bulletin.geoscienceworld.org/cgi/content/abstract/108/12/1626

http://theresilientearth.com/?q=content/melting-antarctic-ice-part-natural-cycle

Scritto da ANGELO

Attention please…

attention-pleaseL’ultimo scatto del magnetogramma risalente alla mezzanotte di oggi ci mostra la plage region più attiva rispetto alle ore prima. Non si è sviluppata ancora una macchia, ma va comunque tenuta sott’occhio nella sua evoluzione odierna…

Stay tuned, Simon

UPDATE: Pericolo che sembra scampato, al successivo aggiornamento del magnetogramma la regione nn si è approfondita ulteriormente, anzi…Catania già conta 0, si va diritti verso il 23° giorno spotless di fila!

L'eccezionale Minimo solare già somiglia tanto ai superminimi del passato…

Dopo le statistiche sui mesi con SSN inferiori a 50.0, con questo minimo che continua imperterrito, ho deciso di ridurre ulteriormente il campo dell’indagine per valutare proprio la continuità e la persistenza delle fasi di minimo “profondo”, ponendo quindi come limite un SSN mensile molto più basso e inferiore a 5.0 (il riferimento è sempre il numero ufficiale internazionale RI, non quello del NOAA).

Visto che ormai è praticamente certo che Marzo 2009 non supererà un SSN di 5, si tratta del 12° mese consecutivo sotto quella soglia, un anno esatto da quel Marzo 2008 che ha visto l’ultima fase solare caratterizzata da una modesta attività (SSN 9.3), anche se legata principalmente al ciclo 23 .

Per confronto, cosa è successo nei minimi passati?

Ecco qua i dati

(numero MASSIMO di mesi consecutivi con SSN < 5.0):

Cicli 23/24: ……. 12 (provvisorio…) 2008/2009

22/23: ……. 2 – 1996

21/22: ……. 1 – 1985 e 1986

20/21: ……. 1 – 1976

19/20: ……. 1 – 1964

18/19: ……. 4 – 1954

17/18: ……. 2 – 1944

16/17: ……. 4 – 1933/1934

15/16: ……. 3 – 1923

14/15: ……. 15 – 1911/1912 e 1913/1914

13/14: ……. 6 – 1901

12/13: ……. 3 – 1890

11/12: ……. 6 – 1878/1879

10/11: ……. 3 – 1866/1867

09/10: ……. 5 – 1855/1856

08/09: ……. 1 – 1843 e 1844

07/08: ……. 2 – 1834

06/07: ……. 16 – 1822/1823

05/06: ……. 24 – 1809/1810/1811

04/05: ……. 7 – 1798

03/04: ……. 0 – SSN mai inferiore a 6.0 !! (1784)

02/03: ……. 2 – 1775

01/02: ……. 4 – 1766

00/01: ……. 3 – 1754

Fonte: ftp://ftp.ngdc.noaa.gov/STP/SOLAR_DA…UMBERS/MONTHLY

Dai dati emergono subito due fatti:

1) Che il minimo in corso ormai si può considerare (dal punto di vista della durata e della costanza) senza ombra di dubbio eccezionale e anomalo, rispetto ai minimi precedenti che sono tutta un’altra musica… (alcuni brevissimi, altri molto irregolari o instabili, con frequenti sbalzi del SSN).

2) Che SEMBRA esserci una ulteriore ciclicità (anche se penso sia più un caso) percui si verificano a distanza di circa 90-100 anni, uno o più minimi “importanti”: – 1809-1823 (Minimi Dalton): – 1911-1914 (Minimo tra cicli 14/15) – 2008-2009 (minimo attuale in corso) … e pare non ci siano vie di mezzo !!. Si passa mediamente da 1-5 mesi con SSN < 5, a più di 12-15 mesi, con un balzo netto e improvviso!. Un grafico rende meglio l’idea:

ssn5Superare i 15 mesi consecutivi del ciclo 14/15 è possibile, ma in quel caso ci furono ben DUE periodi di 15 mesi, non uno solo!

Articolo e grafico scritti e creati dall’utente SEMPERFRECC dell’MTG forum che ringrazio vivamente.

Le immagini far del sole ci mostrano come la plage region avesse una macchia al suo interno

Fonte: file:///C:/Downloads/2009.03.22_00syn.gif
Fonte: file:///C:/Downloads/2009.03.22_00syn.gif

La prima immagine si riferisce alla mezzanotte del 22 marzo, si vede come inzi l’abbozzo di un macchia mentre la regione era ancora appunto nella parte invisibile del disco solare.

file:///C:/Downloads/2009.03.22_12.syn.gif
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Nella secondai mmagine appena 12 ore dopo della prima, la macchia è ben visibile!
file:///C:/Downloads/2009.03.23_00syn.gif
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Non fanno in tempo a passare nemmeno 12 ore, e la macchia è già in stato di evidente decadenza, e di fatto poi anche una volta giunta nella parte visibile del sole non viene conteggiata!
A parte la curiosità di queste immagini gentilmente inviatemi dal collaboratore di N.I.A. Alessandro che ringrazio, ne viene fuori che la nostra stella ultimamente sta avendo una grandissima difficoltà non solo a produrre macchie ma soprattutto a farle perdurare nel tempo, quasi come se il suo campo magnetico fosse oramai ridotto ai minimi termini… quali possano essere le cause è difficile se non impossibile dirlo con assoluta certezza, si possono fare ipotesi legate alla dinamo solare, a cicli di minor magnetismo che si presentano forse ogni 100-200 anni, o all’influenza sul nostro Sole da parte del campo magnetico dei grandi pianeti del sistema solare quali Saturno e Giove.
Speriamo di avere in tempi brevi delle esaustive risposte da parte di chi queste cose le studia da sempre, ormai è molto dura per non dire molto imbazzante che scienziati solari del calibro di Hathaway continuino a far finta di niente…
Simon

Catania ed il Noaa mettono 0, pericolo scongiurato?

xxxxxLa regione ormai è apparsa nella parte visibile del sole, ma non ha macchie al suo interno, per ora è solo una plage!

Sia l’osservatorio del Noaa che di Caania mettono 0, non so se è presto per cantar vittoria, ma viste le premesse di ieri, non l’avrei mai detto…

http://www.ct.astro.it/sun/

http://www.swpc.noaa.gov/alerts/solar_indices.html

se si continua così, qui si rischia di chiudere un marzo da record!

Stay tuned, Simon

Aggiornamneto satellite Soho MDI delle 1424: la regione si mantiene una plage e nulla di più, si va inesorabilmete verso il 21° giorno spotless di fila!

http://umbra.nascom.nasa.gov/images/latest_mdi_igram_thumbnail.gif