Archivi giornalieri: 27 Aprile 2009

Avanti così!

amsre_sea_ice_extent2Il livello del polo nord è ormai solo al comando tra gli ultimi 7 anni! La somma tra l’estensione dei ghiacci marini tra polo sud e nord ci dà ad oggi un surplus di circa 0,70 milioni di km2!

Come vorrei che la stampa ne parlasse…

Mi chiedo invece dove siano finiti gli orsi che annegano…

Fonte grafico: http://www.ijis.iarc.uaf.edu/seaice/extent/AMSRE_Sea_Ice_Extent.png

Simon

Attenzione al STEREO Behind!

behind_euvi_195_latestCome potete ben vedere dall’immagine postata, vi sono alcune regioni attive sul lato invisibile del soleche ne stanno approciando il lato nord-orientale.

Mancano ancora alcuni giorni prima che tali regioni emergano nel lato visibile del sole, e ad oggi è ovviamente impossibile dire come evolveranno. La posizione e l’ubicazione sono sempre le stesse, ovvero le zone della nostra stella più attive sinora nell’aver formato macchie. Ed anche questo la dice lunga sulla enorme difficoltà che il sole sta avendo nel partorire nuove regioni attive.

spots

Qui sopra invece sempre un immagine behind presa da un’altra angolazione che ci fa vedere la regione che nella prima immagine era più nascosta, questa ovviamente impiegherà ancora più tempo prima di giungere nella zona visisile del sole.

Chissà se il nostro Alessandro potrà a breve impreziosire questo articolo con le immagini far del sole, in modo da scoprire prima se tali regioni stanno già dando luogo a delle macchie…

Fonte immagini: www.solarcycle24.com

Stay tuned, Simon

Così interviene Zichichi sul GW: Vi svelo chi sta barando sui gas serra

L’Italia presiede a Siracusa il G8 sul clima e torna al centro dell’attenzione nel mondo la responsabilità dei Governi su scelte che incidono pesantemente nell’economia mondiale.
Ricordiamo che finora nessuno è riuscito a stabilire con rigore scientifico il legame tra attività umane e aumento della temperatura media dell’atmosfera (Global Warming). Le uniche certezze sono le misure sulla concentrazione crescente della percentuale di anidride carbonica (CO2) e di altri gas a effetto serra (com’è il metano) nell’atmosfera. Il problema da risolvere sono le origini di questo incremento. Infatti nel bilancio globale ci sono «sorgenti» e «pozzi» naturali per questi gas-serra.
L’atmosfera è come un grande mantice che assorbe ed espelle anidride carbonica. Questo meccanismo è azionato da tre pompe: l’oceano globale (superficie liquida della Terra che è due volte più vasta di quella solida), la Terra solida (piante e suolo) e l’uomo. Le tre pompe hanno potenze diverse. Le prime due sono molto più potenti di tutte le attività umane. Si calcola che l’oceano globale immette nell’atmosfera circa il 48% di CO2; il respiro del suolo ne immette il 24%; quello delle piante ancora il 24%. Le attività umane, inclusa la deforestazione, contribuisce al livello del 4%. Passiamo all’assorbimento. L’oceano globale assorbe poco più del 50%. La fotosintesi ne assorbe poco meno del 50%. Nel bilancio tra immissione e assorbimento di CO2 rimane un «surplus» che corrisponde a circa tre miliardi di tonnellate di CO2. Attenzione: questo surplus è nel bilancio globale. È quindi importante conoscere bene le «sorgenti» e i «pozzi» naturali di CO2 e gas-serra.
Ed ecco una novità su cui imperversa il silenzio dei media. Nessuno finora aveva pensato che potessero partecipare al bilancio dei gas-serra anche le calotte polari. Trovare che sotto le calotte polari i batteri possano essere attivi a 40 gradi sotto zero è una assoluta novità.
Due scienziati americani, Vladimir Romanosky dell’Università di Alaska e Nicolai Panikov dell’Istituto Tecnologico del New Jersey hanno scoperto che sotto le calotte è come se i batteri si mettessero a dormire, continuando però a produrre anidride carbonica e metano. Questa scoperta apre un fronte nuovo nella ricerca delle sorgenti naturali di gas-serra. Le zone permanentemente ghiacciate della superficie terrestre (un quinto del totale) erano considerate come efficientissimi pozzi per i gas a effetto serra. Se le scoperte di Panikov e Romanosky venissero confermate, questi pozzi diventerebbero potenti sorgenti, riducendo a livelli minimi l’effetto delle attività umane.
C’è un’altra novità su cui i media tacciono. Come tutti sanno quest’ultimo inverno ha visto un forte abbassamento della temperatura ed enormi precipitazioni d’acqua e neve in diverse zone del mondo inclusa l’Europa il cui clima dipende fortemente dall’estensione settentrionale del cosiddetto Gulf-Stream che arriva fino alle fredde acque della Groenlandia.
In un articolo su Nature GeoScience un gruppo di specialisti americani e francesi dimostra che nell’ultimo inverno le correnti marine – dopo avere circolato sulla superficie atlantica scaldandosi – ritornano a inabissarsi nelle acque fredde della Groenlandia. Questo fenomeno determina l’equilibrio climatico in quanto contribuisce alla ridistribuzione del calore tra le regioni polari ed equatoriali. Si è rimesso in moto un meccanismo di inabissamento delle acque superficiali e calde dell’Atlantico che era scomparso da molti anni senza che se ne capissero i motivi. La scomparsa dell’inabissarsi delle correnti oceaniche potrebbe spiegare il Global Warming mentre il loro ritorno a inabissarsi spiega il freddo dell’ultimo inverno. Ecco un altro esempio di fenomeni che mettono in crisi le origini del Global Warming.

La Scienza del clima è un campo di ricerche con un enorme numero di problemi ancora da capire. Portare nel cuore della Scienza queste tematiche, togliendole dalle mani di coloro che ne hanno fatto strumento indispensabile per soddisfare ambizioni che nulla hanno a che fare con la verità scientifica, sarebbe la prova di una nuova grande alleanza tra Politica e Scienza. Che ce ne sia bisogno lo testimoniano le tematiche in gioco, le cui conseguenze si valutano in miliardi di dollari e coinvolgono la responsabilità di tutti i Governi del mondo. Quando il presidente Berlusconi invitò la Comunità Europea a una seria riflessione sulle origini del Global Warming forse conosceva già queste novità scientifiche, che hanno nei Seminari di Erice sulle Emergenze Planetarie un punto di riferimento cui fa capo la comunità scientifica internazionale impegnata su queste tematiche.
*Presidente World Federation of Scientists

Fonte: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=345806